Il D23 è imho una mezza schifezza; l'ho usato, come la maggior parte dei fotografi, come emulo di Adams per poi scoprire che la differnza tra i miei scatti e quelli di Adams non era lo sviluppo
Dal punto di vista fotografico il D-23 è uno sviluppo interrotto, la parte accellerante è lasciata al solfito che deve anche fare da conservante e finegranulante, mentre l'agente rivelatore è il metolo che se lasciato solo non viene rigenerato.
Da più parti si trova scritto che nel D-76 l'idrochinone non concorre come agente rivelatore in quanto non si attiva a 20°C, lasciando un po' intendere che il D-76 sia esso stesso una sorta di D-23 rinforzato da un pizzico di borace: in realtà non è proprio così, i meccanismi chimici di superdditività sono tali per cui l'idrochinone in effetti non sviluppa esso stesso in quanto tale, ma rigenera in continuazione il metolo permettendogli di erogare sempre la massima (e in verità non proprio alta) energia di sviluppo. Questo comporta che nel D-76 il metolo non si ossida, soprattutto sulle alteluci.
Nel D-23 invece il metolo è lasciato da solo e per di più pure in un ambiente poco alcalino, quando inizia a sviluppare si ossida rapidamente e non essendoci meccanismi chimici di rigenerazione il rateo di sviluppo decade rapidamente in prossimità delle aree più esposte: da qui il suo comportamento compensatore, per esaurimento, assecondato dall'alta presenza di solfito la cui azione solvente si applica soprattutto nelle alteluci già debolmente sviluppate dal metolo stesso. Anche come nitidezza non è il massimo dato che l'azione solvente del solfito, la quale presumibilmente attiva anche un buona percentuale di sviluppo fisico, tende ad abbassare l'acutanza che solo in parte, con le moderne pellicole, è recuperata dall'insorgere delle linee di Mackie a causa della rapida ossidazione nelle zone più esposte.
Dal punto di vista sensitometrico la curva si appiattisce in alto, i toni alti si comprimono e il contrasto locale scende rendendo le luci piatte, la qual cosa potrebbe essere un pregio nel caso di ritratti femminili in cui il basso contrasto locale sulle tonalità dell'incarnato chiaro rende meno evidenti rughe e imperfezioni; oppure può essere un'ottima scelta in immagini hi-key in cui le tonalità chiare pastellate aiutano nella resa eterea e fiabesca del soggetto. Ma per un uso generico il contrasto locale è bassino assai e la separazione tonale poco accentuata.
Nella sua formula non sono previsti tamponi di alcun genere per cui c'è da aspettarsi un cambiamento delle prestazioni in caso di riutilizzo. Se usato diluito l'alcalinità fornita dal solfito, già bassa di suo, diminuisce ulteriormente, lasciando il rivelatore in riserva di energia; alla cosa si potrebbe ovviare con l'aggiunta di un alcale di media forza (borace????), ma ecco che abbiamo ri-fatto il D-76 (con l'aggiunta di un pizzico di idrochinone per renderene più costante la tenuta).
Insomma una esperienza di sviluppo che tutti quelli che hanno letto Adams prima o poi fanno ma che molto velocemente abbandonano a favore di formule di sviluppo più strutturate e complete.