chromemax non sei stato sprezzante, diciamo che è quel dibattere virtuale che rischia di degenerare facilmente sulla tastiera di un forum.... anche io ci casco spesso e me ne accorgo solo quando rileggo ma ormai è troppo tardi..... sinceramente penso che i grandi paesaggisti che scattavano in bianco e nero si siano orientati al medio e grande formato perchè avevano bisogno di dettagli in più e avevano bisogno di stampare più grande.chromemax ha scritto:Non volevo essere sprezzante, avevo messo anche le virgolette, è che semplicemente in genere non si vive o lavora in una galleria, le 100x70 saranno comuni nelle mostre (di oggi, già qualche anno fa i formati erano in genere più piccoli), non penso nell'appartamento medio italiano.Giacomo Sardi ha scritto:enzuolate mi sembra davvero eccessivo... I 100x70 sono stampe che si vedono comunemente alle mostre di fotografia.
Piccolo è più bello non solo per un discorso meramente tecnico ma anche e soprattutto "fotografico"; gli acquerelli della campagna inglese, altrettanto bella di quella toscana, sono apprezzabilissimi anche perché "piccoli", olii di piccole o medie dimensioni sono capolavori assoluti come quadri grandi come pareti, alcuni haiku possono commuovere tanto quanto un romazone russo di 1500 pagine, ecc.
Non è questione di biancheria e il "piccolo" è altrettanto difficile da fare che il grande.
Il punto potrebbe essere invece un altro; ad esempio, mi domando, la tendenza (relativamente recente) all'ipertrofia fotografica delle "lenzuolate", potrebbe essere causata dalla necessità di colmare un vuoto di "valore" dell'opera fotografica? La fotografia digitale, con tutta la sua facilità (o anche "comodità") di ripresa, correzione e stampa, non è che rende anche meno "preziosa" la fotografia stessa, svuotandola di fatto di quella parte di valore dell'abilità manuale/artigianale -anch'essa arte- del dare forma materica all'opera fotografica? La necessità di "ibridare" i processi può nascere dall'esigenza di trasferire il "valore" dell'argento della pellicola alla stampa digitale? Perché io non vedo motivo del processo ibrido quando la qualità in toto della catena ripresa/postproduzione/stampa digitale è oggettivamente superiore a quella della fotografia analogica, almeno fino al 6x6.
Perché sbattersi con il negativo digitale per fare delle stampe al platino quando tutto il processo non aumenta di un bit la qualità della stampa, se non che è la preziosità del platino stesso e della stampa manuale a dare il valore, anche commerciale, dell'opera "fatta a mano" e quindi potenzialmente unica, ad un sistema -il digitale- che nella capacità di riprodurre se stesso, sempre perfetto, identico e all'infinito, il suo punto di forza?
Io scatto a pellicola non per lavoro ma solo per me , per i miei viaggi. Perchè mi cambia l'approccio ai soggetti, alle storie, rifletto di più, scatto meno e lo scatto ha un sapore diverso, una resa che, per quanto riguarda il bianco e nero trovo che sia difficilissima da ricreare o simulare col digitale. Poi mando a sviluppare il rullino, scansiono e stampo inkjet. Ho rinunciato alla camera oscura e tutti i prodotti chimici per una questione legata ai permessi necessari allo smaltimento dei chimici.... ho dovuto darci un taglio.
Nel mio studio ho anche una parte espositiva che era strutturata in modo da accogliere inizialmente oltre 32 foto 50x70 + vetrina con ingrandimento, poi sono sceso a 22 50x70 + vetrina con ingrandimento. Viaggiando un po' per l'Europa nelle varie gallerie ho notato alcuni lavori rappresentati con 12-16 foto di cui 3-4 ingrandimenti 100x70 e le restanti in formato A2. Le ho trovate semplicemente favolose, ne sono rimasto estasiato. Quando sono tornato dalle vacanze ho deciso di sostituire nella mostra diciamo "provvisoria" cioè quella tra una mostra e l'altra, 12 foto 50x70 con 3 foto 100x70 , corredate da cornici e passepartout, lasciando solo 8 foto 50x70+ 3 100x70 e una vetrina 100x70. I commenti positivi della gente e gli sguardi di meraviglia quando indagano nei particolari dei soggetti ritratti mi hanno convinto che ho fatto la scelta giusta.
Credete però che sia semplice il formato 100x70? NIENTE DI PIU' SBAGLIATO !!!!
non so chi ha scritto che per stampare grande si deve solo acquistare una stampante grande e premere un pulsante ma è totalmente sbagliato. Denota veramente una mancata conoscenza dell'argomento e me ne dispiace parecchio. la stampa fine art inkjet è molto,molto complessa. Io ho due plotter da 112 cm con spettrofotometro incorporato , monitor calibrati, 30 tipi di carte tutte profilate da me con pazienza e tante carte e soldi spesi, per avere profili carta per ottenere dei softproof a video in grado di prevedere il comportamento dell'inchiostro su carta in base al tipo di supporto, matte, baritato, glossy, canvas. carta di bamboo, carta di riso... il tutto viene visionato su una stazione di controllo colore della Just Normlicht con luci tarate con le stesse coordinate xy del monitor, anch'esso tarato per la stampa.
Il file prima di andare in stampa va aperto, valutato, e quasi sempre interpolato da software appositi e a seconda del tipo di rumore o grana cambia l'algoritmo di interpolazione, la riduzione dell'artefatto, l'inklimit la linearizzazione, il RIP..... per un 100x70 servono 100 megapixel e file da 700 megabyte... finita qui? NOOO! Cambia l'umidità? Cambia la temperatura? Cambi le testine? Cambi le cartucce? Si deve rifare la calibrazione di tutte le carte..... passa un mese? Rifare calibrazioni..... e così via...
ecco magari la stampa fatta a "pene del miglior amico dell'uomo" sarà anche fatta pigiando un pulsantino ma la stampa degli appassionati e di chi ci sputa l'anima e passa la notte a calibrare carte o in camera oscura a respirare acidi non è certo come viene descritta sopra.