Janua, la Superba.
Inviato: 31/03/2022, 21:09
Dedicato ad Enzo.
Questa sera voglio portarvi a Genova con un viaggio a ritroso nel tempo per parlare di una splendida fotocamera prodotta alla fine degli anni 40.
Sto parlando della Janua, delle Officine San Giorgio di Sestri ponente.
E' una macchina molto rara, prodotta in pochi esemplari che, ad onta della matricola molto alta (450000-451000), annovera invece poche centinaia di esemplari effettivi.
La pratica di siglare le fotocamere con numeri di matricola alti, per non far capire che si fosse agli inizi della produzione è stata usata, tra gli altri, anche dalla Rollei.
L'esemplare in questione è il numero 143, come si può constatare dalle punzonature interne, presumibilmente prodotto nel 1949 .
Definirla una copia della Leica è un insulto: era migliore.
Le copie sono altre, quelle che si spaccano quando cambi i tempi di scatto e non badi allo stato dell'otturatore.
Base telemetrica ampia, obiettivi con innesto a baionetta con gruppo ottico rientrante (e per favore, non chiamatelo "collassabile" altrimenti il collasso lo fate venire a me, basta con questi stupidi anglicismi, l'obiettivo di questo tipo è RIENTRANTE!)
In questo caso è montato un San Giorgio ESSEGI 5cm f/3.5 presumibilmente tipo Elmar.
Le finestrelle in vetro montate sulla calotta sono fissate con controtelaio ribattuto, altro che plastichella incollata col bostik.
Inotre è presente un correttore diottrie incorporato, telemetro con prismi di wollaston e non miseri specchietti argentati (ancor oggi perfetto), esposimetro ad estinzione incorporato con relativa tabella esplicativa sul dorso, una meccanica raffinata con selettore unico per tempi lenti e veloci ed autoscatto.
Stiamo parlando di un vero capolavoro, prodotto nella città che mi ha dato i natali; l'edificio è ancora esistente:
E' stata una vera sfida per me accettare la sostituzione delle tendine di questa macchina, che essendo gommate si erano vetrificate intorno ai rulli.
In totale assenza di documentazione mi sono dovuto basare sulle mie risorse: spirito di osservazione ed esperienza.
Questa macchina ha una particolarità: il fondello porta con se i rulli sinistri mentre quelli destri restano sul telaio. Un bel casino, che costringe ad incollare le tendine in opera, a macchina montata.
Ho dovuto fare diverse prove per determinare la lunghezza delle tendine e delle fettucce perché le originali erano disintegrate.
Il meccanismo di regolazione dei tempi è semplicemente geniale, ma la fasatura ha richiesto uno studio attento e molte prove preliminari.
Ma ci credete? Ho lavorato col sorriso, e veder risorgere questa ultra settantenne mi ha colmato di gioia.
Eccovi le foto, oggi la coccarda "Janua" me la appunto sul petto da solo, scusate l'immodestia.
Questa sera voglio portarvi a Genova con un viaggio a ritroso nel tempo per parlare di una splendida fotocamera prodotta alla fine degli anni 40.
Sto parlando della Janua, delle Officine San Giorgio di Sestri ponente.
E' una macchina molto rara, prodotta in pochi esemplari che, ad onta della matricola molto alta (450000-451000), annovera invece poche centinaia di esemplari effettivi.
La pratica di siglare le fotocamere con numeri di matricola alti, per non far capire che si fosse agli inizi della produzione è stata usata, tra gli altri, anche dalla Rollei.
L'esemplare in questione è il numero 143, come si può constatare dalle punzonature interne, presumibilmente prodotto nel 1949 .
Definirla una copia della Leica è un insulto: era migliore.
Le copie sono altre, quelle che si spaccano quando cambi i tempi di scatto e non badi allo stato dell'otturatore.
Base telemetrica ampia, obiettivi con innesto a baionetta con gruppo ottico rientrante (e per favore, non chiamatelo "collassabile" altrimenti il collasso lo fate venire a me, basta con questi stupidi anglicismi, l'obiettivo di questo tipo è RIENTRANTE!)
In questo caso è montato un San Giorgio ESSEGI 5cm f/3.5 presumibilmente tipo Elmar.
Le finestrelle in vetro montate sulla calotta sono fissate con controtelaio ribattuto, altro che plastichella incollata col bostik.
Inotre è presente un correttore diottrie incorporato, telemetro con prismi di wollaston e non miseri specchietti argentati (ancor oggi perfetto), esposimetro ad estinzione incorporato con relativa tabella esplicativa sul dorso, una meccanica raffinata con selettore unico per tempi lenti e veloci ed autoscatto.
Stiamo parlando di un vero capolavoro, prodotto nella città che mi ha dato i natali; l'edificio è ancora esistente:
E' stata una vera sfida per me accettare la sostituzione delle tendine di questa macchina, che essendo gommate si erano vetrificate intorno ai rulli.
In totale assenza di documentazione mi sono dovuto basare sulle mie risorse: spirito di osservazione ed esperienza.
Questa macchina ha una particolarità: il fondello porta con se i rulli sinistri mentre quelli destri restano sul telaio. Un bel casino, che costringe ad incollare le tendine in opera, a macchina montata.
Ho dovuto fare diverse prove per determinare la lunghezza delle tendine e delle fettucce perché le originali erano disintegrate.
Il meccanismo di regolazione dei tempi è semplicemente geniale, ma la fasatura ha richiesto uno studio attento e molte prove preliminari.
Ma ci credete? Ho lavorato col sorriso, e veder risorgere questa ultra settantenne mi ha colmato di gioia.
Eccovi le foto, oggi la coccarda "Janua" me la appunto sul petto da solo, scusate l'immodestia.