Guida per Palladiotipie

Disussioni sulle tecniche alternative come l'infrarosso od il foro stenopeico

Moderatori: chromemax, Silverprint

Avatar utente
Ango
fotografo
Messaggi: 80
Iscritto il: 20/11/2022, 21:11
Reputation:

Guida per Palladiotipie

Messaggio da Ango »

Ciao a tutti,
Sperando di fare cosa gradita ho deciso di scrivere questa piccola giuda pratica per realizzare delle palladiotipie.
Il concetto di questa guida è di spiegare il metodo che utilizzo per realizzare stampe al palladio cercando di lavorare con la massima precisione per ottenere una ripetitibilità delle stampe.

Premessa il mio metodo è ibrido ossia utilizza file digitali per ottenere un negativo di grande formato da stampare a contatto, ovviamente che questi file arrivino da una camera digitale o dalla scannerizzazione di un negativo non fa alcuna differenza.

IL PROCESSO IN BREVE
Una palladiotipia è un tipo di stampa che utilizza come "pigmento" il palladio metallico. Perchè questa scelta? Il palladio a differenza dell'argento non subisce nessuna ossidazione con il tempo, questo rende la stampa (se correttamente trattata) praticamente eterna o meglio, resiste fino a quando il supporto su cui è stampata non si degraderà. La stampa con questo tipo di tecnica non richiede ingranditore ma si esegue a contatto con l'utilizzo di un torchietto (che vedremo in seguito) quindi il negativo deve essere della stessa dimensione della foto che vogliamo ottenere.

Il palladio di per se non è sensibile alla luce e dunque per poterlo far depositare sulla carta dobbiamo utilizzare un composto sensibile alla luce, nel nostro caso sarà un composto di ferro (ossalato ferrico). L'ossalato ferrico (27%) va poi appunto miscelato con il sodio tetracloropalladato (17%) in parti uguali e va aggiunto un regolatore di contrasto il sodio esacloroplatinito detto NA2 (20%). Faccio una precisazione, questo tipo di stampa richiede un negativo molto contrastato che normalmente con le carte ad argento corrisponde ad un grado 0 o al massimo ad un grado 1.

Come si comporta questa chimica?
La chimica per palladiotipie come quella di altre tecniche antiche è sensibile solo agli ultravioletti per la precisione agli UVa con una lunghezza d'onda di circa 365nm. Questa sensibilità ridotta si trasforma in una maggiore facilità di utilizzo e di gestione non necessitando di una camera oscura. L'aspetto negativo della ridotta sensibilità si trasforma in esposizioni particolarmente lunghe e preferibilmente con luci UV, la luce solare può funzionare allo scopo ma non permette di ottenere una ripetitività e una costanza dei risultati per me accettabile.

Una volta che la nostra carta è stata esposta andrà poi sviluppata e lavata tramite una serie di bagni che hanno lo scopo di lasciare la carta priva di qualunque sostanza chimica non desiderata e lasciare nella carta un buffer alcalino per neutralizzare la leggera acidità che il palladio rilascerà con gli anni rendendo la stampa duratura.
Lo sviluppo deve essere eseguito a fondo, è praticamente istantaneo e non permette nessuna regolazione in caso di errori durante la fase di esposizione. I bagni che vengono fatti successivamente hanno lo scopo di lavare via dalla carta il sensibilizzante non esposto e lasciare l'aspetto definitivo della stampa. Essendo il sensibilizzante steso a mano sulla carta questa sarà necessariamente opaca e soffrirà di un leggero dry down effect ma per i miei gusti niente troppo esagerato. Nel caso si volesse ottenere un effetto più lucido o con neri più profondi era prassi antica coprire la stampa con un leggero strato di cera, mi sento però di sconsigliarlo per non compromettere la resa archivistica che questa tipologia di stampa offre.


I MATERIALI
- la chimica che utilizzo è composta da tre elementi fondamentali più gli sviluppatori e i bagni di lavaggio.
sensibilizzante
ossalato ferrico (27%)
sodio tetracloropalladato (17%)
sodio esacloroplatinito NA2 (20%)

sviluppatore
ammonio citrato (25%)
in alternativa
potassio ossalato (35%)
lavaggio
EDTA II (1-3%)
sodio solfito o betabisolfito di sodio (3%)
EDTA IV (3%)


- la carta DEVE essere 100% puro cotone senza sostanze buffer o coloranti al suo interno ne esistono di vari tipi ma il
mio consiglio per il miglior rapporto qualità prezzo è la HAHNEMUHLE PLATINUM RAG in formato A3.

- il negativo, per creare il nostro negativo digitale io utilizzo dei fogli di ACETATO FERRANIA sempre in formato A3 che
poi taglio in due potendo stampare massimo il formato A4

- la stampante, quella a mia disposizione è una CANON PIXMA MG6150 datata ma che riesce a fare bene il suo lavoro,
per stampare i negativi uso solo gli inchiostri nero e grigio e riesco ad ottenere una buona gamma di grigi e un nero
coprente per ottenere bianchi puri in stampa

- materiale per stesa, per stendere il sensibilizzante sulla carta è necessario usare attrezzi privi di metallo io uso un
pennello di legno con setole naturali che funziona a meraviglia, in alternativa può essere utilizzato un cilindro di
vetro che permetterà di ottenere un effetto diverso.

- il torchietto, quello da me utilizzato è auto costruito ma si trovano in commercio già fatti, nel mio caso è
sufficientemente grande per poter avere una area esposta in formato A3 e sul retro ho messo uno strato di feltro per
mantenere una perfetta adesione tra carta e negativo per evitare spiacevoli sfocature.

- il bromografo, viene utilizzato per esporre con precisione e costanza la fotografia, il mio è auto costruito e utilizza 4 neon a luce UVa, con i neon è importante avere una buona distanza tra luce e carta (circa 40cm) e una distanza tra i neon stessi piuttosto piccola (circa 15cm) questo per evitare la formazione di bande.

- le bacinelle, una per lo sviluppo che deve essere dedicata solo a quello, tre per i lavaggi con gli altri chimici e una
per i vari risciacqui tra un passaggio e l'altro e per il lavaggio finale.

LA PRATICA
Si potrebbe pensare di regolare ogni volta il contrasto del sensibilizzante per adattarlo al negativo ma potendo disporre di un negativo digitale conviene lavorare "al contrario" scegliendo prima la nostra formula chimica e tenendola costante adattando quindi il negativo per ottenere la stampa che vogliamo.
Ecco come procederemo per prima cosa decidiamo la formulazione chimica, nel mio caso utilizzo 1ml per la soluzione di ferro, 1ml per la soluzione di palladio e 0.08ml per la soluzione di NA2 per sensibilizzare una superficie di 20X30cm per formati minori è sufficiente scalare la dose.
Decisa la formula chimica si procede sensibilizzando un pezzo di carta.
La stesa deve avvenire in luce attenuata e tutti i passaggi che comprendono il foglio di carta sensibile dovranno avvenire sempre in luce attenuata.
Dopo aver miscelato i componenti si versano sulla carta e si stendono con il pennello (o con il cilindro di vetro) fino ad ottenere una stesa uniforme e omogenea. Si lascia asciugare la carta, deve essere completamente asciutta e se fatto oscillare deve fare il classico suono di carta asciutta.
Provvediamo ora a eseguire un provino a scalare per la determinazione del tempo necessario per determinare il massimo annerimento della carta. Nel provino scalare sarà necessario apporre sopra alla carta un pezzo di acetato, lo stesso che useremo per stampare i negativi. Nel mio caso il tempo è di 5 minuti oltre questo tempo non si nota nessun aumento di densità.


Determinato il tempo per il massimo nero stampiamo una scala di grigi (Stouffer step wedge) ma stampata con la nostra stampante sull'acetato che utilizziamo. Nel mio caso la scala è stata presa da internet ed ovviamente è stata invertita creandone l'effettivo negativo. Sarà magari necessario provare alcune impostazioni della stampante per ottenere un buon negativo, nel mio caso ho aumentato leggermente il quantitativo di inchiostro al fine di avere una buona copertura delle zone più scure del negativo.
Si espone sempre sempre per il tempo trovato prima si sviluppa e si completa tutto il trattamento ed infine si lascia asciugare la nostra prima scala di grigi. Una volta asciutta si compara la scala che abbiamo realizzato con quella a dovremmo avere, nel mio caso il controllo lo faccio con la scala che vedo sul monitor questo perchè così so che quello che vedrò sul monitor corrisponderà alle stampe che farò.
Sicuramente la prima scala non sarà perfetta. Per correggerla dovremo utilizzare un software di fotoritocco (stesso software che dovremo usare in futuro) e creare una curva di contrasto e regolare i singoli livelli di grigio cosi da avere corrispondenza tra il monitor e il risultato su carta.
Trovata la precisa corrispondenza è necessario salvare la curva che abbiamo creato così da poterla richiamare in seguito per le prossime foto. Ora possiamo passare a fare la prima stampa.

Passiamo ora a realizzare la prima stampa realizziamo il negativo partendo dalla foto originale.
Elaboriamo e correggiamo la foto in positivo per renderla come la vorremmo e come l'abbiamo previsualizzata. Completata questa fase carichiamo la curva precedentemente salvata la foto sarà nettamente diversa ma non temete è tutto normale.
Ora possiamo invertire la foto creandone un negativo e soprattutto specchiarla cosi da poter poi mettere la parte stampata a contatto con la carta sensibile.
Ottenuto il negativo si procede a preparare il sensibilizzante per la stesa su carta, si stende seguendo le indicazioni scritte prima e si lascia asciugare.

Completata questa fase si unisce il negativo al foglio sensibile e si posizionano dentro il torchietto, chiuso questo si procede ad esporre.

Completata l'esposizione si disassembla tutto il pacchetto noterete che la goto è già in parte visibile ma non si tratta del palladio ma ben sì del ferro che ha reagito con la luce UV, si procede allo sviluppo che farà depositare il palladio nella carta, è istantaneo ma va comunque portato a termine in circa 2 minuti.

Sviluppata la foto si procede con i bagni chiarificatori la sequenza è la seguente: EDTA II, sodio solfito, EDTA IV.
il tempo per ogni bagno è di circa 2 minuti e tra un bagno e l'altro è necessario un lavaggio accurato per 20 minuti.
Il lavaggio finale invece deve essere più lungo, è consigliato di circa 60 minuti ed in ogni caso non meno di 30 minuti sotto acqua corrente.

Lasciate asciugare la stampa all'aria e avrete la vostra stampa al palladio.



Telegram Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato Offerte materiale analogico


Avatar utente
Ango
fotografo
Messaggi: 80
Iscritto il: 20/11/2022, 21:11
Reputation:

Re: Guida per Palladiotipie

Messaggio da Ango »

Il torchietto
40907-01[1].jpeg

Il bromografo
41945-01[1].jpeg
Prove di calibrazione
20220602_000813-01-01[1].jpeg

Una stampa in fase di esposizione
48458-01[1].jpeg



Alcuni esempi di stampe
1000020153-01[1].jpeg
20220723_213547-01[1].jpeg
20220930_224035-01-01[1].jpeg

Avatar utente
negativo
guru
Messaggi: 447
Iscritto il: 10/03/2017, 1:35
Reputation:

Re: Guida per Palladiotipie

Messaggio da negativo »

Ango ha scritto:
30/11/2023, 21:46
Il torchietto 40907-01[1].jpeg


Il bromografo 41945-01[1].jpeg

Prove di calibrazione20220602_000813-01-01[1].jpeg


Una stampa in fase di esposizione 48458-01[1].jpeg




Alcuni esempi di stampe 1000020153-01[1].jpeg 20220723_213547-01[1].jpeg 20220930_224035-01-01[1].jpeg
Ottime stampe.Complimenti. Ho praticato per anni la stampa al Pt/PD ma non quella al solo Palladio che da pure lei bellissimi risultati. Conosco i prodotti per la chiarificazione che sono i medesimi che usi tu, ma io per l' eliminazione del OF3 negli ultimi anni tenevo la stampa in ogni bagno per 10' seguendo le indicazioni di Mike Ware. Il fatto è che per vedere se funziona lo si vedrà nel tempo ( alcuni anni), io ho avuto sgradevoli sorprese in proposito a cui per fortuna sono arrivato a rimediare. OF3 è un " osso duro " da rimuovere completamente. Buon lavoro

Avatar utente
Ango
fotografo
Messaggi: 80
Iscritto il: 20/11/2022, 21:11
Reputation:

Re: Guida per Palladiotipie

Messaggio da Ango »

Io uso il solo palladio per la facilità di gestione del contrasto e lmper non dover tenere diverse soluzione di OF. Per i bagni di chiarificazione di solito abbondo un po perché tanto non comporta nessun tipo di problema ma ora che mi hai detto questo allunghero i tempo con più attenzione.
Posso chiederti che sorprese hai avuto?

Avatar utente
negativo
guru
Messaggi: 447
Iscritto il: 10/03/2017, 1:35
Reputation:

Re: Guida per Palladiotipie

Messaggio da negativo »

Ingiallimenti sulle stampe dovute alla non completa rimozione dell'ossalato ferrico associato a diversi fattori:
carte che ai quei tempi, parlo di circa 30 anni fa, per questi processi non erano ancora prodotte e si andava a tentativi e molte non rispondevano bene al processo di chiarificazione, e comunque anche con le prime Arches Platine era un mezzo disastro perché non erano costanti nella resa, tanto più che allora si consigliava di utilizzare Acido Cloridrico secondo i vecchi testi e non esistevano pubblicazioni aggiornate e Internet da consultare. Insomma un brancolare nel buio assai costoso. Poi negli anni a seguire venne suggerito l'Hypo Clearing ma funzionò solo su alcune carte in modo comunque approssimativo e infine i bagni da te citati che pare funzionano. Per rimediare al danno ho sperimentato diverse soluzioni e alla fine sono riuscito ad eliminare del tutto queste macchie rifacendo tutta la trafila di chiarificazione ma utilizzando un bagno finale di Percarbonato di Sodio puro. Questo processo correttivo mi è stato pubblicato su alternativephotography. com
Se ti va, vai sul sito e sulla ricerca scrivi Devecchi, ti apparirà l'articolo in inglese con le stampe di esempio. Ti suggerirei nella ricerca sul sito sopracitato di scrivere Marco Boeringa, è un olandese che lavora in un Istituto di Conservazione il quale ha scritto un articolo approfondito e molto interessante sulle eventuali criticità in questi processi di stampa, vale la pena leggerlo, pure questo in inglese ma con il traduttore automatico è comprensibile. Buon lavoro.

Avatar utente
Ango
fotografo
Messaggi: 80
Iscritto il: 20/11/2022, 21:11
Reputation:

Re: Guida per Palladiotipie

Messaggio da Ango »

Ti ringrazio molto avermi dato alcuni spunti di approfondimento, me li andrò a cercare a li aggiungerò al materiale di mio possesso così da integrare la nozioni. Sull'acido cloridrico avevo letto anche io che veniva usato ma nei testi che ho utilizzato per creare la mia catena suggerivano appunto di usare i bagni citrati prima per avere una buona chiarificazione.

Per la carta come scritto sopra io uso la platinum rag che dovrebbe essere destinata a quello scopo, ero tentato di utilizzare anche la Arches Platine ma dato il costo quasi doppio rispetto alla Hahnemuhle ho pensato di lasciarla da parte per il momento.

Telegram Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato Offerte materiale analogico


Rispondi