Analogica.it

Ciao
chi ha partecipato a questa discussione (http://www.analogica.it/prime-stampe-ra ... ml#p146712) si ricorderà che @lucsax aveva realizzato un file excel per calcolare i tempi di esposizione al variare della filtratura.

chi ha partecipato alla discussione fino alla fine, si ricorderà che io ho modificato quel file excel adattandolo anche alla mia testa MEOPTA COLOR 3.

Bene, quel file excel mi ha davvero facilitato la vita sia con la stampa colore che con la stampa in bianco e nero.
Di recente ho nuovamente aggiornato il mio file, creando una tabella per il calcolo dell'esposizione al variare dell'altezza della testa sulla colonna (grazie alle indicazioni di @Silverprint.

EDIT: tutto quello che ho scritto da qui in poi è una stupidata! non prendete spunto! non lo cancello solo per autoflagellarmi!

Bene.
Ora vorrei spingermi oltre, rendendo ancora più performante il mio file excel. In particolare vorrei automatizzare il processo di split grade.

Ci sono casi in cui trovo che sia davvero necessario osservare il processo di esposizione della carta per le luci e per le ombre nel dettaglio, ovvero esponendo prima tutta la carta con un filtro e poi provinando con un altro filtro per trovare il giusto compromesso.
E non è questo il caso di specie che vorrei sottoporvi.

Ci sono tanti altri casi in cui, invece, fatto il primo provino scalare ti rendi già conto di quale vuoi che sia il risultato finale, in termini di filtratura.
È qui che si innesca il mio ragionamento.

Se io prendo le specifiche della carta ilford, osservo che: Quindi mi creo questa tabella per lo split grade Se prendo il file excel di @lucsax modificato, osservo che:
se ad una esposizione di 10 secondi aggiungo GIALLO 150 e MAGENTA 200, la nuova esposizione sarà di 32,8 secondi ovvero un rapporto di 3,28

Quindi se i calcoli sono corretti, arrivo alla conclusione che:
se voglio ottenere un contrasto finale generale pari a 2 (parlando in gergo ILFORD) e il mio provino scalare mi suggerisce una esposizione di 10 secondi ma voglio lavorare con lo split grade su luci e ombre, dovrò esporre per 16,4 secondi con GIALLO 150 e 16,4 secondi con MAGENTA 200.

filtro 1 ? GIALLO 23sec - MAGENTA 9,8sec
filtro 3,5 ? GIALLO 6,6 - MAGENTA 26,2sec
ecc...

È un ragionamento corretto?
Vi prego ditemi SI perchè altrimenti ne va della mia stabilità mentale

Nell'uso col bianco e nero la tabella (o il foglio di calcolo) ha un errore concettuale dato che il cambio di filtro comporta un cambio di contrasto; vedi questo articolo.

Chromemax aiutami a capire il nesso.
Il tuo approfondimento sul blog lo avevo già letto (e non una sola volta!!! è lì che ho imparato come la filtratura incide in maniera diversa su luci e ombre), ma mi viene difficile trovare un collegamento con quanto ho scritto sopra.

Edit: forse ho intuito cosa vuoi dire ma questi fogli di excel mi aiutano con il tempo di esposizione non con la filtratura. quella la governo io, ovviamente!

E' che col bianco e nero al cambiare del filtro, variando il contrasto, varia anche il tono di riferimento per l'esposizione. Invece col colore questo problema non si pone, essendo il contrasto fisso.
Faccio un esempio pratico, su un ritratto stampato con 10" a 20M voglio aumentare il contrasto passando a 55M; calcolando con una tabella (invento i numeri) trovo che il tempo di esposizione col nuovo filtro deve essere 13,7", ma la nuova stampa avrà una tonalità della pelle molto più chiara perché l'aumento del contrasto avrà di fatto spostato il tono di rieferimento che avevo sull'incarnato verso i toni chiari.
Parlando col sistema zonale, e chiamando "Valori" le Zone come sono riportate sulla stampa, se l'incarnato del mio ritratto ha un valore 6 ma voglio aumentare il contrasto, il maggior assorbimento del filtro magenta porterà l'incarnato a 6,3 cosa che posso correggere applicando il fattore filtro trovato con una tabella, ma il cambiamento di contrasto della carta --causato dal cambio di filtro-- sposterà l'incarnato a 7. Correggendo solo il fattore filtro, nella stampa finale avrò un ritratto con l'incarnato a 6,7 e non a 6 come in effetti volevo.
Ci sono già passato; quell'articolo l'ho scritto dopo essermi fatto una serie di grafici e curve di compensazione dell'esposizione (diverse per ogni tipo di carta oltretutto, dato che dipendono dalla curva caratteristica) per poi scoprire che il tutto funziona solo se si prende come riferiemento sempre lo stesso identico tono di grigio su tutte le stampe, cosa così difficile e scomoda che era molta di più la carta e il tempo che buttavo per le stampe venute male che quello necessaria a fare un provino a scalare decente in cui avevo un'idea molto più precisa di cosa potevo aspettarmi.
Per il colore, ripeto, il sistema funziona bene, io usavo un programmino in basic per il Casio FX-790 che mi si è cancellato quando è morta la batteria tampone e che dovrei recuperare sull'audiocassetta stile C=64, per cui adesso vado di tabelline cartacee, anche se per bilanciamenti di fino vado anch'io a occhio.

Ok. Ora ho capito cosa volevi dire.
Sei stato chiarissimo. E ti ringrazio.

Ma mi quoto da solo:

gioffry ha scritto:Ci sono casi in cui trovo che sia davvero necessario osservare il processo di esposizione della carta per le luci e per le ombre nel dettaglio, ovvero esponendo prima tutta la carta con un filtro e poi provinando con un altro filtro per trovare il giusto compromesso.

È ovvio che in questi casi devi lavorare di fino per cui è necessario riprovinare.

Ma ci sono altre situazioni in cui ti rendi conto di riuscire a poter controllare la scena e se riesci a controllarla vuol dire che puoi automatizzare il processo.

O almeno a me succede questo. Per cui mi sento di poter credere che in alcune situazioni posso anche non procedere a tentativi.

Penso che tutti noi ci accorgiamo a priori quando un negativo va lavorato di fino oppure no.


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Dopo una serie di prove in CO che mi hanno assorbito tutto sabato, comunico ufficialmente che tutto ciò che ho scritto in questo thread è:

una c a g a t a pazzesca

Fine del discorso

Grande!