La mia metodologia teorica prevederebbe di calcolare, come prima cosa, il contrasto della scena puntando sui punti più chiari e quelli più scuri; ma già qui c'è il primo dubbio: in una scena estrema controluce, con sole in macchina, possiamo considerare il sole come punto più luminoso? In tal caso in che zona andrebbe?
Le zone scure: in un paesaggio sono solitamente nella parte bassa, magari tra le foglie o tra l'erba nel prato. Punti troppo piccoli da misurare. Come ci si comporta in questi casi?
Il SZ non è un "bignami" dell'esposizione ma un potente strumento creativo. Imho il concetto cardine del SZ è la
previsualizzazione non i meccanismi fotografici seguenti, che servono invece a far si che la previsualizzazione prenda corpo prima nel negativo e successivamente nella stampa.
Previsualizzazione non significa solo, o almeno non solo, immaginare la scena in bianco e nero, ma è forse il più importante atto creativo; la concretizzazione di un'immagine mentale della fotografia finita, che deriva da una serie di interazioni (emotive, ideologiche, oggettive, comunicative, ecc) tra soggetto, fotografo e osservatore-fruitore. In questi termini la domandarsi se il sole è il punto più luminoso della scena acquista un significato diverso... come direbbe Quelo:"Tu come la vedi?"
Adams ha fatto una (bella) fotografia in cui il sole è nero (solarizzato)
http://www.harlanerskine.com/blog/uploa ... 711277.jpg. L'ha previsualizzato? Gli è venuto così e se l'è tenuto? Bho! Però la fotografia non l'ha scartata, quindi la ha considerata artisticamente valida.
Il mio consiglio è che prima è meglio avere ben chiaro in mente cosa si vuole ottenere, sforzarsi di previsualizzare quello che abbiamo intorno, selezionare delle inquadrature che potrebbero essere interessanti e concentrare la previsualizzazione su queste. Poi il resto: "Come faccio a far finire su una stampa questa bellissima immagine che ho nella mente"... e viene il bello/difficile
