Sono le 23,ha smesso di nevischiare a piacenza,sento che devo uscire.forse è solo noia,forse perchè di sera c'e' meno gente in giro e mi vergogno di meno a guardare dall'alto in quelle macchine fotografiche un pò strane,con due occhi e una manovella.occhio non vede,nessuno domanda,cuore non duole,la fotografia non ha bisogno di parole, e io non so parlare.
parcheggio la macchina,prendo la borsa e il cavalletto e inizio a camminare in una strada chiusa al traffico nel paciugo che è rimasto a terra,magia delle città,calde e accoglienti che sciolgono la neve col cuore.
ma io non sono uscito per fotografare,e non so cosa fotografare.inizia a fare freddo e non c'e' proprio nessuno.beh ci sono le panchine con la neve,per un fotografo qualunque come me vanno benissimo.poi il rullo da 12 per un digitale che si avvicina da poco a questo mondo, sono una manna rispetto alla tormenta di finirne uno da 36 senza idee concrete in testa.piazzo il cavalletto e inizio a prendere le misure con la neve.
mi ero portato anche una polaroid a strappo piazzo il cavalletto in mezzo alla strada e inizio con quella.tanto per vedere l'effetto che fà.
scatto la prima istantanea,e mentre riscaldo la pellicola con i guanti arriva una macchina nonostante la strada sia chiusa.è una volante della polizia.
seghe mentali in modalità on.
passano lentamente,ero talmente imbacuccato che potevo essere chiunque.rallentano,li guardo,mi guardano,forse hanno pietà e tirano dritto fermandosi più avanti per sistemare un posto di blocco.
mannaggia a me la polaroid ha il rullo zozzo,passiamo alla pellicola.
faccio ancora qualche metro,solo un cane che mi ringhia saltando nella neve col padrone che lo richiama all'ordine.
e poi la vedo lì,un'altra panchina.
ma non è una panchina normale come le altre che la circondano,forse è la panchina che mi aspettavo.sono sempre li,faccio il mio dovere,quattro conti con l'esposimetro,preghiera verso la reciprocità,con il freddo che non aiuta.
eppure qualche cosa mi ha portato lì,forse come nella canzone arriveranno quattro ragazzini che han deciso di cambiare il mondo...
ma fa troppo freddo e mi avvio verso la macchina.
sto per arrivare a piedi vicino al posto di blocco,oramai sereno anzi pronto a salutare gli agenti che mi hanno "graziato".ma succede qualcosa,salgono in macchina,accendono lampeggianti e sirene e partono sgommando.forse si vergognavano a salutare uno che fotografa panchine.
arrivo a casa,accendo il pc e leggo che la stessa sera in piazza cavalli,il salotto buono di piacenza,quattro ragazzini si sono accoltellati davanti a un bar al posto di cambiare il mondo.
per cui da oggi mi sento orgoglioso lo stesso...anche se fotografo panchine nella neve.
se non sono stato comprensibile è colpa dei bagordi di capodanno.
fabrizio