perchè il wash aid lo uso poco a prescindere e quello per alcune TA è un pochino diverso e più “leggero” uso il Tf 3 o 4 non ricordo il numero, lo stesso che si usa anche per gli sviluppi pyro. Ma in mancanza di quello uso anche il “normale” rapid fixer anche se da risultati un po’ diversi nella stampa bruna .
Ps: se usi l’acqua non corri per forza il rischio, basta usarla bene.
Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Buongiorno,
chi mi può aiutare a capire se è questo il famoso EDTA?
https://www.laboldtech.com/prodotto/edt ... ico-100gr/
Sodio Solfito Anidro credo di averlo individuato..
grazie
chi mi può aiutare a capire se è questo il famoso EDTA?
https://www.laboldtech.com/prodotto/edt ... ico-100gr/
Sodio Solfito Anidro credo di averlo individuato..
grazie
Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Eì lui, un pò caretto
https://www.ars-imago.com/en/shop/ac80- ... ,5933,5934
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Fabio
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Grazie @effegi61
Ma da ARS ima go sembra essere fuori stock.
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Vedi qui: www.proekosrl.com/shop Scrivi nella ricerca EDTA Tetrasodico - Seleziona BARATTOLO e quantitativo ( es. 1kg ).Alepentacon ha scritto: ↑07/12/2022, 13:02Grazie @effegi61
Ma da ARS ima go sembra essere fuori stock.
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Ciao
Per essere sicuro di aver compreso nella formula Kodak
20g sodium sulphite
4g sodium metabisulphite
1g sodium citrate
1g EDTA
1l water
È già una soluzione di lavoro oppure la devo ulteriormente diluire a 1+4?
Grazie
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Per essere sicuro di aver compreso nella formula Kodak
20g sodium sulphite
4g sodium metabisulphite
1g sodium citrate
1g EDTA
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È già una soluzione di lavoro oppure la devo ulteriormente diluire a 1+4?
Grazie
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Mario
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
È già la soluzione di lavoro, ma sciogli i componenti dall'ultimo al primo
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Ok graziechromemax ha scritto:È già la soluzione di lavoro, ma sciogli i componenti dall'ultimo al primo
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Mario
Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
Da non chimico ho sempe saputo che in tutte le formule di chimica fotografica i componenti vanno sciolti nell'ordine indicato.....ma sciogli i componenti dall'ultimo al primo
Quando ho chiesto perchè mi hanno sempre risposto perchè rispettando l'ordine è più facile lo..."scioglimento"....altrimenti il rischio è che si formino grumi, poi difficilmente "scioglibili". Da non chimico ma comunque da tecnico ho anche pensato che questa potrebbe essere una indicazione generica, importante su alcune soluzioni, ma magari irrilevante su altre, ma tanto vale adottarla sempre? Unica eccezione è lo "scioglimento" del metolo, dove conviene sciogliere prima un pizzico di sodio solfito per evitare che il metolo si ossidi. Potrai immaginare che un non chimico prenda queste indicazioni come "must". Come mai in questo caso suggerisci il contrario? No voglio essere provocatorio, tutt'altro, ma siccome preparo anche io il wash aid con l'identica formula e ho sempre sciolto nell'ordine, vorrei capire.
Grazie
Fabio
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Re: Hypo-Clearing Agent | Eliminatore di iposolfito
La formula è composta da 4 ingredienti di cui il "principio attivo" è il solfito di sodio.
Se si ha dell'acqua dura, quando si scioglie il solfito si ha un intorbidamento causato dal precipitato di solfati di calcio e magnesio insolubili che formano una polverina finissima bianca che viene inglobata dall'emulsione macchiando i neri delle stampe e, nei negativi ingranditi, sarà visibile come una miriade di puntini; in entrambi i casi, le immagini saranno rovinate in maniera irrecuperabile, anche se la stampa è sempre possibile rifarla se il negativo è buono (l'hca coi negativi non serve a gran ché).
Ecco allora che si aggiungono un chelante, l'edta, e un anticalcio, il citrato (non si usa l'acido citrico perché reagisce col solfito rendendo la soluzione meno attiva).
Come conservante si unisce anche un po' di metabisolfito che aiuta a resistere all'azione ossidante dell'aria a cui il solfito è molto soggetto.
Da quanto sopra si capisce che è meglio sciogliere per primi l'edta e il citrato che eviteranno qualsiasi precipitato in caso di acque dure, poi il metabisolfito che andrà ad unirsi all'ossigeno dell'acqua e per ultimo, in un ambiente ottimale, il solfito di sodio che sarà quello che dovrà fare il "lavoro sporco" coi sali complessati delle reazioni di fissaggio.
Se si ha dell'acqua dura, quando si scioglie il solfito si ha un intorbidamento causato dal precipitato di solfati di calcio e magnesio insolubili che formano una polverina finissima bianca che viene inglobata dall'emulsione macchiando i neri delle stampe e, nei negativi ingranditi, sarà visibile come una miriade di puntini; in entrambi i casi, le immagini saranno rovinate in maniera irrecuperabile, anche se la stampa è sempre possibile rifarla se il negativo è buono (l'hca coi negativi non serve a gran ché).
Ecco allora che si aggiungono un chelante, l'edta, e un anticalcio, il citrato (non si usa l'acido citrico perché reagisce col solfito rendendo la soluzione meno attiva).
Come conservante si unisce anche un po' di metabisolfito che aiuta a resistere all'azione ossidante dell'aria a cui il solfito è molto soggetto.
Da quanto sopra si capisce che è meglio sciogliere per primi l'edta e il citrato che eviteranno qualsiasi precipitato in caso di acque dure, poi il metabisolfito che andrà ad unirsi all'ossigeno dell'acqua e per ultimo, in un ambiente ottimale, il solfito di sodio che sarà quello che dovrà fare il "lavoro sporco" coi sali complessati delle reazioni di fissaggio.
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