ancora sul Drydown, grazie!

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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Mac971
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ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Mac971 »

concludo questa settimana ponendovi una domanda probabilmente sciocca ma ho un dubbio.
Vorrei valutare il drydown di Ilford Fb Classic (non ho trovato granché in merito) e mi chiedevo:
a patto di non voler utilizzare un microonde che non ho e semmai forzando l'asciugatura delle stampe di prova (a varie percentuali di tempo in meno) con un phon dentro o fuori che sia dalla CO...
Ma quanto può rimanere in ammollo la copia di riferimento?
Perché credo che lasciarla asciugare insieme alle altre e rimetterla a mollo successivamente non abbia molto senso, sbaglio?

Grazie,
Max.



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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Silverprint »

La soluzione più semplice sarebbe quella di guardare le stampe bagnate con la luce giusta e sulla superficie giusta.

Usando una luce da lampada rigorosamente trasparente, a filamento, di bassa potenza (20w ca.) e radente, e osservando la stampa ben raclettata e poggiata su una superficie grigia o trasparente (non bianca) il problema del dry down, magicamente, sparisce. :)
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Mac971 »

Ciao Andrea,
Grazie dell'intervento, d'accordo con te ma la questione che asciugando la baritata tenda a scurire però è un dato di fatto; non credo sia molto semplice imparare a valutare il 'quanto' senza un termine, un fattore di riferimento... che poi con l'esperienza lo si impari a fare da stampe bagnate non lo metto in dubbio, ma occorre partire da qualche punto fermo. Mettici pure che ho sempre osservato le stampe bagnate tenendole troppo vicino alla luce, solo poco tempo fa ho scoperto la distanza di un metro circa...
Ben accetti suggerimenti sul cosa e dove guardare e tenere conto nella valutazione. Il tuo problema è che sei trapiantato a Bologna! Che poi è il mio problema :D

Max.

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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Silverprint »

Prova così: prendi una buona stampa asciutta. Tagliala in due parti in modo che sul taglio vi siano tonalità paragonabili, chiare e scure.
Una metà la rimetti in acqua per qualche minuto, l'altra la tieni asciutta. Metti quella bagnata su una tavoletta di plexi trasparente o grigio, raclettala bene e poi mettigli vicino quella asciutta. Poi prova a giocare con la distanza dalla lampada e con l'angolazione fino a quando non le vedrai uguali o quasi.
Può insegnarti molto. :)
Il tuo problema è che sei trapiantato a Bologna! Che poi è il mio problema :D
Be' dai, San Quirico d'Orcia, a meno di non abitare proprio li vicino, è davvero poco facilmente raggiungibile! A Bologna si arriva in tempi ragionevoli da quasi ogni parte d'Italia. :D
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Mac971 »

Però in pratica non saranno uguali giusto? Ma sarà utile per capire come si comportano nei due stati le varie porzioni di immagine...

Per la distanza: ti contatterò in pvt, probabilmente su FB perché qui non mi arrivano agevolmente le notifiche delle risposte ;)

Grazie,
M.

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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Renato Tonelli »

Per me, il drydown della Ilford Classic FB e' del 5%.

effegi61
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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da effegi61 »

Per me, il drydown della Ilford Classic FB e' del 5%.
Molto interessante, come l'hai misurato questo 5% ?
Fabio
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Renato Tonelli
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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Renato Tonelli »

effegi61 ha scritto:
Per me, il drydown della Ilford Classic FB e' del 5%.
Molto interessante, come l'hai misurato questo 5% ?
Fabio
Ho seguito il 'metodo' di un certo Fred Picker (Zone VI):
1- Stampo l'immagine a soddisfazione (scrivendo sul retro i dati dell'esposizione); seguo tutto il processo,(Selenio incluso) e la lascio immersa in una bacinella d'acqua.
2- Ne stampo altre tre: la prima a -5% di esposizione; la seconda a -7% e la terza a -10% (scrivo sul retro i dati dell'esposizione).
3- Sviluppo le tre stampe insieme e le porto a termine fino all'asciugatura.
4- Una volta che le tre ultime stampe sono asciutte, le paragono alla stampa rimasta nella bacinella d'acqua. La stampa asciutta che mi risulta uguale a quella ancora nell'acqua mi dara' il fattore 'drydown'.
Una volta o due ho dovuto ripetere il test (vecchio Kentmere e altre carte) quando nessuno dei tre tempi di esposizione davano un risultato soddisfacente.

effegi61
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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da effegi61 »

Ah! Ok, quindi per 5% intendevi 5% di esposizione in meno! Ma quindi dato per fisso questo 5% per quel tipo di carta, ogni volta devi ottenere una stampa "di soddisfazione" in versione bagnata per poi ristamparla con il 5% ni meno di esposizione? Mi sembra un po' laborioso rispetto ad altri, e credo poi che sia necessario tenere costante il tempo di sviluppo; nel senso che se hai bisogno di sottoesposizione-sovrasviluppo o viceversa, immagino che il dato 5% cambi. Forse l' imparare ad osservare in luce radente ti toglie anche da questa variabile. Comunque l'importante e' che ognuno trovi il proprio metodo.
Grazie della precisazione.
Fabio
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Re: ancora sul Drydown, grazie!

Messaggio da Silverprint »

Guardare le stampe nell'acqua è un sistema un po' barbaro, imho. D'altronde Picker lo era e non solamente un po' . :D
Oltre ad un dry down evidente ci sono altri effetti poco calcolabili, come la diversa lucentezza, angolo d'incidenza della luce variato, per non dire che anche sott'acqua la stampa rimane sensibile al variare della diffusione della luce. Insomma forse è un sistema barbaro non solamente un po'.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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