Fotografare la neve
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Fotografare la neve
esiste una pellicola piu specifica di altre per fotografare la neve?
che si noti che c'è,pulita,non che sembri un pezzo di fotogramma bruciato dalla troppa esposizione
consigli?
che si noti che c'è,pulita,non che sembri un pezzo di fotogramma bruciato dalla troppa esposizione
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Re: Fotografare la neve
Uno solo che funziona sempre: esporla e svilupparla bene! ;)
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Re: Fotografare la neve
Massimo,l'hai detto tu stesso nella domanda......
Principalmente non devi bruciarla in esposizione.
Sovraesponi di 1 stop e mezzo e conduci uno sviluppo "normale".
Principalmente non devi bruciarla in esposizione.
Sovraesponi di 1 stop e mezzo e conduci uno sviluppo "normale".
Non mi interessano i paesaggi di bellezza disinfettata, tipo Ansel Adams.
Don McCullin
Ho una reflex digitale da 4000 euro,
che può scattare fino 128.000 ISO,
e mi piace aggiungere la grana
in post,come per la pellicola.........
Don McCullin
Ho una reflex digitale da 4000 euro,
che può scattare fino 128.000 ISO,
e mi piace aggiungere la grana
in post,come per la pellicola.........
Re: Fotografare la neve
Puoi provare ad usare anche un polarizzatore per eliminare i riflessi, ti toglie anche un bel po' di luminosità totale. Anche uno Skylight in misura ridotta ti aiuta a fare ciò, ma il pola l'ho provato sia per il BN che per il colore per eliminare il riverbero della sabbia bianca, funziona anche per la neve, ma vivendo in sardegna non ho provato di persona. Ti posso garantire che però ti semplifica l'esposizione finale se saputo usare bene.
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Re: Fotografare la neve
Pensate si possa usare una pellicola a 50iso?
Pensavo di esporre a quella sensibilta o anche meno,una Rollei 100
Pensavo di esporre a quella sensibilta o anche meno,una Rollei 100
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Re: Fotografare la neve
Ciao,
Puoi usare la pellicola che preferisci con le dovute accortezze.
Personalmente tenderei ad utilizzare pellicole con una curva caratteristica in cui la spalla sia poco decisa (sia cioè graduale) o spostata su densità abbastanza alte.
In generale la sensibilità nominale è inferiore alla sensibilità effettiva di circa 1 stop (molto circa). Quindi esporre maggiormente non comporta problemi (anzi), purché si riduca conseguentemente il tempo di sviluppo.
In effetti la sensibilità nominale ed i tempi di sviluppo relativi suggeriti sono stabiliti senza criteri di particolare oggettività (come facilmente desumibile leggendo una qualsiasi scheda tecnica estesa). Sono stabiliti dando priorità alla densità del "grigio medio", e assai meno importanza al contrasto (ovvero ai dettagli in alte luci o in ombra profonda). Conseguenza di questa modalità operativa è giocoforza la difficoltà ad ottenere buoni risultati in condizioni di alto contrasto.
Il perché di questa scelta è insito nella difficoltà che trovano gli utenti meno esperti ad effettuare una misurazione con almeno due punti (ombre e luci, zona III e VII) e nell'effettuare gli accurati test sulla pellicola che operare con più accortezza comporta. Senza parlare delle necessità dei laboratori "commerciali" che andrebbero (sarebbero andati) completamente in tilt di fronte a richieste di sviluppi personalizzati.
Fotografare sulla neve può mettere di fronte a situazioni di contrasto estremamente variabili. Andiamo da un contrasto piuttosto basso se fotografiamo soltanto la neve con le sue "increspature" ad un contrasto altissimo in caso di dettagli in ombra (alberi, rocce) compresenti a neve al sole. Insomma per ottenere risultati accurati con pellicola in rullo è necessario non mischiare situazioni di contrasto tanto diverse. Come? Al solito: con più fotocamere, con dorsi intercambiabili, rimuovendo i rulli non finiti se cambia il contrasto... etc.
Il seguito è per i più esperti...
Nel primo caso (contrasto molto basso) tenderei ad evitare accuratamente di mettere le alte luci sulla spalla tenendole al massimo in zona VII (+2 stop) con sviluppo N, scendendo di conseguenza se fosse necessario alzare il contrasto. Insomma nel caso specifico il nemico è la sovraesposizione e conseguente caduta sulla spalla che mortificherebbe le tenui modulazioni del tono. Da evitare altresì sviluppi compensatori specialmente se ad alto contenuto di sodio solfito.
Nel caso opposto invece (contrasto molto alto) bisogna operare con ulteriori cautele. La prima è di avere molta cura nel posizionare accuratamente le zona d'ombra evitando assolutamente sovraesposizioni anche leggere "di prudenza". Per altro se le zone d'ombra non fossero particolarmente estese e fossero pure circondate da zone decisamente più chiare (abbastanza probabile) sarebbe anche consentita una utilissima (nel caso specifico) sottoesposizione in quanto il micro contrasto locale molto elevato ingannerà l'occhio in maniera abbastanza decisa consentendo in stampa di stampare neri meno profondi senza perdere di "dinamica percepita". Ulteriore aiuto ci verrà dato dalla diffusione (sicuramente presente) che porterà un poco di luce parassita anche nelle zone più scure. Si avrà cura poi di misurare con attenzione le zone di più alta luminosità cercando per quanto possibile di tenerle piuttosto basse in fase di sviluppo. Personalmente in casi simili trovo preferibile avere alte luci che non superino (sul negativo) la zona VIII in modo da evitare la spalla (almeno in parte) e poter con facilità ottenere zone più chiare (ma ben modulate) sulla stampa, sia alzando il contrasto, sia con interventi di "sbianca locale".
Puoi usare la pellicola che preferisci con le dovute accortezze.
Personalmente tenderei ad utilizzare pellicole con una curva caratteristica in cui la spalla sia poco decisa (sia cioè graduale) o spostata su densità abbastanza alte.
In generale la sensibilità nominale è inferiore alla sensibilità effettiva di circa 1 stop (molto circa). Quindi esporre maggiormente non comporta problemi (anzi), purché si riduca conseguentemente il tempo di sviluppo.
In effetti la sensibilità nominale ed i tempi di sviluppo relativi suggeriti sono stabiliti senza criteri di particolare oggettività (come facilmente desumibile leggendo una qualsiasi scheda tecnica estesa). Sono stabiliti dando priorità alla densità del "grigio medio", e assai meno importanza al contrasto (ovvero ai dettagli in alte luci o in ombra profonda). Conseguenza di questa modalità operativa è giocoforza la difficoltà ad ottenere buoni risultati in condizioni di alto contrasto.
Il perché di questa scelta è insito nella difficoltà che trovano gli utenti meno esperti ad effettuare una misurazione con almeno due punti (ombre e luci, zona III e VII) e nell'effettuare gli accurati test sulla pellicola che operare con più accortezza comporta. Senza parlare delle necessità dei laboratori "commerciali" che andrebbero (sarebbero andati) completamente in tilt di fronte a richieste di sviluppi personalizzati.
Fotografare sulla neve può mettere di fronte a situazioni di contrasto estremamente variabili. Andiamo da un contrasto piuttosto basso se fotografiamo soltanto la neve con le sue "increspature" ad un contrasto altissimo in caso di dettagli in ombra (alberi, rocce) compresenti a neve al sole. Insomma per ottenere risultati accurati con pellicola in rullo è necessario non mischiare situazioni di contrasto tanto diverse. Come? Al solito: con più fotocamere, con dorsi intercambiabili, rimuovendo i rulli non finiti se cambia il contrasto... etc.
Il seguito è per i più esperti...
Nel primo caso (contrasto molto basso) tenderei ad evitare accuratamente di mettere le alte luci sulla spalla tenendole al massimo in zona VII (+2 stop) con sviluppo N, scendendo di conseguenza se fosse necessario alzare il contrasto. Insomma nel caso specifico il nemico è la sovraesposizione e conseguente caduta sulla spalla che mortificherebbe le tenui modulazioni del tono. Da evitare altresì sviluppi compensatori specialmente se ad alto contenuto di sodio solfito.
Nel caso opposto invece (contrasto molto alto) bisogna operare con ulteriori cautele. La prima è di avere molta cura nel posizionare accuratamente le zona d'ombra evitando assolutamente sovraesposizioni anche leggere "di prudenza". Per altro se le zone d'ombra non fossero particolarmente estese e fossero pure circondate da zone decisamente più chiare (abbastanza probabile) sarebbe anche consentita una utilissima (nel caso specifico) sottoesposizione in quanto il micro contrasto locale molto elevato ingannerà l'occhio in maniera abbastanza decisa consentendo in stampa di stampare neri meno profondi senza perdere di "dinamica percepita". Ulteriore aiuto ci verrà dato dalla diffusione (sicuramente presente) che porterà un poco di luce parassita anche nelle zone più scure. Si avrà cura poi di misurare con attenzione le zone di più alta luminosità cercando per quanto possibile di tenerle piuttosto basse in fase di sviluppo. Personalmente in casi simili trovo preferibile avere alte luci che non superino (sul negativo) la zona VIII in modo da evitare la spalla (almeno in parte) e poter con facilità ottenere zone più chiare (ma ben modulate) sulla stampa, sia alzando il contrasto, sia con interventi di "sbianca locale".
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Re: Fotografare la neve
Ti riferisci alla spalla della pellicola o al "piede" della carta? Perché la spalla è ben sopra la Zona VIII.Personalmente in casi simili trovo preferibile avere alte luci che non superino (sul negativo) la zona VIII in modo da evitare la spalla (almeno in parte)
Scusami le molte domande (anche su altri post), cerco di capire ed imparare

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Re: Fotografare la neve
Giusta richiesta di precisazioni in effetti. Mi riferisco a entrambi, alla spalla della pellicola in primis. Se abbassi lo sviluppo per avere contrasto adeguato si abbassa anche la spalla del negativo, di solito si abbassa parecchio (dipende comunque dalla pellicola e dai valori che usiamo per la zona VIII - io circa 0.90). Il piede della carta fa anche la sua parte, però li di solito è più facile districarsi, come dicevo, alzando un po' il contrasto e bruciando appena, stampando un filino più scuro e poi sbiancando localmente, etc.chromemax ha scritto:Ti riferisci alla spalla della pellicola o al "piede" della carta? Perché la spalla è ben sopra la Zona VIII.Personalmente in casi simili trovo preferibile avere alte luci che non superino (sul negativo) la zona VIII in modo da evitare la spalla (almeno in parte)
Scusami le molte domande (anche su altri post), cerco di capire ed imparare
È il famoso ed annoso problema della zona IX!

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Re: Fotografare la neve
cosa sarebbe questa"Spalla"?
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Re: Fotografare la neve
Ci fanno il San Daniele!maxnumero1 ha scritto:cosa sarebbe questa"Spalla"?

La risposta alla luce dei materiali fotosensibili può essere rappresentata su un grafico detto "curva caratteristica".
Sulle ascisse il logaritmo dell'esposizione, sulle ordinate la densità che il materiale sensibile raggiunge in un dato trattamento per una data esposizione, quella appunto sulle ascisse.
Il grafico è una curva a forma di "S" più o meno allungata diviso "idealmente" in tre parti: "piede", "parte rettilinea" e "spalla".
La "spalla" è il punto in cui il materiale fotosensibile comincia ad avvicinarsi alla saturazione e non vi è più una corrispondenza diretta tra esposizione ed annerimento, ovvero l'incremento di densità è minore di quello che si ha per una identica variazione di esposizione a livelli di esposizione più bassi. Il materiale sensibile raggiunge la saturazione quando ad un aumento della esposizione non corrisponde un aumento della densità.
La "parte rettilinea" (circa) è quella in cui vi è proporzionalità tra esposizione ed annerimento.
Il "piede" è la parte iniziale del grafico e racconta di come il materiale sensibile reagisce ai bassi livelli di esposizione, anche esso non è lineare, ovvero anche sul piede all'aumentare dell'esposizione non vi è un proporzionale aumentare della densità che è minore di quanto avviene nella parte rettilinea.
La forma che assume la curva caratteristica è tipica (abbastanza) di ogni materiale sensibile e rappresenta il suo "carattere".
Le variazioni di trattamento chimico influenzano maggiormente la pendenza e l'estensione della curva caratteristica che non la sua forma.
Le variazioni di trattamento chimico hanno inoltre maggior effetto maggiore è il livello di esposizione (se ben entro il limite di saturazione).

