Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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risa
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da risa »

Io credo che, specialmente in un mondo basato su immagini e cioè in un mondo in cui nessuno legge più nulla, modificarle sia oltremodo pericoloso, perché dà inizio ad un processo di modificazione della realtà, un processo assai difficile da governare e dagli esiti imprevedibili. Qualunque sia l'intento: consolatorio, commerciale, educativo nel senso più ampio che si possa immaginare. Perché sempre e comunque prelude all'allontanamento dalla realtà obiettiva, cioè oggettiva. Voglio dire che di fronte ad un problema così enorme è, a mio avviso, opportuno pensare più agli esiti finali che agli aspetti tecnici.
Andrea, non sei vecchio e non sei neppure un dinosauro, sei semplicemente abituato...alla veridicità del reale e, come me e altri che scrivono, sei contro le contraffazioni di qualsiasi genere: rendere reali eventi mai accaduti, tramonti nei quali il cielo non era poi così rosso. Che male c'è nel confrontarsi con la realtà oggettiva? Tanto, immaginare una realtà diversa, non potrà mai rendere questa realtà parallela in grado di esistere davvero.



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zone-seven
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da zone-seven »

risa ha scritto:
14/04/2022, 9:53
Io credo che, specialmente in un mondo basato su immagini e cioè in un mondo in cui nessuno legge più nulla, modificarle sia oltremodo pericoloso, perché dà inizio ad un processo di modificazione della realtà, un processo assai difficile da governare e dagli esiti imprevedibili. Qualunque sia l'intento: consolatorio, commerciale, educativo nel senso più ampio che si possa immaginare. Perché sempre e comunque prelude all'allontanamento dalla realtà obiettiva, cioè oggettiva. Voglio dire che di fronte ad un problema così enorme è, a mio avviso, opportuno pensare più agli esiti finali che agli aspetti tecnici.
Andrea, non sei vecchio e non sei neppure un dinosauro, sei semplicemente abituato...alla veridicità del reale e, come me e altri che scrivono, sei contro le contraffazioni di qualsiasi genere: rendere reali eventi mai accaduti, tramonti nei quali il cielo non era poi così rosso. Che male c'è nel confrontarsi con la realtà oggettiva? Tanto, immaginare una realtà diversa, non potrà mai rendere questa realtà parallela in grado di esistere davvero.
Nessuno ha mai letto, e pure la lettura dei testi lascia a desiderare, si può scrivere ciò che si vuole, peggio delle fotografie, la modifica e la alterazione della realtà intesa come manipolazione c'è sempre stata (ancora prima della propaganda fasci/nazi/ecc ecc) sono solo cambiati i modi, oggi c'è PS. Da mo' che è iniaziato questo processo, ed il nostro caro amico Anselmo ne era uno dei più grandi esponenti, sempre a volerlo leggere.
Coi cellulari possiamo far credere a chiumque di essere in viaggio in Africa anche se stiamo prendendo il caffè sotto casa. Ma al piccione viaggiatore ci abbiamo rinunciato tutti.
L'interpretazione artistica e la manipolazione sono concetti differenti.

Continuo a preferire il buon vecchio cartellone pubblicitario "è l'unica pelliccia che indosso" tra l'altro contraffatto pure quello.
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.

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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da Silverprint »

Ultimamente penso sempre di più che l'interesse del pubblico per le cose del mondo sia molto sopravvalutato e che il relativo dibattito abbia sempre mancato di capacità di osservazione, attribuendo all'impeto realista una importanza esagerata.

Per dirla in poche parole, del "realismo" non frega niente a nessuno.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da risa »

Le manipolazioni sono sempre esistite e del "realismo" non frega niente a nessuno, i cellulari aiutano etc. Magari è, a mio avviso, meno esatto che non si sia mai letto. Quello che dite è però vero, io però non starei a dare una mano a questi processi, che sono sì da lungo tempo in corso ma che oggigiorno, complici le tecnologie, conoscono una vertiginosa impennata, tutto qui.

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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da bengi3 »

Mi preoccupa solo che sta aumentando il divario tra chi legge e chi non legge. C’è un’elite che legge e soffre e una massa che non legge e vive beata.

Inoltre, ma non sarà un problema nostro, questo medio evo fotografico, sta cancellando tutte le memorie

beppegallo
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da beppegallo »

Secondo me se parliamo genericamente di "immagini", è chiaro che qualsiasi tecnica è "lecita" per ottenere l'immagine che l'autore si propone di realizzare. Ma se un'immagine viene definita fotografica deve essere ottenuta con le tecniche foto-chimiche delle quali si discute di solito su questo forum. Se ci si mette a pastrocchiare con PS allora diventa CG

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zone-seven
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da zone-seven »

beppegallo ha scritto:
14/04/2022, 12:57
Secondo me se parliamo genericamente di "immagini", è chiaro che qualsiasi tecnica è "lecita" per ottenere l'immagine che l'autore si propone di realizzare. Ma se un'immagine viene definita fotografica deve essere ottenuta con le tecniche foto-chimiche delle quali si discute di solito su questo forum. Se ci si mette a pastrocchiare con PS allora diventa CG
(CG) Computer Grafica è tutta un'altra storia, si parte da qualcosa che non esiste, o qualcosa di modellizzato ed opportunamente ricostruito magari partendo da una fotografia o da altro.
Una fotografia è anche foto-elettrica ma sempre foto, i vantaggi sono infiniti
Anche Man Ray faceva mica pochi pastrocchi e molti nun se potevano vedè !
Perchè devo portare in cima una montagna una grande formato 8x10 con due obbiettivi, chassi e pure il cavalletto che lo deve reggere l' 8x10 quando una compatta digitale fa meglio e sta in taschino ? Perchè portarsi un cellulare/smartphone in tasca e non un radio telefono da 8 kili batteria inclusa ?
Poi a tutti noi piace stare al buio della CO me compreso e faccio pastrocchi peggio che col digitale, ma non sempre eh :D (toccherà dare un nome anche a questi pastrocchi).
Ce li vojo vedè a fa le curve senza computer, senza stouffer (che è fatta al computer con PS) ... senza ... a tracciare a china e poi spedire col piccione viaggiatore... e daje no ... toccherà esse pure un po' realisti, a proposito di realismo.
:D
Ps: e se qualcuno toglie un palo della luce ... chissenefrega ... sopratutto se lo sa fare bene.
PPS: in realtà a me mi crea più problemi/patemi chi:
non sa tenere la macchina in bolla.
non sa la differenza tra 1:15 ed 1+15
non stampa neppure con le sputainchiostro.
@Experience non mi farei troppi patemi, piuttosto vedi che se puoi migliorare in scansione, allora lo puoi fare anche in CO, la cosa può essere di stimolo e sopratutto di aiuto.
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da bengi3 »

Altra cosa che mi intristisce è che Ruoteclassiche festeggia il numero 400, ossia 35 anni, e mentre ricordo perfettamente quando acquistai il numero 1, molto probabilmente molti di noi non ci saranno più quando uscirà il numero 800.

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jmanco
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da jmanco »

un po' di attenzione secondo va data anche alla fotografia stampata anni fa...
qualcuno ha il libro "Il Manuale della Camera oscura" di Michael Langford ?
fanno vedere stravolgimenti della foto in maniera pesante anche in stampe fatte con l'ingranditore da negativo ..
imho chi faceva prima, facendo dei salti mortali e ritagliando pezzi di carta o plastica, adesso con photoshop ha vita più facile ..

comunque, con la CG ho visto un fotografo fare un rilevamento dei ghiacciai usando la fotocamera digitale e il gps .. un lavoro che con l'analogico non si potrebbe fare, questo ha permesso di mappare lo scioglimento di alcuni ghiacciai in Sudamerica con l'utilizzo della fotografia ..

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bengi3
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da bengi3 »

il discorso è fritto e rifritto: a me personalmente non piace nemmeno mascherare in camera oscura, ma ammiro chi lo sa fare bene. Stessa cosa per photoshop. E poi dove finisce la fotografia e dove inizia l'elaborazione? forse dal grandangolo? dovremmo scattare solo col normale? e il flash, i banchi ottici, l'heavy frost, i fondali... a me piace la luce naturale, ma ammiro gli artisti del ritratto. e le foto della pubblicità? quelle belle, fatte da professionisti seri e preparati sono un collage di almeno una decina di scatti, cui si aggiunge maestria nel dosare gli interventi con Photoshop. Infine in ambito scientifico gli interventi successivi allo scatto consentono di ottenere foto più reali. In ambito scientifico l'unico limite è la fantasia del ricercatore e ci sono usi all'apparenza impropri, che permettono di ottenere risultati impensabili al tempo della pellicola.

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