Il deserto digitale

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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Elmar Lang
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da Elmar Lang »

Bellissimo contributo, il tuo.

Tenere tra le mani un libro antico (quello che hai citato è IL libro antico per eccellenza) è un'emozione che chiunque -indipendentemente dalle proprie propensioni tecnologiche- proverà, di fronte alla venerabilità dei secoli, oltrepassati con sicurezza.

Quando da studente trascorrevo molto tempo in biblioteca (la "Marciana" di Venezia) per non subire le distrazioni di casa, preferivo prendere posto nelle c.d. "sale riservate", con le pareti foderate di volumi, ed ai tavoli, muniti di leggii, si condivideva lo spazio con studiosi che consultavano manoscritti d'epoche antichissime, magari ancora appartenuti al Cardinal Bessarione.

Tempo fa, a Milano, presso la libreria del Poligrafico dello Stato, in Galleria, non ho resistito ed ho acquistato uno di quei fac-simile perfettamente riprodotti, financo nella rilegatura, che si pubblicavano tanti anni fa, ovvero quello d'un manoscritto virgiliano del VI-VII Sec. d.C., il cui originale è alla laurenziana-Medicea di Firenze... Nessun Tablet o libro elettronico può promanare la gloria d'un documento scritto oltre un millennio fa e giunto sino a noi pressoché in ottime condizioni.

I supporti elettronici sono comodi, funzionali, utili: sarebbe da stupidi negarlo. Purtroppo però, al giorno d'oggi demandiamo troppo ad una sorta di funzionalità del momento ed anteponiamo la rapidità della trasmissione dei dati, alla loro durata e fruibilità nel tempo; o quantomeno tendiamo a tralasciare questi ultimi due importanti aspetti.

A presto,

Enzo (E.L.)


"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
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darkrat
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da darkrat »

L'orizzonte con cui confrontarsi non è l'archiviazione su propri supporti ma in cloud. Oggi archiviare 3-4 GB su servizi come quelli di Amazon Glacier costa intorno ai 0,01 €/GB. I server sono ridondati, quindi non temono incendi o altri eventi. I dati sono archiviati con crittografie molto avanzate, quindi (a parte lo scarso interesse per le foto di famiglia) di difficilissimo accesso e comunque non vengono diffusi, mitigando i timori da Grande Fratello... La fotografia argentica mi piace ma non bisogna denigrare sempre e a tutti i costi i sistemi digitali (o quelli che verranno in futuro...). L'eredità per i posteri sono così archiviate e disponibili ovunque. Certo che se ci si riferisce esclusivamente a opere d'arte o a un qualche soggetto di interesse pubblico allora non basta. Ma se stiamo parlando delle foto di famiglia o di fotoamatori va bene così. In alcuni paesi addirittura esistono già i testamenti digitali, dove vengono indicate le procedure per passare di padre in figlio il bagaglio di archivi e accessi online.
Andrea

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-Sandro-
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da -Sandro- »

darkrat ha scritto: L'eredità per i posteri sono così archiviate e disponibili ovunque.
Fra cent'anni degli ipotetici archivi online non resterà traccia perché se nessuno continua a pagare il canone dopo la morte del proprietario o non è al corrente che esistono, oppure non trova le password, verranno eliminati per fare spazio agli utenti paganti.

Una cosa è certa, se dovessi crepare domani lascerei ai miei eredi stampe, diapositive e negativi, e li troverebbero in casa, disponibili immediatamente. Troverebbero anche libri, quaderni, appunti e tutti i miei oggetti, che racconteranno ai posteri delle mie passioni.
Mi spiace, ma non riesco a trovare nulla di veramente affascinante nella tecnologia digitale odierna e futura. Ci vedo solo una immensa macchina mangiasoldi e mangiapersonalità.
Ubi maior minor cessat.

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Elmar Lang
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da Elmar Lang »

Condivido il punto di vista di Sandro.

Trovo che i moderni mezzi di archiviazione dei dati siano utili, ma non vi porrei fiducia incondizionatamente.

Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere come saranno tra 20 o 50 anni, ma per come sono ora, per essere sicuro di tramandare qualcosa, preferisco ancora la carta, i libri e gli oggetti fisici.

Una nuvola ( e "cloud" in inglese vuol dire appunto nuvola) è composta di vapore ed il vapore tende sempre a dissolversi...

Enzo
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lo_Spocchioso
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da lo_Spocchioso »

Luce batte corrente 10 a 0.
Andrea - le mie foto analogiche sul digitalissimo Flickr

A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro... che ti epura.

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darkrat
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da darkrat »

Siamo ai primi anni del digitale... diamogli tempo (quanti anni ci sono voluti alle immagini della camera obscura prima di riuscire ad essere fissate sui diversi supporti? decine, se non centinaia).
Anche se, da retrogrado antimodernista convinto, mi costa ammetterlo, non ho alcun dubbio che i servizi miglioreranno, e le nostre abitudini (come è sempre avvenuto nell'evoluzione) si adegueranno. Cosa dovrebbe allora dire della carta l'uomo preistorico abituato alle pitture sulle solide pietre delle caverne?
Password e canoni passeranno ai figli così come ieri passavano i libretti postali o le chiavi delle cassette di sicurezza: sta nell'organizzazione sociale che si sta aggiornando. E poi se agli amati figli o nipoti non gliene fregherà niente dei nostri negativi o dei nostri file, statene certi: finiranno comunque tutti nei cestini.
Ciò mi rattrista perchè sicuramente perde "poesia", o forse perde "una" poesia.
Andrea

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asanisimasa
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da asanisimasa »

il discorso è un po' più complesso e forse è più sociologico che strettamente fotografico. il digitale non nega per forza la stampa ma sono i costumi e gli usi che lo fanno. semplicemente le persone hanno perso la pratica di stampare o far stampare le proprie fotografie , digitali e non. alla stampa si è sostituita la pubblicazione sui social e questo cambia radicalmente il rapporto che si ha con il mezzo ( fino a qualche anno fa la fotografia era materica, era un oggetto vero e proprio che potevi toccare. ora è un insieme di numeri che viaggiano nell'etere..)
Concordo con darkrat che il motivo sia per il fatto che la tecnologia digitale sia ancora giovane.. diamo il tempo al tempo, quando cominceranno a bruciarsi gli hard disk, quando le nostre immagini spariranno improvvisamente dal web le persone cominceranno a capire che forse, è meglio fare una stampa.. che sia digitale o tradizionale conta relativamente..

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Aleksej6
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da Aleksej6 »

Io faccio normalmente stampare le fotografie digitali oltre ad averne una copia su un altro archivio, credo che debba essere una prassi normali. Idem per chi tiene un diario digitale o degli scritti su computer.
Sul clouding anche io ho perplessità, avevo provato per un certo periodo Google Drive, alcuni file venivano uploadati, altri no e non ne sono riuscito a venire a capo, abbandonandolo.

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charles_forever
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Re: Il deserto digitale

Messaggio da charles_forever »

Se posso intervenire, da informatico, vorrei far presente che i sistemi di archiviazione dati in forma numerica sicuri esistono. Ad esempio, nelle banche, nello stato, nei grandi sistemi informativi delle aziende non va perso un solo dato, e un byte può restare a disposizione pressoché all'infinito.
Per quello che riguarda i sistemi 'consumer', invece, tutto è regolato dall'effimero. Mentre i mainfrrame dei grandi sistemi funzionano ancora in linguaggi che non vengono nemmeno più studiati a scuola o all'Università, tipo Cobol o Fortran, e tutto possono essere tranne che effimeri, un substrato di memoria della fascia consumer è effimero come una libellula. Nel mercato del pubblico, ogni tecnologia nasce già "obsoleta", nel senso che bisogna vendere, vendere, vendere, ed uno degli slogan più efficaci è far credere che uno possieda del materiale così scaduto che faccia ridere i polli. Immaginiamo di ripercorrere alcune tappe dei substrati di memoria di massa informatici: chi ha più oggi la possibilità di leggere un floppy disk grande? Oppure un floppy disk piccolo? Dirò di più, chi riuscirebbe con le moderne motherboard per PC a decifrare un hard disk SCSI? Eppure, per un certo periodo, lo standard SCSI era ritenuto il non plus ultra dell'informatica aziendale. I server spesso erano dotati di un sistema di 5 dischi in mirroring, ovviamente SCSI. Oggi, se uno non ha ancora tutto il sistema funzionante, si può scordare di leggere un archivio, e la stessa cosa sta probabilmente per accadere con i dischi IDE. Quindi la smagnetizzazione è forse solo il minore dei pericoli di perdite di materiale, per la corretta conservazione di archivi importanti bisogna avere a disposizione un piano. Nella mia azienda, dove viene ad esempio seguita la normativa ISO 9001, vi è una procedura per l'archiviazione e la conservazione di dati nei server studiata in modo da rendere pressoché impossibile la perdita di informazioni, qualunque ne possa essere il motivo, ma nulla di tutto ciò viene sviluppato per le unità domestiche. La soluzione del cosiddetto "cloud" può essere validissima, ma attenzione: essa vale fino a che qualcuno pagherà la bolletta, o fintanto che la società di gestione della porzione di cloud utilizzata non dichiarerà bancarotta (evento non impossibile). Ergo, suggerisco di stampare e memorizzare su supporto non deteriorabile (chiavi USB o schedine in triplice copia) o effettuare sempre copie di backup su supporti leggibili con la tecnologia attuale ed a ridondanza.

Saluti a tutti,

Charles.

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Re: Il deserto digitale

Messaggio da felice »

charles_forever ha scritto:Se posso intervenire, da informatico, vorrei far presente che i sistemi di archiviazione dati in forma numerica sicuri esistono. Ad esempio, nelle banche, nello stato, nei grandi sistemi informativi delle aziende non va perso un solo dato, e un byte può restare a disposizione pressoché all'infinito.
Per quello che riguarda i sistemi 'consumer', invece, tutto è regolato dall'effimero. Mentre i mainfrrame dei grandi sistemi funzionano ancora in linguaggi che non vengono nemmeno più studiati a scuola o all'Università, tipo Cobol o Fortran, e tutto possono essere tranne che effimeri, un substrato di memoria della fascia consumer è effimero come una libellula. Nel mercato del pubblico, ogni tecnologia nasce già "obsoleta", nel senso che bisogna vendere, vendere, vendere, ed uno degli slogan più efficaci è far credere che uno possieda del materiale così scaduto che faccia ridere i polli. Immaginiamo di ripercorrere alcune tappe dei substrati di memoria di massa informatici: chi ha più oggi la possibilità di leggere un floppy disk grande? Oppure un floppy disk piccolo? Dirò di più, chi riuscirebbe con le moderne motherboard per PC a decifrare un hard disk SCSI? Eppure, per un certo periodo, lo standard SCSI era ritenuto il non plus ultra dell'informatica aziendale. I server spesso erano dotati di un sistema di 5 dischi in mirroring, ovviamente SCSI. Oggi, se uno non ha ancora tutto il sistema funzionante, si può scordare di leggere un archivio, e la stessa cosa sta probabilmente per accadere con i dischi IDE. Quindi la smagnetizzazione è forse solo il minore dei pericoli di perdite di materiale, per la corretta conservazione di archivi importanti bisogna avere a disposizione un piano. Nella mia azienda, dove viene ad esempio seguita la normativa ISO 9001, vi è una procedura per l'archiviazione e la conservazione di dati nei server studiata in modo da rendere pressoché impossibile la perdita di informazioni, qualunque ne possa essere il motivo, ma nulla di tutto ciò viene sviluppato per le unità domestiche. La soluzione del cosiddetto "cloud" può essere validissima, ma attenzione: essa vale fino a che qualcuno pagherà la bolletta, o fintanto che la società di gestione della porzione di cloud utilizzata non dichiarerà bancarotta (evento non impossibile). Ergo, suggerisco di stampare e memorizzare su supporto non deteriorabile (chiavi USB o schedine in triplice copia) o effettuare sempre copie di backup su supporti leggibili con la tecnologia attuale ed a ridondanza.

Saluti a tutti,

Charles.
approfitto di te visto che sei del mestiere :D (chiedimi cosa fa una cellula ma di elettronica non ci capisco una m.....)
quindi avere un piccolo server proprietario tipo NAS a doppio disco ridondante usabile anche come piattaforma cloud (ovvero accessibile tramite internet da dovunque) e mettere su carta i documenti importanti è la scelta migliore? ovviamente mi riferisco, nel mio caso, ai documenti di lavoro (ricerca etc)

grazie e scusate l'OT

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