Ho letto tutti gli argomenti attinenti presenti nel forum, mi sono segnato anche la formuletta per calcolarmi a spanne la variazione dei tempi d'esposizione al variare della distanza della testa dell'ingranditore, però devo per forza aprire una nuova discussione perchè (e te pareva!) mi è successa una cosa strana che non riesco a spiegarmi.
Sabato pomeriggio preparo la mia CO e dovendo stampare solo qualche 18x24 preparo 600ml di rivelatore multigrade (stop e fix a volontà )
Tra provini, striscette e stampe avrò sviluppato 6 fogli.
Alla fine ho riversato fix e stop nelle bottiglie mentre il rivelatore l'ho lasciato in bacinella e l'ho coperta, perchè oggi pomeriggio volevo stampare qualche altra copia dell'ultima foto, quindi ho lasciato anche il negativo inserito.
Oggi pomeriggio però, prima di stampare decido di avvicinare la testa dell'ingranditore di qualche centimetro (4/5cm) per fare un formato leggermente più piccolo con la cornicetta nera. Avevo pensato di ritrovarmi qualche differenza in esposizione, non avendo idea di quanta e pensando fosse piccola, la prima stampa l'ho fatta non toccando nulla rispetto a come avevo lasciato Sabato.
La differenza c'è stata, io mi aspettavo una stampa più scura perchè avevo avvicinato la testa, e invece è uscita più chiara di quasi 3/4 di stop
Secondo voi che spiegazione ci può essere? Io ho pensato al rivelatore che magari ha perso efficacia rimanendo 24ore in bacinella (coperta)... per il resto non ho fatto nulla rispetto alla stampa precedente, ho solo abbassato la testa pochi centimetri.
p.s. e poi, 3/4 di stop a fronte di qualche centimetro di differenza non sono troppi?
Distanza testa ingranditore ed esposizione.
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Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Per mia mera curiosità, come hai calcolato questa differenza di "luminosità" così precisamente? Hai sviluppato in maniera fattoriale?
Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Come ho scritto ho solo avvicinato la testa dell'ingranditore e non ho variato nessun altro parametro, quindi ho stampato seguendo i tempi del giorno precedente ritenendo che per pochi centimetri non avrei avuto grandi variazioni. Idem per i tempi di sviluppo in bacinella, non ho pensato di dover controllare il tempo di comparsa.
I 3/4 di stop semplicemente li ho calcolati ad occhio confrontando la stampa chiara con quella scura. Ho esposto infatti quella successiva 1/2 stop in più e risultava un pelino ancora chiara (quindi un altro 1/4 ci stava) ma mi andava bene lo stesso.
I 3/4 di stop semplicemente li ho calcolati ad occhio confrontando la stampa chiara con quella scura. Ho esposto infatti quella successiva 1/2 stop in più e risultava un pelino ancora chiara (quindi un altro 1/4 ci stava) ma mi andava bene lo stesso.
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Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Il rivelatore si ossida e nel tempo perde efficacia. In 24h ne può perdere davvero molta. Senza contare che anche la temperatura può essere cambiata, variando di conseguenza il tempo di sviluppo. La variazione di densità che hai notato dipende da questi fattori.
Avresti dovuto compensare la perdita di efficacia, se ancora possibile, così come eventuali variazioni di temperatura, con lo sviluppo fattoriale.
Lo sviluppo fattoriale è l'unico modo di compensare queste inevitabili variazioni. Mantenere fisso il tempo di sviluppo sperando che rimanga invariato l'effettivo grado di sviluppo non funziona; non funziona proprio perché col passare del tempo il rivelatore si ossida, mano mano che si usa si consuma e perde efficacia e non è detto che la temperatura rimanga stabile.
La variazione di esposizione varia in proporzione all'area dell'immagine proiettata, ovvero in proporzione al quadrato della distanza di proiezione o della misura di uno dei lati. Normalmente si prende come riferimento l'altezza della colonna perché sui lati si possono effettuare tagli o nuove inquadrature.
La formula è la seguente T1:H1²=T2:H2², dove T1 è il tempo noto, H1 l'altezza della colonna originaria, H2 la nuova altezza e T2 il tempo da trovare.
Se per esempio avevi la colonna a 25 cm e un tempo di 20", passando ad un'altezza di 20 cm il tempo diventerebbe:
20:25²=T2:20² > T2=20x400:625 > T2=12,8"
Come vedi una variazione apparente piccola dell'altezza, porta una grande variazione del tempo di esposizione. Nel tuo caso la variazione avrebbe potuto aiutare a "compensare" (tra virgolette perché è molto parzialmente vero) la perdita di efficacia del rivelatore ed il fatto che non abbia neanche contribuito alla cosa ti da una misura di quanta (moltissimo) efficacia abbia perso il rivelatore.
Il rivelatore in vaschetta, offre, rispetto al volume della soluzione, una grande superficie esposta all'aria e l'ossidazione della soluzione è rilevante, se l'avessi rimesso in bottiglia (eliminando l'aria) il fenomeno sarebbe stato meno pronunciato.
Avresti dovuto compensare la perdita di efficacia, se ancora possibile, così come eventuali variazioni di temperatura, con lo sviluppo fattoriale.
Lo sviluppo fattoriale è l'unico modo di compensare queste inevitabili variazioni. Mantenere fisso il tempo di sviluppo sperando che rimanga invariato l'effettivo grado di sviluppo non funziona; non funziona proprio perché col passare del tempo il rivelatore si ossida, mano mano che si usa si consuma e perde efficacia e non è detto che la temperatura rimanga stabile.
La variazione di esposizione varia in proporzione all'area dell'immagine proiettata, ovvero in proporzione al quadrato della distanza di proiezione o della misura di uno dei lati. Normalmente si prende come riferimento l'altezza della colonna perché sui lati si possono effettuare tagli o nuove inquadrature.
La formula è la seguente T1:H1²=T2:H2², dove T1 è il tempo noto, H1 l'altezza della colonna originaria, H2 la nuova altezza e T2 il tempo da trovare.
Se per esempio avevi la colonna a 25 cm e un tempo di 20", passando ad un'altezza di 20 cm il tempo diventerebbe:
20:25²=T2:20² > T2=20x400:625 > T2=12,8"
Come vedi una variazione apparente piccola dell'altezza, porta una grande variazione del tempo di esposizione. Nel tuo caso la variazione avrebbe potuto aiutare a "compensare" (tra virgolette perché è molto parzialmente vero) la perdita di efficacia del rivelatore ed il fatto che non abbia neanche contribuito alla cosa ti da una misura di quanta (moltissimo) efficacia abbia perso il rivelatore.
Il rivelatore in vaschetta, offre, rispetto al volume della soluzione, una grande superficie esposta all'aria e l'ossidazione della soluzione è rilevante, se l'avessi rimesso in bottiglia (eliminando l'aria) il fenomeno sarebbe stato meno pronunciato.
Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Aggiungi che usando quantità un po' striminzite di chimici, il processo di ossidazione è più veloce perché il rapporto "superficie esposta"/volume è maggiore.
(Io poi risparmio risparmio e poi finisco per buttare i chimici senza averli mai usati...geniale)
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Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Andrea ha spiegato tutto.
Ti resta un dubbio:
Puoi usare pellicola tipo cuky però, direttamente sul liquido tipo l'installazione di Christo sul lago... o il cellophane degli imbianchini se la bacinella è ampia.
Ti resta un dubbio:
coperta in che modo? Con un'altra bacinella a rovescio l'aria passa più o meno comunque.il rivelatore l'ho lasciato in bacinella e l'ho coperta
Puoi usare pellicola tipo cuky però, direttamente sul liquido tipo l'installazione di Christo sul lago... o il cellophane degli imbianchini se la bacinella è ampia.
Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Si, lasciata coperta con un'altra bacinella
Grazie a tutti, sempre gentilissimi e disponibili, grazie.
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Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
La cosa migliore sono i coperchi galleggianti ma devono essere fatti su misura e sono un'altra roba da pulire a fine sessione, meglio rimettere tutto in bottiglia e dare una veloce sciacquata alle bacinelle.
Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Una curiosità esistono bacinelle da co dotate di coperchi galleggianti o esistevano solo grosse per i laboratori professionali?chromemax ha scritto:La cosa migliore sono i coperchi galleggianti ma devono essere fatti su misura e sono un'altra roba da pulire a fine sessione, meglio rimettere tutto in bottiglia e dare una veloce sciacquata alle bacinelle.
Grazie
Marco
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Re: Distanza testa ingranditore ed esposizione.
Io non ne ho mai avuto notizia, ci sono questi ma non prevengono l'ossidazione. Il problema dei coperchi galleggianti è che la stragrande maggioranza di bacinelle hanno i bordi svasatì e questo impedisce di fare dei coperchi precisi, se la soluzione è poca non galleggiano, se è troppa sono troppo piccoli.
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