A piedi con la pellicola

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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tonyrigo
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da tonyrigo »

Condivido MarcoN: digitale ed analogico possono ben convivere.

Tornando ai nomi:
neppure la mia FUJI G 690 protesta quando qualcuno la chiama "TEXAS LEICA" ...

:)


Sa chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa, perchè sa che nulla sa.
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Silverprint
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Silverprint »

Il mezzo non conta?

Secondo me è una cavolata.

Uso l'analogico, solo quello, per una infinità di motivi.
Quelli che sarebbero vantaggi del digitale, lo sono il più delle volte solo apparenti.

Per es. i matrimoni si facevano bene anche con la pellicola, era più faticoso e forse un poco più costoso, ma almeno da vecchio potevi rivederle... con l'andazzo attuale delle stampacce economicissime e costi che non coprirebbero la conservazione a lungo termine dei file gli album dei matrimoni, una volta oggetti "eterni" ed importanti sono diventati usa e getta o quasi.
Le foto ricordo fatte oggi durano finché le tiene in memoria facebook... ricordo a breve termine.
I ritratti, boh? A parte la durata limitata se non stampati su supporti adeguati, costosi comunque, la messa a fuoco selettiva viene meglio comunque col grande formato :D
Paesaggi... se la luce è facile e poi si stampano, ok, ma se il contrasto sale? Facciamo l'HDR =)) ??

Insomma rimarrebbe la foto naturalistica e sportiva... sempre che non fotogriafiamo esemplari in via di estinzione su supporti la cui estinzione è quasi altrettanto sicura e che il gesto sportivo non meriti di essere noto ai posteri.

Forse la durata è un aspetto che non interessa ai più, però ho passato gli ultimi due mesi stampando prima dei negativi del 1916 (Prima guerra mondiale) di un amatore, tenentino siciliano, mai stampati prima e poi una mostra di immagini degli anni '50 di Nino Migliori. Fossero stati digitali non ci sarebbero. Insomma ho dato molto più peso alla questione della durata.

Le macchine chiamatele col nomignolo che volete, da parte mia poco sopporto hasselblad e leica, per cui non "sento" il reato di lesa maestá. :D
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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-MarcoN-
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da -MarcoN- »

Non ho mai detto che il mezzo non conta.
-MarcoN- ha scritto: In tutti quegli ambiti, molto ben individuati nel post di @tonyrigo, dove la fotografia è al servizio del consumo (senza voler necessariamente connotare negativamente questo concetto), il digitale rappresenta la risposta perfetta.
Una delle più evidenti e drammatiche conseguenze di questo è proprio che l'importanza della conservazione dell'immagine (e della sua qualità in generale) precipita drasticamente. Il consumo, per sua propria costituzione, lavora per la quantità, non certo per la qualità o la durata. Si può essere contrari quanto si vuole al "matrimonialismo digitale", da facebook o come si voglia connotare, ma il dato di realtà è che la stragrande maggioranza dei matrimonialisti, dovendo rispondere ad una logica consumistica di mercato, non può prescindere dal digitale.
Silverprint ha scritto: Per es. i matrimoni si facevano bene anche con la pellicola, era più faticoso e forse un poco più costoso, ma almeno da vecchio potevi rivederle...
Proprio perchè è più faticoso e un poco più costoso! Per quanto queste due cause non abbiano alcuna importanza nel risultato finale, che evidentemente non interessa alla logica di consumo. Una logica tra l'altro direttamente partorita da quella della "produttività"...

Oggi, nel 2018, non è vietato dipingere a olio un paesaggio, ma è evidente che chi utilizza questa tecnica per fissare un'immagine soggettiva (incidentalmente) di un paesaggio, lo fa per una scelta espressiva precisa, ben sapendo che gli costerà più tempo e fatica (e denaro) che una fotografia. Oggi chi per scelta decide di fotografare "in analogico" secondo me abbraccia un tipo di fotografia sempre più profondamente diversa da quella digitale, non solo per il supporto fotosensibile utilizzato, anzi soprattutto per la "disciplina poetica" che ne qualifica il senso.
M. N.

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ammazzafotoni
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da ammazzafotoni »

Questa storia dei costi la capisco poco, a meno che non si parli della sempre in voga maniera "strappare fino all'ultimo spicciolo", tipica però dei mercanti piuttosto che degli artisti.
Un matrimonio costicchia, eh, e spesso è realizzato in maniera ipertroficamente multimediale, due fotografi coi cannoni, quattro videomaker (ragazzetti), cinque flash, il drone...
Un sobrio album analogico quanto costerebbe? Lo stesso magari. Sta insomma alla cultura del cliente scegliere come spendere gli stessi soldi.
Insomma, per paragonare: mi commissioni una statua classica per l'ingresso della tua villa?
Come la vuoi?
Stampata in 3D viene un fiorino (EH! Chi siete!?), in vetroresina 2 fiorini, in legno 4 fiorini, in bronzo 10 fiorini, in marmo 20 fiorini.
Mi sembra ovvio che una lavorazione manuale, quindi artistica (se venuta bene o sensata ovviamente), costi di più, sia per il materiale, sia per la fatica e l'opera di artigianato che ci sono dietro.
Poi, se il cliente vuole risparmiare a tutti i costi, o, al contrario, per suo gusto (o sua ignoranza e dei suoi visitatori), preferisce spendere comunque 20 fiorini per un oggetto in vetroresina con tanto di musica e accensione led interni, perché bla bla bla firmata bla bla arte moderna bla bla lo fanno tutti bla bla, faccia pure; soldi in più nelle tasche dello "scultore".

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Elmar Lang
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Elmar Lang »

Scavo archeologico di Monte Porzio Catone (Roma), villa c.d. di Matidia Augusta: ho effettuato le riprese delle campagne di scavo 1999, 2000, 2001, 2002 ed in parte nel 2003.

Centinaia e centinaia di diapositive e di negativi in b/n, sia 35mm., che 6x6 e numerosi 4"x5": i "miei" materiali sono ancora perfettamente esistenti (certo, non posso garantire che le Ektachrome durino secoli). I files digitali ripresi da un collega romano, che un po' mi canzonava per le pellicole in primis e poi per le Praktica e la Pentacon Six (tanto per restare sul "mezzo", lui utilizzava Olympus, prima "2500L" e poi "E-10"), i files dicevo, forse anche per incuria nella conservazione o che, ora sono praticamente tutti persi.

Con un briciolo d'orgoglio, per fortuna c'era un "pellicolaro".

Riguardo Hasselblad, è un mezzo straordinario, anche se non mi ha mai "preso", tranne quando ebbi in prestito una SWC. Leica è formidabile per versatilità e soprattutto per le sue ottiche, chapeau. Ma tutti sanno che il mio cuore batte altrove.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)

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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Lollipop »

Silverprint ha scritto: Forse la durata è un aspetto che non interessa ai più,
È lo,specchio dei tempi: le coppie fanno meno figli o ne fanno affatto, pertanto non ci sono ricordi da trasmettere. Ciò che conta oggi è il momento presente.
però ho passato gli ultimi due mesi stampando prima dei negativi del 1916 (Prima guerra mondiale) di un amatore, tenentino siciliano, mai stampati prima e poi una mostra di immagini degli anni '50 di Nino Migliori. Fossero stati digitali non ci sarebbero. Insomma ho dato molto più peso alla questione della durata.
Io sono rimasto folgorato sulla via di Damasco riguardando l’album di famiglia, che contiene le mie radici, impresse sull’argento, a partire da un ferrotipo.
Da allora “trasmettere” è diventata la mia ossessione.
Dei 30mila raw nel Mac, invece, non ho ancora deciso cosa farne.
Lorenzo.

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-MarcoN-
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da -MarcoN- »

ammazzafotoni ha scritto:Questa storia dei costi la capisco poco, a meno che non si parli della sempre in voga maniera "strappare fino all'ultimo spicciolo", tipica però dei mercanti piuttosto che degli artisti.
Che cos'è che capisci poco? A me sembra chiaro che il matrimonio digitale (così come la fotografia digitale in moltissimi altri ambiti, come si diceva sopra) costa di meno al fotografo, non al cliente. Matrimonio: centinaia, forse migliaia di scatti. Non c'è paragone tra sensore e pellicola, come costi di materiale e credo soprattutto in termini ore lavorative di post produzione. Idem sport, fotogiornalismo e credo molte altre categorie, dove l'immagine fotografica è soggetta al consumo, ovvero una fruizione immediata e una durata limitatissima.
Si può essere più o meno entusiasti di questo (io per esempio lo sono MOOOOOLTO poco), ma in questi ambiti il digitale diventa irrinunciabile - a meno che il cliente non chieda diversamente, ma allora può volere qualsiasi cosa, anche che il suo album di matrimonio venga scolpito a bassorilievo nel marmo. Poi, santo cielo, uno può anche scegliere di fare solo matrimoni in analogico, assumendosi il rischio comportato dalla disparità dei mezzi, però è una scelta precisa.

E poi scusate ma io penso che la questione della durata è piuttosto opinabile. Un file è vero che si può cancellare, ma si può agevolmente copiare in decine di supporti, e può essere ristampato tale e quale come si vuole. Poi se un incendio brucia un hard-disk hai perso tutto, ma perderesti anche la pellicola. Il collega di @Elmar Lang che ha perso tutti i file, lo avrà fatto per errore, così come avrebbe potuto capitare con i negativi. Un lavoro attento di gestione dei file digitali annulla il rischio di cancellare i file. Fra 50 anni le foto del matrimonio si potranno stampare tali e quali a 50 anni prima, l'album sbiadito potrebbe essere ristampato "paro-paro". Lo dico da sostenitore dell'analogico, perchè io nella fotografia analogica trovo soddisfazione non solo nell'opposizione ostinata al digitale, ma nella caratteristica in sè dell'analogico. Cioè non mi piace la pellicola perchè "è meglio del digitale" (lo è, ma non sempre) ma perchè ha delle caratteristiche che sono quelle che desidero io.
M. N.

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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Lollipop »

-MarcoN- ha scritto: E poi scusate ma io penso che la questione della durata è piuttosto opinabile.
Mah, lo dici tu. Tutto sta al fatto che tra 50 anni venga ancora consentita la lettura di quei file. Poi, venendo al pratico, domani mattina (ma pure tra 10 o 20 anni) tiro il calzino e gli eredi si trovano un Mac desueto e pure protetto da password (come è giusto, perché non ci sta mica solo il fotocazzeggio dentro). Che se ne fanno? Dovrei forse fare un backup pubblico nell’eventualità del calzino tirato? Si trovano invece negativi, chiudono la scatola e la mettono da parte poi, magari, dopo altri 10, 20 o 50 anni decidono di farle stampare o scansionare.
Il raw non è una foto (ancor meno un jpeg), un negativo si invece.
Lorenzo.

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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Lollipop »

Ah, le foto che feci in Egitto nel 2000 (o 2001, non ricordo), con una Minolta digitale, le stampai e sono ancora lì. I file: le copie nell’allora PC perdute nei diversi passaggi di hardware, feci però dei CD. L’eterno CD, sbriciolatosi un decennio. Fortunatamente le stampe per mezzo di una inkjet sembrano tenere.
Lorenzo.

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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da ammazzafotoni »

@-Marcon-, capisco poco la questione soldi, appunto per quanto da te detto.
Col digitale si risparmia e il cliente paga uguale. Ergo, se usi il digitale solo per risparmiare sei un mercante; nulla di male, eh, si guadagna di più e ci si sbatte di meno, e almeno si sopravvive.
Poi, per la conservazione è tutta una questione di energia.
Si può approntare un NAS con dischi in Raid a casa propria più un sito di disaster recovery a casa di miocuggino...
Oppure, per conservare seriamente un file per l'eternità senza stare sbattersi con gli hard-disk, basta metterlo nel "Cloud" e verrà, che lo si voglia o meno, automaticamente e costantemente duplicato in svariati datacenter sparsi per il pianeta.
Ovviamente, appresso al file, nel futuro bisogna portarsi appresso le credenziali d'accesso.
E bisogna tenere l'account attivo (magari pagando).
E deve rimanere attivo il servizio online in sé (la corporation non deve fallire)
E il file non deve venir cancellato (per errori o future violazioni dei ToS).
E per accedervi bisogna essere connessi.
E bisogna avere l'hardware per visualizzarlo.
E bisogna che il tipo di file si ancora tra gli standard, per ricreare eventualmente i quali serviranno le specifiche tecniche.
Per stamparlo è inoltre necessario che non siano presenti sistemi di DRM e che il file sia scaricabile.
E di base bisognerà sapere come accedervi, ovvero capire un acca di informatica; chiediamo oggi al papà di aprire un link e ne senitremo delle belle...

Per conservare dei negativi, delle diapositive (ben trattati) basta una scatola che non venga data alle fiamme e per guardarli degli occhi (anche uno solo), senza ulteriori mezzi o conoscenze. Materia e luce.
Un discorso che ovviamente vale almeno finché non trascorreremo la maggior parte della nostra esistenza nel mondo fisico e reale.
Ultima modifica di ammazzafotoni il 24/08/2018, 0:00, modificato 1 volta in totale.

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