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La legge del contrappasso

Inviato: 02/09/2011, 20:01
da etrusco
Direte voi, quale legge del contrappasso? La legge è questa 'chi di digitale ferisce di digitale perisce'

La mia è una riflessione seria, non la solita chiacchiera su quanto è meglio l'analogico del digitale, ma una riflessione che nasce da una chiacchiera amichevole fatta oggi con un mio amico fotografo.

Dopo aver portato a sviluppare i miei rullini colore delle vacanze e dopo i complimenti di rito ci siamo messi a fare i soliti discorsi sulla pellicola… incredibile a dirsi ma mi ha detto che il digitale sta uccidendo la sua professione. Queste le sue parole:'con il digitale ormai sono tutti fotografi, vengono e mi dicono cosa devi fare, come devo scattare, come correggere con Photoshop … ai matrimoni faremmo meno scatti … con la pellicola sarebbe stato tutto diverso'

Sul quel 'sarebbe' sono intervenuto e gli ho detto che la pellicola non sarebbe, la pellicola è! Basta usarla :-)

Allora solito pippolone sui costi, sul fatto che non ci sono più le pellicole (ma de che gli ho detto… basta cercarle) e via dicendo… si ma allora decidi, se vuoi il digitale devi accettare anche il fatto che chiunque possa far foto e 'sentirsi' fotografo...

Forse la gallina dalle uova d'oro si sta pappando tutti i pulcini?


Etrusco.

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Re: La legge del contrappasso

Inviato: 02/09/2011, 21:02
da zioAlex
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La legge del contrappasso

Inviato: 02/09/2011, 21:17
da etrusco
Non ha detto che tutti diventano fotografi ma che tutti si 'sentono' fotografi... Basta farsi un giretto su fb e di 'photographer' ce ne sono a centinaia...

La cosa che un pochino mi deprime e mi perplime é questa: 'quanti hanno realmente studiato, sudato e faticato per autoetichettarsi come fotografi?'

Io ad esempio mi definisco un fotoamatore e non me ne vergogno perché per mangiare faccio software non foto... La fotografia per me è solo una splendida ed affascinante passione, che coltivo con molto studio, applicazione e sudore ma lungi da me definirmi fotografo.

Il digitale da questo punto di vista ha determinato una vera e propria rivoluzione… positiva? Negativa? Forse non sta a ma giudicare, però come ho detto sopra in molti vorrebbero tornare alla vecchia e cara pellicola per ricostruire quella cerchia di 'eletti'.

Forse anche questo, ormai, non sarebbe più possibile con la divulgazione del sapere che c'è stata ultimamente con internet (vedasi questo forum) :-)


Etrusco.

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Re: La legge del contrappasso

Inviato: 02/09/2011, 22:16
da zioAlex
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La legge del contrappasso

Inviato: 02/09/2011, 22:22
da etrusco
Con la parola studiare non intendevo necessariamente uscire da una scuola, tantissime professioni si tramandano di padre in figlio o attraverso l'osservazione... Rimane comunque indiscutibile (a mio avviso) che nulla si ottiene dal nulla e che anche l'estro ed il talento vanno coltivati con la conoscenza, lo studio e l'esperienza.




Etrusco.

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Re: La legge del contrappasso

Inviato: 02/09/2011, 22:36
da zioAlex
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Re: La legge del contrappasso

Inviato: 03/09/2011, 0:58
da chromemax
Etrusco hai toccato un argomento complesso e che imho ha poco a che fare con la fotografia. E' un fenomeno sociale, filosofico, storico e ha colpito e colpisce in maniera pesante l'ambito personale di ogniuno, Siamo i fortunati (o sfortunati) testimoni di una frattura nel percorso della storia paragonabile, secondo me al cristianesimo o alla scoperta dell'America. Dopo tutto è diverso, i valori di riferimento sono cambiati e l'esperienza passata non offre strumenti adeguati per gestire il nuovo corso. La cosa la sento e la vedo anche nel rapporto con le nuove generazioni.
Tutto è cominciato 25-30 anni fa, con la comparsa dei primi computer economici e l'affermarsi del paradigma del personal computer. Si è cominciato a pensare alla tecnologia come strumento "sociale" per migliorare e semplificare la vita delle persone e a rendere più economici i processi produttivi. Ma presto facendo i conti si è scoperto che la spesa più grossa era proprio la spesa del personale. Chi non ha mai visto la celeberrima fotografia del "centro di calcolo" della Nikon negli anni '60? Un enorme stanzone pieno di tavoli con un centinaio di giovani ragazze giapponesi alle quali veniva affidato il calcolo di un piccolo pezzo dell'equazione per il calcolo degli obbiettivi. Erano ragazze preparate, inserite nella società, avevano un lavoro stabile ed una buona preparazione scolastica sulla quale avevano investito gli anni migliori della loro vita per poter stare meglio "da grandi". Adesso il pc col quale sto scrivendo è in grado di fare il loro lavoro in una frazione del tempo e con maggior precisione.
Tornando alla fotografia nostrana, in Italia si sconta anche una diffusa "ignoranza" da parte della committenza. Prima della fotografia è toccato al mondo della grafica, dove i computer e le tecnologie digitali sono arrivati prima; ed ecco che la ditta che prima dava lavoro ad uno studio grafico e a un tipografia per la creazione e la stampa della documentazione "istituzionale", ha dato lavori all'amico del figlio del proprietario che è tanto bravo con il computer. Ho visto piccole aziende illustrare le loro (piccole) pubblicazioni con le clip-art di word e roba simile, tanto erano gratis: a che serviva un grafico quando bastava la segretaria. Tranne casi particolari, la piccola e media impresa è sempre stata piuttosto "ignorante" nel considerare l'immagine aziendale una spesa molto utile per gli affari.
Percorso simile si è avuto nell'audio, nella televisione, nel cinema.
La tecnologia adesso permette un "minimo" sindacale tecnico di ottima qualità. Una volta si veniva pagati perchè si era in grado di far funzionare la macchina, perché i processi erano complessi, difficili e il "tecnico", col suo camice bianco era il celebrante di un rito a cui solo pochi adepti erano stati iniziati. Adesso non è più così, si è scoperto che il re è nudo, chiunque con la digireflex punta a casaccio e ottiene una qualità che prima costava la parcella del fotografo che se la tirava tanto perchè solo lui sapeva come si faceva; adesso lo sa la macchina e chi ha la macchina ha la "conoscenza"... e la macchina costa pure poco!
Per la mia esperienza, in altri campi lentamente si sta tornando indietro e molti professionisti si stanno riparametrando alla nuova situazione, ma certo non sarà più com'era prima.
Ci sono state situazioni molto tristi e difficili; ho avuto amici che hanno dovuto chiudere il loro studio fotografico (roba grande), quindi non vorrei essere frainteso, ma devo anche dire in tutta sincerità che a volte ho trovato irritante il piagnisteo dei fotografi nostrani, che spesso hanno disprezzato o ignorato la nascente fotografia digitale anziché curarsene, abbracciarla come opportunità di crescita professionale o anche solo per cultura professionale per poi gestirne l'avvento. Spesso si sono chiusi nell'alto dei loro lustri di esperienza sul campo, con la convinzione con non avevano più nulla da imparare da nessuno, figuriamoci dal ragazzino fruncoloso e saccente che stampava immagini indecenti con quella ridicola stampante da qualche centinaio di milalire, quando loro avevano speso centinaia di milioni nell'ultimo Noritsu. E si sono trovati tagliati fuori senza neanche accorgersene.
Il digitale non è stata una rivoluzione improvvisa, ho visto fotografie digitali stampate in A4 paragonabili come qualità a stampe da 35mm mostratemi con grande orgoglio da un responsabile della Kodak alle olimpiadi di Barcellona del 1992; ci voleva poco a capire che da li a 10 anni sarebbe cambiato parecchio nel mondo della fotografia.

La legge del contrappasso

Inviato: 03/09/2011, 9:29
da etrusco
Hai pienamente ragione Diego, infatti la mia era una riflessione più complessa che tu hai volto in pieno. Lo vedo anche nel mio campo, l'informatica. C'è stato un periodo in cui tutti si improvvisavano programmatori, aziende assumevano in continuazione poi... La crisi ed ora si cerca la qualità direte voi? No! Si cerca il minor costo… la qualità ne sta risentendo alla grande. Arriveremo ad un giorno in cui noi faremo analisi e le righe di codice verranno scritte in india o in cina…

Io credo che se non si punterà sulla qualità non avremo un futuro, tutti! Ma soprattutto i nostri figli…


Etrusco.

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Re: La legge del contrappasso

Inviato: 03/09/2011, 12:28
da chromemax
Imho non è una questione di qualità, o meglio non è solo quello. Sempre in campo informatico, ho sempre considerato, magari sbagliando, l'hd come uno dei prodotti più complessi da costruire, con quel miscuglio di elettronica e meccanica dove tutto deve lavorare alla perfezione con parametri ristrettissimi a velocità assurde; una testina che vola su un cuscino pneumatico a pochi micron da un piatto di vetro che vortica a 15000 giri al minuto e intercetta proprio quella traccia magnetica grande solo qualche nanometro; e il tutto funziona alla perfezione con MTBF di 100.000 ore!
Sugli HD di vent'anni fa si leggeva l'etichetta "made in USA", poi "made in Italy" o UK, successivamente la produzione si è spostata in messico, poi taiwan, malaysia e adesso PRC (cina), scendendo via via dai paesi del primo mondo a quelli in via di sviluppo. I prodotti "cinesi" degli anni '60 erano quelli made in Japan e adesso tutti noi possiamo vedere a che livello qualitativo produce oggi il Giappone.
Anche il concetto di qualità è cambiato, dato che la pervasione della tecnologia ha livellato molte differenze qualitative; se negli anni '60 la differenza nelle tolleranze di lavorazione tra una fresa tedesca e una russa era tale che anche per la meccanica normale la fresa russa era inadeguata, adesso la tecnologia ha permesso di aumentare la precisione di lavorazione della fresa tedesca ad un livello tale che è anche esagerata per le lavorazioni normali, mentre la fresa cinese è passata ad livello qualititavo sufficiente per svolgere bene il suo compito ad una frazione del costo. Non so se ho reso l'idea.

Se il livello qualitativo è di base sufficientemente alto grazie all'apporto dato dalla tecnologia (vedi l'esempio delle macchine fotografiche digitali, trovatene una che produca immagini qualitativamente scadenti) la differenza qualitatitiva deve essere quella umana; deve aumentare la qualità della risorsa umana, nel senso della capacità di individuare il problema e saperlo risolvere nella maniera più brillante, trovare la via più intelligente per migliorare un processo, usare in maniera fantasiosa e diversa una strumento, magari concepito per tutt'altro compito. Per fare questo serve una preparazione che non può essere solo specialistica, apertura ed elasticità mentale, curiosità ed intelligenza, ma anche creatività, ispirazione, spirito artistico; un ritorno all'uomo rinascimentale... il contrario di ciò che stiamo insegnando ai nostri figli.

Ok, adesso la smetto di ammorbare :)

La legge del contrappasso

Inviato: 03/09/2011, 13:05
da etrusco
No no... Non ammorbi, il discorso è interessante, molto interessante perché riguarda il futuro dei nostri figli e nipoti.

Ieri mi sono messo a parlare con un violinista di strada, russo, bravissimo e simpaticissimo... Mia figlia di 9 mesi era rapita dalle sue note e proprio di lei abbiamo parlato, del fatto che i giovani avranno la possibiltà di fare cose che per noi erano impensabili … però senza cultura, sacrificio, qualità ed ingegno non sarà possibile mettere a frutto tutte le possibilità che il nuovo millennio offre!


Etrusco.

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Re: La legge del contrappasso

Inviato: 03/09/2011, 14:41
da chromemax
No no... Non ammorbi
Vabbè, allora continuo :p

Qualcosa sta cambiando per fortuna e in realtà più dinamiche della nostra Italia (USA) si stanno rendendo conto che la strada fin qui percorsa non porta ad un bel futuro.
L'anno scorso, ad una conferenza, il responsabile delle risorse umane della Pixar raccontava che loro ricevono ogni anno migliaia di richieste di lavoro da parte di giovani che sanno usare alla perfezione i programmi di modellazione 3D. Ma alla Pixar sono interessati ad animatori in grado di saper animare in modo realistico una palla che rimbalza usando la matita e le "onion skin" (i fogli di carta traslucida usata ai tempi di Betty Boop dai disegnatori di cartoni animati). Il tizio spiegava che la conoscenza delle tecniche di animazione tradizionale permetteva poi di riuscire ad approcciare in maniera migliore (non convenzionale? Più creativa?) il lavoro, aggiungendo quel pizzico di creatività che rendeva il movimento, l'espressione, l'attimo, diverso ed unico, conferendo specificità a tutto il prodotto. La mera conoscenza "tecnologica" non è più sufficiente e, aggiungo io, a rischio di svalutazione quando la tecnologia renderà processi complessi gestibili con la pressione di pochi semplici pulsanti.
Ecco quindi che la cultura, in questo caso nell'animazione, è il vero valore aggiunto. La conoscenza della "vecchia" scuola e il saper tenere in mano una "vecchia" matita, studiare ed apprendere quello che è stato e come è stato fatto, conferisce una preparazione a 360 gradi dell'argomento, permette una consapevolezza maggiore di quello che si sta facendo e di farlo non meglio dal punto vista tecnico/qualitativo ma con quel quid in più che rende il prodotto diverso e migliore. E riprendendo la metafora dell'uomo rinascimentale, in questa cornice saper animare significa anche saper diseganre, conoscere la storia dell'arte e il lavoro dei grandi artisti, conoscere di anatomia e di scienza.Forse è questa la qualità a cui si dovrebbe tendere.

Ieri ho letto su Black & White Magazine che i prezzi dell'usato analogico stanno pian piano risalendo anche perché le scuole di fotografia stanno tornando ad insegnare la fotografia con la pellicola e la camera oscura, segno che si è visto che questa cultura è elemento di completezza e richezza nel bagaglio del fotografo, a prescindere da quale sistema andrà poi ad utilizzare. Usare la pellicola per fotografare meglio con la digitale :)