Io invece ho postato quella poesia proprio perchè non ritengo sia un "decalogo sul do and don't", ma un invito a riflettere. Non una semplice lista di quello che puoi o non puoi fare, ma un invito a riflettere su quello che stai fotografando e sul perchè lo stai facendo. Credo che testimoniare un atto di sofferenza possa essere degno di lode o demerito a seconda dello spirito con il quale lo fai: ai tempi di Capa o di altri eccellenti fotografi la testimonianza era importante ed essenziale; anche oggi è importante, ma oggi, viviamo nel mondo dei mass media: chiunque può scattare una fotografia in qualsiasi momento e diffondenderla in tempi rapidissimi, praticamente tutto è sotto gli occhi di chiunque, e purtroppo anche quello che non dovrebbe. Ciò che importa per me è lo scopo: se voglio realizzare una fotografia per scopi personali, trarne profitto, o far vedere che sono bravo a chissà chi, non utilizzerei mai le sofferenze altrui! (e se fossi io nei panni di quello li cosa farei? vorrei essere ritratto?) Se invece lo scopo è la conoscenza e la crescita collettiva che ben venga, ma credo che ai giorni d'oggi, troppo spesso queste due idee vengono confuse, volontariamente o non. E per fare una citazione: "La libertà di un uomo finisce dove comincia la libertà di un'altro". Poi credo che ognuno sia libero di riflettere e fotografare come vuole...
Matteo
Non Fotografare
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Re: Non Fotografare
Credo anch'io che la fotografia sia un'arma veramente potente e limitarla in base a regole scritte non sia proprio possibile. Ognuno conosce la legge (o dovrebbe..) e ha una sensibilità ed un cervello per pensare "cosa, chi e come", il resto viene da sé.
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Re: Non Fotografare
io non approvo chi scatta immagini gonfie di sofferenza per vincere premi...
Re: R: Non Fotografare
Io non approvo le foto "massacre" sui siti di video e foto violenti destinati al solo business. Questo comprende anche i vari telegiornali e quotidiani...
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Re: Non Fotografare
oppure Weegee, il primo che mi viene in mente....Alessandro ha scritto:...chissà cosa direbbe Capa di questa poesia!
personalmente penso che il problema non è sul 'cosa' ma sul 'come', e qui entra in ballo la sensibilità del fotografo, e la sua intelligenza, come anche di chi poi guarda e legge l'immagine depurandola da pregiudizi e prese di posizione d'alcunché.
Fondamentalmente anch'io ho repulsione per i comandamenti del fare e non fare, ma Gilardi è stato un grande e quella poesia la leggo sempre con una punta di malinconica comprensione dell'animo di quell'uomo che fu anche un grande fotografo (e viceversa).
Re: Non Fotografare
Questo thread mi è tornato in mente durante il mio ultimo viaggio di lavoro all'estero (con macchina fotografica al seguito, ovviamente... ;) )... quartiere ricco, vado in cerca di "contraddizioni" da immortalare... gira e rigira mi imbatto in un clochard accampato nella rientranza di uno stabile superlusso... ecco l'immagine che cercavo! Impugno la macchina, faccio per portarla all'altezza del viso e... non ce la faccio! Quell'uomo ha già provato sulla sua pelle quanto sia dura la vita, il peso del mio obiettivo puntato dritto addosso, almeno quello, glielo posso risparmiare... Lo scatto è rimasto, indelebile, nella mia mente.
Le prime 10.000 fotografie sono le peggiori.
Henri Cartier-Bresson
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Yashica FX-3 Super 2000
Yashica ML 50mm f/1.7
Carl Zeiss Sonnar 135 mm f2,8
Yashica Mat 124 G
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Re: Non Fotografare
Beh, mi sembra la dimostrazione di una bella coscienza!_albe_ ha scritto:Questo thread mi è tornato in mente durante il mio ultimo viaggio di lavoro all'estero (con macchina fotografica al seguito, ovviamente... ;) )... quartiere ricco, vado in cerca di "contraddizioni" da immortalare... gira e rigira mi imbatto in un clochard accampato nella rientranza di uno stabile superlusso... ecco l'immagine che cercavo! Impugno la macchina, faccio per portarla all'altezza del viso e... non ce la faccio! Quell'uomo ha già provato sulla sua pelle quanto sia dura la vita, il peso del mio obiettivo puntato dritto addosso, almeno quello, glielo posso risparmiare... Lo scatto è rimasto, indelebile, nella mia mente.
Andrea
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Re: Non Fotografare
esattamente quello che volevo esporre: sensibilità e intelligenza._albe_ ha scritto:Questo thread mi è tornato in mente durante il mio ultimo viaggio di lavoro all'estero (con macchina fotografica al seguito, ovviamente... ;) )... quartiere ricco, vado in cerca di "contraddizioni" da immortalare... gira e rigira mi imbatto in un clochard accampato nella rientranza di uno stabile superlusso... ecco l'immagine che cercavo! Impugno la macchina, faccio per portarla all'altezza del viso e... non ce la faccio! Quell'uomo ha già provato sulla sua pelle quanto sia dura la vita, il peso del mio obiettivo puntato dritto addosso, almeno quello, glielo posso risparmiare... Lo scatto è rimasto, indelebile, nella mia mente.
Re: Non Fotografare
Anche a me è capitata questa sensazione...e di evitare di scattare una foto. In generale, di fronte a un mendicante, faccio fatica a rimanere indifferente..._albe_ ha scritto:Questo thread mi è tornato in mente durante il mio ultimo viaggio di lavoro all'estero (con macchina fotografica al seguito, ovviamente... ;) )... quartiere ricco, vado in cerca di "contraddizioni" da immortalare... gira e rigira mi imbatto in un clochard accampato nella rientranza di uno stabile superlusso... ecco l'immagine che cercavo! Impugno la macchina, faccio per portarla all'altezza del viso e... non ce la faccio! Quell'uomo ha già provato sulla sua pelle quanto sia dura la vita, il peso del mio obiettivo puntato dritto addosso, almeno quello, glielo posso risparmiare... Lo scatto è rimasto, indelebile, nella mia mente.
Ma scattare una foto o meno non è solo questione di sensibilità... secondo me dipende molto dal motivo per cui scatti in quel momento... Se si punta solo a fare una foto "d'effetto", secondo me, è meglio evitare di usare le disgrazie altrui per fare una "bella" (?) foto... se invece c'è una motivazione più nobile, ci può stare.. ad esempio, un lavoro di denuncia sulle disuguaglianze sociali, un lavoro sulla solidarietà dei volontari che lavorano nei centri di accoglienza.. ecc.. beh in questi casi la stessa foto potrebbe diventare "scattabile" a condizione che venga rispettata la dignità del soggetto
"Se il fotografo non vede, la macchina fotografica non lo farà per lui" - Kenro Izu
Re: R: Non Fotografare
Credo che le foto che dici tu sarebbero comunque ben diverse dalle classiche foto in bn col mendicante per terra che sono così frequenti.isos1977 ha scritto:Anche a me è capitata questa sensazione...e di evitare di scattare una foto. In generale, di fronte a un mendicante, faccio fatica a rimanere indifferente..._albe_ ha scritto:Questo thread mi è tornato in mente durante il mio ultimo viaggio di lavoro all'estero (con macchina fotografica al seguito, ovviamente... ;) )... quartiere ricco, vado in cerca di "contraddizioni" da immortalare... gira e rigira mi imbatto in un clochard accampato nella rientranza di uno stabile superlusso... ecco l'immagine che cercavo! Impugno la macchina, faccio per portarla all'altezza del viso e... non ce la faccio! Quell'uomo ha già provato sulla sua pelle quanto sia dura la vita, il peso del mio obiettivo puntato dritto addosso, almeno quello, glielo posso risparmiare... Lo scatto è rimasto, indelebile, nella mia mente.
Ma scattare una foto o meno non è solo questione di sensibilità... secondo me dipende molto dal motivo per cui scatti in quel momento... Se si punta solo a fare una foto "d'effetto", secondo me, è meglio evitare di usare le disgrazie altrui per fare una "bella" (?) foto... se invece c'è una motivazione più nobile, ci può stare.. ad esempio, un lavoro di denuncia sulle disuguaglianze sociali, un lavoro sulla solidarietà dei volontari che lavorano nei centri di accoglienza.. ecc.. beh in questi casi la stessa foto potrebbe diventare "scattabile" a condizione che venga rispettata la dignità del soggetto
Personalmente mi sono permesso di scattare solo una volta ad un giaciglio vuoto di un clochard, nulla di che ma stavo sperimentando le foto che alludono alle persone pur senza la loro presenza.
Andrea
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