Una rara occasione per vedere "de visu" le stampe dei grandi del BN
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mostra imperdibile
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mostra imperdibile
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Wow.... Per me è lontano, però magari riesco ad organizzare un gita con la famiglia
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Re: mostra imperdibile
Sono andato ieri a vedere la mostra e devo dire che sono uscito con delle sensazioni discordanti e alcune perplessità.
Il percorso della mostra è cronologico; partendo nella prima sala con alcune belle stampe d'epoca di Sella e Steiner, le 16 stampe del Portfolio Three di Ansel adams, oltre ad una sola stampa di Minor White, si prosegue nella seconda sala in cui ho molto apprezzato un diddico di Joshua Cooper e una imho bellissima stampa a colori 10x15 degli anni '60-70 di Ghirri. Seguono nella sala più grande le foto più "contemporanee" di Campigotto, Ishikawa, Andreoni e altri. Alla fine del percorso, in una saletta a lato, sono esposte altre 5 stampe di Adams.
Come spesso accade, purtroppo, la visione era molto disturbata dai riflessi; oltretutto la prima sala, quella in cui erano la maggior parte delle stampe di Adams, dava direttamente sulla strada e dalle vetrine entrava il riverbero della via illuminata dall'abbagliante luce di un terso e bellissimo pomeriggio di primavera, e la cosa rendeva ancora più difficile una visione pulita. Ero costretto ad avvcinarmi molto alle stampe, perdendo così la vista d'insieme e in alcuni casi o dovuto sollevare la mia borse nera dietro la nuca per ridurre il forte riflesso sulle stampe sotto vetro.
Le stampe di Adams probabilmente sono le stampe del portfolio, date le dimensioni intorno al 18x24 e per il fatto che non avevano passepartout ma erano montate solo su un foglio di supporto. Nell'ultima saletta invece erano in mostra Moon and Half Dome e Monolith, The Face of Half Dome in dimensioni "da galleria" (30x50 circa), oltre a 3 "Parmelian print" del 1927. Quest'ultime non ho ben capito cosa fossero, cioé si tratta delle primissime stampe di Adams ma il termine "parmelian" non so cosa voglia dire; sono piccole, sembrano delle stampe a contatto 5x7, e molto poco nitide e piuttosto flou... le opere dell'Adams pittorialista?
La stampa di Minor White, uno dei miei fotografi preferiti, anche più di Adams (forse
), Waterfall, Vermont, che non avevo mai visto, mi ha sorpreso per quanto fosse scura... troppo.
Premetto che erano più di vent'anni che non vedevo una stampa di Adams dal vivo e devo dire che... non mi sono sembrate niente di speciale :o .
Non saprei dire il perché; sicuramente, per motivi miei, non ero dello spirito migliore, ma anche dopo un'ulteriore osservazione anche da molto vicino, non sono riuscito a togliermi dalla mente il ridcordo di un post su Apug in cui un utente affermava che le stampe di Adams non erano molte nitide... ed era vero. Forse, trattandosi di un portfolio, la produzione "in serie" ha sacrificato un po' anche la ricerca perfezionista di alcuni equilibri tonali, ed alcune stampe mi sono sembrate un po' troppo scure e contrastate. Di certo le foto di ampie vedute soffrono in un formato troppo piccolo; l'incredibile quantità di dettagli registrati dalla pellicola tende ad "impastarsi" in una massa omogenea di tono se rimangono sotto la soglia di risoluzione dell'occhio e una stampa "generosa" in dimensioni permette una migliore godibilità delle micromodulazioni tonali dei fili d'erba, delle foglie e dei dettagli più fini (oppure io so' cecato). Invece, ad esempio, le stampe Dogwood, Blossoms, Pine Forest, Snow e Branches in Snow spiccavano per bellezza e tridimensionalità, trattandosi di campi medi e particolari.
Delle due stampe più grandi, la Moon and Half Dome si vede proprio che è un ingrandimento parziale da 6x6; rimane comunque sempre un'icona del BN e basta allontanarsi di un paio di metri per far acquistare all'immagine tutta quella nitidezza che l'ingrandimento gli ha tolto.
Altra cosa curiosa è il progressivo aumento delle dimensioni delle stampe col passare del tempo; dalle stampe a contatto di Sella e Steiner a lenzuolate di un metro e passa dei contemporanei. Fenomeno che preferisco mettere in relazione alle dimensioni dei soggiorni dei facoltosi collezionisti, passati dalle stanze riccamente e baroccamente arredate da una miriade di piccoli oggetti della "illuminata" borghesia di inizio secolo a soggiorni di dimensioni più "anglosassoni" delle belle case disegnate da moderni architetti di oggi (beata ingenuità
)
In definitiva la mostra è stata bella ed interessante; io ho fatto 4 ore di macchina tra andata e ritorno, per vederla, ma per me, forse, un sacrificio maggiore non sarebbe valso la pena. Questa mostra rimane comunque una delle rare occasioni che capitano nel nostro paese di vedere delle stampe originali di Adams oltre che la possibilità di ammirare i lavori di altri bravissimi fotografi.
Il percorso della mostra è cronologico; partendo nella prima sala con alcune belle stampe d'epoca di Sella e Steiner, le 16 stampe del Portfolio Three di Ansel adams, oltre ad una sola stampa di Minor White, si prosegue nella seconda sala in cui ho molto apprezzato un diddico di Joshua Cooper e una imho bellissima stampa a colori 10x15 degli anni '60-70 di Ghirri. Seguono nella sala più grande le foto più "contemporanee" di Campigotto, Ishikawa, Andreoni e altri. Alla fine del percorso, in una saletta a lato, sono esposte altre 5 stampe di Adams.
Come spesso accade, purtroppo, la visione era molto disturbata dai riflessi; oltretutto la prima sala, quella in cui erano la maggior parte delle stampe di Adams, dava direttamente sulla strada e dalle vetrine entrava il riverbero della via illuminata dall'abbagliante luce di un terso e bellissimo pomeriggio di primavera, e la cosa rendeva ancora più difficile una visione pulita. Ero costretto ad avvcinarmi molto alle stampe, perdendo così la vista d'insieme e in alcuni casi o dovuto sollevare la mia borse nera dietro la nuca per ridurre il forte riflesso sulle stampe sotto vetro.
Le stampe di Adams probabilmente sono le stampe del portfolio, date le dimensioni intorno al 18x24 e per il fatto che non avevano passepartout ma erano montate solo su un foglio di supporto. Nell'ultima saletta invece erano in mostra Moon and Half Dome e Monolith, The Face of Half Dome in dimensioni "da galleria" (30x50 circa), oltre a 3 "Parmelian print" del 1927. Quest'ultime non ho ben capito cosa fossero, cioé si tratta delle primissime stampe di Adams ma il termine "parmelian" non so cosa voglia dire; sono piccole, sembrano delle stampe a contatto 5x7, e molto poco nitide e piuttosto flou... le opere dell'Adams pittorialista?
La stampa di Minor White, uno dei miei fotografi preferiti, anche più di Adams (forse

Premetto che erano più di vent'anni che non vedevo una stampa di Adams dal vivo e devo dire che... non mi sono sembrate niente di speciale :o .
Non saprei dire il perché; sicuramente, per motivi miei, non ero dello spirito migliore, ma anche dopo un'ulteriore osservazione anche da molto vicino, non sono riuscito a togliermi dalla mente il ridcordo di un post su Apug in cui un utente affermava che le stampe di Adams non erano molte nitide... ed era vero. Forse, trattandosi di un portfolio, la produzione "in serie" ha sacrificato un po' anche la ricerca perfezionista di alcuni equilibri tonali, ed alcune stampe mi sono sembrate un po' troppo scure e contrastate. Di certo le foto di ampie vedute soffrono in un formato troppo piccolo; l'incredibile quantità di dettagli registrati dalla pellicola tende ad "impastarsi" in una massa omogenea di tono se rimangono sotto la soglia di risoluzione dell'occhio e una stampa "generosa" in dimensioni permette una migliore godibilità delle micromodulazioni tonali dei fili d'erba, delle foglie e dei dettagli più fini (oppure io so' cecato). Invece, ad esempio, le stampe Dogwood, Blossoms, Pine Forest, Snow e Branches in Snow spiccavano per bellezza e tridimensionalità, trattandosi di campi medi e particolari.
Delle due stampe più grandi, la Moon and Half Dome si vede proprio che è un ingrandimento parziale da 6x6; rimane comunque sempre un'icona del BN e basta allontanarsi di un paio di metri per far acquistare all'immagine tutta quella nitidezza che l'ingrandimento gli ha tolto.
Altra cosa curiosa è il progressivo aumento delle dimensioni delle stampe col passare del tempo; dalle stampe a contatto di Sella e Steiner a lenzuolate di un metro e passa dei contemporanei. Fenomeno che preferisco mettere in relazione alle dimensioni dei soggiorni dei facoltosi collezionisti, passati dalle stanze riccamente e baroccamente arredate da una miriade di piccoli oggetti della "illuminata" borghesia di inizio secolo a soggiorni di dimensioni più "anglosassoni" delle belle case disegnate da moderni architetti di oggi (beata ingenuità

In definitiva la mostra è stata bella ed interessante; io ho fatto 4 ore di macchina tra andata e ritorno, per vederla, ma per me, forse, un sacrificio maggiore non sarebbe valso la pena. Questa mostra rimane comunque una delle rare occasioni che capitano nel nostro paese di vedere delle stampe originali di Adams oltre che la possibilità di ammirare i lavori di altri bravissimi fotografi.
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Re: mostra imperdibile
Grazie per l'informazione e soprattutto per aver condiviso le tue impressioni.
Penso che il problema dell'illuminazione (o meglio oscuramento) delle esposizioni fotografiche sia sempre più sentito.
S.
Penso che il problema dell'illuminazione (o meglio oscuramento) delle esposizioni fotografiche sia sempre più sentito.
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Re: mostra imperdibile
Già... capisco che un sistema di presentazione (pannelli di supporto e vetri delle cornici) e soprattutto un sistema di illuminazione perfetti sono molto molto costosi ma è anche vero che a volte (spesso) l'allestimento di una mostra fotografica si limita ad attaccare in qualche modo al muro le foto. Fossero almeno senza vetro (cosa oltretutto consigliabile per una miglior conservazione delle foto) almeno si riuscirebbe a vedere qualcosa in più. Tant'è... meglio così che niente.Penso che il problema dell'illuminazione (o meglio oscuramento) delle esposizioni fotografiche sia sempre più sentito.
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