La pre-velatura è una moderata pre-esposizione della carta che si usa per ridurre il contrasto in alte luci.paolob74 ha scritto: Non ho mai utilizzato la tecnica della pre-velatura.... Come funziona?
Come devo procedere?
"Naturalmente" se si fa prima o dopo l'esposizione per la stampa è lo stesso quindi si potrebbe semplicemente chiamare velatura, senza il pre .
Supponiamo di avere un negativo la cui stampa risulti ottimale per tutti i toni escluse le alte luci che risultano troppo chiare, abbiamo 3 possibilità per portare le alte luci al giusto grado di annerimento:
1) Abbassare il contrasto, ma se lo facciamo cambieremo di conseguenza tutti i toni dell'immagine (il cambiamento ci sarà maggiormente in alte luci e sarà via via meno influente mano a mano che il tono scurisce).
2) Fare delle bruciature, ma non sempre è praticabile.
3) La pre-velatura che, a differenza di una riduzione globale del contrasto ha un'azione molto più concentrata sui toni più chiari.
Come funziona?
Se esponiamo la carta per un tempo molto breve, con il diaframma piuttosto chiuso anche sviluppando a fondo (se l'esposizione è, appunto, minima) non otteniamo alcun annerimento della stessa. Eppure luce ne ha ricevuta...
Esiste quindi un "livello" di esposizione della carta che non produce annerimento visibile.
Prendiamo ora l'immagine di cui sopra abbiamo ipotizzato l'esistenza (ottimale, escluse alte luci), è un'immagine in cui l'esposizione attraverso le parti più dense del negativo non produce sulla carta un annerimento sufficiente. Eppure un poco di luce sulla carta c'è andata...
Cosa succede se per fare questa stampa usiamo un foglio di carta a cui facciamo prendere un pochino di luce (prima o dopo l'esposizione principale), quel pochino di luce che da solo non è sufficiente a produrre un annerimento visibile?
Succede che le due quantità minime di luce, singolarmente insufficienti a produrre un annerimento della carta, si sommeranno producendo (se opportunamente regolate) il giusto grado di annerimento.
Come procedere in pratica?
La prima cosa da fare è determinare la quantità massima di luce che la carta può ricevere senza che con uno sviluppo prolungato (il nostro tempo massimo di sviluppo, cioè) si produca un annerimento visibile. Per far ciò (di luce ne serve poca) bisogna portare l'ingranditore alla massima altezza e chiudere tutto il diaframma. Si farà poi un provino scalare (senza negativo) ad intervalli ravvicinati (1 secondo, per es.) contando il numero di esposizioni fatte (questo perché le più brevi saranno probabilmente invisibili). Il foglio così esposto va poi sviluppato a fondo, lavato e naturalmente asciugato per evitare di scambiar per bianco qualcosa che con la carta asciutta bianco non sarà. Su questo provino scalare andremo a cercare il tempo più lungo che NON ha prodotto annerimento visibile. Di solito pochi (o pochissimi) secondi.
Questo tempo trovato è il tempo massimo di pre-velatura. Se usiamo un foglio così pre-velato per fare una stampa l'effetto di riduzione del contrasto sarà piuttosto deciso. Possiamo quindi usare anche pre-velature meno forti esponendo meno.
Variare il tempo di pre-velatura è un modo (a volte l'unico) abbastanza pratico per regolare "di fino" l'annerimento delle alte luci più alte.
Con le carte a contrasto variabile si può anche giocare a fare le pre-velature con contrasti diversi (naturalmente i tempi di esposizione cambiano cambiando gradazione), l'effetto un pochino cambia.
Buon divertimento!