Analogica.it

Si trova molto in rete, sull'argomento, a partire dal sito della Magnum, che ha sguinzagliato il fotografo in ogni possibile angolo degli USA a documentare la nuova povertà americana.
Qui segnalo l'omonima mostra, allestita in grande stile, che ho visitato a Monaco di Baviera alla Versicherungskammer, un posto ben noto agli appassionati di fotografia della città. Per capirci, la mostra Genesis di Salgado è stata ospitata nello stesso luogo.
Non mi sono informato se e quando la mostra è arrivata o arriverà in Italia. Se non è arrivata, penso che arriverà.
Non voglio giudicare qui il lavoro di M.Black, solo segnalare: sappiamo che ognuno di noi vede e poi approva o disapprova, in modi diversi.
A me è piaciuta, questa mostra.
Grandi stampe, in gran parte quadrate, inframezzate da alcune panoramiche, contrasti elevati, tema prettamente sociale. Abilità del fotografo fuori discussione.
Una cosa ci troverà tutti d'accordo, dopo aver visto la mostra: la povertà mostrata da M. Black ha sempre la stessa faccia, sia a nord che a sud che a ovest che a est degli Stati Uniti, e forse ha la stessa faccia di sempre e ovunque.
Mi permetto di recensire, ossia giudicare, il video della mostra: non all'altezza del resto, né per dimensioni (corto) né per qualità. Mi è sembrato come se il fotografo avesse raccolto materiale video tutto da solo, nei ritagli di tempo della sua ricerca fotografica, e alla fine ci fosse troppo poco materiale a disposizione.

Ciao!
A.

ciao Andrea
grazie per la condivisione
bellissimo questo progetto di Black e anche gli altri che si vedono sul sito della Magnum

Potrebbe essere interessante vederla in parallelo ad una ricerca condotta individualmente, sul patrimonio fotografico realizzato da alcuni grandi, su incarico della Farm Security Administration, tra cui Dorothea Lange et al.

Ordinato ieri il libro, sembra molto interessante. Ora con il discorso brexit, dalla GB ci mette 1 mese ad arrivare

fabriziog ha scritto: ↑

08/01/2022, 10:09

Ordinato ieri il libro, sembra molto interessante. Ora con il discorso brexit, dalla GB ci mette 1 mese ad arrivare

Ah, guarda, è passato del tempo. Fammi/facci sapere che ne pensi! Io quest'estate ero un pò pro, un po' contro....

Ciao!
A.

Allora, mie impressioni personalissime sul libro.
Ho lasciato passare qualche giorno tra una prima occhiata veloce ed una visione fatta con più calma e poi di nuovo qualche giorno per scrivere queste righe, in modo da evitare impressioni a caldo.

Partiamo dalla scelta stilistica di Mack per la stampa del libro.
Non mi è piaciuto come Mack ha deciso di stampare il libro. Il fotografo ha utilizzato la pellicola e sembra quasi che nella stampa questo aspetto volesse essere enfatizzato (seguire un pò la moda del momento forse), evidenziando fin troppo l'effetto grana (che diventa fastidiosa) e giocando con contrasti abbastanza estremi che (troppo) spesso si sono visti e si vedono nei reportage, un cliché che personalmente mi ha stancato. Forse Magnum ci ha messo del suo per voler avere quella resa nel libro (non conosco le dinamiche autore / agenzia - e non una qualunque ma Magnum - ed editore).

Il reportage in se.
Anche qui non mi ha entusiasmato, parecchie foto (molte) rientrano nel già visto e rivisto. Inquadrature pulitine composte in modo classico, soggetti visti e rivisti. Per essere una versione odierna del "reportage on the road", si vedono invece spesso soggetti che riportano al già visto dei reportage sociali del passato (Evans, Frank, Lange ed i soliti noti). Sembra quasi che l'America contemporanea,anche quella povera che è il soggetto del libro, sia ferma a 40/50 anni fa. Questo mi lascia qualche dubbio, ho come l'impressione che l'autore abbia selezionato appositamente i soggetti per riportarsi ad una certa estetica/stile cadendo però nel già visto.

Se doveva essere una versione moderna del reportage on the road allora preferisco di gran lunga gli originali di Frank ed Evans. Qui mi sembra un tentativo (a mio avviso fallito) di scopiazzamento. E' vero che il fotografo lavora per Magnum per cui certe scelte editoriali forse sono state decise da altri, però alla fine il nome sul lavoro è suo per cui lui si becca le mie "critiche"

Sì, chiarissimo, confermi la mia parte "contro". La mia parte "pro" è che ci ho visto del talento genuino (forse quello che tu chiami "pulitino") nella composizione dell'immagine. Un'altro "pro" che ci vedo, è che ne è venuta fuori UNA immagine di America molto a fuoco, sebbene il progetto fosse esteso nello spazio e nel tempo. Per me è complessivamente ok: il BN "urlato" mi sembra un problema di questi tempi (anche Salgado!). Pazienza, forse finirà come i controluce soft degli anni '70: tra 20 anni magari ne sorrideremo indulgenti. Dispiace che in Magnum ci vadano giù con mano pesante.

Soprattutto, Fabrizio, grazie per il nostro confronto!

Ciao!
A.

UNA immagine di America molto a fuoco

Ed è qui la cosa che mi ha maggiormente colpito in negati. Esce un pò sempre la stessa immagine dell'America povera, ormai pure questa stereotipata. C'è da dire comunque che io non sono un vero amante di questo genere di reportage, ma visto il gran clan clan che ha suscitato il libro volevo farmi una idea di persona personalmente.

Dispiace che in Magnum ci vadano giù con mano pesante

Non ho le conoscenze per dire se la resa delle stampe sia influenzata dall'agenzia, o se è una libera scelta del fotografo oppure se e quante intromissioni ci sono state da parte dell'editore. Sicuramente (anche qui) @Silverprint ha più esperienza e conosce meglio certe dinamiche.