Che forse il confine se c'è (mai stato) e assai labile e meno significativo di quel che si pensa.
Vermeer dipingeva usando una camera oscura come Canaletto e moltissimi altri.
Anche il segno più sentitamente fotografico, ovvero il "taglio" non nasce con la fotografia, ma deriva dall'uso della camera oscura e delle altre "macchine per disegnare", camera lucida, prismi, reticoli, etc. ed esiste da prima della fotografia.
Insomma quello che distingue il fotografico oltre al fatto (non trascurabile) di farsi tutto insieme in secondi o frazioni è meramente nella differenza di materia superficiale, il segno fotochimico e non del pennello; segno fotochimico che appunto può essere tranquillamente emulato da un pittore come nell'esempio in questione (ps. è in buona compagnia, è una tecnica diffusa), ma anche viceversa dal fotografo quando con mezzi fotochimici emula tecniche pittoriche o di disegno... ;)
Ci sono vari testi in proposito, i primi che mi vengono in mente vanno dal breve e divertente "Arte e Fotografia" di Aaron Scharf (Einaudi, appena ristampato), a "Pittura e Fotografia nel '900 (una battaglia senza combattimento)" di Claudio Marra (Bruno Mondadori) o molte parti di "Teoria e Storia della Fotografia", più teorico e complesso, di Rosalind Krrauss (Bruno Mondadori).
Questa invece è una immagine che dice molte cose:
http://cdn.dipity.com/uploads/events/c5 ... 4a2_1M.png è reflex e ha anche lo zoom!
