Consigli per gli acquisti: Olympus Trip 35
Inviato: 07/12/2017, 23:40
Mi piace l'idea di una rubrica sulle vecchie glorie del passato! Anche se non ho le conoscenze tecniche di Nicola provo a seguire il filone, da lui iniziato, con la presentazione di questa piccoletta che è basata su materiali raccolti nel tempo ed aggiornati per l'occasione. Buona lettura!
Olympus Trip 35
Un pezzo di storia della tecnologia fotografica il cui progetto combina perfettamente facilità d’uso e prestazione e la cui interfaccia guida l’utilizzatore a far sì che ciascuno degli elementi del sistema lavori al massimo delle proprie possibilità. Storia
Definita come compatta full-sized EE (Electric Eye), la Trip 35 venne prodotta dalla Olympus a partire dal 1967 (ufficialmente dal 1968) per il mercato di massa e venne venduta in più di dieci milioni di esemplari fino al termine della produzione, grazie alla combinazione di caratteristiche quali la facilità d’uso, l’affidabilità ed il prezzo contenuto.
La prima generazione venne prodotta dal 1967 al 1975: nella primissima versione la macchina disponeva di un corpo quasi completamente metallico e di un selettore di sensibilità della pellicola con limite a 200 ASA ma, già nel 1968, l’architettura interna ed i materiali utilizzati cambiarono radicalmente poiché venne preferito l’utilizzo della plastica. Tra il 1969 e il 1970 ne vennero prodotti alcuni esemplari in versione “total black”.
La seconda generazione venne prodotta dal 1975 al 1984, con una serie di variazioni che, ancora una volta, comportarono la sostituzione del metallo con la plastica nella produzione di alcune componenti.
La data di produzione di ciascuna macchina è stampigliata sul retro della molla pressapellicola ed è rappresentata da un codice alfanumerico composto da tre caratteri, ad indicare rispettivamente: stabilimento di produzione (lettera o ideogramma), anno di fabbricazione (ultima cifra del numero dell’anno - ad esempio, “0” a significare 1970 o 1980 a seconda della generazione, distinguibile osservando altre caratteristiche), mese di fabbricazione (numero del mese da gennaio a settembre e lettere X, Y, Z per ottobre, novembre e dicembre). Principali caratteristiche
Poiché il suo funzionamento è completamente automatico può essere classificata tra le cosiddette “punta e scatta”; la macchina utilizza pellicola di formato 135 per produrre fotogrammi da 24x36 millimetri e, se a prima vista può essere confusa con una macchina a telemetro, in realtà il suo funzionamento è molto più semplice ed è regolato da una cella al selenio (di conseguenza, non utilizza batterie).
La macchina dispone di un’ottica fissa D. Zuiko da 40 millimetri, composta da quattro elementi in tre gruppi.
Il mirino è di tipo Albada, costituito da un elemento anteriore semiriflettente ed un elemento posteriore sul quale è tracciata una cornice che delimita l'inquadratura; non è prevista la correzione di parallasse ma, all’interno della cornice principale, sono presenti i riferimenti da considerare in caso di inquadratura ravvicinata. All’interno del mirino è presente una seconda finestra che inquadra la posizione delle ghiere del fuoco e del diaframma.
La messa a fuoco è manuale, del tipo a zone, e prevede quattro posizioni (1 metro, 1,5 metri, 3 metri, infinito) identificate sulla ghiera sia da scala numerica (lato inferiore) che da icone (lato superiore, visibile dal mirino).
In condizioni normali la scelta dell’apertura del diaframma è automatica (posizione “A”) mentre, in caso di utilizzo di flash, può essere selezionato un valore compreso tra 2.8 e 22). L’otturatore dispone di due velocità: 1/200 e 1/40 di secondo; le velocità non sono selezionabili manualmente ma dipendono dalla lettura esposimetrica. In caso di utilizzo di flash (quindi con il selettore del diaframma in una qualsiasi posizione che non sia “A”) il tempo di sincronizzazione è 1/40 di secondo.
La selezione della sensibilità della pellicola è manuale ed ammessa nel range 25-400 ASA. Il range per la misurazione esposimetrica va da EV 8 a EV 17 circa: il sistema EE funziona in modo che la quantità di luce registrata dalla cellula venga trasmessa ad un ago la cui escursione, a partire dalla posizione di riposo, determina l’accoppiata tempo/diaframma in maniera automatica. In condizioni di luce insufficiente, il mancato spostamento dell’ago determina il blocco dell’otturatore e la comparsa di una bandierina rossa all’interno del mirino.
Indicazioni pratiche
Considerata l’enorme numero di esemplari prodotti, non è difficile trovare le versioni più recenti nel mercato dell’usato. Non essendo dotata di parti elettroniche, la macchina non è soggetta a particolari problemi legati all’età se non quello relativo all’esaurimento della cella al selenio (per questo motivo è opportuno tenere sempre la macchina nella custodia o applicare il coperchio protettivo alla lente, quando non in uso). Prima dell’acquisto occorre quindi verificarne il funzionamento: è sufficiente coprire la cella con la mano e, dopo aver armato l’otturatore con la rotellina, scattare; se funziona il blocco di scatto e si solleva la bandierina rossa all’interno del mirino vuol dire che la cella è ancora efficiente.
Un problema meno ricorrente riguarda invece le lame dell’otturatore, che potrebbero essere bloccate dal vecchio lubrificante: in questo caso è necessario un intervento di pulizia che può essere eseguito con pochi strumenti da chi ha una discreta manualità.
Per quanto riguarda l’utilizzo, la macchina è veramente semplice: si inquadra, si sceglie una delle zone di fuoco (o viceversa) e si scatta. Le dimensioni contenute, la focale e la silenziosità dell’otturatore la rendono adatta ad essere utilizzata come macchina da passeggio e da viaggio (non a caso si chiama Trip) nelle più svariate situazioni.
Ci sono tuttavia delle condizioni ideali di funzionamento nelle quali il sistema, per come progettato e realizzato, dà il meglio di sé: tra f:5,6 e f:11 con EV compresi tra 10 e 15. Naturalmente, questo vale per la maggior parte delle macchine destinate al fotografo occasionale; quello che però differenzia la Trip 35 è che questa finestra ideale viene segnalata con un codice colore. Infatti, sia la ghiera del diaframma che quella del fuoco identificano con un colore rosso acceso le posizioni nelle quali lo scatto sarà (presumibilmente!) perfetto: la “A” per il diaframma e l’icona della “famiglia” per il fuoco.
Per maggiori informazioni
http://www.thermojetstove.com/Trip35/
https://www.olympus-global.com/brand/mu ... mera/1968/
http://www.photographyattic.com/blog/ta ... s-trip-35/
http://www.imagingpixel.com/p/olympus-t ... luded.html
https://www.petervis.com/electronics%20 ... %2035.html
http://lewiscollard.com/cameras/olympus-trip-35/
https://www.flickr.com/groups/28342859@ ... 318255766/
Olympus Trip 35
Un pezzo di storia della tecnologia fotografica il cui progetto combina perfettamente facilità d’uso e prestazione e la cui interfaccia guida l’utilizzatore a far sì che ciascuno degli elementi del sistema lavori al massimo delle proprie possibilità. Storia
Definita come compatta full-sized EE (Electric Eye), la Trip 35 venne prodotta dalla Olympus a partire dal 1967 (ufficialmente dal 1968) per il mercato di massa e venne venduta in più di dieci milioni di esemplari fino al termine della produzione, grazie alla combinazione di caratteristiche quali la facilità d’uso, l’affidabilità ed il prezzo contenuto.
La prima generazione venne prodotta dal 1967 al 1975: nella primissima versione la macchina disponeva di un corpo quasi completamente metallico e di un selettore di sensibilità della pellicola con limite a 200 ASA ma, già nel 1968, l’architettura interna ed i materiali utilizzati cambiarono radicalmente poiché venne preferito l’utilizzo della plastica. Tra il 1969 e il 1970 ne vennero prodotti alcuni esemplari in versione “total black”.
La seconda generazione venne prodotta dal 1975 al 1984, con una serie di variazioni che, ancora una volta, comportarono la sostituzione del metallo con la plastica nella produzione di alcune componenti.
La data di produzione di ciascuna macchina è stampigliata sul retro della molla pressapellicola ed è rappresentata da un codice alfanumerico composto da tre caratteri, ad indicare rispettivamente: stabilimento di produzione (lettera o ideogramma), anno di fabbricazione (ultima cifra del numero dell’anno - ad esempio, “0” a significare 1970 o 1980 a seconda della generazione, distinguibile osservando altre caratteristiche), mese di fabbricazione (numero del mese da gennaio a settembre e lettere X, Y, Z per ottobre, novembre e dicembre). Principali caratteristiche
Poiché il suo funzionamento è completamente automatico può essere classificata tra le cosiddette “punta e scatta”; la macchina utilizza pellicola di formato 135 per produrre fotogrammi da 24x36 millimetri e, se a prima vista può essere confusa con una macchina a telemetro, in realtà il suo funzionamento è molto più semplice ed è regolato da una cella al selenio (di conseguenza, non utilizza batterie).
La macchina dispone di un’ottica fissa D. Zuiko da 40 millimetri, composta da quattro elementi in tre gruppi.
Il mirino è di tipo Albada, costituito da un elemento anteriore semiriflettente ed un elemento posteriore sul quale è tracciata una cornice che delimita l'inquadratura; non è prevista la correzione di parallasse ma, all’interno della cornice principale, sono presenti i riferimenti da considerare in caso di inquadratura ravvicinata. All’interno del mirino è presente una seconda finestra che inquadra la posizione delle ghiere del fuoco e del diaframma.
La messa a fuoco è manuale, del tipo a zone, e prevede quattro posizioni (1 metro, 1,5 metri, 3 metri, infinito) identificate sulla ghiera sia da scala numerica (lato inferiore) che da icone (lato superiore, visibile dal mirino).
In condizioni normali la scelta dell’apertura del diaframma è automatica (posizione “A”) mentre, in caso di utilizzo di flash, può essere selezionato un valore compreso tra 2.8 e 22). L’otturatore dispone di due velocità: 1/200 e 1/40 di secondo; le velocità non sono selezionabili manualmente ma dipendono dalla lettura esposimetrica. In caso di utilizzo di flash (quindi con il selettore del diaframma in una qualsiasi posizione che non sia “A”) il tempo di sincronizzazione è 1/40 di secondo.
La selezione della sensibilità della pellicola è manuale ed ammessa nel range 25-400 ASA. Il range per la misurazione esposimetrica va da EV 8 a EV 17 circa: il sistema EE funziona in modo che la quantità di luce registrata dalla cellula venga trasmessa ad un ago la cui escursione, a partire dalla posizione di riposo, determina l’accoppiata tempo/diaframma in maniera automatica. In condizioni di luce insufficiente, il mancato spostamento dell’ago determina il blocco dell’otturatore e la comparsa di una bandierina rossa all’interno del mirino.
Indicazioni pratiche
Considerata l’enorme numero di esemplari prodotti, non è difficile trovare le versioni più recenti nel mercato dell’usato. Non essendo dotata di parti elettroniche, la macchina non è soggetta a particolari problemi legati all’età se non quello relativo all’esaurimento della cella al selenio (per questo motivo è opportuno tenere sempre la macchina nella custodia o applicare il coperchio protettivo alla lente, quando non in uso). Prima dell’acquisto occorre quindi verificarne il funzionamento: è sufficiente coprire la cella con la mano e, dopo aver armato l’otturatore con la rotellina, scattare; se funziona il blocco di scatto e si solleva la bandierina rossa all’interno del mirino vuol dire che la cella è ancora efficiente.
Un problema meno ricorrente riguarda invece le lame dell’otturatore, che potrebbero essere bloccate dal vecchio lubrificante: in questo caso è necessario un intervento di pulizia che può essere eseguito con pochi strumenti da chi ha una discreta manualità.
Per quanto riguarda l’utilizzo, la macchina è veramente semplice: si inquadra, si sceglie una delle zone di fuoco (o viceversa) e si scatta. Le dimensioni contenute, la focale e la silenziosità dell’otturatore la rendono adatta ad essere utilizzata come macchina da passeggio e da viaggio (non a caso si chiama Trip) nelle più svariate situazioni.
Ci sono tuttavia delle condizioni ideali di funzionamento nelle quali il sistema, per come progettato e realizzato, dà il meglio di sé: tra f:5,6 e f:11 con EV compresi tra 10 e 15. Naturalmente, questo vale per la maggior parte delle macchine destinate al fotografo occasionale; quello che però differenzia la Trip 35 è che questa finestra ideale viene segnalata con un codice colore. Infatti, sia la ghiera del diaframma che quella del fuoco identificano con un colore rosso acceso le posizioni nelle quali lo scatto sarà (presumibilmente!) perfetto: la “A” per il diaframma e l’icona della “famiglia” per il fuoco.
Per maggiori informazioni
http://www.thermojetstove.com/Trip35/
https://www.olympus-global.com/brand/mu ... mera/1968/
http://www.photographyattic.com/blog/ta ... s-trip-35/
http://www.imagingpixel.com/p/olympus-t ... luded.html
https://www.petervis.com/electronics%20 ... %2035.html
http://lewiscollard.com/cameras/olympus-trip-35/
https://www.flickr.com/groups/28342859@ ... 318255766/