CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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Blulexu
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CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Blulexu »

Buongiorno a tutti. Premesso che ho sempre stampato senza l' ausilio alcuno di automatismi tipo la testa "Multigraph" che pur essendo "configurabile" per ogni tipo di carta bisogna settarla secondo le caratteristiche della carta. Ora, riferendomi alle carte "moderne" a gradazione variabile, come faccio ad ottenere le filtrature necessarie ai vari contrasti? Ho letto il "datasheet" generico della ILFORD MULTIGRADE in cui riporta le "doppie filtrature "per i diversi gradi di contrasto ma come mi comporto per esempio, con la ILFORD MULTIGRADE IV RC ? Il datasheet parla di filtri ilford e sistema ilford multigrade 600 e fa un accenno alla possibilità di utilizzare altri sistemi...ma come? Dove posso documentarmi circa la corrispondenza dei filtri ILFORD e il sistema "sottrattivo" del Durst multigraph? Preciso che non mi arrendo anzi, le difficoltà che sto incontrando mi incentivano. Qualcuno può aiutarmi?
Grazie...



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Silverprint
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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Silverprint »

Dalla domanda ricavo l'impressione che non siano molto chiari alcuni concetti base.

I gradi di contrasto sono solo una indicazione generica e molto lasca.
La misura del contrasto della carta è l'IsoR (R sta per range).

Non ha tanto senso quindi cercare una corrispondenza tra gradi o filtrature in sistemi diversi.

Lo scopo della calibrazione delle teste programmabili è quello di ottenere lo stesso IsoR, cioè la stessa densità per due ton i di riferimento su varie carte in modo da ottenere risultati paragonabili sui vari materiali senza doverli cercare di volta in volta, ma "semplicemente" cambiando canale carta.
Naturalmente, dato che la calibrazione può essere fatta solo su due toni di riferimento, di solito un tono quasi nero ed uno quasi bianco, la resa tonale nel suo complesso varierà al variare dei materiali usati.
La calibrazione è piuttosto complessa e richiede qualche strumento (almeno una step wedge calibrata) ed una certa standardizzazione dei procedimenti, ma anche se fatta a modo ha dei limiti invalicabili perché la carta è un materiale vivo. La resa sui toni più chiari varia molto con l'età della carta, la resa globale risente molto del trattamento e la produzione tra i vari lotti non ha la stessa precisione per tutti i fabbricanti. Una calibrazione per quanto possa essere precisa non può tenere conto di queste variabili e per i lavori di precisione sarà comunque da aggiustare di fino ogni volta. Tirando le somme la calibrazione è utile a far risparmiare un po' di tempo a chi voglia vedere, con decente approssimazione dei risultati, come è una foto su materiali diversi.

Questi apparecchi nascevano per i laboratori ai tempi in cui si doveva avere una buona produttività ed un controllo di qualità passabile anche quando fossero stati usati da operatori inesperti. La calibrazione era fatta direttamente in fabbrica, o in loco da quai pochi che sapevano farla, e poi l'apparecchio era gestito da lavoratori meno esperti che con l'uso (accorto) del sondino di misurazione potevano ottenere risultati mediamente accettabili in tempi piuttosto brevi. Non sono apparecchi necessari per una stampa casalinga o fine-art, ma sono apprezzabili (molto) per l'elevata qualità costruttiva e per alcune caratteristiche come il sistema "closed loop -real time" il quale garantisce costanza di risultati nel tempo e rispetto alle eventuali momentanee fluttuazioni di intensità luminosa della lampada.


Escludendo per ora la calibrazione personalizzata (è tosta e rognosa anche per degli esperti) ti consiglio di usare l'apparecchio in manuale, impostando solo i filtri giallo e magenta alla bisogna in filtratura singola (uno alla volta), senza farti crucci sulle equivalenze tra un sistema e l'altro e senza preoccuparti di quali siano i "gradi". Oppure di usare un canale qualsiasi di quelli pre-memorizzati, le due cose, visto che puoi variare il contrasto al decimo di grado sono sostanzialmente equivalenti.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Blulexu »

Ciao Andrea.
Hai ragione nell' affermare che "non siano molto chiari alcuni concetti di base" difatti, come dicevo non ho mai affrontato se non in maniera "leggera" e spensierata i tecnicismi della camera oscura e tantomeno la carta a contrasto variabile giacchè ero un ostinato utilizzatore di carta a gradazione. Avevo intuito quanto estremo fosse il tentativo di annullare quante più variabili nel processo di stampa e mi ero riproposto quanto segue ammesso che il proposito fosse giusto: utilizzare una qualsiasi tabella preimpostata di un qualsiasi "canale" (es. P1) per avere l' idea dei valori che danno la stampa più prossima al risultato desiderato, e poi lavorare con "aggiusti". Penso che questo sia l' approccio giusto. Tornando ai concetti di base, perdonami ma se non capisco sono disposto a studiare e sbatterci la testa, puoi suggerirmi qualche testo? Per filtratura singola cosa intendi? Vorrei sapere se vario il giallo piuttosto che il magenta, tecnicamente cosa accade? :wall:
Grazie
P.S. Per evitare che ti subissi di domande, ti chiedo di indicarmi della documentazione che mi possa aiutare a soddifare la mia curiosità. :)

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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Silverprint »

Per certi aspetti è più semplice di quanto pensi, per altri più complesso. :)

La variazione manuale del contrasto avviene come su una qualsiasi testa colore cambiando il colore della luce tramite i filtri.

Per filtratura singola si intende l'uso dei filtri giallo e magenta uno alla volta e non una combinazione di essi.

La filtratura multipla, giallo e magenta insieme, ha il solo scopo di ridurre la variazione di esposizione al variare del contrasto(per un unico tono di riferimento), ma ha l'handicap di non fornire i valori per i gradi intermedi che invece sono possibili con una testa colore e con la multigraph. In teoria è possibile farsi una tabella con la filtratura multipla per la variazione continua del contrasto, ma è un po' una rogna.

In luce bianca (filtri sullo 0) ottieni un contrasto intermedio (circa grado 2).
Se aumenti la filtratura gialla riduci il contrasto, se aumenti quella magenta lo aumenti.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Silverprint »

Per sapere come funzionano "tecnicamente" le carte a contrasto variabile ti rimando ad un articolo del nostro Chromemax sul blog di analogica.it

CLICK QUI
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Blulexu »

Grande Andrea, stasera mediterò su quanto mi hai detto, fermo restando che appena trovo un kit di conversione (testa con condensatori) senza tanti fronzoli per il mio durst (dovrebbe esistere) faccio il "downgrade".
Grazie per il link all' articolo, molto esaustivo...se hai altri riferimenti fammi sapere.

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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Silverprint »

Ma tieniti il Multigraph!

È davvero una macchina ottima.

Sono sicuro che in non molto tempo imparerai ad usarlo. :)

BTW, Sto caricando il mio primo video tutorial sulla scelta del contrasto in stampa, forse ti potrà essere di aiuto.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da ludovico »

^:)^ :-*

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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Silverprint »

:)

Uffa... ancora 45 minuti... (-|
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Re: CARTE MULTIGRADE E DURST MULTIGRAPH

Messaggio da Blulexu »

Bene! Attendo un cenno allora.
Grazie ancora.

Giuseppe

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