Le disuniformità di sviluppo avvengono nei primi minuti di trattamento per cui è importante agitare all'inizio, meglio se per tutto il primo minuto o, se il tempo di trattamento è breve, usare l'agitazione continua.
Il trattamento in tank con la spirale non è il massimo a riguardo della uniformità di sviluppo e se si fanno misure accurate si vede che c'è sempre un po' di disuniformità tra centro e bordi e per tutta la lunghezza della pellicola.
Per essere efficace l'agitazione deve rompere il flusso lamellare, cioè lo strato di interfaccia soluzione/emulsione e deve seguire pattern casuali in modo da non far scorrere i flussi di agitazione sempre nelle stesse direzioni.
In pratica cosa bisognerebbe fare? Il sistema più sicuro è quello di inserire, al buio, la spirale nella tank già piena di sviluppo in modo da annullare il tempo di riempimento. Nella tank deve essere lasciato abbastanza spazio vuoto in modo che quando la tank è rovesciata la spirale non sia immersa, in questo modo si riesce a rompere il flusso lamellare.
Gli schemi di agitazione devono essere il più possibile casuali; ne esistono vari tra cui quelli suggeriti per la Technical Pan (rotazione del polso e squotimento verticale), la rotazione di 1/4 di giro della tank ad ogni rovesciamento, l'agitazione a "8", ecc. che possono essere usati o alternati proprio per rendere lo scorrimento dei flussi il più possibile casuale ed evitare il pericolo di striature.
Cieli uniformi
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Re: Cieli uniformi
Attenzione, tra le cause dei cieli non uniformi può anche esserci la qualità dell'acqua.
Anni fa sono diventato matto per capirlo: lavorando in Jobo ATL non ho mai avuto problemi con l'agitazione perché la posso regolare a piacimento ma di fatto sul bianco e nero avevo striature e sul C41/E6 no, a parità di trattamento (questo perché i bagni colore sono già fortemente additivati per ogni tipo di acqua).
Ho scoperto quindi che ho grandi quantità di ferro nella mia acqua, e consultando la Bellini mi hanno confermato che è un potenziale problema per disuniformità. Ho risolto aggiungendo stabilmente ad ogni sviluppo BN 2.5ml/l di EDTA tetrasodico soluzione al 40% e 0.25/l grammi di un costoso additivo che si chiama DS-1 T-iron (forniti da Bellini).
Anni fa sono diventato matto per capirlo: lavorando in Jobo ATL non ho mai avuto problemi con l'agitazione perché la posso regolare a piacimento ma di fatto sul bianco e nero avevo striature e sul C41/E6 no, a parità di trattamento (questo perché i bagni colore sono già fortemente additivati per ogni tipo di acqua).
Ho scoperto quindi che ho grandi quantità di ferro nella mia acqua, e consultando la Bellini mi hanno confermato che è un potenziale problema per disuniformità. Ho risolto aggiungendo stabilmente ad ogni sviluppo BN 2.5ml/l di EDTA tetrasodico soluzione al 40% e 0.25/l grammi di un costoso additivo che si chiama DS-1 T-iron (forniti da Bellini).
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Re: Cieli uniformi
Una cosa importante che in pochi valutano è che nelle jobo la spirale è fissa e nella paterson la spirale è libera..... in buona sostanza nella Paterson la spirale gira col brodo e se esso continua a girare la spirale gli va dietro. Nella jobo invece quando ti fermi i moti si interrompono con più rapidità.
Insomma la tank paterson è un po' bizzarra come agitazione..... può succedere che continui fino all'agitazione successiva come che sia poco efficace perchè il brodo gira con la pellicola. Con la paterson conviene ribaltare completamente e ritornare appena si sente che il brodo è sceso tutto oppure agitare come le bombolette spray (come diceva Diego).
Insomma la tank paterson è un po' bizzarra come agitazione..... può succedere che continui fino all'agitazione successiva come che sia poco efficace perchè il brodo gira con la pellicola. Con la paterson conviene ribaltare completamente e ritornare appena si sente che il brodo è sceso tutto oppure agitare come le bombolette spray (come diceva Diego).
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.
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Re: Cieli uniformi
Per l’agitazione, come ho scritto anche altrove, faccio almeno due minuti iniziali e cercando di fare come dice [mention]chromemax [/mention], il più casuale possibile.bernardosalines ha scritto:zone-seven ha scritto: ↑24/05/2022, 9:42
Non lo so se può considerare aiuto e comunque non ti piacerà, ma...
A me piace pastrocchiare con gli sviluppi ... vedi in giro che casino sto facendo coi tannanti... ma ...
... usa il D76/Id11 stock, 1+1 , 1+3 (consiglierei anche lo Ilfosol ma non c'è molta letteratura per le Foma); D76 è un punto fermo, è uno tra le eccellenze, fosse anche per la storia, comunque è quello che sviluppa e non rompe (ammesso che si tratti di problemi di sviluppo)
Agita come da bugiardino .
E, ... poi, ... cambia pellicola.
Ne ho appena presi 20 rulli in medio formato, e 10 già ne avevo nel 35mm. Mi sembra una buona tuttofare no? Grana fine, mi piace anche la sensibilità spettrale... Perché mi dici così?
Sì sì, ho intenzione di riprendere il D76, visto anche il commento di Silverprint dell'incompatibilità dell'Ars Imago FD con le pellicole 100 iso.
Comunque anche l'FD mi piace come sviluppo. è concentrato, dura parecchio, è affidabile, mi piace la granicchia che tira fuori. e il D76 mi sembrava troppo piallato quando lo provai. Mi ha sorpreso negativamente che non va bene con le basse sensibilità
Non sapevo di problematiche legate all’FD, questo è interessante.
Se ti piace la grana netta potresti provare l’R09 Studio, con tempi piuttosto brevi a 1+30, potrebbe piacerti.
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Re: Cieli uniformi
Sono contento che il thread abbia suscitato tanti interventi. Grazie. Affronterò diverse diluizioni dell'Ars Imago FD e vi aggiornerò. Nella mia acqua di pozzo temo ci sia un po' di ferro, spero che non sia quella la causa.
Devo dire che avevo adocchiato anche l'R09 Studio, sempre per la comodità degli sviluppi concentrati.
Devo dire che avevo adocchiato anche l'R09 Studio, sempre per la comodità degli sviluppi concentrati.
Re: Cieli uniformi
Quello che vuoi dire è che la Jobo è perfetta per la rotazione, mentre la Paterson con la rotazione non va bene, ma invertendo sopra/sotto manualmente è all'incirca lo stesso?Pierpaolo B ha scritto: ↑24/05/2022, 15:05Una cosa importante che in pochi valutano è che nelle jobo la spirale è fissa e nella paterson la spirale è libera..... in buona sostanza nella Paterson la spirale gira col brodo e se esso continua a girare la spirale gli va dietro. Nella jobo invece quando ti fermi i moti si interrompono con più rapidità.
Insomma la tank paterson è un po' bizzarra come agitazione..... può succedere che continui fino all'agitazione successiva come che sia poco efficace perchè il brodo gira con la pellicola. Con la paterson conviene ribaltare completamente e ritornare appena si sente che il brodo è sceso tutto oppure agitare come le bombolette spray (come diceva Diego).
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Re: Cieli uniformi
Spegazioni sempre esemplari ed esaustive (grazie) ... tocca che inizi a organizzare workshop che pare vadano tanto di moda oggi, a prescindere poi da quel che si racconta, pensa che se so inventati pure la carbonara polverizzata, almeno tu la racconti giusta.chromemax ha scritto: ↑24/05/2022, 14:21Le disuniformità di sviluppo avvengono nei primi minuti di trattamento per cui è importante agitare all'inizio, meglio se per tutto il primo minuto o, se il tempo di trattamento è breve, usare l'agitazione continua.
Il trattamento in tank con la spirale non è il massimo a riguardo della uniformità di sviluppo e se si fanno misure accurate si vede che c'è sempre un po' di disuniformità tra centro e bordi e per tutta la lunghezza della pellicola.
Per essere efficace l'agitazione deve rompere il flusso lamellare, cioè lo strato di interfaccia soluzione/emulsione e deve seguire pattern casuali in modo da non far scorrere i flussi di agitazione sempre nelle stesse direzioni.
In pratica cosa bisognerebbe fare? Il sistema più sicuro è quello di inserire, al buio, la spirale nella tank già piena di sviluppo in modo da annullare il tempo di riempimento. Nella tank deve essere lasciato abbastanza spazio vuoto in modo che quando la tank è rovesciata la spirale non sia immersa, in questo modo si riesce a rompere il flusso lamellare.
Gli schemi di agitazione devono essere il più possibile casuali; ne esistono vari tra cui quelli suggeriti per la Technical Pan (rotazione del polso e squotimento verticale), la rotazione di 1/4 di giro della tank ad ogni rovesciamento, l'agitazione a "8", ecc. che possono essere usati o alternati proprio per rendere lo scorrimento dei flussi il più possibile casuale ed evitare il pericolo di striature.
g6216.png
In passato ho avuto problemi con l'acqua nel C41, in realtà a tutto pensai tranne che all'acqua ma era il periodo che ci mettevano dentro un antiarsenico, vai a sapè, oppure era davvero solo ferrosa, ma risolvetti cambiando acqua che costa meno del EDTA e del DS-1 (di cui ignoravo l'esistenza.-Sandro- ha scritto: ↑24/05/2022, 14:23Attenzione, tra le cause dei cieli non uniformi può anche esserci la qualità dell'acqua.
Anni fa sono diventato matto per capirlo: lavorando in Jobo ATL non ho mai avuto problemi con l'agitazione perché la posso regolare a piacimento ma di fatto sul bianco e nero avevo striature e sul C41/E6 no, a parità di trattamento (questo perché i bagni colore sono già fortemente additivati per ogni tipo di acqua).
Ho scoperto quindi che ho grandi quantità di ferro nella mia acqua, e consultando la Bellini mi hanno confermato che è un potenziale problema per disuniformità. Ho risolto aggiungendo stabilmente ad ogni sviluppo BN 2.5ml/l di EDTA tetrasodico soluzione al 40% e 0.25/l grammi di un costoso additivo che si chiama DS-1 T-iron (forniti da Bellini).
Se è vero che ogni amatore che si rispetti deve avere in casa dello EDTA e del Benzotriazolo, è vero pure che l'hobbista non è che lo abbia a portata di mano, ma uno squillo al Sig Bellini si potrebbe fare ed organizzare un group buy per il DS-1
Fosse anche solo per il fatto che se è troppo piena il brodo non si muove proprio tanto poi chi più chi meno troviamo sempre il modo di sviluppare 10 pellicole in 5 spirali con 50 cc di brodo.
Se proprio vuoi cambiare lo sviluppo usa il D76/Id11, IMHO R09 Studio, parente dello studional, lo lascerei per dopo, più avanti, e poi non è proprio economico.bernardosalines ha scritto: ↑24/05/2022, 17:04Sono contento che il thread abbia suscitato tanti interventi. Grazie. Affronterò diverse diluizioni dell'Ars Imago FD e vi aggiornerò. Nella mia acqua di pozzo temo ci sia un po' di ferro, spero che non sia quella la causa.
Devo dire che avevo adocchiato anche l'R09 Studio, sempre per la comodità degli sviluppi concentrati.
Poi fa come te pare ma se il Sig. Kodak ci ha messo tutti gli anni che ci ha messo per farlo ci sarà un perchè, e non è che erano proprio "scemi" altro che piallato che poi che vordì piallato.
Una buona alternativa potrebbe essere l'Ansco 17 tanto se prendi l'EDTA fai 31 e prendi pure un po' di metolo @affini.
E qui per i primi due minuti l'agitazione "buona" glie l'abbiamo data (forse, perchè rotolare le paterson non è propriamente buono, ha ragione Paolo) e tra ribaltamenti, rotazioni, manca davvero solo lo shaker ai voglia a rompere il flusso.bernardosalines ha scritto: ↑21/05/2022, 10:45Ciao Andrea e grazie della risposta. Diciamo che tendo ad abbondare. Ho avuto problemi di bolle, ed allora ho cominciato ad usare acqua vecchia e a tenere lontano spirali e tank da imbibente. E quello è un problema risolto. Per lo stesso motivo ho cominciato ad abbondare con i ribaltamenti iniziali, per i primi 1:30-2:00 minuti alternando anche con rotolamenti sul tavolo in modo da far fluire le eventuali bolle che si sono fermate sotto le spirali. tolti questi due minuti procedo regolarmente per i restanti 4 minuti con 4 inversioni ogni minuto.
E forse stavolta ha ragione pure Bengi, meglio shakerare ma senza fare il caffè.
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.
-more light is better than less [04/2/2022]
-Non c'è niente di più colorato del bianco e nero
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Re: Cieli uniformi
io, pur essendo solo un amatore, armeggio con le fotocamere sin dall’asilo (con la Diana) e sviluppo e stampo sin dal liceo. Diciamo che sono 50 anni che ho a che fare con la fotografia, per cui suggerisco a chi è alle prime armi di andare per gradi. Iniziate con agitazione decisa, ogni minuto, poi concentratevi sulla filtrazione dell’acqua e sul controllo della polvere. Quando avete negativi decenti e senza impurità, allora potrete cominciare a migliorare e sperimentare. Ma finché vedo pelucchi, calcare e colate di sviluppo irregolare mi crolla tutto.
Io sono un amatore che non si è mai spinto oltre, ma la lotta al calcare, allo sviluppo non uniforme e alle impurità la feci da subito. Ricordo il primo sviluppo, con la fissa della grana fine, che col mio amico avevamo quasi paura di maneggiare la tank… Venne fuori rullino variegato, come ne vedo spesso qui. Ma impratichitevi con roba facile, col Rodinal che almeno non hai il dubbio che sia scaduto il rivelatore.
Io dirigo un laboratorio di microbiologia e biologia molecolare: c’è una metodica che si chiama PCR e nella sequenza delle procedure ricorda un po’ lo sviluppo perché si lavora per un po’ senza vedere nulla e alla fine si visualizza il DNA ai raggi UV. Ci sono tanti parametri per ottimizzare la procedura, ma si parte sempre dalla base e poi quando ci sono i risultati si ottimizza.
Quindi ripeto ai neofiti: sheckerate, usate il Rodinal, filtrte l’acqua e occhio alla polvere, poi un solo parametro per volta, lasciando tutto il resto fisso, fate le prove.
Se agiti poco con il rivelatore X e acqua di fonte e poi cambi acqua, rivelatore e agitazione non ne vieni fuori.
Infine, oggi che si possono avere foto in b/n con fotocamere da 4 soldi (qualsiasi reflex digitale di 10 anni fa fa stampata da lab seri genera foto migliori della maggior parte di quelle che vedo qui), ben venga la grana della trix col Rodinal.
In questo forum ci sono neofiti che non riescono a fare foto decenti e molti di voi li confondono col sistema zonale e la sovraesposizione e il sottosviluppo, che è un po’ di parlare di sovra e sottosterzo o di punta-tacco o di doppietta a chi non riesce a partire in salita senza hill holder
Io sono un amatore che non si è mai spinto oltre, ma la lotta al calcare, allo sviluppo non uniforme e alle impurità la feci da subito. Ricordo il primo sviluppo, con la fissa della grana fine, che col mio amico avevamo quasi paura di maneggiare la tank… Venne fuori rullino variegato, come ne vedo spesso qui. Ma impratichitevi con roba facile, col Rodinal che almeno non hai il dubbio che sia scaduto il rivelatore.
Io dirigo un laboratorio di microbiologia e biologia molecolare: c’è una metodica che si chiama PCR e nella sequenza delle procedure ricorda un po’ lo sviluppo perché si lavora per un po’ senza vedere nulla e alla fine si visualizza il DNA ai raggi UV. Ci sono tanti parametri per ottimizzare la procedura, ma si parte sempre dalla base e poi quando ci sono i risultati si ottimizza.
Quindi ripeto ai neofiti: sheckerate, usate il Rodinal, filtrte l’acqua e occhio alla polvere, poi un solo parametro per volta, lasciando tutto il resto fisso, fate le prove.
Se agiti poco con il rivelatore X e acqua di fonte e poi cambi acqua, rivelatore e agitazione non ne vieni fuori.
Infine, oggi che si possono avere foto in b/n con fotocamere da 4 soldi (qualsiasi reflex digitale di 10 anni fa fa stampata da lab seri genera foto migliori della maggior parte di quelle che vedo qui), ben venga la grana della trix col Rodinal.
In questo forum ci sono neofiti che non riescono a fare foto decenti e molti di voi li confondono col sistema zonale e la sovraesposizione e il sottosviluppo, che è un po’ di parlare di sovra e sottosterzo o di punta-tacco o di doppietta a chi non riesce a partire in salita senza hill holder
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Re: Cieli uniformi
Io mi ritengo un neofita, ma un 200 pellicole ormai le ho sviluppate, fra 35mm e 120. Credo di riuscire ad ottenere delle foto decenti, e ho penato molto per imparare a trattare ed a maneggiare i negativi. Ora sono puliti, senza polvere di sorta, senza strisciate di calcare (l'acqua di pozzo mi aiuta perché ne è povera), senza graffi. Ho avuto questi problemi sulle zone uniformi dei cieli, ma a quanto pare è il rivelatore che non è indicato, e molto utile è stato il parere di uno dei più esperti qui dentro, quindi... indovinala grillo.
Ho usato l'Ars Imago FD dall'inizio, poi ho preso il d-76, poi Xtol, e quest'ultimo mi ha dato problemi perché a un certo punto cristallizza e queste formazioni si appiccicano alla pellicola e viene fuori col morbillo. Quindi alla fine sono tornato all'FD considerandolo un buon compromesso. Ora proverò ancora il D-76, sperando di risolvere i problemi che ho trovato.
Per quanto riguarda l'esposizione è chiaro che il sistema zonale non è per principianti, ma capire anche solo il principio di funzionamento aiuta molto nel capire cosa esporre come. Io non lo applico alla lettera, ho condotto i test solo per la HP5 con Ars imago FD e con l'ultima RC di Ilford, carta e pellicola che ora non sto usando. Lo adatto alle mie esigenze ed alle occasioni che mi si presentano: è chiaro che se faccio paesaggistica, mi preme molto il discorso esposizione, ma se faccio le foto di matrimonio di un amico a pellicola in bianco e nero è chiaro che non si possono applicare le stesse regole.
Quello che voglio dire è che quello che mi piace della fotografia analogica è il processo: andare avanti per tentativi ed errori, per piccoli passi, in un percorso di scoperta lento e lungo. Che però offre delle grandi soddisfazioni.
Allego qualche foto per sdrammatizzare. Tutte scansioni da negativi con mirrorless.
Ho usato l'Ars Imago FD dall'inizio, poi ho preso il d-76, poi Xtol, e quest'ultimo mi ha dato problemi perché a un certo punto cristallizza e queste formazioni si appiccicano alla pellicola e viene fuori col morbillo. Quindi alla fine sono tornato all'FD considerandolo un buon compromesso. Ora proverò ancora il D-76, sperando di risolvere i problemi che ho trovato.
Per quanto riguarda l'esposizione è chiaro che il sistema zonale non è per principianti, ma capire anche solo il principio di funzionamento aiuta molto nel capire cosa esporre come. Io non lo applico alla lettera, ho condotto i test solo per la HP5 con Ars imago FD e con l'ultima RC di Ilford, carta e pellicola che ora non sto usando. Lo adatto alle mie esigenze ed alle occasioni che mi si presentano: è chiaro che se faccio paesaggistica, mi preme molto il discorso esposizione, ma se faccio le foto di matrimonio di un amico a pellicola in bianco e nero è chiaro che non si possono applicare le stesse regole.
Quello che voglio dire è che quello che mi piace della fotografia analogica è il processo: andare avanti per tentativi ed errori, per piccoli passi, in un percorso di scoperta lento e lungo. Che però offre delle grandi soddisfazioni.
Allego qualche foto per sdrammatizzare. Tutte scansioni da negativi con mirrorless.
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