cosa ne pensate?

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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foto apprendista
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cosa ne pensate?

Messaggio da foto apprendista »

https://www.youtube.com/watch?v=zhKvVb6Ai0w

cosa ne pensate? ho una mia idea ma vorrei sentire cosa ne pensate



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carlo60
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da carlo60 »

https://www.youtube.com/watch?v=o2uw2JBenGM

...ad un certo punto del video ha detto che ha strappato le foto. Doveva terminare l'azione...

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Dart
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da Dart »

Aldilà della sua presentazione, l’idea mi pare interessante.


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pappa
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da pappa »

Le immagini hanno un buon impatto visivo, l’idea mi sembra un po’ ruffiana.

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Silverprint
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da Silverprint »

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MarcoA
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da MarcoA »

L’idea di applicare il Kintsugi a delle foto stracciate è sicuramente creativa e interessante. Pur non avendo visto le stampe dal vivo, immagino che l’accostamento dei neri profondi con l’oro debba risultare esteticamente piacevole.

Il problema è che le fondamenta del Kintsugi (dal shintoismo al wabi-sabi) qui vengono a mancare, per cui il progetto diventa un esercizio di “fusion” estetica che - come per la cucina - può generare combinazioni interessanti e boiate pazzesche. Qui non siamo certo nelle boiate pazzesche ma tutto l’impianto è un po’ leggerino - è certamente un elegante divertissement. La scelta di usare ritratti è sicuramente apprezzabile perchè suggerisce il tema di rapporti personali “rotti”, relazioni “da recuperare” etc. Ma se anche fosse una lettura corretta, la sentirei un po' forzata.

Quanto al video … io ho una certa età e il linguaggio dei millennials (e peggio ancora i Gen Z) mi risulta alquanto ostico.

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Dart
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da Dart »

MarcoA ha scritto:L’idea di applicare il Kintsugi a delle foto stracciate è sicuramente creativa e interessante. Pur non avendo visto le stampe dal vivo, immagino che l’accostamento dei neri profondi con l’oro debba risultare esteticamente piacevole.

Il problema è che le fondamenta del Kintsugi (dal shintoismo al wabi-sabi) qui vengono a mancare, per cui il progetto diventa un esercizio di “fusion” estetica che - come per la cucina - può generare combinazioni interessanti e boiate pazzesche. Qui non siamo certo nelle boiate pazzesche ma tutto l’impianto è un po’ leggerino - è certamente un elegante divertissement. La scelta di usare ritratti è sicuramente apprezzabile perchè suggerisce il tema di rapporti personali “rotti”, relazioni “da recuperare” etc. Ma se anche fosse una lettura corretta, la sentirei un po' forzata.

Quanto al video … io ho una certa età e il linguaggio dei millennials (e peggio ancora i Gen Z) mi risulta alquanto ostico.
Ti andrebbe di spiegare/raccontare qualcosa sul Kintsugi?
A mio avviso si corre il rischio di essere superficiali quando ci si avventura in territori culturali che non si conoscono in maniera approfondita. Insomma, diventa un’operazione meramente estetica. Però ribadisco che secondo me l’idea può essere interessante.


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MarcoA
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da MarcoA »

Dart ha scritto:
27/04/2024, 12:59

Ti andrebbe di spiegare/raccontare qualcosa sul Kintsugi?
A mio avviso si corre il rischio di essere superficiali quando ci si avventura in territori culturali che non si conoscono in maniera approfondita. Insomma, diventa un’operazione meramente estetica. Però ribadisco che secondo me l’idea può essere interessante.


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Quello che mi chiedi occuperebbe libri interi! Te ne faccio un riassuntino, sperando che nessuno mi accusi di ultrasemplificare l'argomento ... perchè avrebbe ragione. Pensa solo che ci sono illustri studiosi che ritengono il concetto di "wabi-sabi" fondamentalmente impossibile da spiegare/capire completamente.

Ok, il Kintsugi è una forma tradizionale dell'arte giapponese che consiste nel riparare ceramiche rotte con della lacca mescolata a oro, argento o platino, comunque metalli nobili. La filosofia che c'è dietro non è quella di mascherare il danno ma anzi di metterlo in luce, in quanto la rottura e la riparazione sono la storia dell'oggetto e quindi non c'è nulla da nascondere. Anzi, la riparazione aggiunge valore estetico e anche unicità. (Ovviamente il buttare via la ceramica in quanto rotta sarebbe la cosa più sbagliata che si possa fare.) È insomma come andare in giro orgoglioso della cicatrice che uno ha in faccia perchè è parte della propria storia e anzi ci rende ancora più unici.

Dietro alla filosofia del Kintsugi c'è il concetto che l'imperfezione, il difetto - una volta evidenziati e non nascosti - aggiungo all'oggetto, sia in tema di bellezza che in tema di preziosità (non inteso in termini di $$$).

Il Kintsugi è figlio del shintoismo perchè quest'ultimo venera la natura, ha una forte componente animistica, quindi c'è una spiritualità in tutte le cose, inclusi gli oggetti creati dall'uomo. Tutti gli oggetti sono infusi di uno spirito o di una energia che si chiama "kami". Sperando di non farmi buttare pomodori marci addosso il "kami" è un pochino (solo un pochino ...) la versione orientale dell'elan vital di Bergson. Nel Kintsugi c'è l'idea che quando un oggetto si rompe il suo kami non scompare o si svaluta. Al contrario, riparandolo - con l'aiuto di materiali nobili - la sua nuova forma viene celebrata. La lacca infusa di metallo prezioso utilizzata per rimontare i pezzi rappresenta la forza vitale che rifluisce nell'oggetto restaurato. Le cuciture dorate/argentate visibili sono viste come un miglioramento del kami piuttosto che un suo indebolimento. Il Kintsugi deve al shintoismo l'idea che le cose - una volta rotte e riparate - dovrebbero essere apprezzate ancora di più. Di shintoista nel Kintsugi c'è il senso di transitorietà e ciclicità della cose, e che la bellezza spirituale si trova nell'imperfezione e nelle irregolarità, nella vecchiaia e nei segni del tempo che l'oggetto porta con se. E questo ci porta immediatamente al rapporto tra Kintsugi e wabi-sabi.

Tieni conto che in Giappone il concetto di "estetica" è vecchio di duecento anni. Il concetto di estetica era inesistente in Giappone fino all '800. Il wabi-sabi è quello che più si avvicina a una qualche forma di estetica. "Si avvicina" perchè il wabi-sabi è anche una visione del mondo, non solamente una filosofia del bello. Per il wabi-sabi la bellezza si cerca nella imperfezione, nella mancanza di permanenza e nella semplicità. I due termini sono difficilmente traducibili ma diciamo che wabi si riferisce al rustico, all'autentico grezzo ma discreto, mentre sabi ha a che fare con il tempo che passa, cioè all'invecchiamento e ai dettagli/imperfezioni introdotti da questo sull'oggetto. Il Kintsugi è wabi-sabi in quanto abbraccia l'imperfezione evidenziando invece di mascherare le crepe ma al tempo stesso ricorda la natura transitoria delle cose. (Il fiorire dei ciliegi è venerato in Giappone proprio perchè transitorio, l'apprezzamento è tale proprio perchè i fiori cadono e quindi la gioia di vedere il fiorire dei ciliegi è massima perchè sai che non dura.) Il Kintsugi si lega al wabi-sabi in quanto ricompone cocci che vengono uniti in modo molto semplice e visibile. Si mette in mostra la riparazione, non come facciamo noi che cerchiamo di renderla la più invisibile possibile. Il Kintsugi fornisce una potente rappresentazione dei principi effimeri del wabi-sabi.

Come già detto, quelli che ne sanno più di me non me ne vogliano per questo "un tanto al tocco". Non sono un addetto ai lavori, solo un appassionato.

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Dart
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da Dart »

MarcoA ha scritto:
Dart ha scritto:
27/04/2024, 12:59

Ti andrebbe di spiegare/raccontare qualcosa sul Kintsugi?
A mio avviso si corre il rischio di essere superficiali quando ci si avventura in territori culturali che non si conoscono in maniera approfondita. Insomma, diventa un’operazione meramente estetica. Però ribadisco che secondo me l’idea può essere interessante.


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Quello che mi chiedi occuperebbe libri interi! Te ne faccio un riassuntino, sperando che nessuno mi accusi di ultrasemplificare l'argomento ... perchè avrebbe ragione. Pensa solo che ci sono illustri studiosi che ritengono il concetto di "wabi-sabi" fondamentalmente impossibile da spiegare/capire completamente.

Ok, il Kintsugi è una forma tradizionale dell'arte giapponese che consiste nel riparare ceramiche rotte con della lacca mescolata a oro, argento o platino, comunque metalli nobili. La filosofia che c'è dietro non è quella di mascherare il danno ma anzi di metterlo in luce, in quanto la rottura e la riparazione sono la storia dell'oggetto e quindi non c'è nulla da nascondere. Anzi, la riparazione aggiunge valore estetico e anche unicità. (Ovviamente il buttare via la ceramica in quanto rotta sarebbe la cosa più sbagliata che si possa fare.) È insomma come andare in giro orgoglioso della cicatrice che uno ha in faccia perchè è parte della propria storia e anzi ci rende ancora più unici.

Dietro alla filosofia del Kintsugi c'è il concetto che l'imperfezione, il difetto - una volta evidenziati e non nascosti - aggiungo all'oggetto, sia in tema di bellezza che in tema di preziosità (non inteso in termini di $$$).

Il Kintsugi è figlio del shintoismo perchè quest'ultimo venera la natura, ha una forte componente animistica, quindi c'è una spiritualità in tutte le cose, inclusi gli oggetti creati dall'uomo. Tutti gli oggetti sono infusi di uno spirito o di una energia che si chiama "kami". Sperando di non farmi buttare pomodori marci addosso il "kami" è un pochino (solo un pochino ...) la versione orientale dell'elan vital di Bergson. Nel Kintsugi c'è l'idea che quando un oggetto si rompe il suo kami non scompare o si svaluta. Al contrario, riparandolo - con l'aiuto di materiali nobili - la sua nuova forma viene celebrata. La lacca infusa di metallo prezioso utilizzata per rimontare i pezzi rappresenta la forza vitale che rifluisce nell'oggetto restaurato. Le cuciture dorate/argentate visibili sono viste come un miglioramento del kami piuttosto che un suo indebolimento. Il Kintsugi deve al shintoismo l'idea che le cose - una volta rotte e riparate - dovrebbero essere apprezzate ancora di più. Di shintoista nel Kintsugi c'è il senso di transitorietà e ciclicità della cose, e che la bellezza spirituale si trova nell'imperfezione e nelle irregolarità, nella vecchiaia e nei segni del tempo che l'oggetto porta con se. E questo ci porta immediatamente al rapporto tra Kintsugi e wabi-sabi.

Tieni conto che in Giappone il concetto di "estetica" è vecchio di duecento anni. Il concetto di estetica era inesistente in Giappone fino all '800. Il wabi-sabi è quello che più si avvicina a una qualche forma di estetica. "Si avvicina" perchè il wabi-sabi è anche una visione del mondo, non solamente una filosofia del bello. Per il wabi-sabi la bellezza si cerca nella imperfezione, nella mancanza di permanenza e nella semplicità. I due termini sono difficilmente traducibili ma diciamo che wabi si riferisce al rustico, all'autentico grezzo ma discreto, mentre sabi ha a che fare con il tempo che passa, cioè all'invecchiamento e ai dettagli/imperfezioni introdotti da questo sull'oggetto. Il Kintsugi è wabi-sabi in quanto abbraccia l'imperfezione evidenziando invece di mascherare le crepe ma al tempo stesso ricorda la natura transitoria delle cose. (Il fiorire dei ciliegi è venerato in Giappone proprio perchè transitorio, l'apprezzamento è tale proprio perchè i fiori cadono e quindi la gioia di vedere il fiorire dei ciliegi è massima perchè sai che non dura.) Il Kintsugi si lega al wabi-sabi in quanto ricompone cocci che vengono uniti in modo molto semplice e visibile. Si mette in mostra la riparazione, non come facciamo noi che cerchiamo di renderla la più invisibile possibile. Il Kintsugi fornisce una potente rappresentazione dei principi effimeri del wabi-sabi.

Come già detto, quelli che ne sanno più di me non me ne vogliano per questo "un tanto al tocco". Non sono un addetto ai lavori, solo un appassionato.
Grazie Marco :)
Mi viene da pensare che non sia contemplato rompere degli oggetti volontariamente per poi riparli, che ne dici?Immagine


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MarcoA
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Re: cosa ne pensate?

Messaggio da MarcoA »

Dart ha scritto:
27/04/2024, 15:13
Grazie Marco :)
Mi viene da pensare che non sia contemplato rompere degli oggetti volontariamente per poi riparli, che ne dici?Immagine


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https://youtu.be/tirpxt6iHzQ?si=qDnXloY-jiHcFa5u

… lo fanno in tanti, pure in Giappone, e c’è l’arte di “romperlo giusto”. Personalmente faccio fatica ad accettare la cosa, ma se ci pensi bene c’è un plasmare l’oggetto secondo una tua visione (leggi: bonsai). Quindi, non so … mah.

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