Un grazie anche ad Andrea, da parte mia e dell'esposimetro

Seguiró i vostri consigli...se poi vi vengono in mente altre situazioni "particolari" , "eccezioni" che confermano la regola, ben vengano ;)
Ciao, Alessandro
Moderatori: chromemax, Silverprint
Ciao Andrea, nel libro di Adams ho trovato anche qualche riferimento grafico seppur solo a supporto alla descrizione delle zone. Io il mini-regolo (non quello linkato, ma un altro che si adatta meglio al mio esposimetro) lo trovo abbastanza utile come prima base di ragionamento per cercare di immaginare come potrà essere la stampa.Silverprint ha scritto:Ciao vic.thor,
Il mini-regolo pre-stampato è potenzialmente utile, anche se secondo me è preferibile un vero regolo zonale fatto in una specifica catena. Se non altro perché anche fissando gli estremi (zona I e IX) l'andamento della curva caratteristica "complessiva" varia parecchio da catena a catena. Credo che Adams abbia preferito descrivere le zone verbalmente (per i loro attributi invarianti) piuttosto che con un esempio grafico, proprio per questo motivo.
Se una situazione è fotograficamente interessante è verosimile che non se ne faccia uno scatto solo, a che servirebbe averne 36 pronti?Tecnico73 ha scritto:Una semplice curiosità, per via del fatto che, il sistema zonale non è applicabile in maniera semplice ad un rullo con diverse esposizioni, per esempio 36 esposizione di cui 1 esposto per le ombre e sviluppato di conseguenza, si ottiene un negativo sviluppato correttamente, ma cosa succede alle restanti 35 esposizioni??
Questa frase proprio non la capisco...Tecnico73 ha scritto: In fase di stampa applicare il sistema zonale per valorizzare la foto schiarendo o scurendo un grigio per dare + o - profondità al contrasto (?) diventa una cosa più semplice da ottenere, poi posso anche sbagliarmi