Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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Experience
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da Experience »

@bengi3
Mi riallaccio a quanto hai appena detto.
L’altro giorno sono stato ad un’esposizione di fotografie che catturavano il cielo prima e poi la profondità dello spazio.
Ora vedere il moto della Terra riflettersi sulla scia delle stelle è qualcosa che si ottiene con l’esposizione di una nottata, ma allo stesso tempo la presenza di una donna sulla terrazza credo che sia opera di manipolazione digitale.
Così come dentro le nebulose, certe forme realizzate erano dettate da 250 ore di riprese ed oltre un migliaio di scatti, elaborati con Photoshop, (espressamente detto nelle note).



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Gianluka
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da Gianluka »

modificato: corretto qualche strafalcione e aggiunte poche breve considerazioni.

Ciai,

opinioni e principi esposti sono tutti interessanti: quelli divergenti partono da come ciascuno si pone nei confronti del vero, della verita', del bello, del giusto, del doveroso nei confronti di una tradizione o di principi etici...

Penso che chi ha una visione piu' ampia (leggere: chi nel tempo si e'applicato, ha studiato, si e'confrontato o chi, come me, e'sempliocemente piu'vecchio...) riesce a vedere se' stesso e la fotografia analogica in una prospettiva meno manichea e a collocare i vari modi propri della comunicazione per immagini nella rispettiva casella (che pure puo'sovrapporsi a caselle vicine).

La rivoluzione digitale, con le possibilita' offerte da -per semplificare- PS e CG, e sopratutto con l'enorme salto che ha permesso nellle possibilita' di comunicazione ha aperto spazi enormi in un settore che gia' di suo era ampissimo.

Sopratutto si sono introdotti criteri nuovi che sono diventati di ulteriore "disturbo" in un ambito di confronto che dalla sua nascita non era mai stato quieto.
Da un punto di vista: meno male. Dall'altro (il mio, che seguo questi argomenti nel tempo rubato alle faccende quotidiane) , la faccenda si fa complifcate e difficile anche solo da seguire per tenersi aggiornati su quel che succede ad opera degli "attori veri".

Scrivo queste note anche stimolato dal post di Experience che accenna a immagini del cielo notturno, settore che seguo da tempo (da quelli della foto su sola pellicola, alla comparsa dei CCD, agli attuali sistemi CMOS e a tutto l'ambaradan di contorno che conta i sistemi di acquisizione e di elaborazione dell'immagine...): questo settore piuttosto specifico e frequentato da una manciata ristretta di persone (rispetto ai numeri delle fotografia "latu sensu") gia'da solo vede divisi gli autori di immagini "con valore scientifico" da quelli di immagini "tecniche" e, ancora, da quelli di immagini "artistiche", con confronti che vanno dalla dialettica, alla polemica, ai flame online alle faide...

Se puo'interessare: il mio approccio (che sto cercando di portare nella fotografia anlogica, ora che sto iniziando a stampare) e'quello per cui l'immagine finale puo' essere elaborata quanto si vuole, purche' non contenga informazioni che in origine non erano presenti e purche' non ne nasconda. Di fatto, ogni foto vorrei che fosse accompagnata dal RAW orignale con dati EXIF e senza tagli.
Mi fermo a considerazioni riguardanti i modi di acquisizione e elaborazione: non mi addentro nei meandri della fotografia come veritiera o meno, dell'uso propagandistico o ideologico che se ne puo'fare, di come anche solo un taglio o una scelta di alcune foto possano stravolgere la lettura di un fenomeno o di un evento.

Di mio, cerco di leggere i fotomontaggi, i collage (ho appena scoperto Galimberti, e devo dire che mi piace tantissimo), apprezzo la solarizzazione (che non mi entusiasma) , gli effetti piu' vari... ; fanno parte dei mezzi nati sotto le spinte espressive che ciascuno sente e che ciascuno attua, vuoi per nobili scopi esplorativi, vuoi per il "bieco"desiderio di attirare attenzione e collezionare "like".

Una singola immagine d'effetto la penso piu' legata ad una pubblicita' o alla comunifcazione forte: preferisco considerare il lavcoro di un autore per il quale sono sicuro che nel tempo intenti, qualita' e -tout-court- bravura alla fine emergano, a presciondere dai mezzi e dai modi che questi usa.
Se serve ad esprimere con l'efficacia desiderata una propria idea, ben vengano anche le immagini stravolte... PURCHE" siano dichiarate tali.

Sicuramente indispettiscono (e ogni giorno se ne incontrano numerosi casi) i falsi proposti per veri.

Gente come me e' destabilizzata dal fatto che mezzi, principi critici e consenso cambino con il tempo: sicuramente la velocita' di produzione e di fruizione fa si che la lettura di questo mondo sia in larga parte superficiale, ma le cose sono sempre andate cosi' e bisogna accettare che le cose (i mezzi, le espressioni, i criteri di lettura di queste) cambino.

Kuhn parla di cambio del paradigma nell'avvento delle riovoluzioni scientifiche: forse la sua analisi si puo'applicare anche alla fotografia: cambiano i modi, i contenuti, il significato.
In pratica cambia la definizione di vero, di bello e di giusto.
Peggio per chi non e' d'accordo. Ma male colga chi cambia per cambiare e vuole asserire la propria visione sprezzando e disconoscendo il percorso che hanno fatto altri per permettergli di stare "sulle spalle dei giganti".

Personamente mi ritengo fortunato ad esser vissuto in una situazione intermedia (fra analogico e digitale, fra editoria tradizionale e social sul web): penso che questo permetta di avere una visione di due mondi, e che per questo noi si sia meno dogmatici.

Sulla base della propria esperienza formativa e dei propri intenti espressivi ciascuno deve essere libero di usare PS o il collodio: importante per me e' l'onesta' nel fare chiaro i modi con cui si opera e magari (non per forza esplicitamente) li proprio intento espressivo.
Sicuramente e', ahime', proprio su questi ultimi punti che si incontrano foto e personaggi che fanno storcere il naso...

G.

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Andrea67c
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da Andrea67c »

@Gianluka
Grazie sincere per il contributo, sul quale hai evidentemente riflettuto. Forse scriviamo troppo spesso di getto (parlo di me!), per dire poi cose poco o punto interessanti. Finalmente qualcosa che (mi, ci) aiuta a capire.

Mi permetto di isolare la tua frase che mi è servita di più.

(cit)
Sopratutto si sono introdotti criteri nuovi che sono diventati di ulteriore "disturbo" in un ambito di confronto che dalla sua nascita non era mai stato quieto.
(Fine cit)

Ciao!
A.

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zone-seven
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da zone-seven »

Gianluka ha scritto:
18/04/2022, 10:36
modificato: corretto qualche strafalcione e aggiunte poche breve considerazioni.
(ho appena scoperto Galimberti, e devo dire che mi piace tantissimo),

...............................


Sicuramente e', ahime', proprio su questi ultimi punti che si incontrano foto e personaggi che fanno storcere il naso...

Il fine ed il processo...
Galimberti è un mago della manipolazione come pure Alan, Marcheselli (mi pare), che è pure peggio.
Meno male che i transfert si possono fare anche dalle sputainchiostro ... il fine ed il processo.
Ci ho messo decenni ad apprezzare Toscani e l'ho dovuto sentir parlare per poterlo apprezzare, il male della tecnologia, del processo, dei processi che cambiano, ahimè sono ben lontani da quello che si discute in queste pagine.

Resto volentieri nella mia CO, anche se ho finito la carta ho finito le cartucce della stampante e comunque la mettiamo non posso stampare.
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.
-more light is better than less [04/2/2022]

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Gianluka
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da Gianluka »

Ciai a tutti, ed in particolare ad Andrea e Zone Seven.

Andrew: grazie per la considerazione ^:)^ ; petralto non mi sembra che tu scriva di getto e, anche se fosse, trovo i tuoi interventi non solo interessanti (sia quelli di carattere tecnico che quelli "di respiro etico") , ma anche ben esposti: per termini pesati e struttura espositiva. Se, come ho forse capito, sei un insegnante (il lavoro piu' bello del mondo), i tuoi ragazzi sono fortunati (almeno durante le esposizioni, perche'... non so come poi ti comporti alle interrogazioni :ymdevil: !).

A Zone-Seven chiederei un chiarimento sul suo intervento, che (chiedo scusa) non ho ben compreso.
Riprendi il Galimberti di cui avevo accennato nel mio post, per poi dire di Alan e Marcheselli che, se ho ben capito, non ti piacciono tanto.
Parli poi di Toscani: forse perche' e' anche lui un fotografo che, con una propria linea personale ed originale, ha prodotto lavori anticonvenzionali, con una vena innovativa ?
Con me ha quasi sempre vinto lui: i suoi lavori, le sue campagne, le sue iniziative mi hanno sempre toccato o quanto meno mai lasciato indifferente. Come disse Bernoulli di Newton: anche se si vede un suo lavoro non firmato, e'facile "riconoscere il leone dalla zampata".
Nella mia superficialita, l'ho sempre affiancato alla figura del (bravissimo) fotografo legato all'editoria e alla foto pubblicitaria: una sorta di mercenario un po' spregiudicato (l'ho sentito parlare spesso di soldi, forse perche'ho visto dei seminari che ha tenuto per giovani che volevano intraprendere una professione legata all'uso dell'immagine) ... ma troppo bravo per non togliersi il cappello quando passa.

Esattamente al contrario di te, Toscani in effetti mi ha sempre interessato (quasi sempre mi e' piaciuto, o quanto meno quasi sempre mi ha convinto che io ero "in ritardo")... finche' non l'ho sentito parlare !
Ripeto: bravissimo come fotografo e nella gestione del suo lavoro, ancora oggi con una carica da fare invidia ai trentenni... solo l'ho trovato un po' troppo guascone e... si e'dato anche lui ai talk show. Ma diciamo pure che dopo tutto ne ha titolo piu' di altri...

Riguardo "il fine ed il processo" cui accenni, non ho compreso se per te "il fine E" il processo", o se stai invitando a considerare il rappoorto fra questi due punti?
Il fatto che "resti nella CO" vuol dire che non ti convincono i metodi piu'; legati al mondo digitale ?

Se ho compreso correttamente, tiu dico che io pure non inseguiro' le possibilita' del digitale: per pigrizia e nostalgia poer un mondo da cui sono stato lontano venti anni piu'che per ethos..
Piu'di tutto dell'analogico mi piace il fatto che verra' conservato un supporto fisicamente modificato dalla luce.
Ma lasciamo ai giovani e agli sperimentatori il coraggio di infischiarsene e di fare qualche passo piu' in la' cosi' come vogliono.
Io resto all'analogico... anche perche' purtroppo tanto sono ancora ben lungi dall'avvicinare i lavori di fotografi vissuti un secolo fa !

Riguardo "il fine e il processo"e "il fine E'il processo": da giovanotto ero un discreto alpinista dilettante e, fra i miei idoli, era Reinhard Karl (fra l'altro: bravo fotografo) che, con la sua "la via e' la meta" gia' all'epoca mi aveva comprato: tu me lo hai fatto ritornare in mente.

Pero' tengo a dire che il mio "resto all'analogico" non e' un discorso da retrogrado brontolone e ignorantone del resto del mondo: il digitale lo uso e conosco discretamente per applicazioni in altri ambiti, e l'ho approcciato sin dalla comparsa dei primi array lineari di CCD...
E qui scattano i conti sulla mia eta' ! :wall:

G.

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zone-seven
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Re: Dell'infernale Photoshop e di etica analogica

Messaggio da zone-seven »

@Gianluka
Non quoto sennò esce un messaggio lungo una quaresima.
Lungi da me intraprendere un discorso o la solita diatriba tra analogico e digitale.
Manipolazione si oppure no, modificare una scansione e fino a che punto ? Era il tema iniziale.
Toscani, Marcheselli, Galimberti mi piacciono, il "pure peggio" è riferito alla quantità di manipolazioni che Marcheselli mette in atto sulle Polaroid, manipolazioni che ovviamente si sono sempre fatte nel bene e nel male, solo che se un tizio le fa col digitale allora anatema e via a darci dentro di "botte" magari anche in modo elegante

Invece sono un grande fan del digitale fosse solo per le promesse (magari non tutte mantenute) ma già fare il zonale con il 35mm su ogni singolo scatto spazzavia tutto l'analogico che tra l'altro vive (a mio parere) un momento di difficoltà visto che a x euro a pellicola a trovarci neve e cose strane non è che mi viene proprio voglia.

Sto in CO perchè mi piace, perchè lavoro tutto il giorno al computer e la sera quando arrivo a casa non ho proprio fantasia di accenderne un altro. Sto in CO perchè mi piace il silenzio la luce rossa, l'odore del fissaggio.

Fine e processo, ognuno sceglie il processo che vuole, il fine non è il processo/procedimento.
Allora mettiamoci direttamente a fare foto al carbone, al bitume, i collodi, e perchè no le autocromie che non sia mai che la pellicola sia troppo moderna, anzi, ancora più indietro camera obscura e pennello e pure li ci sarebbe da dire perchè che fai in camera obscura, ricalchi e poi inverti.
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