ci ho un pochino riflettuto e devo dire che se il consiglio era rivolto a me, lo trovo un pochino umiliante
detto questo, ritorno a gli amici che invece sono consapevoli di essere più terre-terra come me: io ho detto che avrei tentato di applicare, probabilmente senza riuscirci poiché non sono uno che conosce bene ma che sta applicandosi per imparare, il sistema zonale. Ed è per questo che lo avrei fatto e non perché lo considero la panacea di tutti i mali. Per "esercizio".
Infatti, visto che
neanche il cane non muove la coda per niente, haimé anche questa figata del sistema zonale, esponi per le ombre, contrai le luci e cazzabubole varie ha i suoi rovesci della medaglia.
Ora, premesso che anche questi rovesci della medaglia son cose che ci tocca spiegarcele a nostro modo e che chi le conosce già bene
sicurmente le aveva già "viste", direi che in questo specifico caso il "difetto" del contrarre a N-1 è quello del perdere separazione nelle zone basse. Insomma: le zone scure registrano dettaglio ma vengono un pochino "impastate". Ora, dato che il soggetto è il Duomo, ossia un'edificio molto "verticale" e complesso, dalle molte linee severe e piuttosto chiaro (nella foto..), necessita di queste micro-separazioni per essere ben definito ed "impastargli" le ombre sarebbe un mezzo suicidio compositivo.
Che sfiga. E quindi?
E quindi quelli che conoscono bene le cose ci insegnano che in questo caso forse sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano: le ombre importanti in zona II e le alte luci che "scendevano" automaticamente in zone ben stampabili (insomma: la foto come l'hai scattata tu, Max ;) ) ma dando una preesposizione al negativo, in zona II.
Ora andiamo in cerca di essere di nuovo tacciati di vana presunzione cercando di
spiegarci, sempre in "stupidese", il perché:
cosa succede se preespongo un negativo ad una leggera (inteso come "poca") luce "diffusa", senza dettaglio? come ad es. quella filtrata da un plexiglas bianco ? Se scattassi un rullo così e lo sviluppassi, troverei un leggero velo grigetto sui fotogrammi, tanto più scuro quanta più luce si è beccato.
Per spiegarmene l'effetto sulla foto, io che sono duro di comprendonio e che senza esempi idioti non capisco, la penso così: il negativo ha le zone che in stampa saranno quelle molto scure che sono quasi trasparenti, mentre le alte luci sono quasi nere....insomma: è IL NEGATIVO della realtà

.... "poco strato" e "tanto strato",
argenticamente parlando...
Se al "poco strato" ci aggiungo un velo grigetto, ne aumento proporzionalmente la densità di parecchio, mentre alle zone scure del negativo l'aggiunta di quel pochino di velo gli fa un baffo.
questo aumento di densità gli da "una base di sostanza", che in fase di ripresa fa "emergere" i dettagli in quelle zone che altrimenti sarebbero state "troppo trasparenti" ed in stampa, schiarisce (la luce dell'ingranditore trova un grigio più denso da attraversare e quindi espone meno la carta).
Rimane il fatto che io, che sono in piena fase di apprendimento con la targhetta "
P" attaccata dietro la borsa, avrei tentato di applicare il sistema zonale. Ed è fuor di dubbio che in fase di sviluppo negativo avrei cannato qualcosa.
Naturalmente non mi stancherò mai di prostrarmi per chiedere anticipatamente scusa a tutti coloro i quali ne sanno parecchio e che rimangono scandalizzati da questi miei tentativi di spiegare qualcosa a persone che considero amiche e che con tutta probabilità sono come me: vogliono capirle
prima senza tanti paroloni, tipo "logaritmo", "curva caratteristica" e via dicendo, che in genere servono solo ad appagare l'ego di chi fa finta di spiegarci ma in realtà si sta crogiolando nella sua cultura ed anzi, talvolta trae soddisfazione nel vederci spiazzati (mi è capitato N volte all'Università...)
Nello specifico, io ritengo che di persone in questo forum capaci di
Spiegare le cose e che possono permettersi il lusso di farlo ce ne siano solo
due e sono incidentalmente le uniche che non hanno
mai fatto vanto di sapere bene una cosa. Il resto, ossia noi, non spiegano ne tanto meno
insegnano: chiaccherano tra loro. Le chiacchere posso avvenire tra amici, tra conoscenti, tra sconosciuti e distinti signori, tra buzzurri attaccabrighe e via dicendo, ma sempre chiacchere sono.
vado, che oggi mi tocca lavorare
