Magnum darkroom prints

Discussioni su tecniche fotografiche, esposizione, sistema zonale, post produzione digitale ed altro

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Valerio81
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da Valerio81 »

Si, alcuni interventi sono chiaramente correzioni e torna anche con il discorso di Silverprint: con negativi migliori la storia sarebbe stata diversa. Ma tolti questi macro interventi rimane una componente di interpretazione che è la parte più interessante e difficile secondo me.



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cititotto
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da cititotto »

claudiofanesi ha scritto:
08/10/2023, 11:32
In generale faccio fatica ancora a capire come interpretare una stampa
il segreto di molti bravi stampatori professionisti è proprio quello di riuscire a dare una risposta a questa domanda. :wall:

Me la rifarò forse tra un paio d'anni (che è quanto mi manca alla pensione), quando riattiverò la mia CO ; :D da 25 anni è imballata con cura in grosse scatole e la stanza ora è diventata il locale lava e asciuga della moglie. :ymdaydream:

Prima ancora dell'avvento del dgt presi questa decisione. Troppo poco tempo libero; la domanda che mi posi era se mi piaceva di più fotografare o stampare. Il paradosso è che stampo (stampavo :D ) meglio di quanto fotografo ! :)) Ma nn c'è niente da fare, preferisco di gran lunga girovagare con una fotocamera e cercare di produrre buoni negativi di immagini insulse. Ho uno sterminato archivio di negativi ma negli ultimi 10/15 anni ne avrò stampati credo 3 o 4 (da uno stampatore professionista).

Praticamente sono un Viviano Maiero che però sviluppa i suoi rulli. =)) =))
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Silverprint
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da Silverprint »

claudiofanesi ha scritto:
08/10/2023, 11:32
...
In generale faccio fatica ancora a capire come interpretare una stampa ....
Be' perché viene prima la visione, poi in stampa si mette su carta quello che si aveva in testa, perfezionandolo un po'.

Chiaramente è difficile distinguere correzioni ed interpretazione.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Valerio81
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da Valerio81 »

Silverprint ha scritto:
08/10/2023, 19:53
Be' perché viene prima la visione, poi in stampa si mette su carta quello che si aveva in testa, perfezionandolo un po'.

[/quote]

Forse è proprio qui l'inghippo: personalmente sono pochi gli scatti rispetto al totale per il quale ho una visione in ripresa (magari quella volta che mi metto a fare foto con uno scopo o un soggetto in testa). Il più delle volte, invece, non è così. Quindi di fronte ad un negativo che penso meriti la stampa, ma che non avevo previsualizzato, mi ritrovo a volerlo/poterlo valorizzare. È una post visualizzazione, ma mi mette in difficoltà. A volte penso di esserci riuscito, ma con soggetti semplici, direi minimalisti con aree grandi da aggiustare. Insomma anche le correzioni sono facili, non si trattava certo di andare a sistemare le nocche delle dita o una automobile piccola come un puntino nella stampa.
Comunque, proverò a guardare una mia stampa di lavoro, a ragionarci e a tornarci su la sessione dopo.

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claudiofanesi
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da claudiofanesi »

Riguardo la riposta di Silverprint sono d’accordo, o meglio mi è piu semplice capire cosa si intende per interpretare una stampa.
Un pó come faceva A.A con i paesaggi.
Stesso discorso non riesco a farlo, nel mio modo di fotografare, per fotografie che “riportano un fatto”, un reportage di guerra ad esempio o semplicemente un reportage.
In quel caso la lascerei così com’è.. (per ora)

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cititotto
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da cititotto »

e lo stampatore di professione che non ha visto la scena ?
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chromemax
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da chromemax »

cititotto ha scritto:
08/10/2023, 21:06
e lo stampatore di professione che non ha visto la scena ?
Lavora con accanto il fotografo, oppure interpreta lui a suo gusto

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chromemax
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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da chromemax »

Meno si devono correggere gli errori del negativo e maggiore è la libertà di espressione in stampa; questo è il motivo per cui qui si stressa sulla tecnica dato che, al contrario di quanto ingenuamente si creda, la (mancanza di) tecnica è quella che ti limita il potenziale espressivo del mezzo e più questo potenziale deve essere impegnato nel mettere una pezza alle cappellate di esposizione e sviluppo meno ne diventa disponibile per la parte creativa della creazione dell'immagine in fase di stampa. Padroneggiare la tecnica non porta a sterile tecnicismo ma aumenta il potenziale creativo ed espressivo.
Riguardo a tutte le chiacchiere sulla postproduzione e dell'immagine non ritoccata sono tutte pippe mentali che nascono col digitale; chiunque capisca un minimo di fotografia sa che l'immagine non c'azzecca niente con la realtà che vorrebbe rappresentare e che solo il fatto di aver ripreso il reale lo ha reso "postprodotto". La fotografia è sempre interpetrazione e la fase di stampa è dove avviene questa interpretazione e questa può anche cambiare...e questo è incredibilmente stimolante.

Ansel-Adams-with-straight-and-fine-print-of-Moonrise.jpg

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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da pn83 »

Ma questa cosa di marcare le bruciature con dei "-" e le mascherature con i "+"? Io che faccio al contrario commetto un sacrilegio? #-o
Paolo Niccolò Giubelli

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Re: Magnum darkroom prints

Messaggio da Andrea67c »

@claudiofanesi
Quando dici di cercare una immagine equilibrata, allora stai già interpretandola, perché l'equilibrio non è un assoluto. Ciò che è un equilibrio per te può essere una banalità o un disequilibrio per un altro. Chiaramente sto esagerando, ma solo per sottolineare che l'immagine richiede (a chi la guarda e chi la compone) un riferimento a qualcosa. Penso che questo qualcosa si possa chiamare interpretazione. Praticamente, vorrei dire, è impossibile comporre (inteso come "fare", cioè il comporre del musicista) o guardare una immagine senza che vi sia una interpretazione. Forse sto ancora esagerando, ma sono esagerazioni che ritengo utili, come quella di @chromemax quando dici, Diego, che l'immagine non c'entra con la realtà. Cioè, è sacrosanto, ma un pò di realtà in essa c'è sempre, soprattutto se è una foto, o un quadro figurativo. Ma poi ci sono anche i margini (solo come esempio macroscopico), che nella realtà non ci sono. Allora ha più senso quel che dici tu, piuttosto del pensiero sterile di chi pensa di riferirsi, magari fedelmente, ad una realtà.

Ciao!
A.

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