Imho bisogna separare gli ambiti, a me la fotografia di Adams piace e molto ma questo non mi impedisce di esprimere un giudizio critico sulla sua opera che è fondamentalmente appiattito su quanto ha già detto Silverprint.
Ed anche dal punto di vista tecnico non mi sento di sperticarmi in lodi eccessive; di fatto ha incorniciato in un contesto razionale e analitico il "modus photographandi" a cui approdano --magari istintivamente o meno razionalmente-- tutti i fotografi dopo una certa esperienza. Il Sistema Zonale nasce non tanto come strumento di produzione quanto come strumento didattico, nel momento in cui Adams ha cominciato la sua carriera di insegnante. Dalle interviste dei suoi assistenti esce un ritratto di Adams molto più "umano" e forse più simpatico, che spesso, e giustamente, "derogava" alle precise istruzioni che lui stesso aveva scritto sui suoi libri, anch'essi in primis testi per gli studenti di fotografia.
Tornando al quesito di Mike7186, è difficile "raccontare" le fotografie su un forum, peggio ancora dare un giudizio su un "corpus" senza che siano ben presenti le immagini a cui si fa riferimento: cioè "raccontami la Cappella Sistina" è un po' dura Adams ad un certo punto della sua vita ha aperto uno studio fotografico e come fotografo commerciale ha fatto molti lavori su commissione, ha lavorato a colori, sia negativo che invertibile, è stato testimonial della Kodak e dell'Hasselblad e anche in questo contesto ci si allontana poco dal lavoro su commissione, ha lavorato per alcune commissioni governative, è stato tra i fondatori dell'f64, presidente del Sierra Club ma soprattutto ha fotografato le sue escursioni in montagna
Ansel Adams ed i suoi "argomenti"
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Re: Ansel Adams ed i suoi "argomenti"
Per precisare...
La mia critica è rivolta al lavoro fotografico, non alla tecnica.
Avendo insegnato il Sistema Zonale dal 1996, ed avendolo appreso da chi toccò con mano, riconosco ad Adams molti meriti, in primis il concetto di pre-visualizzazione e poi il suo approccio emipirico e visivo. Perché va detto che gli stessi risultati si possono ottenere in vari modi, comunque meno "immediati" per la maggior parte delle persone. Il vecchio adagio "esporre per le ombre, sviluppare per le luci" esisteva già, la sua organizzazione pratica e l'invenzione di una terminologia abbastanza adatta, no.
Mi hanno creato invece molti problemi la scarsa propensione di Adams ad una scrittura chiara (pochi lettori escono indenni, e tocca a noi docenti ri-ri-ri-ri-spiegare), alcune ingenuità tecniche (mettere i valori numerici, etc... ) e un certo linguaggio tipicamente americano che chiamo il "professionalese" che di sicuro non aiuta la comprensione, ma esalta la percezione del sé dello scrivente...
È un altro discorso, ma un po' fastidio mi da che non volle riconoscere i meriti di Ben Archer, studioso di sensitometria cui si deve molto della messa a punto del S.Z. o che sconsiglia alcune pratiche da lui usate estesamente (sbianca locale, per es).
Insomma sicuramente un personaggio cruciale (senza SZ, credo non sarei quel che sono, e vale per molti), ma al contempo una personalità dai molti lati ambigui ed estremamente competitiva.
La mia critica è rivolta al lavoro fotografico, non alla tecnica.
Avendo insegnato il Sistema Zonale dal 1996, ed avendolo appreso da chi toccò con mano, riconosco ad Adams molti meriti, in primis il concetto di pre-visualizzazione e poi il suo approccio emipirico e visivo. Perché va detto che gli stessi risultati si possono ottenere in vari modi, comunque meno "immediati" per la maggior parte delle persone. Il vecchio adagio "esporre per le ombre, sviluppare per le luci" esisteva già, la sua organizzazione pratica e l'invenzione di una terminologia abbastanza adatta, no.
Mi hanno creato invece molti problemi la scarsa propensione di Adams ad una scrittura chiara (pochi lettori escono indenni, e tocca a noi docenti ri-ri-ri-ri-spiegare), alcune ingenuità tecniche (mettere i valori numerici, etc... ) e un certo linguaggio tipicamente americano che chiamo il "professionalese" che di sicuro non aiuta la comprensione, ma esalta la percezione del sé dello scrivente...
È un altro discorso, ma un po' fastidio mi da che non volle riconoscere i meriti di Ben Archer, studioso di sensitometria cui si deve molto della messa a punto del S.Z. o che sconsiglia alcune pratiche da lui usate estesamente (sbianca locale, per es).
Insomma sicuramente un personaggio cruciale (senza SZ, credo non sarei quel che sono, e vale per molti), ma al contempo una personalità dai molti lati ambigui ed estremamente competitiva.
Re: Ansel Adams ed i suoi "argomenti"
Aldilà dei gusti personali, credo che Adams vada giudicato artisticamente guardando delle sue stampe dal vivo nella dimensione per cui erano concepite e non dalle striminzite pagine di un libro. Premetto che non ne ho mai vista una ma credo che sia difficile non farsi coinvolgere emozionalmente da una stampa di Ansel Adams, di sicuro mi andrei a vedere molto volentieri qualche mostra
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R: Ansel Adams ed i suoi "argomenti"
Altra non lasciarti sfuggire la sua mostra a modena. credimi ne vale la pena.
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Re: R: Ansel Adams ed i suoi
Dove e quando?Minoltista ha scritto:Altra non lasciarti sfuggire la sua mostra a modena. credimi ne vale la pena.
Re: Ansel Adams ed i suoi "argomenti"
effettivamente mi trovo in accordo con te andrea, infatti mi è capitato spesso di "incagliarmi" in qualche concetto, e tuttora ci sono cose lette e rilette che non capisco affatto.Silverprint ha scritto:Per precisare...
La mia critica è rivolta al lavoro fotografico, non alla tecnica.
Avendo insegnato il Sistema Zonale dal 1996, ed avendolo appreso da chi toccò con mano, riconosco ad Adams molti meriti, in primis il concetto di pre-visualizzazione e poi il suo approccio emipirico e visivo. Perché va detto che gli stessi risultati si possono ottenere in vari modi, comunque meno "immediati" per la maggior parte delle persone. Il vecchio adagio "esporre per le ombre, sviluppare per le luci" esisteva già, la sua organizzazione pratica e l'invenzione di una terminologia abbastanza adatta, no.
Mi hanno creato invece molti problemi la scarsa propensione di Adams ad una scrittura chiara (pochi lettori escono indenni, e tocca a noi docenti ri-ri-ri-ri-spiegare), alcune ingenuità tecniche (mettere i valori numerici, etc... ) e un certo linguaggio tipicamente americano che chiamo il "professionalese" che di sicuro non aiuta la comprensione, ma esalta la percezione del sé dello scrivente...
È un altro discorso, ma un po' fastidio mi da che non volle riconoscere i meriti di Ben Archer, studioso di sensitometria cui si deve molto della messa a punto del S.Z. o che sconsiglia alcune pratiche da lui usate estesamente (sbianca locale, per es).
Insomma sicuramente un personaggio cruciale (senza SZ, credo non sarei quel che sono, e vale per molti), ma al contempo una personalità dai molti lati ambigui ed estremamente competitiva.
probabilmente devo approfondire la mia padronanza del "professionalese", ma almeno ora sono confortato dal fatto di non esser completamente cerebroleso.
Ben Archer non lo conosco affatto, vedrò di colmare questa lacuna, innanzitutto con S. Google, poi vedrò se vi è modo di approfondire.
intanto grazie
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C'è un post a riguardo sul forum.Mike7186 ha scritto:Dove e quando?Minoltista ha scritto:Altra non lasciarti sfuggire la sua mostra a modena. credimi ne vale la pena.
È anche gratis.
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Ora non hai più scuse!!!chromemax ha scritto:http://www.fondazionefotografia.it/it/e ... sel-adams/
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Re: R: Ansel Adams ed i suoi
Sto già organizzando una processione con amici e colleghi!Minoltista ha scritto:Ora non hai più scuse!!!chromemax ha scritto:http://www.fondazionefotografia.it/it/e ... sel-adams/
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