[TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

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bafman
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da bafman »

Silverprint ha scritto:Lascerei cadere nel dimenticatoio Barthes che poverino ha preso proprio un abbaglio. Tra i piccoli grandi classici "La Camera Chiara" si contende la fama con "Sulla Fotografia" di Susan Sontag, che invece è un testo intelligente e per tanto non ha bisogno di nascondere un pensiero lacunoso sotto un linguaggio alto e ostile come fa Barthes.
[eccetera]
accidenti che giudizio tranchant Andrea, e a mio parere ingeneroso: Barthes non era notoriamente un fotografo ma un semiologo (con ciò che ne consegue in alcuni passaggi ostici) e il suo approccio viene ben chiarito nel suo saggio, la questione del punctum è una epifania per una consapevolezza fotografica e non la interpreto nel modo che tu descrivi, e infine - sopratutto - gran parte del libro è focalizzata sulla foto di sua madre come a metabolizzare un lutto. Anche per la Sontag che tu citi c'altro canto la fotografia è comunque un memento mori, l'indicazione alle volte di un'assenza su cui fantasticare, o del desiderio per l'irragiungibile.



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Silverprint
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Silverprint »

Eh...caro Bafman,

Ci ho passato molto tempo di studio (lo conosco quasi a memoria), la breve nota di cui sopra, è appunto breve. Il mio giudizio però é ancora più negativo.

Non è solo l'approccio semiologico a non funzionare, ad esso Barthes aggiunge un idealismo assoluto ("l'oggetto esiste solo perché lo penso"). La seconda parte del libro (il lutto) non sarebbe tale senza il presupposto dell'errore fondamentale fatto nella prima parte, insomma compreso l'errore della prima parte, la seconda si dissolve (rimane di interesse psichiatrico solo per chi voglia far diagnosi all'autore).

Sempre brevemente, lo scopop di Barthes è negare la rappresentazione, la possibilità che le cose una volta messe in immagine possano avere un significato (eventualmente anche completamente diverso da quello del referente) che risieda appunto (anche) nell'essere state messe in immagine, nell'essere rappresentazione. Lo studium diventa quindi lo studio del referente (non dell'immagine-rappresentazione) ed anche il punctum è una caratteristica del referente. Insomma non servono a nulla, al limite possono servire ad un perito assicurativo. :(
Per lui rappresentare è un azione che deve essere negata ed il fine di questa negazione è dare potere all'immagine, in quanto "è stata" ("è" nel caso del cinema).

L'errore di Barthes è presente fin dalle prime righe. Quando dice: "ho visto gli occhi che hanno visto Napoleone" egli salta, annulla, la rappresentazione ponendosi di fronte al soggetto, come se fosse reale. Ribadisce poco oltre lo stesso concetto parafrasando il famoso disegno di Magritte: "la fotografia di una pipa è sempre una pipa". Ma i conti non tornano neanche a lui: ai fantasmi non crede fino in fondo (solo un po' - vedasi seconda parte) e quindi deve trovare una soluzione al paradosso che ha creato e questa altro non può essere che il suo noema: se non è (disappunto) allora "è stato" (mezzo sospiro di sollievo).

Insomma ha proprio straparlato poi scrive per nascondere il misfatto finchè non gli viene in mente la sua genialata (il noema) e allora si sente a posto. Infantile.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da guerié »

michele95 ha scritto:Diciamo che la scelta è momentanea e di motivo prettamente economico perché, visto che costano 50€ l'uno, i miei genitori mi hanno detto che me ne regalano uno per natale e devo quindi decidere quale titolo dargli.
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi :)
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?
io mi farei regalare la storia sociale della fotografia... il libro di Gombrichh io l'ho preso a fascicoli con un quotidiano un tempo... forse ci saranno più edizioni e poi non è così unico come lavoro mentre quello di Gilardi forse lo è non ho letto mai in altri libri la nascita della tecnica fotografica con tanta precisione.
ps. dimenticavo ho conosciuto l'esitenza di questo libro proprio frequentando questo forum... un grazie va anche ad Andrea :-bd
marco guerriero

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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da michele95 »

guerié ha scritto:
michele95 ha scritto:Diciamo che la scelta è momentanea e di motivo prettamente economico perché, visto che costano 50€ l'uno, i miei genitori mi hanno detto che me ne regalano uno per natale e devo quindi decidere quale titolo dargli.
Ovviamente non appena ne avrò la possibilità mi comprerò anche l'altro anche perché so che sono due testi molto diversi :)
Vorrà dire che vedrò di pensarci su e di fare una scelta.
Adesso ho in prestito dalla mia prof di Arte il libro "Storia della fotografia" di Beaumont Newhall e un libro dell'istituto superiore per la storia della fotografia su Mario de Biasi.
Cosa ne pensate voi sul testo di Newhall, se lo avete già letto?
io mi farei regalare la storia sociale della fotografia... il libro di Gombrichh io l'ho preso a fascicoli con un quotidiano un tempo... forse ci saranno più edizioni e poi non è così unico come lavoro mentre quello di Gilardi forse lo è non ho letto mai in altri libri la nascita della tecnica fotografica con tanta precisione.
ps. dimenticavo ho conosciuto l'esitenza di questo libro proprio frequentando questo forum... un grazie va anche ad Andrea :-bd
Alla fine ho scelto la storia sociale della fotografia e sarà il regalo per i miei 18 anni da parte dei miei genitori :)

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Silverprint
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Silverprint »

È un bellissimo regalo! :)
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Floriano Menapace
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Floriano Menapace »

Caro Silverprint,
ti prego, forse Barthes non merita di essere giudicato severamente, in fondo lui suggerisce un modo "personale" di guardare il soggetto di una fotografia, soprattutto se col raffigurato esiste un rapporto sentimentale. La sua vuole essere una proposta di assoluta libertà nel rapporto con l'immagine: siamo in Francia, lui è figlio di una cultura del sentimento, prendiamo Proust per tutti, siamo nella patria dell'Esistenzialismo, siamo vicini all'affermazione del "Pensiero debole" che vedrà Vattimo a Torino fra i suoi massimi propugnatori. L'interpretazione del ricercatore "deve" essere scientifica, quella di un nipote, di un figlio, verso la zia o la madre, è un'altra cosa.
Ti racconto brevemente un piccolo fatto: un giorno apro l'album di famiglia e trovo una fotografia di mio padre che abbraccia mia madre sorridente e ...incinta...; entrambe i miei genitori sono morti giovani e io nel vedere quel momento mi sono messo a piangere. Quella foto a tutti avrebbe restituito un momento di gioia, ma a me no anche perché a scattarla era stata mia nonna che sarebbe morta 15 giorni dopo la mia nascita. Anche Barthes, conoscendo, poi, il fortissimo e un po' morboso legame con la madre, ha provato un sentimento di perdita e ne ha fatto uno studio semiologico, discutibile fin che vuoi, ma l'ha fatto. Ecco perché non sminuirei l'impatto che certe immagini danno se osservate con attenzione da chi è coinvolto...
Spero di essere stato utile nel dare questo mio parere, F. :-h

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Silverprint
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Silverprint »

Non discuto certo dei suoi sentimenti, né dei tuoi, né del potere di risvegliare memorie e far rivivere i sentimenti che possono avere le immagini (anche non fotografiche).

Ma un conto sono i sentimenti, un conto l'aspetto teorico.

Il Barthes che io critico è quello che voleva scoprire il noema della fotografia e che invece ha fatto di tutto per nasconderlo difendendo il potere dei media ed annulando la rappresentazione. Il Barthes che ha scritto la prima parte della "Camera Chiara" è un retrograda reazionario, infantile e privo di metodo. Quello che ha scritto la seconda parte un uomo in difficoltà nell'elaborare un lutto.

PS. La dichiarazione programmatica di voler scoprire il noema della fotografia è tutt'altro che la presentazione di una visione personale.
L'intento di Barthes è quello di eliminare ogni libertà nel guardare le fotografie...
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Floriano Menapace
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Floriano Menapace »

...da quel che capisco critichi il cattedratico che vuole avere ragione a tutti i costi, difetto caratteristico di chi la pensa come il Marchese del Grillo, "...io so io e voi non siete un c..." e ti do ragione, ma con quel suo libro cerca di darci un metodo di decodifica adattabile a quelle situazioni, diciamo sentimentali, che ci capitano quando guardiamo una foto piena di relazioni con il nostro vissuto e di conseguenza con la nostra memoria.
Nella mia vita, ho avuto occasione di catalogare migliaia di fotografie e, alla voce descrizione, stendere fino a 500 caratteri riguardanti il soggetto della fotografia, ma quando guardavo le foto di casa era come le rivivessi direttamente o indirettamente attraverso i racconti dei miei genitori. L'arte del descrivere i sogni e della memoria, del rivivere la visione dello ...studium..., partendo dal ...punctum..., in fondo l'ho dovuto fare per lavoro, ma è stato un'avventura meravigliosa e anche un po' pericolosa perché alla sera c'era il rischio di confondere il secolo e di ritornarmene a casa con la carrozza...
Ciao, F. :-bd

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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Silverprint »

Di Barthes critico la mancanza di metodo e di coerenza (e, a latere, la presunzione).
Volendo essere buoni tutto il libello può vedersi come lo sforzo retorico necesario a far sembrare vero l'assunto fasullo formulato nelle prime righe: ”con uno stupore che non ho mai potuto ridurre mi dissi: «sto vedendo gli occhi che hanno visto l’imperatore»”.

Peró non li stava vedendo, guardava una vecchia fotografia! (La realtà prima di tutto è banale). :)) Ovviamente si è accorto della contraddizione e ha tentato di risovere il problema, per lui quasi insormontabile, inventando (il suo) noema, "è stata" e quindi non é (più). Fatto, risolto. Ma son solo parole, questo suo noema non è principio di conoscenza (casomai il contrario).
Mi sono chiesto come si possa commettere un errore tanto marchiano e l'unica soluzione possibile è che il suo idealismo assoluto lo porta all'impossibilità di distinguere (se non con un ragionamento artificioso ed estraneo all'immagine) tra percezione retinica ed immagine mentale. Tant'è che quando si confronta con l'immagine in movimento null'altro può dire che essa "è" (quindi non "è stata"), eppure, seguendo la sua illogica logica anche del cinema avrebbe dovuto dire "è stato". Ma se l'avesse detto non avrebbe potuto dire che quel "è stato" era il noema della Fotografia e di conseguenza ammettere che non aveva scoperto quello che voleva scoprire. :p
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Floriano Menapace
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Re: [TOP5] - I 5 libri che consiglieresti

Messaggio da Floriano Menapace »

...quando ho fatto l'esame con Eco e il suo "Trattato di semiologia generale" ho riportato i tuoi stessi sentimenti e difatti altri "professori" che ho incontrato nella mia vita me li ricordo benissimo e volentieri. Se ci pensi, di quella materia oggi quasi nessuno si ricorda, ma quel "metodo" per la descrizione mi è stato molto utile e, sinceramente, me ne servo ancora.
Luciferinamente cerco di essere fotografo, ma consapevole di cosa faccio in modo da essere sempre pronto a sostenere le mie idee. Buona domenica, F. :ymdevil:

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