Critica alle riviste fotografiche
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Re: Critica alle riviste fotografiche
Benarrivato Pierpaolo,è un piacere averti con noi,ho letto in passato i tuoi articoli,di cui l'ultimo sulle Rollei.
Non mi interessano i paesaggi di bellezza disinfettata, tipo Ansel Adams.
Don McCullin
Ho una reflex digitale da 4000 euro,
che può scattare fino 128.000 ISO,
e mi piace aggiungere la grana
in post,come per la pellicola.........
Don McCullin
Ho una reflex digitale da 4000 euro,
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Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato
Re: Critica alle riviste fotografiche
Ciao Albertalbert ha scritto: Il ragazzo che mi ha venduto l'ingranditore mi ha dato anche delle fotocopie che aveva fatto ad alcuni numeri di fotografare! e devo dire:
"ce ne fossero di giornali cosi al giorno d'oggi"!!!
La rivista Fotografare ha pubblicato fra il 2005 e il 2006 una decina di articoli "tecnici" sulla stampa Fine Art.
Credo fra l'altro che sia stata la prima volta su una rivista italiana che si dedichino tante pagine (oltre 50) a questo
specifico argomento se non addirittura essere l'unico caso di trattazione organica, pur nei limiti imposti da una rivista.
Certo è che se uno le riviste non se le cerca, compra e legge, chi scrive difficilmente trova spazio e - comprensibilmente - l'editore passa ad altro.
W
Re: Critica alle riviste fotografiche
NO, non ci siamo.
Non ci siamo perchè basta prendere alcune riviste inglesi o francesi per vedere che danno ancora ampio spazio alla pellicola, cosa normale dal momento che "da quelli parti" nessuno ha deciso che la pellicola deve morire.
Qui da noi sono tantissimi anni che i mensili normalmente presenti in edicola sono incanalati verso la presentazione di prodotti (spesso si tratta di veri e propri comunicati stampa mascherati da articoli), oppure sono traduzioni malfatte di qualche testata anglofona che di FOTOGRAFIA ne capisce poco o niente.
Quello che manca è la coerenza e la qualità, e i risultati sono davanti a tutti: un appiattimento assurdo e una insoddisfazione dilagante da parte dell'acquirente ...... sempre meno acquirente.
Questo comportamento è tipicamente italiano, basta vedere che fine tragicomica ha fatto AIRONE, magazine bellissimo ridotto all'ombra di se stesso e forse anche meno.
Sulla stessa via della distruzione possiamo incontrare il mitico National nella sua versione italianizzata, che non è esattamente uguale a quella di oltre oceano, fortunatamente si trova la versione USA e il problema non si pone.
Vero che sono le aziende ad imporre "il sistema", ma c'era modo e modo per seguire le tendenze senza tralasciare la cultura della fotografia, è stato scelto il sistema peggiore, o meglio, quello più semplice: non parlare, non scrivere più di fotografia!!! E già, perchè oggi la fotografia non è più l'immagine, oggi la fotografia che ci vogliono propinare è il ricambio continuo di apparecchiature. Poi non importa se la gente butterà tutto in un cassetto, l'importante sono i numeri.
Basta sfogliare una rivista di oggi per trovarla imbottita di "comunicati stampa", di pubblicità nemmeno tanto velate ai soliti noti, ma le fotografie dove sono???? Dove si legge di fotografia????
Sai la fotografia?? Quella cosa che non sono apparecchietti nati morti, quella cosa che non è necessariamente 9ftg/sec, ma quella cosa che somiglia ad un'immagine vista da uno schiacciabottoni e riportata su un qualsivoglia supporto!!!! L'immagine!!!!
Hai voglia a sfogliar riviste, se ti va bene ci trovi due paginucce in croce con quattro fotografie ........ e poi a lamentarsi che non si vendono.
Ognuno poi sarà libero di pensare e agire come meglio crede, per quello che mi riguarda ho chiuso con questi giochetti.
C'è voluto poco per capire che piega avrebbe preso la nuova fotografia digitale, un espediente come un altro per svuotare la tasche alla gente perennemente insoddisfatta dell'acquisto appena fatto.
Ho la mia brava reflex digitale e non voglio nemmeno sapere quando uscirà il modello nuovo, per quello che mi riguarda il giochetto è finito, fine dello stillicidio monetario.
Ho rispolverato la mia vecchia Pentax, ho preso una manciata di Nikon (rigorosamente meccaniche-manuali) e alcuni AIS per qualche tozzo di pane, e torno felice a bobinar rullini.
Vorrei solo tornare a sfogliare una rivista e leggere "di fotografia", cosa che peraltro riesco a fare rivolgendomi da altre parti.
Non ci siamo perchè basta prendere alcune riviste inglesi o francesi per vedere che danno ancora ampio spazio alla pellicola, cosa normale dal momento che "da quelli parti" nessuno ha deciso che la pellicola deve morire.
Qui da noi sono tantissimi anni che i mensili normalmente presenti in edicola sono incanalati verso la presentazione di prodotti (spesso si tratta di veri e propri comunicati stampa mascherati da articoli), oppure sono traduzioni malfatte di qualche testata anglofona che di FOTOGRAFIA ne capisce poco o niente.
Quello che manca è la coerenza e la qualità, e i risultati sono davanti a tutti: un appiattimento assurdo e una insoddisfazione dilagante da parte dell'acquirente ...... sempre meno acquirente.
Questo comportamento è tipicamente italiano, basta vedere che fine tragicomica ha fatto AIRONE, magazine bellissimo ridotto all'ombra di se stesso e forse anche meno.
Sulla stessa via della distruzione possiamo incontrare il mitico National nella sua versione italianizzata, che non è esattamente uguale a quella di oltre oceano, fortunatamente si trova la versione USA e il problema non si pone.
Vero che sono le aziende ad imporre "il sistema", ma c'era modo e modo per seguire le tendenze senza tralasciare la cultura della fotografia, è stato scelto il sistema peggiore, o meglio, quello più semplice: non parlare, non scrivere più di fotografia!!! E già, perchè oggi la fotografia non è più l'immagine, oggi la fotografia che ci vogliono propinare è il ricambio continuo di apparecchiature. Poi non importa se la gente butterà tutto in un cassetto, l'importante sono i numeri.
Basta sfogliare una rivista di oggi per trovarla imbottita di "comunicati stampa", di pubblicità nemmeno tanto velate ai soliti noti, ma le fotografie dove sono???? Dove si legge di fotografia????
Sai la fotografia?? Quella cosa che non sono apparecchietti nati morti, quella cosa che non è necessariamente 9ftg/sec, ma quella cosa che somiglia ad un'immagine vista da uno schiacciabottoni e riportata su un qualsivoglia supporto!!!! L'immagine!!!!
Hai voglia a sfogliar riviste, se ti va bene ci trovi due paginucce in croce con quattro fotografie ........ e poi a lamentarsi che non si vendono.
Ognuno poi sarà libero di pensare e agire come meglio crede, per quello che mi riguarda ho chiuso con questi giochetti.
C'è voluto poco per capire che piega avrebbe preso la nuova fotografia digitale, un espediente come un altro per svuotare la tasche alla gente perennemente insoddisfatta dell'acquisto appena fatto.
Ho la mia brava reflex digitale e non voglio nemmeno sapere quando uscirà il modello nuovo, per quello che mi riguarda il giochetto è finito, fine dello stillicidio monetario.
Ho rispolverato la mia vecchia Pentax, ho preso una manciata di Nikon (rigorosamente meccaniche-manuali) e alcuni AIS per qualche tozzo di pane, e torno felice a bobinar rullini.
Vorrei solo tornare a sfogliare una rivista e leggere "di fotografia", cosa che peraltro riesco a fare rivolgendomi da altre parti.
Re: Critica alle riviste fotografiche
Ciao Walter
Ho letto attentamente quanto hai scritto e mi è abbastanza facile essere d'accordo con te, per lo meno in linea generale. Quello che sono diventate negli ultimi anni le riviste fotografiche italiane è sotto gli occhi di tutti.
Ma a questo punto mi chiedo: di chi è la colpa? Possibile che questa sia sempre di questo "impersonale" mercato e che gli utenti (lettori) non c'entrino niente? Se si dice "ogni popolo ha la classe politica che si merita", perché tale assunto non dovrebbe valere anche per le riviste?
Una rivista (casa editrice) è una impresa commerciale e come fine ultimo ha la vendita e gli utili. Se riesce a fare un prodotto vendibile - pur anche schifoso - e se al lettore questo piace (e compra) è ovvio che la qualità generale si abbassa. Una volta in una redazione si trovavano una decina di "esperti" che più o meno davano la loro linea e riversavano il loro sapere e competenza in efficaci articoli. Ma gli esperti costano.
Ora in molte redazioni trovi degli "impiegati" assolutamente impreparati che per "un tozzo di pane" devono lavorare un mese intero ed interessarsi di tutto. Per tale persona quello che importa é il fine mese e scrive di fotografia con lo stesso impegno con cui lo farebbe di giardinaggio o di cucina. Della Fotografia non gliene frega un *****. Te lo dico per esperienza personale.
Ho una buona conoscenza di quanto pubblicato qui da noi dal dopoguerra ad oggi e posso dirti che abbiamo avuto delle riviste di qualità molto alta e assolutamente non in secondo piano rispetto ad altri paesi.
Progresso Fotografico dal 1946 fino agli anni 80 è stato un grande apporto
Fotografare. Dal suo primo numero eccellente
Tutti Fotografi
Popular Photography italiana
Nuova Fotografia. Di assoluta qualità che fra l'altro ha pubblicato 9 annuari che tuttora sono insuperati e possono essere assunti a summa del sapere fotografico. In uno di questi vi è fra l'altro la prima "visione" tutta italiana del Sistema Zonale con un personale approccio degli autori. Caso unico, mai più ripetuto.
Se parliamo di "immagini" abbiamo avuto:
Zoom
Progresso fotografico
Photo
Il diaframma-Fotografia Italiana
Poi ad un certo punto tutto è cambiato e di passo in passo siamo arrivati alla situazione (non ) qualitativa che tu così bene hai descritto. Sicuramente il mercato ha le sue colpe e altrettanto sicuramente ne hanno anche gli editori. Ma questi non sono opere benefiche ne' "chiese". Sono produttori ed è il cliente (il lettore) che deve pretendere qualità .... altrimenti non compra. E invece l'utenza ha lasciato che le cose andassero a catafascio nello stesso identico modo in cui stava andandoci la sua CULTURA fotografica. Da una massa di ignoranti non ci si poteva aspettare di meglio che leggessero e caldeggiassero riviste per ignoranti.
E' passata l'idea che la tecnica e la conoscenza (tecnica non tecnologia) fossero un fastidioso orpello - un fardello quasi - di cui sbarazzarsi totalmente in quanto l'importante è essere "creativi" (come se la creatività potesse fare a meno di tecniche e conoscenza). Sia dando credito al fatto che con una reflex, possibilmente costosa, si potesse fare di tutto. Infatti vediamo da noi quale presa ha sempre avuto il medio e il grande formato. Zero assoluto.
Il fatto che è la "tua conoscenza, il tuo sapere e la tua tecnica" che fanno quella foto non è stato ancora recepito. Purtroppo. In troppi sono convinti che le foto le fa la macchina e se questa è costosa le fa meglio. Da idioti appunto.
Gli stessi che si meritano queste riviste.
Ciao
W
Ho letto attentamente quanto hai scritto e mi è abbastanza facile essere d'accordo con te, per lo meno in linea generale. Quello che sono diventate negli ultimi anni le riviste fotografiche italiane è sotto gli occhi di tutti.
Ma a questo punto mi chiedo: di chi è la colpa? Possibile che questa sia sempre di questo "impersonale" mercato e che gli utenti (lettori) non c'entrino niente? Se si dice "ogni popolo ha la classe politica che si merita", perché tale assunto non dovrebbe valere anche per le riviste?
Una rivista (casa editrice) è una impresa commerciale e come fine ultimo ha la vendita e gli utili. Se riesce a fare un prodotto vendibile - pur anche schifoso - e se al lettore questo piace (e compra) è ovvio che la qualità generale si abbassa. Una volta in una redazione si trovavano una decina di "esperti" che più o meno davano la loro linea e riversavano il loro sapere e competenza in efficaci articoli. Ma gli esperti costano.
Ora in molte redazioni trovi degli "impiegati" assolutamente impreparati che per "un tozzo di pane" devono lavorare un mese intero ed interessarsi di tutto. Per tale persona quello che importa é il fine mese e scrive di fotografia con lo stesso impegno con cui lo farebbe di giardinaggio o di cucina. Della Fotografia non gliene frega un *****. Te lo dico per esperienza personale.
Ho una buona conoscenza di quanto pubblicato qui da noi dal dopoguerra ad oggi e posso dirti che abbiamo avuto delle riviste di qualità molto alta e assolutamente non in secondo piano rispetto ad altri paesi.
Progresso Fotografico dal 1946 fino agli anni 80 è stato un grande apporto
Fotografare. Dal suo primo numero eccellente
Tutti Fotografi
Popular Photography italiana
Nuova Fotografia. Di assoluta qualità che fra l'altro ha pubblicato 9 annuari che tuttora sono insuperati e possono essere assunti a summa del sapere fotografico. In uno di questi vi è fra l'altro la prima "visione" tutta italiana del Sistema Zonale con un personale approccio degli autori. Caso unico, mai più ripetuto.
Se parliamo di "immagini" abbiamo avuto:
Zoom
Progresso fotografico
Photo
Il diaframma-Fotografia Italiana
Poi ad un certo punto tutto è cambiato e di passo in passo siamo arrivati alla situazione (non ) qualitativa che tu così bene hai descritto. Sicuramente il mercato ha le sue colpe e altrettanto sicuramente ne hanno anche gli editori. Ma questi non sono opere benefiche ne' "chiese". Sono produttori ed è il cliente (il lettore) che deve pretendere qualità .... altrimenti non compra. E invece l'utenza ha lasciato che le cose andassero a catafascio nello stesso identico modo in cui stava andandoci la sua CULTURA fotografica. Da una massa di ignoranti non ci si poteva aspettare di meglio che leggessero e caldeggiassero riviste per ignoranti.
E' passata l'idea che la tecnica e la conoscenza (tecnica non tecnologia) fossero un fastidioso orpello - un fardello quasi - di cui sbarazzarsi totalmente in quanto l'importante è essere "creativi" (come se la creatività potesse fare a meno di tecniche e conoscenza). Sia dando credito al fatto che con una reflex, possibilmente costosa, si potesse fare di tutto. Infatti vediamo da noi quale presa ha sempre avuto il medio e il grande formato. Zero assoluto.
Il fatto che è la "tua conoscenza, il tuo sapere e la tua tecnica" che fanno quella foto non è stato ancora recepito. Purtroppo. In troppi sono convinti che le foto le fa la macchina e se questa è costosa le fa meglio. Da idioti appunto.
Gli stessi che si meritano queste riviste.
Ciao
W
Re: Critica alle riviste fotografiche
Dici bene: ABBIAMO AVUTO ....... abbiamo avuto splendide riviste (e riviste è un termine riduttivo) e forse per colpa di un'utenza che troppo facilmente si è lasciata pilotare verso il "meno peggio", le abbiamo perse. Fosse solo il male di aver perso le riviste .... tira via. Abbiamo perso tante cose.
Adesso possiamo piangere e/o incolpare il sistema, resta il fatto che quello che abbiamo perso non torna.
Per quelli con gli "anta" sulle spalle resta la consolazione di aver vissuto un'epoca (fotografica) bellissima che nessuno potrà mai più cancellare dal bagaglio del nostro sapere
Adesso possiamo piangere e/o incolpare il sistema, resta il fatto che quello che abbiamo perso non torna.
Per quelli con gli "anta" sulle spalle resta la consolazione di aver vissuto un'epoca (fotografica) bellissima che nessuno potrà mai più cancellare dal bagaglio del nostro sapere
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Re: Critica alle riviste fotografiche
Quello che dite mi trova generalmente d'accordo, ma Walter io era vent'anni che non vedevo un cartellone pubblicitario Nikon sulla strada o degli spot televisivi della Canon; si può vedere una vera e propria esplosione di corsi di fotografia e miei insospettabili amici/conoscenti/parenti che li frequentano. Lo "schiaccia il bottone al resto pensiamo noi" è uno slogan vecchio nella fotografia; l'abbattimento della barriera tecnologica è stata sempre ricercato dall'industria fotografica, col digitale questa cosa è stata più facile e il processo è ancora più trasparente per l'utente (si salta il passaggio dal fotolab e si può intervenire direttamente sul trattamento).
Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, io in questo periodo vedo un gran fermento nel mondo fotografico, e forse questo non porterà solo ad una montagna di banalità.
Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, io in questo periodo vedo un gran fermento nel mondo fotografico, e forse questo non porterà solo ad una montagna di banalità.
"They say my prints are bad, darling they should see my negatives!"
Lisette Model
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Re: Critica alle riviste fotografiche
..... fermento destinato ad esplodere come una bolla di sapone non appena passato l'entusiasmo iniziale. La tecnologia a prova di bischero piace a tutti, salvo poi accorgersi che produce banalità.
Tieni presente che già adesso ci sono persone che smaltita la sbornia digitale stanno frugando nei cassetti per vedere cosa è rimasto di analogico dopo il momento di follia.
Ma queste persone son "vecchi" fotografi, quando i nuovi avranno smaltito la sbornia butteranno tutto in un cassetto e addio. Se poi qualcuno si salverà ben venga.
I corsi di fotografia, chiamati corsi o workshop, altro non sono che l'ultimo disperato tentativo di monetizzare il sapere fotografico da parte di chi ci dovrebbe vivere con la fotografia.
La pubblicità si è spostata sul web, e sul web non servono foto di altissima qualità.
La cerimonia soffre della concorrenza dell'amico fotoamatore che, affrancato dalla possibilità di rivedere subito lo scatto, "se la sente" di affrontare un matrimonio.
L'editoria ....... lasciamo perdere
Resta ancora qualcosa di buono ma è saldamente in mano ai fotografi affermati e veramente bravi.
Ero a Parigi e per puro caso vedo che c'era una mostra di Ronis ...... ci corro al volo, salvo scontrarmi con DUE, dico 2, ore di attesa per entrare tanta era l'affluenza.
Chi di voi ha mai fatto cinque, dico 5, minuti di coda per acquistare un biglietto d'ingresso ad una mostra fotografica in Italia????
Quelle due ore di coda sono CULTURA FOTOGRAFICA O CULTURA DELLA BELLA IMMAGINE.
Qui da noi si fà la coda solo per entrare al Photoshow, ma anche lì tanto hardware e poche foto.
Comunque se non ricordo male a fine Novembre ci sarà il Lucca Photo Festival, speriamo di vedere qualche bella mostra.
Tieni presente che già adesso ci sono persone che smaltita la sbornia digitale stanno frugando nei cassetti per vedere cosa è rimasto di analogico dopo il momento di follia.
Ma queste persone son "vecchi" fotografi, quando i nuovi avranno smaltito la sbornia butteranno tutto in un cassetto e addio. Se poi qualcuno si salverà ben venga.
I corsi di fotografia, chiamati corsi o workshop, altro non sono che l'ultimo disperato tentativo di monetizzare il sapere fotografico da parte di chi ci dovrebbe vivere con la fotografia.
La pubblicità si è spostata sul web, e sul web non servono foto di altissima qualità.
La cerimonia soffre della concorrenza dell'amico fotoamatore che, affrancato dalla possibilità di rivedere subito lo scatto, "se la sente" di affrontare un matrimonio.
L'editoria ....... lasciamo perdere
Resta ancora qualcosa di buono ma è saldamente in mano ai fotografi affermati e veramente bravi.
Ero a Parigi e per puro caso vedo che c'era una mostra di Ronis ...... ci corro al volo, salvo scontrarmi con DUE, dico 2, ore di attesa per entrare tanta era l'affluenza.
Chi di voi ha mai fatto cinque, dico 5, minuti di coda per acquistare un biglietto d'ingresso ad una mostra fotografica in Italia????
Quelle due ore di coda sono CULTURA FOTOGRAFICA O CULTURA DELLA BELLA IMMAGINE.
Qui da noi si fà la coda solo per entrare al Photoshow, ma anche lì tanto hardware e poche foto.
Comunque se non ricordo male a fine Novembre ci sarà il Lucca Photo Festival, speriamo di vedere qualche bella mostra.
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Re: Critica alle riviste fotografiche
Secondo me sei un po' troppo pessimista; alcune di quelle persone che si sono iscritte ad un corso di fotografia che menzionavo nel mio post precedente non avevano mai preso in mano una macchina analogica ma si sono interessate alla fotografia col digitale.
Sulla qualità e la cultura dell'immagine (ma anche della cultura in genere) qui in Italia è un discorso vecchio, che negli anni '80 si riassumeva con il "tariffario" 70 mila bianco-nero 150 colore, a prescindere se nelle foto c'era l'attentato a Reagan o un semaforo. Sempre in quegl'anni una mia collega che lavorarava all'ufficio stampa di una nota ditta di pellicole mi raccontava che scriveva e spediva lei stessa le recensioni alle riviste fotografiche per la pubblicazione.
Sui fotografi affermati è perché il mercato di qualità è talmente piccolo che chi ci arriva si affretta ad occupare ogni spazio e poi perché qui da noi nessuno rischia ad affidare un lavoro grosso ad un talentuosissimo sconosciuto, a meno che non sia raccomandato. Ma questo non vale solo per la fotografia; negli Stati Uniti la Warner ha affidato un budget di 160 milioni di $ a due fratelli ventenni sconosciuti per fare Matrix, qui in Italia faticano anche i registi pluripremiati.
Non è che negli ultimi 30 anni sia cambiato molto, siamo rimasti più o meno sempre gli stessi piccoli provincialotti ignoranti
O forse è cambiato/sta cambiando il modo di fotografare:
http://www.phototechmag.com/index.php/p ... burkholder
e siamo noi che siamo "vecchi" (culturalmente parlando)
Sulla qualità e la cultura dell'immagine (ma anche della cultura in genere) qui in Italia è un discorso vecchio, che negli anni '80 si riassumeva con il "tariffario" 70 mila bianco-nero 150 colore, a prescindere se nelle foto c'era l'attentato a Reagan o un semaforo. Sempre in quegl'anni una mia collega che lavorarava all'ufficio stampa di una nota ditta di pellicole mi raccontava che scriveva e spediva lei stessa le recensioni alle riviste fotografiche per la pubblicazione.
Sui fotografi affermati è perché il mercato di qualità è talmente piccolo che chi ci arriva si affretta ad occupare ogni spazio e poi perché qui da noi nessuno rischia ad affidare un lavoro grosso ad un talentuosissimo sconosciuto, a meno che non sia raccomandato. Ma questo non vale solo per la fotografia; negli Stati Uniti la Warner ha affidato un budget di 160 milioni di $ a due fratelli ventenni sconosciuti per fare Matrix, qui in Italia faticano anche i registi pluripremiati.
Non è che negli ultimi 30 anni sia cambiato molto, siamo rimasti più o meno sempre gli stessi piccoli provincialotti ignoranti
O forse è cambiato/sta cambiando il modo di fotografare:
http://www.phototechmag.com/index.php/p ... burkholder
e siamo noi che siamo "vecchi" (culturalmente parlando)
"They say my prints are bad, darling they should see my negatives!"
Lisette Model
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Re: Critica alle riviste fotografiche
Ciao Walter e Diego
Leggendo i vostri commenti mi sono reso conto che non ho specificato una cosa che invece sarebbe stato meglio fare.
Non intendevo assolutamente fare un distinguo fra fotografia digitale e analogica. Il problema da me evidenziato è antecedente, addirittura si è manifestato con la massima "virulenza"
(riviste per soli idioti) prima ancora che apparisse il digitale. Quindi la questione non sussiste. Il digitale non è la causa, ma tutto al più un "aggravante" o un effetto.
Che oggi ci siano grandi masse che si avvicinano alla fotografia mi lascia del tutto indifferente, soprattutto se poi passa l'idea che si possono fare "grandi fotografie" anche con il telefonino.
Il concetto non è di quantità ma di qualità, come non è di attrezzatura ma di impegno.
E' diventato come andare al supermercato: tanta gente, una miriade di "cibi" disponibili, ma la quasi totalità è diventata di qualità così scadente da poterla definire "cibo spazzatura". Eppure c' è chi lo mangia e ne è anche contento.
Dopo il cinema spazzatura, cibo spazzatura, musica spazzatura, TV spazzatura, perché non anche fotografia spazzatura? L'importante è che siano tutti felici e contenti (festa, farina e forca).
Purtroppo
W
Leggendo i vostri commenti mi sono reso conto che non ho specificato una cosa che invece sarebbe stato meglio fare.
Non intendevo assolutamente fare un distinguo fra fotografia digitale e analogica. Il problema da me evidenziato è antecedente, addirittura si è manifestato con la massima "virulenza"
(riviste per soli idioti) prima ancora che apparisse il digitale. Quindi la questione non sussiste. Il digitale non è la causa, ma tutto al più un "aggravante" o un effetto.
Che oggi ci siano grandi masse che si avvicinano alla fotografia mi lascia del tutto indifferente, soprattutto se poi passa l'idea che si possono fare "grandi fotografie" anche con il telefonino.
Il concetto non è di quantità ma di qualità, come non è di attrezzatura ma di impegno.
E' diventato come andare al supermercato: tanta gente, una miriade di "cibi" disponibili, ma la quasi totalità è diventata di qualità così scadente da poterla definire "cibo spazzatura". Eppure c' è chi lo mangia e ne è anche contento.
Dopo il cinema spazzatura, cibo spazzatura, musica spazzatura, TV spazzatura, perché non anche fotografia spazzatura? L'importante è che siano tutti felici e contenti (festa, farina e forca).
Purtroppo
W
Re: Critica alle riviste fotografiche
Figurati, non demonizzo certo il digitale che di per se sarebbe solo un modo nuovo per registrare un'immagine. A rimorchio del digitale sono arrivate tante cose che poco hanno a che fare con la fotografia, cose che hanno spostato la fotografia nel bancone dell'elettronica di consumo.
Comunque in cuor mio spero davvero di essere troppo pessimista.
Comunque in cuor mio spero davvero di essere troppo pessimista.
Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato