Analogica.it

Ok, dai, mi metto qui in open space.... si ride un po', si allevia la tristezza...

Ma dico, un appello a chi di noi frequenta i profi, magari glielo si dice... con educazione, eh?

Vado in un sito di condivisione web, sezione matrimoni...

Era prevedibile, con l'impulso che le vendite di animali domestici hanno avuto in questi ultimi anni, che i nostri amati finissero protagonisti involontari di un altrettanto involontario ma dissacrante umorismo fotografico sul matrimonio. Ma nemmeno un Dino Risi avrebbe potuto immaginare qualcosa di tanto satiricamente potente (chi non ricorda gli altarini familiari che Gassmann svela al giovanissimo Trintignant al loro arrivo nella casa delle vacanze d'infanzia, ne "Il sorpasso"?)

La sposa, senza sposo, che guarda con trasporto il cavallo (di rara bellezza) accarezzandogli il muso con la fede al dito
La coppia abbracciata sullo sfondo mentre il cane guarda perplesso in obiettivo
Lo sguardo corrucciato dello sposo a fianco ad una sposa distratta dalle cure per l'adorato quadrupede....

Una galleria dell'involontariamente dissacrante, gli sposi, forse anche i fotografi, ignari della simbologia che gli elementi di un'immagine portano con sé, sempre, tanto più se l'immagine è ben costruita e tecnicamente ben realizzata.

Ma poi questi fotografi, mi chiedo, semplicemente non sanno quel che fanno, oppure sono geni del sarcasmo, a gestire tali doppi sensi da far impallidire Shakespeare? Ditemi un pò voi, ma nessuno si offenda se qualcun altro si tiene la pancia dalle risate.

Noto comunque un gran miglioramento concettuale, ringraziamo gli allevatori di animali domestici, rispetto alle foto con onnipresente giarrettiera su coscia più o meno ben tornita che esce dal vestito.

Buona Notte!
A.

Forse Barthes ci potrebbe scrivere su qualcosa…..
…ma la fotografia di matrimonio è a fine di lucro e se vuoi lucrare devi fare articoli vendibili, di moda, richiesti. Gli sposi scelgono il fotografo guardano i sui scatti. Se il fotografo vede che un genere vende…. ci calca.
I fotografi di matrimonio che curano il proprio stile e il proprio gusto sono sempre più rari e la faccenda dei doppi sensi non è la menopeggio. Si vedono cose in giro che anni fa nessuno si sarebbe sognato di fare.

Sei troppo serio Pierpaolo.

E io sono troppo ingenuo. È roba vecchia e l'ho scoperta oggi:
https://www.romait.it/deluse-dagli-uomi ... anica.html

Questa mi fa rotolare per terra, lo giuro.
https://www.juzaphoto.com/galleria.php? ... &t=4208627

Ma ce ne sono a decine. Ora so come scacciare la tristezza.

Ciao!
A.

Andrea67c ha scritto: ↑

23/04/2022, 23:42

La sposa, senza sposo, che guarda con trasporto il cavallo (di rara bellezza) accarezzandogli il muso con la fede al dito
La coppia abbracciata sullo sfondo mentre il cane guarda perplesso in obiettivo
Lo sguardo corrucciato dello sposo a fianco ad una sposa distratta dalle cure per l'adorato quadrupede....

Una galleria dell'involontariamente dissacrante, gli sposi, forse anche i fotografi, ignari della simbologia che gli elementi di un'immagine portano con sé, sempre, tanto più se l'immagine è ben costruita e tecnicamente ben realizzata.

Ma poi questi fotografi, mi chiedo, semplicemente non sanno quel che fanno, oppure sono geni del sarcasmo, a gestire tali doppi sensi da far impallidire Shakespeare? Ditemi un pò voi, ma nessuno si offenda se qualcun altro si tiene la pancia dalle risate.

Ho visto gli scatti da te citati Andrea.
Io penso ci siano svariati significati alle foto di matrimonio con gli animali, loro fanno parte della famiglia per cui è come farsi le foto con i parenti, il cane può significare fedeltà oltre che essere di famiglia, il cavallo può significare forza oltre che sesso con il cavallo stesso, se è questo che intendevi con i doppi sensi.
Inoltre i ragazzi mi sembrano giovani, la vecchia leggenda di cicciolina credo non l'abbiano mai sentita.... sti gggiovani d'oggi

Poi come sempre il linguaggio fotografico cambia in base alla cultura, quello che per noi ha un significato già fuori dall'Italia può averne un'altro ma non solo, quello che per me può avere un significato per altri può non averne affatto.

In ultimo come ti dice Pierpaolo, in ambito professionale "attacca l'asino dove dice il padrone" se gli sposi vogliono le foto con dei polpi sulla testa tu glie le fai con dei polpi sulla testa, anche se ti fa inorridire (non è il caso delle foto da te citate eh!)

Non capisco il senso di un 3d come questo. Un professionista deve anche vendere ciò che il committente chiede. Certo, può rifiutarsi e scegliere di avere il piatto vuoto la sera, sono scelte personali e tali restano.
Poi, personalmente, sta donna che accarezza un muso di cavallo, non ci vedo proprio niente oltre…insomma, ci vuole un bell’esercizio mentale per associarla ad un determinato immaginario, a meno di non essere, forse, cultori del genere.

No, figurati, tutto chiaro. Si tratta anche di vedere come si vogliono rappresentate le proprie nozze. Il terzo (in)comodo può ben essere voluto da entrambi i coniugi. Io sono all'antica, è vero, questo può portare a certe interpretazioni non previste? Probabile.
Ma il fotografo di fotografia ci capirà pure un pochino. Sposa, anello, stallone, coi finimenti... Libertà massima per tutti. Anche per me, però, di ridere e deridere. E sono convinto di essere, magari in minoranza, ma non da solo, a pensare che un animale è fonte di grande gioia e affetto, ma il coniuge (e gli eventuali futuri figli) sono visti, da un numero di persone non trascurabile, su di un livello diverso dagli animali domestici. Se poi si vuol ridere di sé stessi, anche su una scelta che comporterà molto più impegno che tener pulita la stalla o accompagnare regolarmente il quadrupede dal veterinario, facciano pure!

Io guardo e penso. E alla fine posso solo riderci su e fare tanti auguri.

Ciao!
A.

Andrea, la questione, secondo me, è diversa. Di fronte all'esibizione di cattivo gusto (cavallo), all'accettazione della solitudine come standard abituale di vita (pet) hai decido di non allinearti, perché hai invece deciso di continuare a desiderare un mondo diverso, cioè più ricco. Secondo me, non è perciò questione di essere all'antica, bensì di desiderare qualcosa di più e di meglio. Ti capisco e ti condivido.
Diverso, poi, sarebbe invece il discorso sul perché dei giovani committenti si accontentino di così poco.
Ho un'amica, fotografa professionista, che ha realizzato dei servizi di nozze, a mio avviso, straordinari. Beh, da diversi anni, stufa delle richieste dei committenti, ha smesso di realizzare servizi di nozze. Sempre più spesso sento i miei amici professionisti declinare offerte di lavoro. Un altro, fotografo paesaggista, visto che gli pagano le fotografie troppo poco, ha deciso di non venderle più. Certo, lo possono fare, perché sono avanti con gli anni ed hanno risolto il problema degli aspetti materiali della vita. L'ultimo, che non a caso è giovane, mi ha detto pochi giorni fa con chiarezza che il fotografo, di solito, lavora per una committenza per necessità, altrimenti si occuperebbe solo dei propri progetti fotografici.
Purtroppo è (quasi) sempre andata così. Quanta pittura religiosa, prima che esistesse la fotografia, ha avuto un tema religioso (ad esempio, con le due icone in basso, che ritraevano i ricchi committenti), diverso perciò dal tema che il pittore avrebbe desiderato di realizzare? Ma la famiglia, che doveva auto rappresentarsi, aveva un suo scopo e per perseguirlo spendeva, non per altro.
Interessante, ripeto, sarebbe una nostra riflessione sulla committenza, che ne analizzi i gusti e gli obiettivi, declinata sull'epoca che viviamo.
Anche se, temo, si finirebbe per versare qualche lacrima amara,vi andrebbe?

P.S. L'idea del polipo in testa la trovo fantastica!! Se si potesse convincere, dietro lauto pagamento, Cristiano Ronaldo o Vanda Nara a farsi fotografare così, avremmo lanciato una nuova tendenza: la tentacolarità del pensiero come origine del successo.

@risa
Hai spesso parole di condivisione per me, innegabile che mi risultino gradite!
Trovo giusto il tuo riferimento alla pittura dei secoli passati. Il tema era quello, per mostrare altro si ricorreva alle simbologie, che poi si sono pure consolidate e sono divenute "ufficiali", soprattutto nella natura morta o nella ritrattistica, forse più che nella pittura religiosa. Ma insomma, in tutta la pittura. Così nasce l'iconografia. Pensare che arrivare ultimi e prendere in mano una fotocamera significhi potersi svincolare da letture multidimensionali è ingenuo. Allora: bene il fotografo che, pur di lavorare, ad un certo punto si vendica col committente e gli spiattella lì un ritratto a quadruplo senso! Ritratto io la mia posizione e mi accanisco anch'io contro la committenza: ridiam di loro e plaudiamo al fotografo! Alla sua complicità col nostro sguardo. Si dribbl la censura, ci si prenda gioco del committente, nuovi Rigoletti, Amleti che raccontano con altre parole quanto marcia sia Londra.

L'idea del Polipo è da sottoscrivere, magari lo stesso esemplare che sapeva predire i risultati del mondiale. Una coppia a nozze ha un futuro entusiasmante ed incerto, materiale per previsioni ce n'è. A tutti i livelli matrimoniali possibili.

Ciao!
A.

Andrea67c ha scritto: ↑

24/04/2022, 0:21

Sei troppo serio Pierpaolo.

E io sono troppo ingenuo. È roba vecchia e l'ho scoperta oggi:
https://www.romait.it/deluse-dagli-uomi ... anica.html

Questa mi fa rotolare per terra, lo giuro.
https://www.juzaphoto.com/galleria.php? ... &t=4208627

Ma ce ne sono a decine. Ora so come scacciare la tristezza.

Ciao!
A.

https://www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3555965&l=it