12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

L'idea è quella di superare il limite del web nella visione delle immagini e far girare fotografie stampate dai membri della community.

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fabriziog
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da fabriziog »

Tema sicuramente interessante. Per ora mi tengo fuori, perchè non so se riesco a lavorarci. Se la situazione "tempo a disposizione" migliora avviserò il paron del giro



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claudiamoroni
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da claudiamoroni »

Il libro di Robert Adams ancora non sono riuscita a scovarlo, comincio a sospettare di averlo prestato a qualcuno e di essermene dimenticata, tipico :wall:

Nel frattempo però mi é tornato in mente un saggio sulla bellezza nella fotografia documentaristica/fotogiornalismo che sto traducendo alla buona come spunto di riflessione.

Ho scoperto che il libro, che consiglio caldamente, è disponibile in Italiano tramite la casa editrice Postmedia Books qui

Se qualche anima pia ce l'avesse sottomano e volesse trascrivere la traduzione italiana ufficiale, ne sarei molto felice, visto che le mie traduzioni fanno un po' pena

Il saggio si intitola "THE DOCUMENTARY DEBATE: AESTHETIC OR ANAESTHETIC? Or, What's So Funny About Peace, Love, Understanding, and Social Documentary Photography?" ed è tratto da "Between the Eyes, Essays on Photography and Politics" (Politica della fotografia, nell'edizione Italiana) di David Levi Strauss

"La relazione tra estetica e politica era un argomento molto dibattuto alla fine del ventesimo secolo. Benchè la maggior parte della discussione consistesse di dichiarazioni apodittiche e d'invettive di rifiuto sdegnoso, era un bene che le persone ne discutessero nuovamente. Da una discussione infervorata a volte escono fuori nuovi spunti interessanti.
Quando le "guerre culturali" negli Stati Uniti portarono a battaglie per la censura di fotografie di Robert Mapplethorpe, Andres Serrano e David Wojnarowicz, la veridicità documentaria ed il contenuto politico delle immagini estetiche si trovarono al centro del mirino del giudizio e dell'opinione pubblica....continuo domani ;)
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isos1977
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da isos1977 »

Grazie per la segnalazione! mi sa che non riesco a procurarmelo prima di partire per le ferie.... ma lo metto nella lista della spesa

per farmi un'idea, ho trovato un'anteprima in italiano
http://books.google.it/books?id=kwhdVF4 ... &q&f=false
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guerié
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da guerié »

la lista del catalogo postmedia include dei bei titoli cmq
-L'abuso della bellezza
di Arthur C. Danto
sembra proprio cogliere questo tema...
sepre degli ottimi spunti da Claudia brava!
marco guerriero

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isos1977
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da isos1977 »

A proposito di bellezza... ho visto questo articolo http://www.alfemminile.com/donne-societ ... ign=social

lasciando stare i contenuti dell'articolo, le foto mi sembrano un buon esempio di come le scelte del fotografo possono contribuire a dare un'interpretazione della realtà

:-h
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claudiamoroni
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da claudiamoroni »

isos1977 ha scritto:Grazie per la segnalazione! mi sa che non riesco a procurarmelo prima di partire per le ferie.... ma lo metto nella lista della spesa

per farmi un'idea, ho trovato un'anteprima in italiano
http://books.google.it/books?id=kwhdVF4 ... &q&f=false
Grandissimo, grazie! Peccato che l'anteprima si limiti alla prima pagina del saggio (e che vergogna confrontare la traduzione ufficiale con quella alla pizza e fichi fatta da me!) :( :ymblushing:

Scusate la sparizione, ma ho avuto un poco da fare. In effetti tradurre completamente il saggio è un po' uno sbatti, specialmente perchè non usa un linguaggio/vocabolario semplice, anzi! Ho deciso di limitarmi a tradurre le parti che ho sottolineato e ad unirle con un riassuntino "alla Claudia" (leggi "terra terra").

Insomma, nel periodo a cavallo tra il ventesimo ed il ventunesimo secolo, una delle critiche fotografiche piú supportate riguardava la fotografia sociale documentaristica ed in particolare la sua tendenza a rappresentare tragedie e situazioni "difficili" con foto molto gradevoli dal punto di vista estetico.
Per esempio, in un articolo sul New Yorker, lo scrittore Ingrid Sischy, parlando del lavoro di Salgado, afferma:

"Salgato si impegna troppo nella composizione delle sue immagini, nel cercare la "grazia" e la "bellezza" nelle forme contorte dei suoi soggetti. Questo abbellimento della tragedia produce immagini che rinforzano la nostra passività nei confronti delle esperienze che rivelano. Abbellire la tragedia è il modo più veloce per anestetizzare le reazioni emotive degli spettatori. La bellezza richiede ammirazione, non azione."

Questa critica prende spunto da una scuola di pensiero composta da Ernst Bloch, Georg Lukacs, Beltold Brecht, Walter Benjamin e Theodor Adorno e nata nella Germania Marxista tra il 1930 e il 1950.
La fonte principale di questa critica all'abbellimento della tragedia è il saggio di Walter Benjamin "L'Autore Come Produttore", dove l'autore parla del modo in cui "certi fotografi alla moda lavorano per rendere la miseria umana un oggetto di consumo"

Purtroppo i critici moderni sembrano dimenticare il contesto storico che ha contribuito alle conclusioni di Benjamin.
Sembra sfuggire loro che, quando Benjamin parla di fotografia alla moda, si riferisce al movimento letterario ed artistico della Neue Sachlichkeit (la Nuova Oggettività) che dichiarava la necessità di tornare ad una certa oggettività della visione come reazione contraria al movimento Espressionista.
Benjamin constata che questa corrente "è riuscita a trasformare la povertà stessa in un oggetto di piacere, grazie alla moda della tecnica fotografica perfetta" e si riferisce in particolare al famoso libro di fotografia di Albert Renger-Patzch intitolato Die Welt schon (il mondo e' bello). Si riferisce espressamente anche al movimento letterario della Nuova Oggettività quando afferma che "trasforma la lotta politica cosicché essa smetta di essere un motivo convincente per una decisione e diventi un oggetto di contemplazione".
Ai giorni nostri ci sono fotografi che si ispirano al movimento della Nuova Oggettività, ma Salgado non è tra questi, quindi non ha molto senso usare questi parametri critici per giudicare i suoi lavori.

Nel suo saggio "Salgado, 17 volte", lo scrittore Uruguaiano Eduardo Galeano scrive di una distinzione tra il lavoro dell'autore e quello di altri fotografi che sicuramente sarebbe stata apprezzata da Benjamin:

"Salgado fotografa persone. Fotografi superficiali fotografano fantasmi.
La povertà come oggetto di consumo è una fonte di denaro e di piacere morboso. La povertà è un prodotto nel mercato di lusso. I fotografi della società dei consumi la approcciano, ma non vi entrano. Visitano di corsa le scene di disperazione o violenza, scendono dall'aereo o dall'elicottero, fanno scattare l'otturatore e partire il flash: scattano e corrono. Hanno guardato senza vedere e le loro immagini non dicono niente. Le loro foto vigliacche, macchiate dall'orrore e dal sangue, potranno far versare un lacrime da coccodrillo, un paio di monete, parole ipocrite dai privilegiati della Terra, ma niente che possa realmente cambiare l'ordine dell'universo. Alla vista dei disgraziati dalla pelle scura, dimenticati da Dio e pisciati sopra dai cani, chiunque si puo' congratulare con se stesso pensando: a confronto, la mia vita non e' tanto male. L'inferno serve a confermare le virtù del paradiso.
La carità, verticale, umilia. La solidarietà, orizzontale, aiuta. Salgado fotografa le persone dall'interno, in solidarietà"

[...]

La tendenza anti-estetica può facilmente trasformasi in una decisione estetica, un'inconsapevolezza indotta artificialmente per proteggerci dal dolore e dalle "frontiere ipocrite" delle buone maniere e del privilegio.
È inopportuno guardare dritto negli occhi della fame e rappresentarla in un modo che spinge gli altri a fare lo stesso.
È un abominio, un'oscenità, un crimine ideologico.

[...]

In soldoni, c'e' una supposizione di base che vorrebbe giustificare gran parte del dibattito sulla fotografia sociale, ossia: "l'estetica (l'arte) non e' autentica, e' sempre supplementare, quindi politicamente sospetta".
Bisogna contestare questo presupposto che la bellezza di un'immagine e la sua autenticità e valore politico siano inversamente proporzionali.
Perchè la bellezza non dovrebbe essere un invito all'azione?

La rappresentazione è un "abbellimento"/"un piegare il mondo alle regole dell'estetica" (in inglese si dice aestheticise che non è uguale ad abbellimento, ma non c'e' un vocabolo corrispondente in italiano); non è altro che una trasformazione.
Presenta una vasta possibilità di scelte, ma non include la scelta di NON trasformare, di NON cambiare o alterare cio' che si rappresenta, in fotografia come negli altri metodi di rappresentazione.
Questa impossibilità non è una buona ragione per evitare la questione.

[...]

Quando Benjamin scrisse che "l'orientamento di un lavoro di letteratura può essere politicamente corretto solo quando é anche corretto nel senso letterario" intendeva che il modo scelto per creare un'opera (la sua poetica) è politico.
Traslando questo ragionamento in campo fotografico, un'immagine politicamente corretta non significa molto se non è anche convincente dal punto di vista estetico e concettuale, o meglio che queste due cose non sono incompatibili e nemmeno separate.

isos1977 ha scritto:A proposito di bellezza... ho visto questo articolo http://www.alfemminile.com/donne-societ ... ign=social

lasciando stare i contenuti dell'articolo, le foto mi sembrano un buon esempio di come le scelte del fotografo possono contribuire a dare un'interpretazione della realtà

:-h
L'articolo è pessimo, ma il lavoro l'avevo già visto e lo trovo molto intelligente. Io l'ho interpretato anche come una critica alla società dell'immagine e alle pressioni che influenza in particolare sulle donne, soprattutto sul loro corpo.
guerié ha scritto:la lista del catalogo postmedia include dei bei titoli cmq
-L'abuso della bellezza
di Arthur C. Danto
sembra proprio cogliere questo tema...
sempre degli ottimi spunti da Claudia brava!
Ma dai, anch'io l'ho notato quando sono andata a cercare l'edizione italiana del libro di Levi Strauss e mi ha incuriosita, quindi l'ho comprato :)
Appena lo leggo, vi faccio sapere ;)
Grazie xxx
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da =Gibo= »

Grazie del contributo Claudia, ordinato :)

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claudiamoroni
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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da claudiamoroni »

=Gibo= ha scritto:Grazie del contributo Claudia, ordinato :)


Figurati, spero ti piaccia.
L'ho infilato in questa discussione per via del primo saggio sulla critica della bellezza nella immagini documentarie, ma, visto che è una raccolta di saggi, tratta molti argomenti diversi.
In sostanza è un libro pieno di argomentazioni filosofiche e politiche sulla fotografia e l'ho trovato molto interessante, ma non è una lettura da svago, a tratti è un po' pesantino e richiede concentrazione ;)


Un altro libro che ho sotto mano è Storia Della Bellezza di Umberto Eco.
È un libro fantastico, illustrato da immagini di centinaia di opere d'arte accompagnate da estratti di testi sul concetto di Bellezza da Pitagora ai giorni nostri.

"Bello" - insieme a "grazioso", "carino", oppure "sublime", "meraviglioso", "superbo" ed espressioni consimili - è un aggettivo che usiamo sovente per indicare qualcosa che ci piace. Sembra che, in questo senso, ciò che è bello sia uguale a ciò che è buono, e infatti in diverse epoche storiche si è posto uno stretto legame tra il Bello e il Buono.
Se però giudichiamo in base alla nostra esperienza quotidiana, noi tendiamo a definire come buono ciò che non solo ci piace, ma che anche vorremmo avere per noi. [...] È un bene ciò che stimola il nostro desiderio. [...]
Se riflettiamo sull'atteggiamento di distacco che ci permette di definire come bello un bene che non suscita il nostro desiderio, comprendiamo che noi parliamo di Bellezza quando godiamo qualcosa per quello che è, indipendentemente dal fatto che lo possediamo. [...]
È bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro.
[...]

Lo stretto rapporto che l'epoca moderna ha posto tra Bellezza e Arte non è cosí ovvio come noi crediamo. Se certe teorie estetiche moderne hanno riconosciuto solo la Bellezza dell'arte, sottovalutando la Bellezza della natura, in altri periodi storici è accaduto l'inverso: la Bellezza era una qualità che potevano avere le cose della natura (come un bel chiaro di luna, un bel frutto, un bel colore), mentre l'arte aveva soltanto il compito di fare bene le cose che servissero allo scopo a cui erano destinate - a tal punto che si considerava arte sia quella del pittore e dello scultore sia quella del costruttore di barche, del falegname o del barbiere. Soltanto molto tardi, per distinguere pittura, scultura e architettura da tutto quello che oggi chiameremmo artigianato, si è elaborata la nozione di Belle Arti.
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Messaggio da marcotre »

Stampata :D
l'accentratore e' Emigrante, giusto?

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Re: 12 - "La bellezza" - scadenza 30/09/2014

Messaggio da emigrante »

Pronto a ricevere.

=p~

Ciao

Marco

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