L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandimento
Moderatori: chromemax, Silverprint
L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandimento
Vi pongo il primo quesito, sicuramente banale per i più ma novità per me.
Per tanti anni uno dei parametri che ho considerato importante nel valutare le ottiche da ripresa leggendo la scheda tecnica è stato il numero di lamelle che compongono il diaframma.
Ora, da poche settimane sono in possesso del mio primo ingranditore, e, dato che arriva fino al 6x6, proprio ieri ho aggiunto un'ottica 80 mm per poter stampare anche il medio formato.
Le ottiche di cui dispongo sono queste qui:
Lo sconosciuto Bemecron, di cui non ho trovato traccia su internet se non per il fatto che è identico all'Omicron di pari focali e caratteristiche (del quale, sempre curiosando su internet, ho letto essere un Nikkor EL rimarchiato, sempre che sia vero), ha 8 lamelle, mentre il Componon ne ha un'enormità (non sono sicuro ma credo siano 16...).
E fin qui i conti tornano, il Bemecron sarà qualche cosa di economico mentre il Componon avrà un diaframma più "lamellato" perché di qualità superiore.
Tempo fa avevo visto le foto di un Neotar che aveva, se non ricordo male, 5 lamelle, e anche questo confermava la mia impressione, avvalorata anche dalla regoletta degli "ar" e degli "on".
Senonché, cercando in giro, ho notato questo:
-Schneider Componon-S 80mm f4, 5 lamelle:
-Schneider Componon APO 45 mm f4 HM, apparentemente 5 lamelle:
A questo punto, dato che so poco o nulla delgli obiettivi da ingrandimento, le domande sono:
-nelle ottiche da ingrandimento un diaframma con molte lamelle serve?
-se si perché sulle ottiche più recenti anche di pregio ce ne sono poche?
-se non perché nel mio Componon (dando per scontato che ai suoi tempi fosse un vetro di valore) ce ne sono così tante?
Un grazie a chi mi risponderà! ;)
Per tanti anni uno dei parametri che ho considerato importante nel valutare le ottiche da ripresa leggendo la scheda tecnica è stato il numero di lamelle che compongono il diaframma.
Ora, da poche settimane sono in possesso del mio primo ingranditore, e, dato che arriva fino al 6x6, proprio ieri ho aggiunto un'ottica 80 mm per poter stampare anche il medio formato.
Le ottiche di cui dispongo sono queste qui:
Lo sconosciuto Bemecron, di cui non ho trovato traccia su internet se non per il fatto che è identico all'Omicron di pari focali e caratteristiche (del quale, sempre curiosando su internet, ho letto essere un Nikkor EL rimarchiato, sempre che sia vero), ha 8 lamelle, mentre il Componon ne ha un'enormità (non sono sicuro ma credo siano 16...).
E fin qui i conti tornano, il Bemecron sarà qualche cosa di economico mentre il Componon avrà un diaframma più "lamellato" perché di qualità superiore.
Tempo fa avevo visto le foto di un Neotar che aveva, se non ricordo male, 5 lamelle, e anche questo confermava la mia impressione, avvalorata anche dalla regoletta degli "ar" e degli "on".
Senonché, cercando in giro, ho notato questo:
-Schneider Componon-S 80mm f4, 5 lamelle:
-Schneider Componon APO 45 mm f4 HM, apparentemente 5 lamelle:
A questo punto, dato che so poco o nulla delgli obiettivi da ingrandimento, le domande sono:
-nelle ottiche da ingrandimento un diaframma con molte lamelle serve?
-se si perché sulle ottiche più recenti anche di pregio ce ne sono poche?
-se non perché nel mio Componon (dando per scontato che ai suoi tempi fosse un vetro di valore) ce ne sono così tante?
Un grazie a chi mi risponderà! ;)
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Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Ciao Nicola,
ti ringrazio per l'intervento, per prima cosa per averi confermato il sospetto sulla vera identità del mio obiettivo (mi è stato detto che Omicron e Bemecron erano prodotti per la Beseler e i suoi ingranditori Omega), e poi per avermi chiarito il dubbio che già avevo.
Resto il mistero sul perché gli ingegneri tedeschi abbiano dovuto dotare di un componente meccanico così complesso (ho smontato l'ottica per pulirla, è un gioiello di meccanica!) questo obiettivo se non serve a niente....a meno che...se non ricordo male una volta si usava spesso montare ottiche da ingrandimento sui soffietti per la macrofotografia, possibile che questo doppio utilizzo venisse considerato già in fase di progetto?
Caratteristica che magari sulle ottiche odierne si è persa dato il proliferare di obiettivi macro per tutte le tasche.
Boh, martedì finisco l'adattatore e poi provo a stamparci qualcosa, che alla fine è l'unica cosa che conta.
ti ringrazio per l'intervento, per prima cosa per averi confermato il sospetto sulla vera identità del mio obiettivo (mi è stato detto che Omicron e Bemecron erano prodotti per la Beseler e i suoi ingranditori Omega), e poi per avermi chiarito il dubbio che già avevo.
Resto il mistero sul perché gli ingegneri tedeschi abbiano dovuto dotare di un componente meccanico così complesso (ho smontato l'ottica per pulirla, è un gioiello di meccanica!) questo obiettivo se non serve a niente....a meno che...se non ricordo male una volta si usava spesso montare ottiche da ingrandimento sui soffietti per la macrofotografia, possibile che questo doppio utilizzo venisse considerato già in fase di progetto?
Caratteristica che magari sulle ottiche odierne si è persa dato il proliferare di obiettivi macro per tutte le tasche.
Boh, martedì finisco l'adattatore e poi provo a stamparci qualcosa, che alla fine è l'unica cosa che conta.
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Grazie per la spiegazione sul diaframma, è tutto molto chiaro. ;)
Quanto al Bemecron certo che l'ho usato, ci ho stampato qualche 18x24 e un 20x30 (al momento non ho molti fogli di questo formato), anche se la pellicola usata, un'economica Fomapan 400, penso che non sia la più indicata per valutare la sua nitidezza.
Però i risultati non mi sembrano male, anzi...o, quantomeno, per ora mi soddisfano, e credo che questa sia la cosa per il momento fondamentale.
Per il Componon e alle sue lamelle...beh, vedremo come va, volevo un 80 mm buono che non mi costasse troppo, anche se questo non è certo l'ultimo grido (e nemmeno il penultimo ) credo che non mi deluderà.
Quanto al Bemecron certo che l'ho usato, ci ho stampato qualche 18x24 e un 20x30 (al momento non ho molti fogli di questo formato), anche se la pellicola usata, un'economica Fomapan 400, penso che non sia la più indicata per valutare la sua nitidezza.
Però i risultati non mi sembrano male, anzi...o, quantomeno, per ora mi soddisfano, e credo che questa sia la cosa per il momento fondamentale.
Per il Componon e alle sue lamelle...beh, vedremo come va, volevo un 80 mm buono che non mi costasse troppo, anche se questo non è certo l'ultimo grido (e nemmeno il penultimo ) credo che non mi deluderà.
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Io sono agli inizi con le pellicole BN, fino ad ora ho utilizzato le Fomapan 400 (che non mi dispiace) e la Ilford Delta 400 (che ho trovato un po' moscia, ma potrei aver sbagliato io in ripresa).
Quello che intendevo, però, è che con quella pellicola sul 20x30 incomincia a notarsi la grana, anche se il dettaglio mi sembra comunque buono.
Almeno stampando a f8-f11 (non ho ancora provato diaframmi più aperti).
Quello che intendevo, però, è che con quella pellicola sul 20x30 incomincia a notarsi la grana, anche se il dettaglio mi sembra comunque buono.
Almeno stampando a f8-f11 (non ho ancora provato diaframmi più aperti).
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
anche a me piace la grana, bisogna scegliere solo la grana di quale pellicola piace di più.. tra poco proverò l'accoppiata trix rodinal e kiev 6c.. certo 1+25 dovrebbe essere il massimo...per le foma, le uso come pellicole piane, e mi hanno molto soddisatto,, però bisogna prestare una certa attenzione al lavaggio e non usare acqua troppo fredda, mi sembra che non sopportino molto gli sbalzi di temperatura, io uso, ma sempre però, il sistema di lavaggio ilford, poca acqua ottimi risultati..personalmente preferisco l'accoppiata agfa apx 100-400 cioè rollei retro, e rodinal o rodinal special, grana secca ottimo contrasto, la delta non mi piace, la trovo anch'io moscia.. metre bei risultati si hanno esponendo la rollei retro 400 a 1600 e sviluppandola in microphen, insomma c'è tanto da sperimentare... a quanto pare qualcuno che fino a non molto tempo fa era quasi tutto digitale, ora è addiruttura su questo forum..che dire.. complimenti!!!
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Non ho detto che la grana non mi piace, intendevo che non aiuta a valutare la nitidezza di una foto, sempre che questo sia così importante (spero di non vedere in questo forum "crop" a 500% o cose simili ), lo so che ci sono una marea di variabili che la determinano (io al momento uso il terrificante Ilfosol 3).vngncl61 ha scritto:A me la grana piace, per questo non amo le Delta e le T max, comunque molto dipende, oltre che dalla pellicola, dalla ripresa, dal rivelatore, dalle modalità di sviluppo, dall'ingranditore, ecc.
A me, ripeto, la grana non dispiace affatto, specialmente se è bella , a chicchi compatti, non fioccosa, insomma quella che viene fuori col Tri X in Rodinal 1+25.
Uno dei pregi della Foma 400, è la capacità di tenera botta pure ad errori piuttosto marcati d'esposizione, io uso poco, quasi mai, l'esposimetro, però adesso ne sto cercando uno, ma non per la Foma, ho 20 rulli di Velvia 120, e quella bestia va esposta coi controcazz... sennò è cacca.
UN altro pregio che trovo nella Foma è il supporto, sta bello teso e piatto, si abbomba pochissimo!
La Delta 400, invece, apriti cielo!
Spero che la HP5 non abbia lo stesso problema!
Per la Velvia penso proprio che ti serva un buon esposimetro.
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Anche a me piace la grana, specie se è tanta, e anche il grana , comunque la Foma a me non dispiace, la prossima volta ne comprerò ancora, anche se ora ho da far secca una partita di Efke 50 e 100 asa.claudio44 ha scritto:anche a me piace la grana, bisogna scegliere solo la grana di quale pellicola piace di più.. tra poco proverò l'accoppiata trix rodinal e kiev 6c.. certo 1+25 dovrebbe essere il massimo...per le foma, le uso come pellicole piane, e mi hanno molto soddisatto,, però bisogna prestare una certa attenzione al lavaggio e non usare acqua troppo fredda, mi sembra che non sopportino molto gli sbalzi di temperatura, io uso, ma sempre però, il sistema di lavaggio ilford, poca acqua ottimi risultati..personalmente preferisco l'accoppiata agfa apx 100-400 cioè rollei retro, e rodinal o rodinal special, grana secca ottimo contrasto, la delta non mi piace, la trovo anch'io moscia.. metre bei risultati si hanno esponendo la rollei retro 400 a 1600 e sviluppandola in microphen, insomma c'è tanto da sperimentare... a quanto pare qualcuno che fino a non molto tempo fa era quasi tutto digitale, ora è addiruttura su questo forum..che dire.. complimenti!!!
Sono molto pignolo con gli sviluppi, io preparo una buona quantità di acqua prima di cominciare e mi assicuro che la temperatura sia di 20°.
Con quella stessa acqua, prelevandola di volta in volta, faccio il prelavaggio, preparo i chimici, faccio l'arresto, e ci faccio il lavaggio secondo il metodo Ilford.
Insomma, tutto a 20°.
Credo che la Delta non la comprerò mai più...
Claudio, non ho smesso di fotografare in digitale, anzi.
Ma ho sempre subito il fascino delle cose vecchie (e non solo nel ramo fotografico), se guardassi la mia piccola collezione noteresti che l'unica reflex autofocus è la Eos 50, tutto il resto è sensibilmente più anziano.
Fermo restando che, proprio avendo cominciato con la pellicola più di 10 anni fa, era davvero assurdo non aver mai provato a gestire l'immagine analogica in prima persona dalla ripresa alla stampa.
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Fiuuuuu, che bacchettata!
Una bella pettinata, non c'è che dire, ma ci stà, sono qui per imparare e anche questo è imparare! ;)
Cerco di spiegarmi meglio.... la Delta l'ho abbandonata dopo un rullo, è vero, ma quel rullo non mi è proprio piaciuto.
Esposizione? Sviluppi? Può essere (anzi, sicuramente è), anche se i successivi rulli Foma 400 mi hanno colpito di più fin da subito, e sono stati trattati alla stessa maniera della Delta, ovviamente.
Stessa macchina, stesse ottiche, pure stesso luogo in periodi, orari e condizioni di luce compatibili, e, naturalmente, stessi chimici e stessa procedura di sviluppo.
Poi è vero, la variabile più importante, cioè la mia capacità di interpretare l'esposimetro o meno, potrebbe aver vanificato il confronto, anche se tra le Foma noto una certa uniformità.
Per il discorso di studiare le pellicole...
La Foma è una 400 asa, la Efke 100 (ne ho prese una decina da 100, i due rulli da 50, lo ammetto, sono stati più che altro uno sfizio), perché prima del digitale facevo praticamente tutto con 100 e 400 asa.
Non ho preso altre 400 asa...la Foma, nel mio solito negozio, era esaurita (e non è ordinabile tutt'ora ), altrimenti ne avrei comprato una bella partita per provarla bene.
Peché non ho provato la 100 Foma? Beh, sarà stupido, ma mi sono "spaventato" con la 100 formato 120 della stessa casa....ha un odore molto forte, al limite del fastidioso , inoltre con il solito prelavaggio mi ha buttato fuori una fiumana di verde (dopo tre svuotamenti ancora verde, ed è verde anche il supporto! ).
Tutte cose che con la 400 asa non ho notato.
Devo ancora verificare il negativo, al momento non posso provare a stamparlo perché mi manca il raccordo per l'80 mm (e comunque, lo ribadisco, è stato più che altro per divertimento).
Per i chimici mi riferivo all'Ilfosol 3 e alla sua conservazione....il mio, nonostante sia aperto solo da qualche settimana e chiuso in una bottiglia sottovuoto, si è riempito di piccole particelle in sospensione che mi fanno preoccupare per il suo stato di efficenza.
Vorrei provare altro fondamentalmente per questo...
Per le carte posso solo dirti che le ho prese tutte uguali...e le riprenderò tali e quali anche al prossimo giro.
Comunque non mi vanto di essere pignolo (tutt'altro! ), ho solo detto che sono pignolo sulle temperature degli sviluppi, se si può considerare seriamente essere pignolo l'usare acqua preparata a 20° in precedenza per tutti i passaggi...
Anzi, tendenzialmente sono un gran casinaro, e quello che ti ho descritto è già un discreto impegno per il mio standard!
Non ho mai avuto la presunzione di capire le cose al primo tentativo, sono uno zuccone patentato , non sarei qui altrimenti, in ogni caso hai ragione, corro troppo. ;)
Faccio così, ho una piccola scorta di Efke 100, mi concentrerò su quelle, e lascerò da parte il resto.
Resta la preoccupazione per l'Ilfosol 3...
Una bella pettinata, non c'è che dire, ma ci stà, sono qui per imparare e anche questo è imparare! ;)
Cerco di spiegarmi meglio.... la Delta l'ho abbandonata dopo un rullo, è vero, ma quel rullo non mi è proprio piaciuto.
Esposizione? Sviluppi? Può essere (anzi, sicuramente è), anche se i successivi rulli Foma 400 mi hanno colpito di più fin da subito, e sono stati trattati alla stessa maniera della Delta, ovviamente.
Stessa macchina, stesse ottiche, pure stesso luogo in periodi, orari e condizioni di luce compatibili, e, naturalmente, stessi chimici e stessa procedura di sviluppo.
Poi è vero, la variabile più importante, cioè la mia capacità di interpretare l'esposimetro o meno, potrebbe aver vanificato il confronto, anche se tra le Foma noto una certa uniformità.
Per il discorso di studiare le pellicole...
La Foma è una 400 asa, la Efke 100 (ne ho prese una decina da 100, i due rulli da 50, lo ammetto, sono stati più che altro uno sfizio), perché prima del digitale facevo praticamente tutto con 100 e 400 asa.
Non ho preso altre 400 asa...la Foma, nel mio solito negozio, era esaurita (e non è ordinabile tutt'ora ), altrimenti ne avrei comprato una bella partita per provarla bene.
Peché non ho provato la 100 Foma? Beh, sarà stupido, ma mi sono "spaventato" con la 100 formato 120 della stessa casa....ha un odore molto forte, al limite del fastidioso , inoltre con il solito prelavaggio mi ha buttato fuori una fiumana di verde (dopo tre svuotamenti ancora verde, ed è verde anche il supporto! ).
Tutte cose che con la 400 asa non ho notato.
Devo ancora verificare il negativo, al momento non posso provare a stamparlo perché mi manca il raccordo per l'80 mm (e comunque, lo ribadisco, è stato più che altro per divertimento).
Per i chimici mi riferivo all'Ilfosol 3 e alla sua conservazione....il mio, nonostante sia aperto solo da qualche settimana e chiuso in una bottiglia sottovuoto, si è riempito di piccole particelle in sospensione che mi fanno preoccupare per il suo stato di efficenza.
Vorrei provare altro fondamentalmente per questo...
Per le carte posso solo dirti che le ho prese tutte uguali...e le riprenderò tali e quali anche al prossimo giro.
Comunque non mi vanto di essere pignolo (tutt'altro! ), ho solo detto che sono pignolo sulle temperature degli sviluppi, se si può considerare seriamente essere pignolo l'usare acqua preparata a 20° in precedenza per tutti i passaggi...
Anzi, tendenzialmente sono un gran casinaro, e quello che ti ho descritto è già un discreto impegno per il mio standard!
Non ho mai avuto la presunzione di capire le cose al primo tentativo, sono uno zuccone patentato , non sarei qui altrimenti, in ogni caso hai ragione, corro troppo. ;)
Faccio così, ho una piccola scorta di Efke 100, mi concentrerò su quelle, e lascerò da parte il resto.
Resta la preoccupazione per l'Ilfosol 3...
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Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
Se hai trovato la Delta moscia che di suo tenderebbe ad essere duretta, molto probabilmente lo sviluppo non andava bene (e forse anche l'esposizione).->KappA<- ha scritto:Cerco di spiegarmi meglio.... la Delta l'ho abbandonata dopo un rullo, è vero, ma quel rullo non mi è proprio piaciuto. Esposizione? Sviluppi? Può essere (anzi, sicuramente è), anche se i successivi rulli Foma 400 mi hanno colpito di più fin da subito, e sono stati trattati alla stessa maniera della Delta, ovviamente.
Stessa macchina, stesse ottiche, pure stesso luogo in periodi, orari e condizioni di luce compatibili, e, naturalmente, stessi chimici e stessa procedura di sviluppo...
Non è affatto detto che usando lo stesso rivelatore con due pellicole diverse si ottengano con entrambi buoni risultati.
Oltre a trovare lo sviluppo adatto, alla pellicola ed ai propri gusti, bisogna poi sperimentare variazioni di trattamento, cioè tempi e diluizioni. Questo non per dire che devi usare la Delta, ma solo che hai interpretato un "errore" tuo come una caratteristica del materiale.
Il verde non è un problema, è l'anti-velo. La puzza invece si, ma per il naso!
In generale per riuscire ad imparare qualcosa sarebbe bene ridurre le variabili, una pellicola ed un rivelatore (poi casomai dopo un bel po' un altro rivelatore) se usati a modo producono risultati molto variabili ed adattabili a esigenze diverse.
Re: L'importanza del diaframma nelle ottiche da ingrandiment
vngncl61 ha scritto: e stai attento che poi ti interrogo
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