LA FINE DELLA PELLICOLA

Discussioni sugli accessori per il formato 35mm

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chromemax
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da chromemax »

Il formato non c'entra, la pellicola viene prodotta in rulli e poi tagliata, come la carta comune. Se costa di più fare un rullo costerà di più anche qualsiasi formato di pellicola ricavato da quel rullo.
Il punto imho è sulla scala di produzione, e nell'articolo di Forti mi sembra ben spiegato. Ha senso mantenere un'intera fabbrica, con tutti i costi connessi, solo se si ha un tot minimo da produrre, sotto quel tot non ha senso, economicamente parlando, continuare a produrre se non alzando i costi. Mettere su un ciclo di stesa ha un costo fisso iniziale e un costo variabile, principalmente in materiali. Una volta avviato l'impianto, la differenza di costo tra produrre 1.000Km o 1.000.000 di Km di pellicola è relativamente poco. Se il produttore, per scarsa richiesta, è ancora disposto a mettere su tutto l'ambaradan per un paio di rulli da cui si ricavano, cifre sparate a caso, 250.000 rullini 35mm, su questi rullini verrà ricaricato anche del costo fisso iniziale di avvio impianto, che anni prima magari veniva ripartito su 2.500.000 rullini.
Il grosso della produzione di pellicola è assorbito dall'industria cinematografica/televisiva (film, documentari, pubblicità, fiction, ecc) che sta passando in massa alla produzione digitale. Per il discorso fatto prima, le pellicole andranno a costare sempre più, finché ci sarà ancora qualcuno che avrà intenzione di farle, e infatti Kodak ha aumentato i prezzi l'anno scorso ed è di pochi giorni fa la notizia che Fuji aumenta del 20%.
Inoltre imho si andranno a generare tutta una serie di ricadute negative di contorno: anche la materia prima tenderà a costare sempre più: un conto è ordinare tonnellate di gelatina, altro conto ordinarne quintali; un conto è ordinare milioni di chilometri di plastica per il supporto, altro conto ordinarne migliaia di chilometri (ammesso che non siano materie specificatamente prodotte per l'industria della pellicola, altrimenti si correrebbe il rischio di non poter fare pellicola per mancanza di materia prima). Inoltre si fermerebbe la ricerca e l'avanzamento tecnologico, si ridurrebbe la qualità per l'invecchiamento dei macchinari che nessuno potrà/vorrà riparare e manutenere.
Questo per la pellicola a colori, per il BN è diverso.
Ho fatto un quadro apocalittico ma non credo sia troppo campato in aria. La stampa su carta del digitale avviene ancora su carta fotografica chimica e magari questo settore riesce a tenere più bassi i costi anche del resto, chi lo sa. Rimane comunque il fatto che i distributori cinematografici hanno intenzione di distruibuire solo digitale dal 2013 in usa e dal 2014 in europa (fonte: "Hollywood Party", Rai, Radio 3, trasmissione del 3/5/2012, poi magari hanno detto una caxxata, questo non lo so)
Comunque teniamo duro, anche se di questi tempi sentire anche aumenti a 2 cifre per la pellicola non fa certo star bene.



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PIERPAOLO
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da PIERPAOLO »

al di là del discorso inerente la fine o meno della pellicola nei miei due interventi volevo puntualizzare che il mercato della attrezzatura analogica è indipendente dalla pellicola (vedi appunto le aste di WestLicht che spostano cifre imponenti di attrezzatura classica) e che d'altra parte le aziende produttrici di digitale del mercato dell'usato analogico non sanno nulla, per cui, per questa doppia sommatoria le notizie fornite dalle aziende produttrici tengono conto SOLO della loro realtà non di quella GLOBALE.
Quando ho citato al Photoshow le cifre di Westlicht ai responsabili Nikon sono rimasti basiti (l'ultima asta ha realizzato 800.000 euro senza i premi d'asta): sono tutte persone che preferiscono comprare materiale analogico d'epoca che materiale digitale d'epoca....

Pierpaolo

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franny71
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da franny71 »

Pierpaolo, di questo non ero al corrente...
sono stato al photoshw, sono stato allo stand di fotografia reflex, ma non ho avuto il piacere e l'onore di incontrarti.
in compenso ho comprato qualche libro che mancava nella mia (per ora scarna) biblioteca fotografica.
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PIERPAOLO
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da PIERPAOLO »

a parziale scusante e facendo un'eccezione al topic, visto che sei di Anzio, ti invito a leggere questo mio articolo sullo sbarco di Anzio pubblicata dall'americana Viewfinder

http://www.photobit-forum.it/phpbb/view ... =11&t=1884


Pierpaolo

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franny71
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da franny71 »

ora lo leggo...
grazie
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utente04

Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da utente04 »

PIERPAOLO ha scritto:al di là del discorso inerente la fine o meno della pellicola nei miei due interventi volevo puntualizzare che il mercato della attrezzatura analogica è indipendente dalla pellicola (vedi appunto le aste di WestLicht che spostano cifre imponenti di attrezzatura classica) . Pierpaolo
Puntualizzerei dicendo che indipendente dalla pellicola non è il mercato dell'attrezzatura analogica in generale, ma in particolare il mercato del COLLEZIONISMO di attrezzatura analogica.
E' notorio del resto che i collezionisti puri non sono mai stati dei "macinatori" di pellicola.
Va da se che chi si è aggiudicato recentemente per circa cinquecentotrentamila euro la Leica MP2 motor da WestLicht , non la tirerà mai fuori dal caveau che la custodisce, e probabilmente non nutre motivi di preoccupazione per le sorti della pellicola.
Su questo particolare mercato non avrà particolari ricadute una eventuale scoparsa della pellicola ,ma per il mercato di tutto il mare magnum del materiale cosiddetto da uso di nullo o scarso interesse collezionsitico, questa nefasta eventualità non potrà non sortire effetti notevoli.

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PIERPAOLO
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da PIERPAOLO »

appunto: esiste un mercato di materiale analogico (che siano collezionisti, appassioanti o fotografi poco importa) che sfugge alle regole del mercato del materiale digitale, e che sposta cifre che le industrie del digitale non riescono a controllare. Da questo deriva una serie di errori di valutazione del mercato che attualmente tutte le ditte stanno pagando amaramente. Hanno un bel dire che la fotografia tradizionale è morta ma quando qualcuno spende milioni di Euro per prendere alcuni pezzi del Museo Leica, alcune fotocamere si spostano per decine di migliaia di euro e alcuni pezzi Leica crescono tra il 200 e il 300 % c'è qualcosa che non torna.
Pentax, la gloriosa ed indimenticabile Pentax, è passata da Hoya a Ricoh per 85 milioni di dollari: dicasi ottantacinque milioni di dollari. Meno di quanto abbia pagato un famoso miliardario indonesiano per diversi pezzi del Museo Leica (si noti: non tutti), che si possono ammirare nel libro di Lars Netopil sui prototipi Leica.
Cosa vuol dire ciò? c'è chi è disposto a spendere in carabattole (che sia una Fujica o una Leica il concetto non cambia) soldi che NON VANNO a sostenere l'industria digitale.
E questo brucia, e molto

Pierpaolo

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chromemax
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da chromemax »

E questo brucia, e molto
Chissà , magari in un ottica di nuovo mercato con offerte altamente personalizzate si potrebbe ipotizzare la possibilità di customizzare una reflex e scegliere se si vuole l'ultimo modello in versione digitale o versione analogica, tolto il sensore rimane... il buco :) :) :)

utente04

Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da utente04 »

Ignoravo che la Ricoh si fosse comperata la "mia" amata Pentax e che per giunta questa valesse meno di un Lionel Messi qualunque :)
Ciò detto concordo sul fatto che esiste un "flottante" che sfugge alle regole del mercato del materiale digitale e che non va a sostenere l'industria digitale, ed è un bel pò di denaro come si è detto, ma se con questo ci riferiamo ai collezionisti, non credo che sia quello che faccia gola alle industrie ed al mercato del digitale, sono certo che di questi pochi "marziani" che popolano il Pianeta Rosso del collezionismo di altissimo livello, alle industrie dell'imaging (non fotografia) digitale importi ben poco.
Queste sono abbastanza scaltre per sapere che se pure riuscissero a seppellire la pellicola , mai questo denaro si dirotterebbe nelle loro tasche, in quanto il collezionista di materiale analogico non è un potenziale fotografo digitale nè ancora meno, un potenziale collezionista di schede e componenti elettronici in grado di registrare un file immagine digitale ( perchè di questo si tatta).
Se, Dio non voglia, dovesse finire la circolazione di pellicola fotografica, dubito che il mercato del collezionismo, possa subirne degli scossoni, come s'è già detto.
Non è il denaro del collezionista che titilla le voglie dell'industria dell'immagine informatica.
Secondo me l'operazione "affossiamo la pellicola" mira a dirottare nelle tasche di questi soliti noti il flottante, che è tutt'altro che esiguo, messo in circolo da chi ancora usa per passione o per lavoro la tecnica analogica.
Di quelli che, ne sono certo, costituiscono la stragrande maggioranza di chi frequenta posti come questo che ci ospita.
Sono questi soggetti che di fronte alla estinzione della pellicola si troverebbero obbligati a fare la scelta : mollo o mi adeguo.
Chi ancora oggi usa la Fujica a vite da 15 euro e spende un bel pò di euro/anno per pellicola e chimici da CO, è questo soggetto che a loro fa gola, quello a cui vorrebbero imporre la scelta obbligata : mollo o mi adeguo?
Ben sapendo che a mollare sarebbero pochi dinosauri come me, mentre ovviamente il resto sarebbe immesso ineluttabilmente nel flusso della corrente che scorre nella loro direzione.

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->KappA<-
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Re: LA FINE DELLA PELLICOLA

Messaggio da ->KappA<- »

Articolo e discussione interessante. :)
Qualche risposta sopra ho letto che la pellicola verrebbe prodotta in rulli e poi taglia nei vari formati, e ammetto che la cosa mi ha stupito: ma davvero funziona così? :-o
Ero convinto che venissero preparati i supporti "liberi" nei vari formati e che successivamente su queste bobine venisse stesa l'emulsione (mi sembra talmente più logico)... :ymblushing:

Anche la discussione sul mercato d'epoca non l'ho mica capita, come potrebbe influenzare la produzione di materiale sensibile il fatto che qualche facoltoso collezionista spenda anche cifre da capogiro per macchine che quasi certamente non vedranno mai più la luce del sole (e che quindi non hanno nessun interesse al fatto che esistano o meno le pellicole)?
Come potrebbe preoccupare i fabbricanti del digitale il fatto che non vengano collezionati apparecchi digitali "d'epoca" (anche se, mediamente, più che di epoca si parla di vecchi), dato che il loro guadagno lo hanno fatto vendendoli quando erano nuovi e che una macchina digitale usata venduta anche ad un miliardo di euro a loro non produrrebbe nessun guadagno ulteriore (cosa che del resto avviene anche per le attrezzature analogiche di pregio, sempre che a venderle non sia direttamente la casa madre)?
Oltretutto per loro non si tratta di perdere un potenziale guadagno, dato che certamente il riccone disposto a spendere 100 milioni di euro per macchine da museo non è mai stato nel dubbio se spendere la stessa cifra in apparecchiature digitali nuove (che con buona probabilità ha comnque comprato lo stesso per altri scopi)... :-?
E vero che ci sono molti disposti a spendere in carabattole (io sono tra questi :D ), ma che volume di mercato può avere il materiale analogico non da collezione?

Oltretutto se arrivassimo ad un punto in cui il mercato analogico fosse composto solo da collezionisti che tengono le macchine unicamente in vetrina...beh, allora mi sentirei di affermare tranquillamente che la fotografia analogica è morta, con buona pace delle quotazioni.

P.s.
Io, comunque, nell'eventualità che la pellicola scompaia non comprerò canne da pesca (o di altro genere), continuerò a fotografare con quello che avrò disponibile al momento.
Certo che se le industrie fotografiche sia analogiche che digitali dovessero campare solo con me fallirebbero in due secondi: in 13 anni di attività ho comprato solo 3 macchine fotografiche nuove (due analogiche e una digitale), il resto...tutto usato! =))

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