Analogica.it

Parliamo spesso di libri per cominciare, bene che ne dite di consigliarne 5 a chi si sta avvicinando a questo mondo?

Se la cosa viene carina ne facciamo un post sul blog tipo 'classifica' dei migliori.

Questi sono i miei consigli:

1 - way bejound monochrome 2ed
2 - il negativo (Ansel Adams)
3 - la stampa (Ansel Adams)
4 - the darkroom coockbook
5 - la fotografia, una storia culturale e visuale

A voi la parola


Etrusco.

Sent from my iPhone using Tapatalk.

ogni tanto mi metto aspulciare i messaggi che perdo nel corso del tempo ... devo dire che il database di questo forum funziona egregiamente ;)


per i libri .. stavo pensando che non so cosa consiglierei ... manuali? saggi? libri di foto ??
c'è davvero parecchio da consigliare ... io a chi si vuole cimentare con la pellicola propongo i vecchi manuali degli anni 70

fanno fichissimo

l'enciclopedia della kodak edita in Italia da (mi pare) deAgostini
"manuale di illuminazione nella fotografia" di Chris Weston

per il ritratto e gli schemi di luce "Photographing People (portrait, fashon, glamour)"
poi di sicuro "the momento it clicks" di McNally

ma io di fotografia non ne ho letti molti ma posso sicuramente consigliarne un paio:

- la camera chiara di Roland Barthes
- la storia dei colori di Manlio Brusatin
- La foto. Come si compongono e come si giudicano le fotografie di Erns A. Weber

altri libri al momento non me ne viene in mente
di Adams non ho ancora letto niente ma provvederò...

Way beyond monochrome 2ed
è una vera e propria Bibbia del bianco e nero come lo è stata la trilogia di Adams, ma meno focalizzata sul GF, meno soggettiva e decisamente più moderna e scientifica. Per certi versi mi ricorda alcuni libri scientifici universitari scritti da autori americani (tipo il manuale di fisica di R. Serway). Chiarissimo, accurato, ricco di esempi e senza nessuna indulgenza a sofismi o involuzioni retoriche. Un libro cristallino. Peccato che bisogna masticare l'inglese per goderselo.

Lezioni di fotografia di Luigi Ghirri.
Una vera sorpresa. Si tratta letteralmente della sbobinatura di un ciclo di lezioni universitarie tenute da Ghirri nei primi anni 90, accompagnate da molte belle immagini proiettate durante le lezioni.
Un'opera delicata e poetica. Imparare da un maestro attraverso le sue parole.

Uff... il mal di schiena m'ha svegliato.
Quindi è l'ora di dir la mia. E siccome di tecnica ne parliamo anche troppo scordandoci da dove veniamo...

1) Ando Gilardi, Storia Sociale della Fotografia, Bruno Mondadori
2) Susan Sontag, Sulla Fotografia, Einaudi
3) Rosalind Krauss, Teoria e Storia della Fotografia, Bruno Mondadori
4) Claudio Marra, Pittura e Fotografia nel '900, Bruno Mondadori
5) Michel Frizot, A New History of Photography, Konemann

Ciao!

Hu bello questo post:

- Ghirri: Lezioni di Fogografia
- Nadal: Ritratti
- Feininger: Principi di composizione
- Feininger: L'occhio del fotografo
- M. Langford: Il manuale della camera oscura


Questi sono ora i miei preferiti... ma potrei aggiungerne altri cinque.... faccio notare che quattro sono furoi catalogo e di non facile reperimento... forse sono uno un po' all'antica, ma alcuni testi ed autori rimangono attualissimi e non solo per la questione analogica/digitale (Feininger che non sapeva cosa fosse il digitale rimane più che attuale anche nelle parti tecniche). L'unico libro esclusivamente "tecnico" e quello di Langford, ottimo per chi inizia la camera oscura e soprattutto essenziale per lo sviluppo e stampa a colori.

1 - Edward Weston : Ritratti dal vivo
In realtà quello che è rimasto dei Suoi diari che scrisse in Messico, dopo che la maggior parte dei suoi appunti li volle bruciare negli anni '40.
La sua visione anarchica, il fascino esercitato dai peones e dalle donne messicane,l'amore libero con la Modotti quarant'anni prima degli Hippy, la sua lotta con i problemi tecnici, il lavoro da ritrattista, la fissa per gli oggetti di artiginato e tanto altro.Straordinario.
2 - Ansel Adams : L'Autobiografia
Tutt'altro libro rispetto al precedente, forse riscritto interamente dalla moglie, dato che non si fà mensione della sua assistente amante. Molto yankee ed anche patinato, però cavolo, và letto! Almeno nei punti in cui riesce veramente a trasmetterci la sua visione della fotografia ed a raccontarCi (non senza una punta di invidia) i grandi artisti che ha incontrato nella Sua vita.
3 - Roland Barthes : Camera Chiara
Bè ce lo dimentichiamo?
4 - Ferdinando Scianna : Obiettivo Ambiguo
La raccolta di articoli scritti per il Sole24ore dagli anni '80 al 2000. Passa in rassegna la maggior parte dei grandi fotografi ed esprime chiaramente il suo pensiero sulla fotografia.
5 - Autori Vari : Gli scrittori e la fotografia
Una raccolta di saggi di vari scrittori tra cui Calvino, Sciascia e tanti altri, stampato da Editori Riuniti ma ormai fuori stampa, trovato su una bancarella di Roma tanti anni fà. Imperdibile.

Questi sono i miei 5 libri sulla Fotografia.
Vorrei chiedere ad Etrusco se attiva un post dei "5 libri Fotografici che consiglieresti". Sarei curioso delle risposte.
Intanto cito i miei preferiti tra quelli che conosco, potrebbero essercene tanti altri altri che non conosco.

1 - Cartier Bresson : Images à la sauvette 1952
2 - William Klein : New York 1954-55 1956
3 - James Nachtwey : Deeds of War 1989
4 - John Sexton : Quiet Light 1990
5 - W. Eugene Smith : Let Truth be the prejudice 1998

Prima di lanciar un nuovo thread vediamo come evolve questo ... qualora un utente volesse consigliare anche i 5 libri fotografici preferiti può farlo tranquillamente (cosi come hai fatto tu)

Etrusco.

Sent from my iPhone using Tapatalk.

W. Eugene Smith : Let Truth be the prejudice 1998

Sicuro della data? Io lo presi già nel '87, forse è una ristampa?

Probabile. Basta vedere la bibliografia
Il Tuo è sempre edizioni Aperture?
Il mio è proprio questo, da cui ho preso la data.
http://www.amazon.com/Let-Truth-Be-Prej ... 0893811793
L'ho comprato nel 2003 a Monaco di Baviera in una libreria di libri fotografici.

Ciao a tutti.
Stampo ormai da un anno, provo a seguirvi tra i vari 3d, ma mi accorgo di quanto sia limitata la mia cultura "tecnica".
Ero lì, sul sito, stavo per concludere l'ordine e mi viene un dubbio... scelgo IL NEGATIVO o scelgo LA STAMPA??? ed ecco che ho pensato di leggere il forum e di postare qualcosa...
Ho visto che zio Alsemo è citato, vi piace... ma nn troppo! In definitiva sono propenso per IL NEGATIVO, ma ora mi ispirano tanto anche Ghirri e Zeri.
un aiutino nella scelta?

Ciao Slv!

Dal punto di vista tecnico è sicuramente più importante e risolutivo "il Negativo". Tra l'altro è attuale.
La stampa è interessante, ma la tecnica con la rivoluzione dovuta alle carte a contrasto variabile è un po' cambiata. Adams le cita e ne comprende le possibilità, ma va poco oltre.

Io dall'alto della mia ignoranza ho trovato (per la stampa) molto più utile way bejound monochrome

Come invece giustamente sottolineato da Andrea per il negativo e per il concetto/tecnica sistema zonale 'il negativo' è unico.


Etrusco.

Sent from my iPhone using Tapatalk.

Il negativo fu.

grazie

In questi giorni ho trovato su ebay "guida pratica alla camera oscura" di Walter Torquati...
Lo trovo perfetto p chi, come me, si sta affacciando al mondo analogico e vuole capire qualcosa in più sulla camera oscura e sullo sviluppo delle pellicole.

giofex ha scritto:In questi giorni ho trovato su ebay "guida pratica alla camera oscura" di Walter Torquati...
Lo trovo perfetto p chi, come me, si sta affacciando al mondo analogico e vuole capire qualcosa in più sulla camera oscura e sullo sviluppo delle pellicole.

sicuramente rimane un testo di riferimento, ma non è che mi abbia soddisfatto molto... l'ho trovato completo, ma un po' superficiale. Facendo qualche ricerca in internet si trovano facilmente queste informazioni di base e quello che cerco da un libro è un po' più di approfondimento.

da un po' di tempo sto dando la caccia a questi due:

• Il manuale della camera oscura, M. Langford

• Manuale pratico di camera oscura, Oscar F. GHedina

il secondo l'ho trovato proprio in questi giorni sulla baya! appena mi arriva vi dico se ne vale la pena.

Per ora il manuale di Langford (fortunosamente raccattato in una bancarella a 8 euro) è quello che mi è sembrato più completo in riguardo alla tecnica in camera oscura. Proverò a leggermi Zeri, un bel consiglio ricevuto.

esiste qualcosa in italiano che possa essere paragonato a Way beyond monochrome?

franny71 ha scritto:esiste qualcosa in italiano che possa essere paragonato a Way beyond monochrome?

Ciao frà,conosci i libri di Alberto Tissoni?

guarrellam ha scritto:

franny71 ha scritto:esiste qualcosa in italiano che possa essere paragonato a Way beyond monochrome?

Ciao frà,conosci i libri di Alberto Tissoni?

no Mario

http://www.hfnet.it/elenco_libri_2.asp? ... %20Tissoni

A me sono piaciuti ;)

ho visto ora il link, potrebbero essere interessanti il primo e l'ultimo...
scusatemi se rispondo tardi o non rispondo...
non mi vanno più le notifiche.

Un piccolissimo corredo fotografico, che copre dal grandangolo al tele.

1) Storia dell'arte di E. Gombrich
2) Storia sociale dell'arte di A.Hauser.
3) Arte e Fotografia di A. Scharz.
4) Sulla Fotografia, S.Sontag

5) Come quinto libro sceglierei un fotografo che ci ha colpito e leggerei qualcosa di suo ad esempio se ci piacciono i paesaggi di R.Adams prenderei "La bellezza in fotografia. Saggi in difesa dei valori tradizionali"


Daniele.

Robert Adams - La bellezza in fotografia
Gianmaria de Gasperis - Contatti - Provini d'autore
Fergus Greer - L'arte del ritratto
Robert Doisneau - Pescatore d'immagini
Richard Avedon - Ritratti

Ma sceglierne solo cinque è un dramma

OK, dico la mia.
1) "American Photographs" di Walker Evans
2) "The Americans" di Robert Frank
3) "Sulla fotografia" di Susan Sontag
4) "L'immagine infedele". la falsa rivoluzione della fotografia digitale" di Claudio Marra
5) "Un'autentica bugia " di Michele Smargiassi.

Ci si può sempre consolare con l'aforisma di oscar Wilde "Tutta l'arte non serve a nulla" (prefazione a "Il ritratto di Dorian Gray").

Marco

Per adesso ne ho letto solo uno di libri sulla fotografia:

Andreas Feininger - La nuova tecnica della fotografia - Garzanti (fuori catalogo)

Molto interessante, ci sono spiegazioni sia tecniche che compositive, un'infarinata di tutto insomma, da novellino m'è piaciuto molto

Ste

ne ho leggiucchiati diversi ma sempre sporadicamente e malamente...:
-l'abc delle fotografia di Diego Mormorio, è un manuale facilmente consultabile anche per chi è alle prime armi, ma con dei ma*
-arte e percezione visiva R. Arnheim, interessante le considerazioni che si fanno sulla composizione in genere.
-idee della fotografia di C.Marra, antologia di autori vari non sempre legati professionalmente alla fotografia.
- sulla stupidità di R.Musil, è un libricino che mi ha aiutato a capirmi meglio, e che mi ha spinto ad un confronto costruttivo almeno intezionalmente, verso gli altri.
-un libro che non esiste ma che andrebbe scritto (o forse no) tutto quell che si ha modo di leggere su questo forum, non indico gli 'autori' più importanti credo non ce ne sia bisogno.

Ai testi tecnici preferisco quelli di contenuto riflessivo. Questi sono i miei preferiti:
- Luigi Ghirri, Bello qui, non è vero? - Contrasto
- Luigi Ghirri, Project Prints - Elena Re
- Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia - Quodlibet
- Paolo Rosselli, Sandwich digitale - Quodlibet
- Jeff Wall, Scritti sull'arte e la fotografia - Quodlibet
- Robert Adams, La bellezza in fotografia - Boringhieri
- Franco Vaccari, Fotografia e inconscio tecnologico - Einaudi

Ciao a tutti
Renato

Visto che mi sembrate tutti ben ferrati sull'argomento libri d'arte - fotografia vorrei chiedere un consiglio perché sono indeciso su che libro regalarmi a natale.
Sarei indeciso su due libri leggermente diversi:
-Storia sociale della fotografia (Ando Gilardi)
-La storia dell'arte (Gombrich)
Voi quale mi consigliate e magari perché? (Al libro sull'arte di Gombrich gli faccio il filo da un po' di tempo ma anche quello di Gilardi mi sembra molto interessante.)

michele95 ha scritto:Visto che mi sembrate tutti ben ferrati sull'argomento libri d'arte - fotografia vorrei chiedere un consiglio perché sono indeciso su che libro regalarmi a natale.
Sarei indeciso su due libri leggermente diversi:
-Storia sociale della fotografia (Ando Gilardi)
-La storia dell'arte (Gombrich)
Voi quale mi consigliate e magari perché? (Al libro sull'arte di Gombrich gli faccio il filo da un po' di tempo ma anche quello di Gilardi mi sembra molto interessante.)

io non la farei una scelta... cercherei di leggere tutti e due anche presi in prestito... anche se quello di Gombrich non sono mai riuscito a leggerlo(personalmente non mi ci sono incuriosito e non è scattata la scintilla per finirlo) quello di Gilardi (non l'ho letto tutto ) lo trovo molto molto interessante, sinceramente non capisco perché non diventi materia di studio nelle scuole.

Non è che son un gran lettore di libri di fotografia perchè piu cha altro li sfoglio, ma ce ne son 3 che mi han lasciato qualcosa piu degli altri (altri 2 che ho letto):

- "La camera chiara" di Barthes che ha qualche perla illuminante, tipo:
"La foto-ritratto è un campo chiuso di forze. Quattro immaginari vi s’incontrano, vi si affrontano, vi s’incontrano. Davanti all’obbiettivo, io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. In altre parole, azione bizzarra: io non smetto di imitarmi, ed è per questo che ogniqualvolta mi lascio fotografare, io sono immancabilmente sfiorato da una sensazione d’inautenticità, talora d’impostura. Immaginariamente, la Fotografia rappresenta quel particolarissimo momento in cui, a dire il vero, non sono né un oggetto né un soggetto, ma piuttosto un soggetto che diventa oggetto: in quel momento io vivo una micro-esperienza della morte: io divento veramente spettro."


- "Collezionare fotografia" di Curti Dolfi Agostini che m'ha disilluso sulla fotografia artistica, e sull'arte in generale.

- "Fotografia e inconscio tecnologico" di Franco Vaccari:

"Comunemente si ritiene che la capacità di neutralizzare il casuale sia direttamente proporzionale al valore del fotografo".

"La massima preoccupazione dei fotografi sarebbe quella di bloccare ai livelli piu gratificanti la sgradevolissima oscillazione della valutazione della propria condizione sociale. [...]
Da qui il bisogno di connotare l'immagine nei modi ritenuti socialmente piu significativie piu adatti a trasmettere un'immagine di se stessi sulla quale si riverberi la luce delle forme ritenute "alte" perchè già cariche di collaudato prestigio. [...]
... Si può dire che per il fotografo lo stile è il messaggio.

Anche io li prenderei entrambi, sono molto diversi e si occupano di cose diverse.

Lascerei cadere nel dimenticatoio Barthes che poverino ha preso proprio un abbaglio. Tra i piccoli grandi classici "La Camera Chiara" si contende la fama con "Sulla Fotografia" di Susan Sontag, che invece è un testo intelligente e per tanto non ha bisogno di nascondere un pensiero lacunoso sotto un linguaggio alto e ostile come fa Barthes.

Una mia vecchia nota:

"Ci sono testi o persone che diventano mitologici... alcuni a sproposito.
Un modo per essere considerati dei geni è scrivere cose incoerenti e complicate, o quasi incomprensibili o completamente idiote.
Il Barthes che ha scritto il famosissimissimo libro "La Camera Chiara" forse è riuscito a fare tutto insieme.

Ecco qui una critica brevissima. In pillole!

Il "punctum" è un fatto percettivo. Il fotografo (o lo stampatore, meglio) lo mette dove gli pare, ne mette quanti ne vuole, o non ne mette per niente. In un immagine povera dal punto di vista tecnico il "punctum" può essere casuale e privo di significato.
Il "senso" di cui Barthes avvolge questi punti di attrazione percettiva (non sono soggettivi, è verificabile) è un illusione.

Il noema secondo Barthes, il famoso "è stato", è un errore grossolano. Tutta la fotografia pubblicitaria ha per esempio un altro noema, ovvero "vorrei che fosse" o "speriamo che sia" (fate vobis). Molta fotografia di paesaggio o di monumenti dice "è, è stato e sarà". Ci pensate se con nostalgia osservando la pubblicità dell'auto dei nostri (idioti) sogni esclamassimo "è stata" (non è più)?! Non ci siamo.
L'altro assunto, di un idealismo tendente all'assoluto e delirante, è la non separabilità dell'immagine fotografica dal suo referente (come l'etichetta attaccata alla scatola). Per Barthes infatti, tra la fotografia di un oggetto, l'oggetto nella realtà e l'immagine mentale di esso non vi è differenza. Detta in altri termini per Barthes risulta impossibile distinguere tra percezione retinica ed immagine mentale (che si può fare senza percezione). Egli risolve (si fa per ridere) il paradosso così creato inventando un noema posticcio; questo "è stato" che rappresenta l'unica soluzione di una costruzione mentale sbagliata nelle sue fondamenta. Ovvero l'unico modo per Barthes di non confondere un ogetto reale con la sua fotografia è di dire che la fotografia "è stata". Che genio!

Accidenti i falsi miti non crollano mai... che barba!"

Diciamo che la scelta è momentanea e di motivo prettamente economico perché, visto che costano 50€ l'uno, i miei genitori mi hanno detto che me ne regalano uno per natale e devo quindi decidere quale titolo dargli.
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?

Il Newhall è un ottimo manuale, è stato uno dei libri di testo di università (dove fotografia l'insegnano all'università) più comuni per anni ed anni. Forse però è un po' noioso e sostenuto da un'idea di cosa sia l'arte un po' sorpassata. Recentemente è stato sostituito nel rulo da "A new history of photography" di Frizot (disponibile in inglese e francese) che è un po' più scorrevole, completo ed aggiornato. In effetti dei manuali coinvolgenti ed interessanti mancano e ci sono molti testi più specialistici però un quadro generale è necessario e quindi la lettura dei manuali è "obbligatoria"!

"Storia Sociale della Fotografia" è un testo avvincente scritto da una prospettiva molto intelligente. Insieme a "Wanted" e "Storia della Fotografia Pornografica" costituisce una visione molto completa ed acuta della fotografia come fenomeno sociale. Secondo me sono imperdibili.

Se il testo francese di Frizot è questo: "Nouvelle histoire de la photographie" purtroppo non è più disponibile/in stampa (almeno cosi mi disse la mia libraia di libri Francesi) le uniche copie che si trovano sono fuori prezzo (tipo 200 euro... )
L'inglese non lo so...
Spero sempre in una ristampa. Sono anni che spero...

È quello.

Ma dai, 200 neuri? Mi pare da matti... Secondo me in qualche bancarella si trova a meno di un quarto del prezzo...

Cercasi bancarella...

Ho dato un occhiata sul web... mamma mia, forse hai ragione, alla Fnac una copia usata la danno a 590 neuri, sono pazzi, manco fosse una edizione speciale limitata.

Impara l'inglese! Vale la pena, risparmi un sacco di soldi!

etrusco ha scritto: 1 - way bejound monochrome 2ed
2 - il negativo (Ansel Adams)
3 - la stampa (Ansel Adams)
4 - the darkroom coockbook
5 - la fotografia, una storia culturale e visuale

Io aggiungerei "Photographic Printing" di Gene Nocon.

Esiste solo in cartaceo.
L'ho preso tramite Amazon compresa spedizione a 5,90 €.

http://tinyurl.com/oh2ru79

Solo per segnalare due libri che io amo molto e che non sono citati da nessuno:
Willy Ronis, Lezioni di fotografia (2011)
André Kertész, Washington Square (1954)

Silverprint ha scritto:Lascerei cadere nel dimenticatoio Barthes che poverino ha preso proprio un abbaglio. Tra i piccoli grandi classici "La Camera Chiara" si contende la fama con "Sulla Fotografia" di Susan Sontag, che invece è un testo intelligente e per tanto non ha bisogno di nascondere un pensiero lacunoso sotto un linguaggio alto e ostile come fa Barthes.
[eccetera]

accidenti che giudizio tranchant Andrea, e a mio parere ingeneroso: Barthes non era notoriamente un fotografo ma un semiologo (con ciò che ne consegue in alcuni passaggi ostici) e il suo approccio viene ben chiarito nel suo saggio, la questione del punctum è una epifania per una consapevolezza fotografica e non la interpreto nel modo che tu descrivi, e infine - sopratutto - gran parte del libro è focalizzata sulla foto di sua madre come a metabolizzare un lutto. Anche per la Sontag che tu citi c'altro canto la fotografia è comunque un memento mori, l'indicazione alle volte di un'assenza su cui fantasticare, o del desiderio per l'irragiungibile.

Eh...caro Bafman,

Ci ho passato molto tempo di studio (lo conosco quasi a memoria), la breve nota di cui sopra, è appunto breve. Il mio giudizio però é ancora più negativo.

Non è solo l'approccio semiologico a non funzionare, ad esso Barthes aggiunge un idealismo assoluto ("l'oggetto esiste solo perché lo penso"). La seconda parte del libro (il lutto) non sarebbe tale senza il presupposto dell'errore fondamentale fatto nella prima parte, insomma compreso l'errore della prima parte, la seconda si dissolve (rimane di interesse psichiatrico solo per chi voglia far diagnosi all'autore).

Sempre brevemente, lo scopop di Barthes è negare la rappresentazione, la possibilità che le cose una volta messe in immagine possano avere un significato (eventualmente anche completamente diverso da quello del referente) che risieda appunto (anche) nell'essere state messe in immagine, nell'essere rappresentazione. Lo studium diventa quindi lo studio del referente (non dell'immagine-rappresentazione) ed anche il punctum è una caratteristica del referente. Insomma non servono a nulla, al limite possono servire ad un perito assicurativo.
Per lui rappresentare è un azione che deve essere negata ed il fine di questa negazione è dare potere all'immagine, in quanto "è stata" ("è" nel caso del cinema).

L'errore di Barthes è presente fin dalle prime righe. Quando dice: "ho visto gli occhi che hanno visto Napoleone" egli salta, annulla, la rappresentazione ponendosi di fronte al soggetto, come se fosse reale. Ribadisce poco oltre lo stesso concetto parafrasando il famoso disegno di Magritte: "la fotografia di una pipa è sempre una pipa". Ma i conti non tornano neanche a lui: ai fantasmi non crede fino in fondo (solo un po' - vedasi seconda parte) e quindi deve trovare una soluzione al paradosso che ha creato e questa altro non può essere che il suo noema: se non è (disappunto) allora "è stato" (mezzo sospiro di sollievo).

Insomma ha proprio straparlato poi scrive per nascondere il misfatto finchè non gli viene in mente la sua genialata (il noema) e allora si sente a posto. Infantile.

michele95 ha scritto:Diciamo che la scelta è momentanea e di motivo prettamente economico perché, visto che costano 50€ l'uno, i miei genitori mi hanno detto che me ne regalano uno per natale e devo quindi decidere quale titolo dargli.
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?

io mi farei regalare la storia sociale della fotografia... il libro di Gombrichh io l'ho preso a fascicoli con un quotidiano un tempo... forse ci saranno più edizioni e poi non è così unico come lavoro mentre quello di Gilardi forse lo è non ho letto mai in altri libri la nascita della tecnica fotografica con tanta precisione.
ps. dimenticavo ho conosciuto l'esitenza di questo libro proprio frequentando questo forum... un grazie va anche ad Andrea

guerié ha scritto:

michele95 ha scritto:Diciamo che la scelta è momentanea e di motivo prettamente economico perché, visto che costano 50€ l'uno, i miei genitori mi hanno detto che me ne regalano uno per natale e devo quindi decidere quale titolo dargli.
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?

io mi farei regalare la storia sociale della fotografia... il libro di Gombrichh io l'ho preso a fascicoli con un quotidiano un tempo... forse ci saranno più edizioni e poi non è così unico come lavoro mentre quello di Gilardi forse lo è non ho letto mai in altri libri la nascita della tecnica fotografica con tanta precisione.
ps. dimenticavo ho conosciuto l'esitenza di questo libro proprio frequentando questo forum... un grazie va anche ad Andrea

Alla fine ho scelto la storia sociale della fotografia e sarà il regalo per i miei 18 anni da parte dei miei genitori

È un bellissimo regalo!

Caro Silverprint,
ti prego, forse Barthes non merita di essere giudicato severamente, in fondo lui suggerisce un modo "personale" di guardare il soggetto di una fotografia, soprattutto se col raffigurato esiste un rapporto sentimentale. La sua vuole essere una proposta di assoluta libertà nel rapporto con l'immagine: siamo in Francia, lui è figlio di una cultura del sentimento, prendiamo Proust per tutti, siamo nella patria dell'Esistenzialismo, siamo vicini all'affermazione del "Pensiero debole" che vedrà Vattimo a Torino fra i suoi massimi propugnatori. L'interpretazione del ricercatore "deve" essere scientifica, quella di un nipote, di un figlio, verso la zia o la madre, è un'altra cosa.
Ti racconto brevemente un piccolo fatto: un giorno apro l'album di famiglia e trovo una fotografia di mio padre che abbraccia mia madre sorridente e ...incinta...; entrambe i miei genitori sono morti giovani e io nel vedere quel momento mi sono messo a piangere. Quella foto a tutti avrebbe restituito un momento di gioia, ma a me no anche perché a scattarla era stata mia nonna che sarebbe morta 15 giorni dopo la mia nascita. Anche Barthes, conoscendo, poi, il fortissimo e un po' morboso legame con la madre, ha provato un sentimento di perdita e ne ha fatto uno studio semiologico, discutibile fin che vuoi, ma l'ha fatto. Ecco perché non sminuirei l'impatto che certe immagini danno se osservate con attenzione da chi è coinvolto...
Spero di essere stato utile nel dare questo mio parere, F.

Non discuto certo dei suoi sentimenti, né dei tuoi, né del potere di risvegliare memorie e far rivivere i sentimenti che possono avere le immagini (anche non fotografiche).

Ma un conto sono i sentimenti, un conto l'aspetto teorico.

Il Barthes che io critico è quello che voleva scoprire il noema della fotografia e che invece ha fatto di tutto per nasconderlo difendendo il potere dei media ed annulando la rappresentazione. Il Barthes che ha scritto la prima parte della "Camera Chiara" è un retrograda reazionario, infantile e privo di metodo. Quello che ha scritto la seconda parte un uomo in difficoltà nell'elaborare un lutto.

PS. La dichiarazione programmatica di voler scoprire il noema della fotografia è tutt'altro che la presentazione di una visione personale.
L'intento di Barthes è quello di eliminare ogni libertà nel guardare le fotografie...

...da quel che capisco critichi il cattedratico che vuole avere ragione a tutti i costi, difetto caratteristico di chi la pensa come il Marchese del Grillo, "...io so io e voi non siete un c..." e ti do ragione, ma con quel suo libro cerca di darci un metodo di decodifica adattabile a quelle situazioni, diciamo sentimentali, che ci capitano quando guardiamo una foto piena di relazioni con il nostro vissuto e di conseguenza con la nostra memoria.
Nella mia vita, ho avuto occasione di catalogare migliaia di fotografie e, alla voce descrizione, stendere fino a 500 caratteri riguardanti il soggetto della fotografia, ma quando guardavo le foto di casa era come le rivivessi direttamente o indirettamente attraverso i racconti dei miei genitori. L'arte del descrivere i sogni e della memoria, del rivivere la visione dello ...studium..., partendo dal ...punctum..., in fondo l'ho dovuto fare per lavoro, ma è stato un'avventura meravigliosa e anche un po' pericolosa perché alla sera c'era il rischio di confondere il secolo e di ritornarmene a casa con la carrozza...
Ciao, F.

Di Barthes critico la mancanza di metodo e di coerenza (e, a latere, la presunzione).
Volendo essere buoni tutto il libello può vedersi come lo sforzo retorico necesario a far sembrare vero l'assunto fasullo formulato nelle prime righe: ”con uno stupore che non ho mai potuto ridurre mi dissi: «sto vedendo gli occhi che hanno visto l’imperatore»”.

Peró non li stava vedendo, guardava una vecchia fotografia! (La realtà prima di tutto è banale). Ovviamente si è accorto della contraddizione e ha tentato di risovere il problema, per lui quasi insormontabile, inventando (il suo) noema, "è stata" e quindi non é (più). Fatto, risolto. Ma son solo parole, questo suo noema non è principio di conoscenza (casomai il contrario).
Mi sono chiesto come si possa commettere un errore tanto marchiano e l'unica soluzione possibile è che il suo idealismo assoluto lo porta all'impossibilità di distinguere (se non con un ragionamento artificioso ed estraneo all'immagine) tra percezione retinica ed immagine mentale. Tant'è che quando si confronta con l'immagine in movimento null'altro può dire che essa "è" (quindi non "è stata"), eppure, seguendo la sua illogica logica anche del cinema avrebbe dovuto dire "è stato". Ma se l'avesse detto non avrebbe potuto dire che quel "è stato" era il noema della Fotografia e di conseguenza ammettere che non aveva scoperto quello che voleva scoprire.

...quando ho fatto l'esame con Eco e il suo "Trattato di semiologia generale" ho riportato i tuoi stessi sentimenti e difatti altri "professori" che ho incontrato nella mia vita me li ricordo benissimo e volentieri. Se ci pensi, di quella materia oggi quasi nessuno si ricorda, ma quel "metodo" per la descrizione mi è stato molto utile e, sinceramente, me ne servo ancora.
Luciferinamente cerco di essere fotografo, ma consapevole di cosa faccio in modo da essere sempre pronto a sostenere le mie idee. Buona domenica, F.

Mio figlio mi ha regalato questo libro per natale.
Lezioni di fotografia. Conversazioni intorno a un tavolo - Alec Soth
Non l'ho ancora iniziato, ma a lui è piaciuto molto!

robertdonuts ha scritto:Mio figlio mi ha regalato questo libro per natale.
Lezioni di fotografia. Conversazioni intorno a un tavolo - Alec Soth
Non l'ho ancora iniziato, ma a lui è piaciuto molto!

Me lo sono fatto regalare dai miei come regalo di Natale, assieme al compagno Lezioni di Fotografia. Intervista a un fotografo promiscuo - Martin Parr.

Mi sembrano entrambi ottimi, è sempre interessante leggere i punti di vista di fotografi cosí intelligenti come Parr e Soth.

Dall'alto della mia ignoranza vorrei consigliare questo libro:
- The Practical Zone System for Film and Digital Photography: Classic Tool, Universal Applications

L'ho trovato davvero ben fatto per comprendere il sistema zonale e la lezione di Andrea su sviluppo e stampa nel topic della Kodad Trimax.
L'inglese è di facile comprensione, io che sono una capra sono riuscito a leggerlo in due giorni.

PARLANDO DI BARTHES, HO TROVATO QUESTA FRASE, PIU VECCHIA DI QUALCHE ANNO DI QUELLA CHE PIU RICORDO DEL SUO LIBRO:

« L’uomo è più complesso di quel che pare: ogni uomo adulto rinserra in sé non uno, ma tre uomini diversi: prendete un Sor Giovanni qualunque. In esso c’è il Giovanni Primo, cioè l'uomo che egli crede di essere; c'è il Giovanni Secondo, quello che di lui pensano gli altri; e finalmente il Giovanni Terzo, ciò ch'egli è nella realtà »


http://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Twain ... a_di_massa

(Scusate il maiuscolo, son pigro).

Non l'ha citato nessuno, Montier- Bresson, lo zen e la fotografia, libro molto corposo ed esaustivo sulla parabola bressoniana, con molte immagini. (edit del mod. perché non conforme al regolamento)

Il libro è disponibile qui, non credo ci sia niente di illegale e non conforme al regolamento, come mi ha confermato il moderatore, grazie
http://www.scribd.com/doc/222099004/Mon ... er-Bresson

Leggo con piacere ed interesse questa bella discussione.
Non voglio scrivere i miei libri fotografici preferiti (anche se pian pianino una libreria fotografica la sto mettendo su), ma vi vorrei chiedere un consiglio: volevo comprare un libro che riguardasse LA STORIA a 360° della fotografia, e su Amazon avevo trovato: Fotografia. "La storia completa" di J. Hacking; qualcuno lo conosce? È buono o me ne potreste consigliare di migliori?
Un altro consiglio lo vorrei invece su un libro TECNICO per lo sviluppo: sempre su Amazon ho trovato "Fotoricettario. Formule. Procedimenti. Tecniche" di Oscar F. Ghedina; stessa domanda: conoscete? È valido, o conoscete qualcosa di meglio?
Grazie!

andreaborx ha scritto: volevo comprare un libro che riguardasse LA STORIA a 360° della fotografia, e su Amazon avevo trovato: Fotografia. "La storia completa" di J. Hacking; qualcuno lo conosce? È buono o me ne potreste consigliare di migliori?

non conosco quello che citi ma uno snello e ben fatto é La Fotografia. una storia culturale e visuale di Clarke

bafman ha scritto:non conosco quello che citi ma uno snello e ben fatto é La Fotografia. una storia culturale e visuale di Clarke

Grazie Alberto, gli dò un'occhiata, poi vedo quale comprare!

qui di libri sulla fotografia analogica credo che ce ne siano abbastanza.......
ho letto mario calabresi a occhi aperti e provini d'autore valume 2 giammaria de gasperi

Un altro consiglio lo vorrei invece su un libro TECNICO per lo sviluppo: sempre su Amazon ho trovato "Fotoricettario. Formule. Procedimenti. Tecniche" di Oscar F. Ghedina; stessa domanda: conoscete? È valido, o conoscete qualcosa di meglio?

Come libri tecnici sicuramente il Fotoricettario del Ghedina è considerata una bibbia.

Non sono libri di tecnica fotografica, ma molto formativi e interessanti

John Berger "Ways of seeing"

Terry Barret "Criticizing photographs"

Martine Joly "Introduzione all'analisi dell'immagine"

John Szarkowski " The photographers Eye"

Roland Barthes " La camera chiara"

Ho finito di leggere Barthes - la camera chiara.

Indubbiamente ci sono alcuni spunti interessanti, anche se forse, le mie riflessioni nate dalla lettura vanno in una direzione diversa da quello che era l'idea di Barthes.

Stupisce che Barthes parli di fotografia senza essere un fotografo. Lo dichiara fin dall'inizio, però vedo difficile fare certi ragionamenti, senza avere un'esperienza concreta. Ne risulta che molte argomentazioni sono piuttosto soggettive e francamente non arricchiscono molto chi studia o semplicemente si interessa di fotografia vestendo i panni del fotografo.

Mi immaginavo un testo di semiologia appliccata alla fotografia. Invece è quasi un diario personale. Mi immaginavo una chiave di lettura della fotografia e invece viene sostanzialmente raccontata l'esperienza di Barthes nel guardare foto, soprattutto familiari, e le conclusioni non sono sostanzialmente generalizzabili.

"Fotografia e inconscio tecnologico" ne ho letto uno stralcio riportato su un altro libro qualcuno l'ha finito e me ne sa descrivere la struttura? è un saggio molto articolato? perchè l'affermazione per la quale l'inconscio tecnologico della macchina si fonde con quello soggettivo del fotografo mi sembrava interessante.

Qualcuno ha letto "Punto Linea Superficie" di Kandinsky come alternativa all'Arnheim di "Arte e Percezione Visiva"? lo sto leggendo e sembra più immediato dell'Arnheim in certi concetti.

il forum mi mostra tra gli argomenti attivi e salvo una sola eccezione una paginata intera di balocchi attrezzature e corollari vari.

col vezzo di bilanciare questa consuetudine ritiro su un argomento che possa solleticare la mente (e poi la visione o la conoscenza, entrambe buona cosa) per tutti gli spunti dati che già bastano e avanzano...

...più che altro perché a farsi spedire un libro ci si mette poco e nei giorni d'estate cade la scusa di alcuni di non aver tempo per leggere

fate i bravi.

Allora giusto per contrastare l'umidità che è tornata al livello norma del 60% propongo un paio di libercoli (anche se non sono i migliori 5 perché cambiano spesso )
Transit di Jeff Wall: catalogo della mostra tenuta a Dresda qualche hanno fa. Libro con commenti alle foto molto interessanti. In tedesco e inglese
Songbook di Alec Soth: uscito nel 2015 e uno dei pochi (forse l'unico) dell'autore fatto in b/n

bafman ha scritto: col vezzo di bilanciare questa consuetudine ritiro su un argomento che possa solleticare la mente (e poi la visione o la conoscenza, entrambe buona cosa) per tutti gli spunti dati che già bastano e avanzano...

bravo Alberto...però gli spunti non bastano mai a mio parere e quindi

- Giovanna Calvenzi - Le cinque vite di Lisetta Carmi
- Claudio Marra - Fotografia e arti visive
- Italo Calvino - Avventure di un fotografo (da Gli amori difficili)
- Eugene Atget/Marcel Proust - Paris du temps perdu
- Ando Gilardi - Meglio ladro che fotografo

libri fotografici

- Fan Ho - Hong Kong yesterday (Fan Ho è mancato la scorsa settimana...un altro grande...)
- Bill Brandt - Brandt nudes
- Eugene Atget
- Kenro Izu - Territories of souls
- Helmut Newton - Polaroids

Bravi.
Aggiungo un suggerimento fresco fresco dall'amico Beppe sul blog PF, Scianna:
https://pensierifotografici.wordpress.c ... 07/11/pam/
...promette bene.

E a proposito del blog e dei brutti fatti di cronaca tra bianchi e afroamericani di questi giorni, tempo fa segnalai un libro in uscita di Gordon Parks, The Segregation Story.
L'ho preso da poco, belle stampe, un racconto di vita americana "neutra" che scivola poi nelle discriminazioni, subdole o dichiaratissime. Alla memoria.

Libri prettamente fotografici,intendo per guardarsi le foto,cosa consigliate?
Soprattutto paesaggio,architettura e ritratto.

I 5 libri fotografici che ho indicato, ad esempio ;)

emmeffepi ha scritto:I 5 libri fotografici che ho indicato, ad esempio ;)

Do un occhiata ;)

Ne approfitto per segnalare,magari interessa a qualcuno, la ristampa fatta da una casa editrice inglese di kodachrome di Ghirri,visto che l'originale ha prezzi parecchio alti.

http://www.micamera.com/shop/tip-the-it ... -ghirri-5/

Ciao a tutti sono nuovo.Ho fatto la mia presentazione qualche giorno fa ma non conosco ancora nessuno. Credo che questo ( gioco dei libri) possa essere utile per farmi conoscere meglio. Ecco i miei 5 libri preferiti, Alcuni con il tempo passeranno e faranno posto ad altri, altri li porto con me nel cuore e non passeranno mai

Koudelca, zingari
August Sander, Uomini del XX secolo
Mario giacomelli, (tutta la sua produzione)
Robert Frank, The americans
Diane Arbus

Spero siano di vostro gradimento...

Inviato dal mio SM-T530 utilizzando Tapatalk

Marco68 ha scritto:Spero siano di vostro gradimento...

difficile biasimare le tue proposte ma desidero sopratutto complimentarmi con te per avere contribuito come primo topic a questo filone, anzichè a quello di una nuova carabattola.
;)

Non sono un bravo fotografo, ma amo le fotografie...

Inviato dal mio SM-T530 utilizzando Tapatalk

Oltre a prendere consigli mi permetto,molto modestamente,di suggerire qualcosa anch'io,oltre a testi stra-citati,mi è piaciuto in viaggio attraverso l'Italia,libro delle FS preso a pochi euri per caso,sono tre racconti fotografici dal/sul treno ( Gianni berengo Gardin,Ferdinando Scianna, Roberto koch )
Un altro,anche se moderno,il paesaggio descritto di Luca Capuano,foto dei siti unesco.in.Italia,le.foto mi son piaciute parecchio.

recentemente ho acquistato i libri fotografici di Davide Monteleone, apprezzandoli molto:
La linea inesistente, Dusha, Cardo Rosso, Spasibo e The april theses.
Un altro autore che apprezzo tantissimo è Luc Delahaye specialmente Winterreise
oppure Telex Persan di Gilles Peress. Ho esagerato mi fermo

Per me è difficile fare una scelta così limitata, ma i primi 5 che mi sono venuti in mente sono:
1) Edward Weston Daybooks vol 1 Mexico Vol 2 California - Nancy Newhall
2) Edward Weston On Photography - Libro interessantissimo su tecnica e pensieri di Weston che si lega molto bene ai sui Daybooks
3)Sulla Fotograia - Susan Sontag
4)La Bellezza in Fotografia - Robert Adams
5)The Craft of Photography - David Vestal (che preferisco ai libri di Adam Negativo/Stampa)

Ultimo acquisto Ren Hang - taschen (autore che mi piace e che ho scoperto in una bella mostra a Parigi un pò di tempo fa)

Dall'alto della mia ignoranza mi sento di proporre un libretto (per dimensioni)che mi ha ispirato e mi è piaciuto molto.
Lezioni di fotografia di Willy Ronis.
Racconta con semplicità come arriva alla foto decisiva grazie a uno stato mentale che va in controtendenza al nostro stile di vita attuale, sempre di corsa.