Ilford non scrive varie sensibilità nominali.... scrive EI (exposure index = indice di esposizione).
Se leggi il thread sopra (Lezioni di fotografia) trovi tutte le risposte a queste domande.
Non continuare a pensare di esporre il bianco e nero come fai con la digitale. Non funziona così. Un sensore ha una sensibilità reale (tralasciamo i nuovi sensori con doppia sensibilità..) e una risposta pressochè lineare. Tutte le tue idee con il cartoncino e la lettura in incidente lì funzionano benissimo.
La pellicola ha una sensibilità effettiva e una curva di contrasto che come vedi dai test di Diego variano con il rivelatore, con il tempo di sviluppo, con la temperatura di sviluppo, con la diluizione del rivelatore, e con l'agitazione. Le variabili principali sono tempo, diluizione e temperatura di sviluppo (le altre sono piccole, ma giustamente citate).
Ha un piede (ombre), la spalla (alte luci), e la parte centrale della curva che con alcune emulsioni è quasi lineare (Kodak TMax....ha un costo per quello), su altre è una S quindi sarà più contrastata. Solitamente le pellicole a bassa sensibilità (grana fine) tendono ad essere più ad "S" (contrastate), quelle a sensibilità media più lineari (come linea di massima).
La forma del piede e della spalla può comportare la tendenza a chiudere molto le ombre e ad aprire molto le luci fino a ridurre la parte di curva utilizzabile (sicuramente in stampa, in modo inferiore con lo scanner).
La sensibilità effettiva è pressochè stabile, ma varia leggermente da rivelatore a rivelatore, per questo si dice che alcuni rivelatori aggiungono o tolgono sensibilità.
Il piede quindi risponde all'esposizione (coppia tempo/diaframmi e flash se lavori in luce artificiale) all'incirca sempre uguale. Il resto della curva dipenderà molto dallo sviluppo (rivelatore/diluizione/temperatura/agitazione). Ecco perchè ti stiamo dicendo che con il cartoncino e la lettura in incidente non combini nulla. Misurare partendo dalla Zona V non serve.
Devi partire dalle ombre (e qui devi decidere la Zona da destinare: per chi stampa si suole usare la Zona III perchè è quella che una volta passati alla carta[nuova curva di contrasto] tende ad avvicinarsi di più al nero, per te che tenderai solo ad acquisire in digitale usando pellicole serie [Kodak, Ilford] potresti anche sfruttare la Zona II... devi fare dei test), poi scelto rivelatore/diluizione/agitazione (se cambi dalla rondinax alla paterson manuale alla rotativa Jobo sarà differente) testi diversi tempi e vedi quale genera il contrasto che più ti aggrada in scansione, e se la latitudine di posa ottenuta va bene per quello che vuoi fare.
Giusto, ed è quello che ti ha scritto in dettaglio Tykos. Ma tu non stampi, quindi non lo puoi fare. Valutare la resa/sensibilità/grana della pellicola dallo scanner (o fotocamera che sia) è impossibile. (Perchè qualsiasi sistema usi farà sempre una nuova esposizione che sfalserà tutti i tuoi risultati spostando "dentro la nuova curva" la nuova immagine.... lo so è scritto un pò da cani ma spero di essermi spiegato).moscomicc ha scritto: ↑24/01/2024, 15:49Però si potrebbe, più semplicemente fare un test più semplice e rapido, credo: si va a valutare una zona III che è "visibile" anche a occhio. Per il test si possono fare 3 scatti esponendo per la zona III (uno a 100, uno a 50 e uno a 25 ASA), si sceglie il rivelatore e si decide il tempo di sviluppo, magari partendo da quelli del datasheet. Nello stesso test si potrebbe introdurre anche una zona VII per valutare il contrasto.
Pappa pronta? Usi la FP4 in D76/ID11 e usi sensibilità e tempi forniti da Diego nel test.