Ma che palle con l'"analogico"

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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Pierpaolo B
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Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da Pierpaolo B »

La vogliamo finire di chiamarla fotografia analogica?
La "nostra" è La Fotografia... è sempre stata fotografia e basta.
...poi esistono la fotografia elettronica e digitale ma sono un'altra storia.
Un'altra storia come cinema e televisione?

Non siamo noi la nicchia ma sono "loro"...
...che curiosamente usano telefoni, tablet o altri surrogati per memorizzare (per poco) immagini.

Allora cerchiamo un'identità (noi) e diamo un'identità (loro)
perchè (noi) siamo qua?
perchè loro no?
In cosa siamo diversi?
In cosa ci assomigliamo?
Perchè è impossibile mescolarsi?

L'uso dell'elettronica in fotografia è frutto del marketing dilagante del settore o è un'esigenza dettata da una maggiore quantità/qualità di stimoli?
C'è più cultura fotografica ora o la cultura è a scapito della qualità?
In cosa è cambiato l'approccio alla fotografia?

Insomma perchè (noi) siamo diventati (ora) analogici?
Vi prego NO analogico VS digitale!


Mi chiamo Pierpaolo.
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emigrante
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da emigrante »

Visto che il pupo dorme e la lavatrice deve ancora finire (dura la vita del cassintegrato casalinguo :(( ) provo a rispondere:
impressionando ha scritto: perchè (noi) siamo qua? ba, io credo che ognuno di noi abbia la sua storia, in particolare esistono 2 grosse famiglie: chi è tornato perchè col digitale non riusciva a fare le sesse cose ed avere le stesse soddisfazioni e chi ha iniziato col digitale e poi si è interessato di pellicola. Nel mio caso ho iniziato col digitale, quindi prima mi sono apppassionato di fotocamere manuali Nikon (sono partito con un aNikonos III per fare le foto sotto alla pioggia in montagna :) ), quindi vista la qulità di una diapo è pian piano arrivato a non usare quasi più la digitale :ymhug: . Aggiungete che sono un chimico e mi è sempre piaciuto pastrugnare con le schifezze :D ed avrete la mia personale situazione.
perchè loro no? be anche loro per tanti motivi, ognuno il suo ovviamente. Comunque non dimentichiamoci che il digitale (con attrezzature e competenze idonee) permette di fare ottime fotografie, e di avere sempre "l'ultimo giocatolo" :ymdevil: . Questo ovviamente parlando di Alta qulità delle immagini. Comunque il 99% delle fotografie (forse il 999 per mille o più) scatate al mondo ogni giorno sono a valore (o tentativo di valore) artistico/fotografico pari a 00000,0000000 in quanto sono semplicemente dei punta e scatta alle situazioni più banali della vita quotidiana (e qui i telefonini imperano)
In cosa siamo diversi? In tutto ed in niente. In tutto con la massa quando scattiamo pensando (rif. telefononi, ma attenzione perchè anche l'analogico può essere punta e scatta B-) ), in niente quando entrambi cercano di trasmetttere un momento, un emozione, un qualsiasi cosa attraverso una immagine.
In cosa ci assomigliamo? questa è facile: chiunque si metta a fare foto, con qualsiasi velleità e con qualsiasi sistema mentre è in vacanza fa sbuffare (nella migliore delle ipotesi) la fidanzata(compagna/moglie/fidanzato/compagno/marito che nel fratttemp atende colle mani in mano o ricorrendo i pargoli :))
Perchè è impossibile mescolarsi? sei sicuro che sia impossibile?

L'uso dell'elettronica in fotografia è frutto del marketing dilagante del settore o è un'esigenza dettata da una maggiore quantità/qualità di stimoli? entrambi, sicuramente l'elettronica rappresenta uno dei settori che più pesantemente si prestano al cosumismo/marketing ma indubbiamente per quanto riguarda la fotografia ha reso facilmente accessibile alla massa la possibilità di scatare in ogni istante (forse) troppe foto, appagando (o generando) un desiderio
C'è più cultura fotografica ora o la cultura è a scapito della qualità? la cultura non dovrebbe mai essere a scapito della qualità, ovvero dovrebbe sempre essere una cultura di qualità. Altrimenti credo che andrebbe definita sottocultura. Ovviamente si dovrebbe prima decidere come stabilire se la cultura è quella della massa (=democrazia? =condizionamento sociale?) o quella di una elite (=oligarchia? =conoscenza?).
In cosa è cambiato l'approccio alla fotografia? il digitale ha tolto la paura dello scatto, per contro ha ridotto la preparazioen dello scatto
Insomma perchè (noi) siamo diventati (ora) analogici? dipende. Chi per snobbismo, chi per il diveso risultato, chi per maggiore attitudine, chi per incapacità di adeguarsi, chi per mera sete di conoscenza
Vi prego NO analogico VS digitale!

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guerié
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da guerié »

ma sai il forum si chiama analogica.it ... condividiamo un modo di fare foto ma agli'altri' ci sono sempre. le antipatie fioriscono anche tra di 'noi'
impressionando ha scritto:....
L'uso dell'elettronica in fotografia è frutto del marketing dilagante del settore o è un'esigenza dettata da una maggiore quantità/qualità di stimoli?
C'è più cultura fotografica ora o la cultura è a scapito della qualità?
In cosa è cambiato l'approccio alla fotografia?
ganza come domanda... boh.
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luca_dega
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da luca_dega »

impressionando ha scritto: In cosa è cambiato l'approccio alla fotografia?
per me nella condivisione.
E' divenuta un'ossessione e trova il complice perfetto nel Web. La crescita esponenziale del supporto digitale (dal quale nasce l'esigenza del distinguo "analogico") fiorisce per la sua perfetta integrazione con la "fruizione globale ed istantanea" (e sicuramente bulimica) offerta dal web stesso, dai suoi social forum (come questo) e quelle robe li.
Qui al lavoro siamo suppergiù 150 impiegati (ed un 200 operai, a spanne).
Anche se lavoriamo a 2 scrivanie di distanza, per mostrarmi una foto me la mandano via mail o mi mandano il link alla cartella o a Flikr, o come si scrive.

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-Sandro-
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da -Sandro- »

In effetti dopo aver letto Barthes non bisognerebbe mai più usare il termine "analogico" per distinguere la fotografia dalle pratiche onanistiche elettriche.
L'elettronica, a mio avviso, è venuta in soccorso di tutte quelle persone che non si vogliono impegnare più di tanto per fare qualsiasi cosa, dalla fotografia all'ascolto della musica, dal far di conto al lavaggio dei panni. Inizialmente, negli anni 60, ci sarà stato un bisogno di migliorare i prodotti, poi però è subentrata la spirale perversa quando i produttori hanno capito che con un oculato marketing potevano soggiogare le masse pilotandone bisogni e conseguenti acquisti.
Esistono persone, totalmente succubi di questo sistema, che non possono fare a meno di possedere l'oggetto simbolo sociale del benessere, che sia un cellulare, una reflex digitale, un navigatore per auto, o una lavatrice iperautomatica per la biancheria, anche se ciò che usavano sino a quel momento era ancora perfettamente funzionale.
Conosco persone, tanto per non parlare di fotografie, che ogni sei mesi aggiornano il computer cambiando la scheda madre, la scheda grafica, gli accessori ed alla fine sapete che uso ne fanno? Ci fanno girare dei programmi di test per vantarsi dei migliori punteggi di velocità rispetto agli amici/concorrenti.
Questo atteggiamento secondo me denota scarsa sensibilità perché non si comprende che si stanno sprecando enormi risorse, in nome del posto di lavoro, e si stanno generando milioni di tonnellate di rifiuti non biodegradabili. Ho letto con orrore di un paese in cina dove arrivano montagne di rifiuti elettronici per il recupero dei metalli preziosi ivi impiegati e dove i bambini si aggirano a piedi nudi in mezzo a ciò che nel nostro beato mondo è considerato rifiuto perché non più alla moda.
Con questi presupposti è difficile pensare che chi si avvicina alla fotografia digitale lo faccia con consapevolezza, è più facile che vi sia il bisogno di sfoggiare l'ultimo acquisto nel forum di turno, di mostrare rutilanti immagini sui vari socialnetwork e non ha nessuna importanza mettersi a studiare per comprendere cosa sia la fotografia sia a a livello tecnico, sia a livello espressivo, tanto il nuovo modello in arrivo colmerà sicuramente le incapacità dovute ad ignoranza.
La cultura semmai è in calo, basta fare qualche domanda ad hoc in giro, le risposte sono agghiaccianti, e non parlo solo della grammatica.
A mio avviso da questo mostruoso sistema non si potrà tornare indietro. Allora, per lenire la sofferenza del dover vivere insieme a persone vuote, ci si ritaglia un angolino, dove riflettere con calma, prefissarsi una meta, uno scopo ed arrivarci con calma ed impegno, e godere alfine di un risultato che a tutti gli altri è precluso. Ma non illudiamoci, gli altri non lo noteranno mai, resterà per sempre una fantasia, una faticosa illusione. Forse sarebbe stato meglio nascere dall'altra parte, si soffrirebbe di meno.

P.S.: ringrazio l'amministratore che ha variato il mio nick da "fireblade" (che non vuol dir più nulla) a -Sandro-
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da guerié »

secondo me è nato prima l'uovo.
marco guerriero

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Pierpaolo B
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da Pierpaolo B »

-Sandro- ha scritto:In effetti dopo aver letto Barthes non bisognerebbe mai più usare il termine "analogico" per distinguere la fotografia dalle pratiche onanistiche elettriche.
Infatti lo spunto viene da li.... riprendendo in mano alcuni libri la mente ripercorre e riflette.
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MarcoLeoncino

Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da MarcoLeoncino »

Il termine "analogico/a" associato alla fotografia mi ha sempre fatto abbastanza schifo.

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mithran77
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da mithran77 »

Mi sembra una delle tante "guerre di religione", senza voler offendere nessuno eh (s'intende ;) ), un pò come (per restare in tema elettronico) iphone contro android o windows contro linux contro mac e così via...
Cambiano gli strumenti, ma il fine è sempre lo stesso: fare fotografie, che siano digitali o ai sali d'argento poco cambia... quello che fa la differenza è il perchè si fa fotografia. Che differenza c'è tra quello che 20 anni fa tornava a casa dalle vacanze con 10 rullini di foto obbrobriose scattate in qualsiasi ambito dei suoi 14 giorni di ferie in sardegna e quello che adesso ogni giorno carica una 50ina di foto su instagram o su facebook? Secondo me non ce n'è nessuna! Solo che il primo pagava dopo e il secondo paga prima (lo smartphone di turno).
Il professionista come l'amatore era un fotografo 20 anni fa come lo è ora, sia che memorizzi su supporto digitale, sia che lo faccia su supporto chimico...
Io non ho cominciato da molto a fare fotografia, saranno si e no 6 o 7 anni, e ho cominciato con un attrezzatura digitale, solo dopo (grazie ad un corso che mi ha mostrato anche il lato "analogico" del mondo fotografico) mi sono avvicinato alla camera oscura e alla fotografia tradizionale. Adesso porto avanti il mio hobby (perchè di questo si tratta per me) sia tramite i bit sia tramite prodotti chimici e attrezzature da stampa... e devo dire con immensa soddisfazione sia da un lato che dall'altro... dovrei forse sentirmi in rivalità con me stesso?
E poi perchè bistrattare il termine analogico? perchè è necessario usarlo? Semplice, perchè è nato un altro tipo di fotografia, quella digitale e quindi è stato necessario distinguere... che male c'è? Piace di più fotografia argentica o chimica (come la chiama uno dei miei prof) ? Non cambia il concetto...

Sono d'accordo invece col dire che le strategie di marketing legate alla fotografia digitale hanno contaminato il mondo della fotografia iniettandogli una grossa dose di superficialità, ma così è in tutti gli ambiti in cui si è insediata la tecnologia, ma è colpa dell'uomo e di chi sceglie, non della tecnologia...

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emimanc
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Re: Ma che palle con l'"analogico"

Messaggio da emimanc »

a mio parere (come al solito)i francesi spocchiosi ci prendono più degli altri e si sono inventati la fotografia argentica, fa schifo ugualmente ma fà cosi fico...

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