Non è che son un gran lettore di libri di fotografia perchè piu cha altro li sfoglio, ma ce ne son 3 che mi han lasciato qualcosa piu degli altri (altri 2 che ho letto):
- "La camera chiara" di Barthes che ha qualche perla illuminante, tipo:
"La foto-ritratto è un campo chiuso di forze. Quattro immaginari vi s’incontrano, vi si affrontano, vi s’incontrano. Davanti all’obbiettivo, io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. In altre parole, azione bizzarra: io non smetto di imitarmi, ed è per questo che ogniqualvolta mi lascio fotografare, io sono immancabilmente sfiorato da una sensazione d’inautenticità, talora d’impostura. Immaginariamente, la Fotografia rappresenta quel particolarissimo momento in cui, a dire il vero, non sono né un oggetto né un soggetto, ma piuttosto un soggetto che diventa oggetto: in quel momento io vivo una micro-esperienza della morte: io divento veramente spettro."
- "Collezionare fotografia" di Curti Dolfi Agostini che m'ha disilluso sulla fotografia artistica, e sull'arte in generale.
- "Fotografia e inconscio tecnologico" di Franco Vaccari:
"Comunemente si ritiene che la capacità di neutralizzare il casuale sia direttamente proporzionale al valore del fotografo".
"La massima preoccupazione dei fotografi sarebbe quella di bloccare ai livelli piu gratificanti la sgradevolissima oscillazione della valutazione della propria condizione sociale. [...]
Da qui il bisogno di connotare l'immagine nei modi ritenuti socialmente piu significativie piu adatti a trasmettere un'immagine di se stessi sulla quale si riverberi la luce delle forme ritenute "alte" perchè già cariche di collaudato prestigio. [...]
... Si può dire che per il fotografo lo stile è il messaggio.
[TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Anche io li prenderei entrambi, sono molto diversi e si occupano di cose diverse.
Lascerei cadere nel dimenticatoio Barthes che poverino ha preso proprio un abbaglio. Tra i piccoli grandi classici "La Camera Chiara" si contende la fama con "Sulla Fotografia" di Susan Sontag, che invece è un testo intelligente e per tanto non ha bisogno di nascondere un pensiero lacunoso sotto un linguaggio alto e ostile come fa Barthes.
Una mia vecchia nota:
"Ci sono testi o persone che diventano mitologici... alcuni a sproposito.
Un modo per essere considerati dei geni è scrivere cose incoerenti e complicate, o quasi incomprensibili o completamente idiote.
Il Barthes che ha scritto il famosissimissimo libro "La Camera Chiara" forse è riuscito a fare tutto insieme.
Ecco qui una critica brevissima. In pillole!
Il "punctum" è un fatto percettivo. Il fotografo (o lo stampatore, meglio) lo mette dove gli pare, ne mette quanti ne vuole, o non ne mette per niente. In un immagine povera dal punto di vista tecnico il "punctum" può essere casuale e privo di significato.
Il "senso" di cui Barthes avvolge questi punti di attrazione percettiva (non sono soggettivi, è verificabile) è un illusione.
Il noema secondo Barthes, il famoso "è stato", è un errore grossolano. Tutta la fotografia pubblicitaria ha per esempio un altro noema, ovvero "vorrei che fosse" o "speriamo che sia" (fate vobis). Molta fotografia di paesaggio o di monumenti dice "è, è stato e sarà". Ci pensate se con nostalgia osservando la pubblicità dell'auto dei nostri (idioti) sogni esclamassimo "è stata" (non è più)?! Non ci siamo.
L'altro assunto, di un idealismo tendente all'assoluto e delirante, è la non separabilità dell'immagine fotografica dal suo referente (come l'etichetta attaccata alla scatola). Per Barthes infatti, tra la fotografia di un oggetto, l'oggetto nella realtà e l'immagine mentale di esso non vi è differenza. Detta in altri termini per Barthes risulta impossibile distinguere tra percezione retinica ed immagine mentale (che si può fare senza percezione). Egli risolve (si fa per ridere) il paradosso così creato inventando un noema posticcio; questo "è stato" che rappresenta l'unica soluzione di una costruzione mentale sbagliata nelle sue fondamenta. Ovvero l'unico modo per Barthes di non confondere un ogetto reale con la sua fotografia è di dire che la fotografia "è stata". Che genio!
Accidenti i falsi miti non crollano mai... che barba!"
Lascerei cadere nel dimenticatoio Barthes che poverino ha preso proprio un abbaglio. Tra i piccoli grandi classici "La Camera Chiara" si contende la fama con "Sulla Fotografia" di Susan Sontag, che invece è un testo intelligente e per tanto non ha bisogno di nascondere un pensiero lacunoso sotto un linguaggio alto e ostile come fa Barthes.
Una mia vecchia nota:
"Ci sono testi o persone che diventano mitologici... alcuni a sproposito.
Un modo per essere considerati dei geni è scrivere cose incoerenti e complicate, o quasi incomprensibili o completamente idiote.
Il Barthes che ha scritto il famosissimissimo libro "La Camera Chiara" forse è riuscito a fare tutto insieme.
Ecco qui una critica brevissima. In pillole!
Il "punctum" è un fatto percettivo. Il fotografo (o lo stampatore, meglio) lo mette dove gli pare, ne mette quanti ne vuole, o non ne mette per niente. In un immagine povera dal punto di vista tecnico il "punctum" può essere casuale e privo di significato.
Il "senso" di cui Barthes avvolge questi punti di attrazione percettiva (non sono soggettivi, è verificabile) è un illusione.
Il noema secondo Barthes, il famoso "è stato", è un errore grossolano. Tutta la fotografia pubblicitaria ha per esempio un altro noema, ovvero "vorrei che fosse" o "speriamo che sia" (fate vobis). Molta fotografia di paesaggio o di monumenti dice "è, è stato e sarà". Ci pensate se con nostalgia osservando la pubblicità dell'auto dei nostri (idioti) sogni esclamassimo "è stata" (non è più)?! Non ci siamo.
L'altro assunto, di un idealismo tendente all'assoluto e delirante, è la non separabilità dell'immagine fotografica dal suo referente (come l'etichetta attaccata alla scatola). Per Barthes infatti, tra la fotografia di un oggetto, l'oggetto nella realtà e l'immagine mentale di esso non vi è differenza. Detta in altri termini per Barthes risulta impossibile distinguere tra percezione retinica ed immagine mentale (che si può fare senza percezione). Egli risolve (si fa per ridere) il paradosso così creato inventando un noema posticcio; questo "è stato" che rappresenta l'unica soluzione di una costruzione mentale sbagliata nelle sue fondamenta. Ovvero l'unico modo per Barthes di non confondere un ogetto reale con la sua fotografia è di dire che la fotografia "è stata". Che genio!
Accidenti i falsi miti non crollano mai... che barba!"
Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Diciamo che la scelta è momentanea e di motivo prettamente economico perché, visto che costano 50€ l'uno, i miei genitori mi hanno detto che me ne regalano uno per natale e devo quindi decidere quale titolo dargli.
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Il Newhall è un ottimo manuale, è stato uno dei libri di testo di università (dove fotografia l'insegnano all'università) più comuni per anni ed anni. Forse però è un po' noioso e sostenuto da un'idea di cosa sia l'arte un po' sorpassata. Recentemente è stato sostituito nel rulo da "A new history of photography" di Frizot (disponibile in inglese e francese) che è un po' più scorrevole, completo ed aggiornato. In effetti dei manuali coinvolgenti ed interessanti mancano e ci sono molti testi più specialistici però un quadro generale è necessario e quindi la lettura dei manuali è "obbligatoria"!
"Storia Sociale della Fotografia" è un testo avvincente scritto da una prospettiva molto intelligente. Insieme a "Wanted" e "Storia della Fotografia Pornografica" costituisce una visione molto completa ed acuta della fotografia come fenomeno sociale. Secondo me sono imperdibili.
"Storia Sociale della Fotografia" è un testo avvincente scritto da una prospettiva molto intelligente. Insieme a "Wanted" e "Storia della Fotografia Pornografica" costituisce una visione molto completa ed acuta della fotografia come fenomeno sociale. Secondo me sono imperdibili.
Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Se il testo francese di Frizot è questo: "Nouvelle histoire de la photographie" purtroppo non è più disponibile/in stampa (almeno cosi mi disse la mia libraia di libri Francesi) le uniche copie che si trovano sono fuori prezzo (tipo 200 euro... )
L'inglese non lo so...
Spero sempre in una ristampa. Sono anni che spero...
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
È quello.
Ma dai, 200 neuri? Mi pare da matti... Secondo me in qualche bancarella si trova a meno di un quarto del prezzo...
Ma dai, 200 neuri? Mi pare da matti... Secondo me in qualche bancarella si trova a meno di un quarto del prezzo...
Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Cercasi bancarella...
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Ho dato un occhiata sul web... mamma mia, forse hai ragione, alla Fnac una copia usata la danno a 590 neuri, sono pazzi, manco fosse una edizione speciale limitata.
Impara l'inglese! Vale la pena, risparmi un sacco di soldi!
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Io aggiungerei "Photographic Printing" di Gene Nocon.etrusco ha scritto: 1 - way bejound monochrome 2ed
2 - il negativo (Ansel Adams)
3 - la stampa (Ansel Adams)
4 - the darkroom coockbook
5 - la fotografia, una storia culturale e visuale
Esiste solo in cartaceo.
L'ho preso tramite Amazon compresa spedizione a 5,90 €.
http://tinyurl.com/oh2ru79
Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti
Solo per segnalare due libri che io amo molto e che non sono citati da nessuno:
Willy Ronis, Lezioni di fotografia (2011)
André Kertész, Washington Square (1954)
Willy Ronis, Lezioni di fotografia (2011)
André Kertész, Washington Square (1954)
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