Analogica.it

Gli obiettivi da ingranditore non di altissima qualità (tutti, tranne gli apocromatici) mettono a fuoco su piani diversi le diverse componenti cromatiche della luce. L'occhio umano è particolarmente sensibile al giallo e al verde, e, se la messa a fuoco viene fatta ad occhio nudo, mostrerà un'immagine nitida quando le componenti di questi colori sono a fuoco. Ma la carta da stampa tradizionale è più sensibile alla componente blu, che risulterà leggermente fuori fuoco, anche se l'occhio non la percepisce.
Mettere un filtro blu sul focometro serve a bloccare le componenti "non blu", rendendole invisibili: ciò che resta visibile è la componente efficace, quella che effettivamente genererà l'esposizione della carta.
Questa è la teoria, non so quanto sia effettivamente vantaggioso applicarla oggi, con materiali a contrasto variabile, sensibili ad una banda di colore più ampio di quello di un tempo

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A dispetto dell'uso previsto, trovo spesso utile il filtro blu con i negativi colore sottoesposti. Sottraendone la maschera rende la messa a fuoco meno sofferta.

Grazie Kiodo e Sandro delle informazioni non lo sapevo. Sono curioso di provarlo. In base alla tua esperienza Sandro e utile il filtrino o la differenza non e percettibile?

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E' stato pubblicato (Patrick Gainer e Ctein) che l'abberrazione cromatica dell'occhio rende la maf col filtro blu molto meno precisa di quella alla luce non filtrata; idem quando si usano filtrature magenta pesanti nella stampa multigrade e/o a colori

durstm850 ha scritto:é utile il filtrino o la differenza non e percettibile?

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Non c'è bisogno di consigli, fai due provini, uno usando il filtro, l'altro no, e li confronti

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Su ebay hanno venduto un Omega Peak Micromega "Longneck" Critical Focuser che non avevo mai visto. Interessante l'altezza dell'oculare, che probabilmente facilita nella messa a fuoco chi non ha una lunghezza di braccio esagerata. Scusate, ma non so come si alleghino le immagini, vi indico i riferimenti:
https://rover.ebay.com/rover/0/0/0?mpre ... 3669052477

Silverprint ha scritto: Un esempio pratico, il Componon-S 50mm ha una curvatura di campo complessa (tipica dei 6 lenti, per altro). Sul 50x60 se si ha fuoco a centro e angoli, c'è una sfocatura abbastanza visibile nel mezzo. Per compensarla tutta occorrerebbe chiudere molto il diaframma, ma si perde qualità per via della diffrazione. Si può però spostare il punto di fuoco dal centro e trovare un ottimo compromesso che consente di stampare a f:8, senza problemi di diffrazione. Questo è un caso in cui il Peak critical focuser serve, si può infatti controllare il fuoco su tutta la diagonale, e giocando tra messa a fuoco fine e apertura del diaframma trovare il compromesso migliore.

Ps. È più difficile a dirsi che a farsi.

In effetti il mio Componon-s 50/2.8 da problemi con la curvatura di campo già col 18x24, tanto che devo usare diaframmi dall’8 in su o stampare il piccolo formato 100/5.6.

Hai una lenti con problemi o l'ingranditore disallineato...

Silverprint ha scritto:Hai una lenti con problemi o l'ingranditore disallineato...

Penso la prima, perché il non fuoco è simmetrico.

PS oddio, questo può dipendere anche dal disallineamento

Allora la seconda