Elmar Lang ha scritto:Nei paesi arabi, la possibilità di fotografare è spesso proporzionale al bakshish che il fotografo è disposto a sborsare...



Moderatore: etrusco
Elmar Lang ha scritto:Nei paesi arabi, la possibilità di fotografare è spesso proporzionale al bakshish che il fotografo è disposto a sborsare...
Sempre più (dalla burocrazia alla medicina) oggi si va "per protocolli", per procedure. "SI fa così", in barba al buon senso. Se nei concorsi fotografici (dio me ne scampi) qualcuno si è messo in testa (e come pecoroni tutti dietro) che sempre "ci vuole la liberatoria" (ignorando tutti i casi in cui la legge NON la prevede), non c'è niente da fare. Devi ritrovare l'eschimese che cacciava la foca e fargli firmare la liberatoria.Elmar Lang ha scritto:Beh, se per partecipare ad una mostra mi chiedessero la liberatoria per il ritratto d'un selvaggio del Tanganika eseguito qualche anno prima, sarebbe lecito rispondere con una sonora pernacchia.
Ma è prudente conoscere le regole dei paesi in cui si va (soprattutto se molto diversi dal nostro) per evitare guai (anche grossi). Una mia amica venne imprigionata per due giorni in Siria (tre decenni fa) per aver tirato fuori la macchina fotografica nel luogo e nel momento sbagliato... un'esperienza (ometto dettagli) terrificante. Si leggeva poi sui giornali di qualche mese fa di quel turista americano in Corea del Nord che andò in galera per aver staccato dalla parete della sua camera d'albergo una fotografia del grande leader e aver cercato di portarsela via come souvenir. Ci è morto, in quella galera.Elmar Lang ha scritto:... E se in un determinato paese la legge dicesse "tu no fa foto, perché foto ruba anima di persona fotografata!"goarally ha scritto:(...) Forse bisogna studiare le leggi di ogni paese dove si scattano foto...
Uno non può mica viaggiare con uno studio legale al seguito...
Concordo pienamente, ma questo dovrebbe far parte del bagaglio culturale di ogni viaggiatore ....il turista forse è diversoNikMik ha scritto:Ma è prudente conoscere le regole dei paesi in cui si va (soprattutto se molto diversi dal nostro) per evitare guai (anche grossi). Una mia amica venne imprigionata per due giorni in Siria (tre decenni fa) per aver tirato fuori la macchina fotografica nel luogo e nel momento sbagliato... un'esperienza (ometto dettagli) terrificante. Si leggeva poi sui giornali di qualche mese fa di quel turista americano in Corea del Nord che andò in galera per aver staccato dalla parete della sua camera d'albergo una fotografia del grande leader e aver cercato di portarsela via come souvenir. Ci è morto, in quella galera.Elmar Lang ha scritto:... E se in un determinato paese la legge dicesse "tu no fa foto, perché foto ruba anima di persona fotografata!"goarally ha scritto:(...) Forse bisogna studiare le leggi di ogni paese dove si scattano foto...
Uno non può mica viaggiare con uno studio legale al seguito...
Insomma, a parte casi estremi, non è una cattiva abitudine informarsi un po', prima. Non dico un team di avvocati, ma una buona guida turistica e un'occhiata a qualche sito internet (ambasciate ecc.) non è imprudente.
Questa è la storia che più ci interessaElmar Lang ha scritto: .....................
La mia peggiore avventura fotografica, la vissi in transito per la DDR, lungo la strada per raggiungere la Polonia in auto, perché deviai dall'itinerario previsto, per passare a Dresda a comprare un obbiettivo...
GrazieElmar Lang ha scritto:Niente di particolare, nessuna spy-story al ponte di Glienicke dopo interrogatori in Normannenstrasse.
Semplicemente, ebbi il visto di transito con auto, attraverso la DDR, per raggiungere la Polonia. Io avevo con me la Pentacon Six.
Poiché il mio itinerario prevedeva il passaggio autostradale attorno a Dresda, io pensai di coronare il mio sogno di aggiungere ottiche ed accessori. Sapevo dove trovare un grande negozio in centro ed allora, essendo in perfetto orario sulla tabella di marcia, uscii a Dresda e raggiunsi il negozio. Lì, il personale fu gentilissimo ed addirittura controllato o il mio apparecchio eseguendo i dei piccoli aggiustamenti. Pagai (con marchi est cambiati ufficialmente alla banca li nei pressi) e dopo alcune ore, raggiunsi la frontiera. Fui immediatamente fatto uscire dalla coda e parcheggiare a lato. L'auto fu ispezionata accuratissimamente ed io rimasi più di un'ora in una stanza. Poi giunse un sottufficiale che mi comunicò che avevo contravvenuto alle leggi della DDR. E rimasi ancora da solo. Poi, fui interrogato da un signore in borghese che mi fece e rifece un fiume di domande, cui risposi con sincerità, in buon tedesco.
Lasciato solo (con guardia fuori dalla porta), fui infine raggiunto da un ufficiale superiore, che mi interrogò nuovamente e che, dopo una lunga pausa in silenzio, mentre scriveva a mano su dei fogli, mi fece una predica, sul dovere nel rispetto delle leggi, e che solo per la mia sincerità e per la non gravità del l'illecito commesso, mi avrebbero lasciato ripartire.
Al ritorno, alcuni mesi dopo, vidi di molto ridotti i tempi di percorrenza ed aggiunto l'obbligo di presentarmi a determinati posti di controllo della Volkspolizei.
Insomma, c'è chi ha vissuto di peggio.