Tra giugno e luglio potrebbe essere buono anche per me. Difficilmente posso fare programmi a lungo termine anche in quel periodo, ma una data la troviamo
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Moderatore: etrusco
Tra giugno e luglio potrebbe essere buono anche per me. Difficilmente posso fare programmi a lungo termine anche in quel periodo, ma una data la troviamo
Io in provincia di SienaGIACOMO.ALBERTINI ha scritto:Ciao a tutti! Dove abitate?
Hai fatto bene ad andarci, che se aspetti me/noi ma quando affitti? grazie per la “recensione”, mi invoglia ad andare.chromemax ha scritto:TRADIMENTO!!!
Scusatemi ma ho tradito la causa e sono andato a vedere la mostra ieri; non voletemene ma mi si sono paventati una serie di probabili impegni familiari che se si allineano tutti mi avrebbero impedito di andare a vedere la mostra, così per essere sicuro di non perdermela sono andato appena ho potuto. Poi magari se mi dice bene riesco a fare il bis con qualcuno del forum.
Comunque condivido le mie impressioni, per quello che valgono.
La mostra, nell'ambito di bresciaphotofestival, espone opere di Edward Weston ma anche alcuni lavori dei figli Brett e Cole e della nipote Cara. L'allestimento è eccellente e impeccabile, la visibilità ottima con illuminazione curata per le opere di Edward esposte nella sala principale, un po' troppo debole per le foto della parentela esposte in un'altra sala molto più alta. Tutti vetri antiriflesso e, tranne qualche raro caso (solo un paio di foto) obbligato dalla logistica l'angolo di incidenza dell'illuminazione era in ogni caso fuori dal campo visivo dell'osservatore (ci si doveva inginocchiare per far riflettere le luci sulle fotografie), segno di grande attenzione in fase di studio dell'allestimento.
Di Edward erano esposte gran parte delle opere più conosciute anche se alcune che mi sarei aspettato di trovare non c'erano, fra tutte i nudi di Charis Wilson tra le dune o le nature morte messicane, comunque un paio di peperoni, tra cui il celeberrimo N.30, erano lì in bella vista. In compenso c'erano dei ritratti che non avevo mai visto, alcuni anche 6x9, sempre stampati a contatto. In tutto non moltissime foto (quelle che si vedono nelle foto sopra), diciamo che ne avrei gradita qualcuna in più.
L'infografica è scarna, un breve testo, per lo più biografico, stampato sul muro in italiano e inglese. Personalmente non sopporto i papiri aulici che troppo spesso accompagnano le mostre ma in questo caso forse si è esagerato nel senso opposto; non viene spiegato nulla della scuola della west coast, del suo sforzo di affrancarsi dalla cultura europea e di generare movimenti artistici originali del continente americano guardando quindi a sud, in messico, piuttosto che dall'altra parte dell'atlantico; insomma se non conoscevi Weston prima della mostra e capiti lì per caso il rischio è che ne esci convinto di aver visto delle foto piccolette e un po' banali. La targhetta che accompagnava ogni stampa riportava l'autore, il titolo, l'anno e il tipo di stampa che per Edward e Brett erano stampe ai sali d'argento, per Cole stampe cibachrome (Cole preferiva lavorare a colori) e stampe ai pigmenti (digitali) per le foto di Cara. Le foto di Brett, Cole e Cara sono stati solo degli assaggi, forse meno di venti foto ognuno. Per Cole delle bellissime stampe cibachrome di elementi naturali dalle linee astratte, non stampate grandissime come usa adesso ma sicuramente di più ampio respèiro rispetto alle stampe a contatto del padre, peccato l'illuminazione molto debole che in questa ala del palazzo rendeva difficoltosa la visione.
Brett ha esposto dei magnifici bianco-nero sia a contatto che ingrandimenti ma non più di 40*50 o giù di lì mentre le stampe, sempre di dimensioni contenute (meno di 30x40) di Cara erano ink-jet su carta opaca stampati inmaniera eccellente, anche se col digitale scappa la mano anche ai più bravi, soprattutto sui cieli, rendendoli simili a una serie sci-fi di netflix : Nel bookshop era in vendita il catalogo della mostra; ho dato una scorsa alla copia di consultazione e la qualità di stampa era pessima, con addirittura molte foto a colori stampate fuori registro, non so se era quella copia lì ad essere difettata e quindi destinata alla visione, comunqu enon mi sono fidato di spendere 30 e passa euro per un volume così poco curato.
Sempre nell'ambito di bresciaphotofestival nello stesso sito e con lo stesso biglietto si poteva visitare la mostra "Lo sguardo restituito", una raccolta di foto di ritratto molto ampia ed estremamente eterogenea, a tratti anche confusionaria ma con alcuni pezzi veramente interessanti. La mostra è veramente ricca, con stampe che andavano da stampine a contatto dei primi del novecento a lenzuolate di 1 metro di lato, cornici e montaggi del tutto casuali, si trovavano cornici al vivo in alluminio satinato, stile anni '70 accanto a spesse cornici in ebano intarsiato in stile coloniale degli anni '20; sembravano foto raccolte un po' qua e un po' là a casa della gente, con tanto di sporco, graffi e macchie sul passapartout o sulle stampe stesse.
Nonostante questo, e la stanchezza visiva dopo la mostra di Weston, alcuni pezzi sono stati, per me, degli inediti: ho potuto vedere per la prima volta un ritratto originale di Karsh, la stampa originale del ritratto di Juanita Eugene Smith fatta dal padre, la stampa del Che firmata da Korda, la pioniera di Rodchenko anche se stampata così grande da essere solarizzata, Choun En Lai fotografato da Lotti... e poi solo tra gli italiani che mi sono rimasti in mente Berengo Gardin, Iodice, Dondero, Galimberti, Barbieri, Cattaneo... insomma il gotha della fotografia mondiale insieme a altri autori magari meno conosciuti ma dalle foto altrettanto interessanti (la parte del ritratto etnico aveva un paio di stampe di "indigeni" degli anni 20-30 da urlo).
Diciamo che le due mostre coprono abbondantemente il costo del biglietto che, per la sola mostra di Weston forse era un po' troppo caro. Tra l'altro il biglietto rimane valido per le altre mostre nell'ambito di bresciaphotofestival fino al 24 luglio.
Ultima considerazione sulla location: il complesso di Santa Giulia è sicuramente una sede bellissima, moderna e prestigiosa, molto ben attrezzata ma infinitamente scomoda da raggiungere, incastonata nella parte più antica della città in una zona chiusa al traffico. Starò invecchiando ma faccio sempre più fatica ad accettare di dover spendere tempo, soldi ed energie per andare in posti in cui diventa sempre maggiore la sensazione che il "turista", il "visitatore", sia uno scocciatore che deve pagare il favore che gli viene fatto di poter varcare le porte della città. Tra benzina, autostrada, parcheggio, biglietto e qualcosa da mangiare tra me e mia moglie ho ampiamente sforato i cento euro e abito a meno di 100Km da Brescia, sempre che non arrivi qualche multa che ormai tra ZTL, telecamere e autovelox entrare in una qualsiasi città è diventato più pericoloso di un livello di Doom.