La precisione delle misurazioni è argomento vasto e complesso a cui sono stati dedicati studi scientifici e corsi universitari. Da alcune prove che ho fatto è uscito un bel minestrone, a cui si aggiunge l'errata equiparazione da parte dei fabbricanti delle indicazioni 1+x e 1:x. Per il Rodinal (o qualsiasi altro nome abbia adesso) penso che la diluizione debba intendersi come 1:25 o 1:50 e che poi nella consuetudine è diventata 1+25 e 1+50. Sugli strumenti di misura, non c'è nessuna garanzia sulla loro precisione, a meno di non usare strumenti di precisione da laboratorio dal costo assolutamente spropositato alla precisione richiesta dalla pratica fotografica. L'uso delle siringhe è comodo per piccoli volumi ma non necessariamente preciso. Una maggior precisione si ha usando le pipette o per volumi molto molto piccoli le siringhe per insulina (1/200 di ml). Per volumi più grandi ci sono i cilndri in classe A, relativamente costosi (decine di euro). Ma il problema con le diluizioni più spinte rimane sempre quello delle relative precisioni dei contenitori ma anche la precisione stessa della misurazione. La differenza tra 294 ml e 306 ml non è neanche lo spessore della tacca di riferimento su un normale cilindro in plastica usato in fotografia, ammesso poi che la misura venga fatta su un appoggio perfettamente piano e con un punto di osservazione perfettamente allineato (ed è per questo che i cilindri in classe A hanno i riferimenti principali segnati su tutta la circonferenza).
Se le differenze tra uno sviluppo in rodinal 1+50 e 1:50 siano misurabili e/o visibili non lo so, ma so che tutto il sistema fotografico è intrinecamente abbastanza impreciso. Se si entra in sbattimento per 6ml di acqua in più o in meno allora si rischia una crisi nervosa se si confrontano le temperature misurate dai termometri o si pensa alla precisione del dosaggio industriale delle polveri degli sviluppi venduti in busta (chi di voi si preoccupa di mandare in souzione anche le polveri rimaste attaccate alle superici o negli angolini all'interno delle confezioni degli sviluppi?), o si può andare incontro ad un esaurimento nervoso se si prendono in considerazione le differenze tra i bagni delle emulsioni fotografiche e si può arrivare ad uno stato catatonico permanente se a tutto questo si aggiungono le tolleranze nel diaframma, nella lunghezza focale, planarità del piano focale, centratura delle lenti (!!!!), precisione dell'esposimetro, vibrazioni del cavalletto (ebbene si, il cavalletto vibra e neanche poco), fluttuazioni di temperatura durante i trattamenti, fluttuazioni di flusso luminoso della lampada dell'ingranditore, planarità della carta da stampa (roba da ridere), ecc, ecc, ecc.
La cosa più importante in fotografia è la costanza dei risultati, non la ricerca di una precisione assoluta, inutile e irraggiungibile. Il Rodinal si può diluire come ci pare, anche 1+12 o 1+44, non è che la tank esplode o la pellicola si incenerisce se non seguiamo i dettami dell'Agfa (o di chi adesso lo fabbrica); ci piacciono i risultati che otteniamo e vogliamo ripeterli anche per gli altri rullini (della stessa pellicola)? Allora ci si sforzi di mantenere un sistema costante, usando sempre gli stessi recipienti per effettuare le misurazioni, in modo da avere sempre gli stessi errori di tolleranza, e non preoccupiamoci se il nostro Rodinal è diluito 1+51,75
