Sono anni che è così...
Il senso è che fanno prima, buttano meno carta, non devono pulire i negativi, sfruttano ogni cm² di materiale e "mediamente" le fanno anche "meglio".
In quel "mediamente" c'è tutto (quel che a noi non piace). Con l'ingranditore serve un operatore esperto, ma purtroppo ce ne sono sempre stati pochissimi, mosche bianche. E la qualità
media era davvero raccapricciante.
Nel tentativo di migliorare qualità (media) e produttività, si è passati dalla "preview" video, ovvero ripresa video del negativo, correzioni a monitor e stampa che era ancora tutto analogico agli attuali "foto-restitutori" che operano una scansione, poi una serie di correzioni automatiche (con possibilità di correzione manuale) che riguardano tutti i parametri e successiva impressione della carta tramite laser colorati (Durst Lambda) o più comunemente batterie di led colorati pulsanti (Durst Sigma ed altri).
Un "vantaggio" ulteriore di questi apparecchi è nella capacità di auto-calibrazione, che rende di fatto non necessario un operatore esperto. Le tecnologie precedenti richiedevano comunque una continua calibrazione (c'era gente che percorreva l'Italia in lungo e in largo di continuo).
Qualche mosca bianca che stampa bene con l'ingranditore però c'è ancora, dalle tue parti c'è Arrigo Ghi, che ha stampato una buona metà delle robe a colori che hanno fatto la storia della fotografia italiana degli ultimi anni. Naturalmente e giustamente si fa pagare (neanche tanto in verità...).