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Solo, credo che per farsi capire, la proprietà di linguaggio sia fondamentale, e ritengo pure che l'uso di inutili forestierismi, oltre a rendere involuto il ragionamento, appiattisca la varietà e chiarezza della lingua.
Ognuno ha il diritto di esprimersi come meglio crede, così come ognuno può avere -spero- il diritto di fare qualche cortese osservazione nel caso di palesi improprietà di linguaggio.
In bocca al lupo con la Contax, le cui ottiche, come ha osservato Pierpaolo, sono di eccellenza e veri punti di riferimento qualitativo.
P.S.: le mie osservazioni sono però sempre più pacate e tranquille di quelle del personaggio interpretato da Marcello Macchia...
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
ribadisco:
- il 38mm della Contax T2 è diverso dal 45mm della G, più contrastato e con una leggera vignettatura ineliminabile, ma si tratta di paragoni da farsi in accoppiata, il 45 mm è quasi un Leica Summicron (ad un prezzo ridicolo): inciso, trasparente, arioso, colori estremamente equilibrati, un piccolo capolavoro
- a mio parere, e con queste 2 macchine avrò fatto circa 150 rullini almeno, l'uso dei due sistemi ha senso in accoppiata e senza sovrapposizioni, ovvero con coperture diverse. Dopo il 45mm consiglierei caldamente il 28 ma sopratutto il Biogon 21, che, anche se presenta la scomodità del mirino esterno, non fa rimpiangere nessun altro 21mm, un pezzo di valore assoluto.
Dal canto mio, la trovo una polemica (nel contesto) sterile. Ovvero: prendere in prestito una parola dall'inglese, e più in generale metterla al servizio di un concetto, non coincide necessariamente con lo svilimento. A mio parere, oltre al bianco e il nero esistono le sfumature.
@PIERPAOLO Ti ringrazio, davvero esaustivo. Ora ho le idee chiare!
E' vero: esistono il bianco ed il nero, così come esistono la lingua italiana e la lingua inglese; allo stesso modo, si mescolano i colori, per ottenere delle sfumature.
Quindi, se mescolo rosso e red, il colore sarà sempre lo stesso: nessuno mescolerebbe due colori uguali per ottenere una sfumatura.
Quindi, ad esempio, se esiste il termine "risultato", perché devo impelagarmi nell'output?
La mia non era una polemica, ma un'osservazione di carattere linguistico: per farsi capire al meglio, ritengo che basti ricorrere a ciò che la propria lingua mette a disposizione, sfrondandola da inutili e spesso poco chiari forestierismi.
Pertanto, non v'era nulla di sterile.
E.L.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
Enzo, credo che qui si stia andando un po' troppo fuori tema
Le mie perplessità sono state esposte in maniera fin troppo cristallina. E ampiamente chiarite da Pierpaolo. Fortunatamente esistono diversi modi di esprimere lo stesso pensiero. Talvolta, come già dicevo prima, prendere in prestito da un'altra lingua una parola può aiutare a rendere più o meno incisivo il concetto stesso. Che a te non garbi, è tutta un'altra storia.
Non ti preoccupare, sarò io, ad essere oggi di umore un po' nerastro e quindi facile ad accendermi come un fiammifero.
Il tuo quesito iniziale era chiaro e Pierpaolo, come suo solito, ha saputo darti ogni utile informazione (anche se la sua "ferrata" a quanto pare, sembra fosse pur essa fuori tema...).
Piaccia o no, nel bene come nel male, anche una lingua segue la sua parabola evolutiva. Dalle origini, all'estinzione.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
AleM ha scritto:Talvolta, come già dicevo prima, prendere in prestito da un'altra lingua una parola può aiutare a rendere più o meno incisivo il concetto stesso.
E qui, però, ci vorrebbe la spiegazione sulla maggiore incisività della parola output rispetto a risultato
AleM ha scritto:Talvolta, come già dicevo prima, prendere in prestito da un'altra lingua una parola può aiutare a rendere più o meno incisivo il concetto stesso.
E qui, però, ci vorrebbe la spiegazione sulla maggiore incisività della parola output rispetto a risultato