Molte domande da MaxGiggs

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

Moderatori: chromemax, Silverprint

Avatar utente
MaxGiggs
fotografo
Messaggi: 53
Iscritto il: 03/02/2015, 14:54
Reputation:

Re: Molte domande da MaxGiggs

Messaggio da MaxGiggs »

Grazie per la segnalazione, ma sopratutto per la pazienza!

Per inciso belli anche gli articoli (certe volte, ma solo certe volte, wikipedia è più aggiornata della letteratura scientifica :p )
https://en.wikipedia.org/wiki/Exposure_(photography)
https://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter
https://en.wikipedia.org/wiki/Film_speed
in particolare nel primo una colossale tabella mette in luce (ha! senza neanche farlo a posta!) come il capitolo sulle unità di misura in fotometria sia una vera e propria giungla. Nel secondo il paragrafo "Exposure meter calibration" credo sia il cuore della questione.

Una osservazione. Mi rendo conto che i miei interventi sembrino un pour parler, e mi dispiace, tuttavia se utilizzo uno strumento vorrei farlo con consapevolezza.
Silverprint ha scritto:EV, ovvero exposure value, i quali mettono in relazione tempi, diaframmi e quindi se riferiti anche agli iso mettono in relazione i settaggi di una fotocamera (o esposimetro) con la luminosità e sono quindi traducibili in unità di misura della radiazione luminosa (che raggiunge l'elemento sensibile), quando siano anche note o decise alcune costanti di calibrazione.
Perfetto! Peccato che sembri il gioco delle tre carte, infatti dal paragrafo citato prima:
The constants K and C shall be chosen by statistical analysis of the results of a large number of tests carried out to determine the acceptability to a large number of observers, of a number of photographs, for which the exposure was known, obtained under various conditions of subject manner and over a range of luminances.
Se questo fatto lascia perplessi di per se, perplime ancora di più la sua relazione con il fantomatico grigio medio (posto che ce ne sia veramente una).

Insomma, purtroppo non trovo ancora la soluzione del mio dubbio :( Propongo un esperimento mentale che spero chiarisca ancora meglio le mie difficoltà.

Dispongo di una lastra piatta e liscia, illuminata uniformemente. Faccio una lettura con un esposimetro (non quello dell'altro esperimento, ma un generico dispositivo) e lo fotografo scegliendo due combinazioni di tempo e diaframmi, una utilizzando la sensibilità effettiva della pellicola e l'altra utilizzando l'indice di esposizione sulla scatolina. A questo punto ho tre oggetti: la mia lastra illuminata uniformemente e due pezzi di pellicola fotografica impressionati. Qual'è la relazione fra questi ed il grigio medio?



Telegram Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato Offerte materiale analogico


Avatar utente
Silverprint
moderatore
Messaggi: 13135
Iscritto il: 30/08/2011, 2:12
Reputation:
Località: Faenza
Contatta:

Re: Molte domande da MaxGiggs

Messaggio da Silverprint »

Alla tua ultima domanda bisogna rispondere che, posto un livello di esposizione superiore ad un TOT (che dipende non solo dalla sensibilità, ma anche dall'inviluppo della curva caratteristica) , la densità ottenuta sul negativo dipende dal trattamento. Inoltre, poiché anche la relazione tra densità della pellicola e densità della stampa dipende a sua volta da esposizione, contrasto, trattamento e materiali usati ne risulta che non vi è relazione fissa col grigio medio... che è appunto il problema che va risolto cambiando tecnica di esposizione, ovvero esponendo su livelli di esposizione più bassi in modo da ridurre l'incidenza del trattamento e mettendo in atto una serie di prove che consentano di chiudere la catena, ovvero ottenere densità di stampa note a partire da livelli noti di esposizione.

Il sistema zonale è uno di questi sistemi. L'intelligenza della cosa é che la taratura dell'insieme può tranquillamente prescindere da tutti questi discorsi (è il punto che ti sfugge).

Come ti dicevo, anche tarato l'accrocchio, sei punto e a capo. La strada per la prevedibilità dei risultati non può essere quella.

Non è un caso che le costanti di taratura ed i tentativi di standardizzazione abbiano prodotto tante discussioni.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
http://www.corsifotoanalogica.it
[email protected]

Avatar utente
MaxGiggs
fotografo
Messaggi: 53
Iscritto il: 03/02/2015, 14:54
Reputation:

Re: Molte domande da MaxGiggs

Messaggio da MaxGiggs »

Che posso dire, grazie un milione! ^:)^

Non volevo sentirmi dire altro che questo. Infatti ciò che mi confondeva era la seguente (e similari)
E così gli esposimetri naquero "male" ovvero regolati su un fantomatico e variabile "grigio medio".
perché non capivo in che modo avvenisse questa regolazione, che in effetti devo dedurre non c'è!

Posta nei seguenti termini la questione per me si delinea chiaramente (spero di non sbagliare adesso):

Una unica misura di luce presenta la difficoltà intrinseca di non fornire informazioni sul contrasto. Inoltre quest'unica misura è di per se inutile in quanto il suo effetto a valle del processo fotografico è funzione del trattamento dei materiali.

Si capisce allora la seguente: gli esposimetri non sono tarati sul grigio medio, non solo perchè questo sarebbe impossibile per quanto detto, ma sopratutto perchè questa operazione non ha senso (letteralmente, come le poesie di Fosco Maraini). Infatti "grigio medio" è una proprietà intrinseca di una superficie e non di una condizione di luce, a partire dal quale si determina l'esposizione.

In particolare questa proprietà, il grigio medio, in una ipotetica tara di un esposimetro non potrebbe essere riferita ne al soggetto, ne agli effetti sul supporto fotografico. Infatti se si riferisse al soggetto non fornirebbe nessuna informazione utile, se si riferisse al supporto fotografico sarebbe indeterminata per via dei trattamenti successivi di quest'ultimo.

Pertanto gli esposimetri vengono tarati in base a scelte arbitrarie e di praticità, non in base ad una procedura rigorosa, cosa che si deve tenere presente nella loro lettura.

In conclusione anche questi strumenti rientrano nell'insieme di variabili che vengono tarate "mettendo in atto una serie di prove che consentano di chiudere la catena, ovvero ottenere densità di stampa note a partire da livelli noti di esposizione".
Il sistema zonale è uno di questi sistemi. L'intelligenza della cosa é che la taratura dell'insieme può tranquillamente prescindere da tutti questi discorsi (è il punto che ti sfugge).
Non è che mi sfuggisse, solo non parlavo di questo. Mi interessava davvero fissare i concetti sullo strumento :)

Beh, adesso ci sono solo le altre 3 domande della discussione originaria =))

Avatar utente
Silverprint
moderatore
Messaggi: 13135
Iscritto il: 30/08/2011, 2:12
Reputation:
Località: Faenza
Contatta:

Re: Molte domande da MaxGiggs

Messaggio da Silverprint »

Bene, bene. Mi fa piacere.

Come scrissi a suo tempo in proposito del grigio medio: "fantomatico e variabile". Lo scrissi perché tale è. ;)

Detto semplicemente, la taratura standard del sistema nel suo insieme è tale che, considerando le variabili del processo, alla fine sia possibile ottenere un tono medio sulla stampa in corrispondenza di un tono medio in ripresa (poggio e buca fa pari, dicono in Toscana). La cosa funziona solo se le variabili prese in considerazione in origine corrispondono alla condizione operativa e ai gusti di chi fotografa, ma siccome le cose non vanno mai come da previsioni standard... :ymdevil:

È la questione esposta nelle prime parti di "lezioni di fotografia", esistono procedure standardizzate, ma esse rispondono all'esigenza di un prodotto di massa, in cui il controllo sul risultato e la qualità vengono sacrificati in nome della massima semplicità di utilizzo.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
http://www.corsifotoanalogica.it
[email protected]

Telegram Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato Offerte materiale analogico


Rispondi