
L'idea di questo progetto che nasce dalla proposta di franny71 di riportare le "peculiarità e pecche, processi alternativi rispetto a quelli consigliati, maggiore o minor contrasto, notizie sulla grana... dei rivelatori in commercio" mi lascia perplesso, non tanto sull'indubbia utilità ma sulla fattibilità "seria" di una cosa del genere. Come fare questo tipo di valutazione prescindendo dalla pellicola? E allora diventa necessario dare valutazioni sulle accoppiate pellicola-rivelatore. E ancora come si potrebbe fare una valutazione oggettiva delle qualità e dei parametri sopra riportati? Qual'è la garanzia che seguendo le indicazioni che tizio ha rilevato usando i propri sistemi e le proprie attrezzature, caio ottengano risultati confrontabili?
Fare una cosa seria implica, a mio modesto avviso, prevedere e progettare un protocollo comune per il test: come valutare l'acutanza di un accoppiata pellicola-sviluppo se si usa un 50mm Sputameaddoss f3,5 a mano libera? O il d-76 in due bagni autopreparato usando i misurini delle torte cameo per il dosaggio dei chimici o, peggio, una bilancia analitica da 0,0001 g di tolleranza? E poi, tizio sviluppa per 12 minuti con ottimi risultati, caio usa un identica procedura e ottiene un risultato pessimo e poi si scopre che il pH dell'acqua del rubinetto di tizio era 6,6 e quella di caio 10,4. E si può continuare a lungo.
Per avere un grado di oggettività "serio" bisgna rifarsi alle informazioni tecniche dei fabbricanti, solo che molti dati da fabbricanti diversi non sono confrontabili, e alcuni si limitano solo al minimo sindacale.
L'alternativa potrebbe essere una raccolta di testimonianze ed esperienze, ma anche in questo caso sinceramante io non saprei che farmene di un giudizio scritto con aulico linguaggio degno della più snob guida enogastronomica, come capita di trovare in altri siti: "la pellicola xyz ama rivelatori energici come l'uvw; cotta in questo brodo per il giusto tempo e con agitazione delicata ma decisa si ottiene un contrasto croccante con alteluci luminose e ombre vellutate e in mezzo un trionfo di mezzitoni dalla separazione pastosa e dal sapore fruttato. Il microcontrasto, esaltato dall'esuberante qualità dei vetri teutonici, esplode in un fuoco d'artificio di microvariazioni tonali tipiche del uvw diluito in combinazione con pellicole prodotte nei paesi dell'ex cortina di ferro con macchinari antecedenti la Grande Guerra, seguendo le ricette tradizionali, con la bollitura su fuoco di legna e la scrematura a mano del brodo per la gelatina ed utilizzando esclusivamente argento proveniente da miniere biologiche dell'Africa sub-sahariana, rigorosamente igp" ma che ...azzo vuol dire?
Nella migliore delle ipotesi non credo si possa aggiungere molto a quanto si può trovare scritto nei fogli e nelle schede tecniche dei vari sviluppi.
Spesso vado a cercare impressioni e valutazioni su pellicole e/o rivelatori che non conosco da parte di chi ha già avuto occasione di provarli, ma quello che trovo non mi serve per farmi un giudizio, ma come base per cominciare una sperimentazione dalla quale scaturirà poi il mio giudizio. Ecco, non vorrei proprio che chi si affaccia alla fotografia anologica decida di usare una certa pellicola o un certo sviluppo perché qualcuno, erroneamente considerato "più esperto", ha scritto "cotta in questo brodo per il giusto tempo e con agitazione delicata ma decisa..."