Dopo circa vent'anni di letargo, ho rispolverato tutta la mia ingombrante attrezzatura per ritrovare un po l'emozione della creazione di un'immagine dalla a alla z.
Riflettevo sul perchè come mai, 20 anni fa, ho deciso di lasciar perdere pellicole, bagni di sviluppo, carte, ecc. e mi è venuto alla mente che il mio interesse verso la fotografia è cominciato a venir meno dopo essere entrato in possesso di un numero di un vecchio numero di " camera work" , famosa rivista di fotografia ideata da ALFRED STIEGLIZ.
Le foto di di Stiegliz , Hanno secondo me un fascino,una magia, e trasmettono emozioni che non mi hanno trasmesso ad es. le foto di Ansel Adams, anche se le immagini di quest'ultimo sono tecnicamente superiori, ed è a quest' ultimo che mi sono ispirato nello svolgimento del mio lavoro, e dopo parecchi anni di pratica avevo raggiunto un livello tecnico ragguardevole( scusate l'immodestia).
Diciamo, ecco,(parliamo delle mie foto) che le mie stampe erano quasi perfette, ma riguardandole avevo l' impressione di sfogliare una raccolta di cartoline, e quando ho deciso che avrei voluto imitare Stiegliz non son venuto a capo di nulla.
Voi a chi vi ispirate?
Che ne pensate di questa mia dissertazione?
perchè fotografiamo?
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Re: perchè fotografiamo?
Ciao Siponte,
trovo la tua riflessione molto interessante....
Certo, il discorso non è semplice né tantomeno banale, qua parliamo di "filosofia" dello scatto e come sempre, quando si parla di filosofia, le cose si complicano...
Filosofia significa letteralmente amore per la sapienza, pertanto volendo applicare questo concetto alla fotografia potremmo rifarci all'amore per la "sapienza fotografica".... ma quale è questa sapienza fotografica? Ne esiste una, unica e valida per tutti? Quanto il gusto e le attinenze personali influiscono su questa ricerca?
Proprio in relazione a questo tema ti consiglio un'ottimo libro: "La fotografia, una storia culturale e visuale" di Graham Clarke.
Il libro è molto attinente alla discussione perchè non tratta la fotografia in modo classico ossia approfondendo la tecnica o il mezzo, bensì affronta la filosofia dello scatto partendo da una analisi molto approfondita dei più grandi fotografi mondiali che hanno fatto la storia di questa affascinante arte.
Pertanto tornando al discorso iniziale credo che alla domanda "perchè fotografiamo" non si possa rispondere semplicemente dicendo "perchè mi rifaccio al modo di fotografare di un fotografo X"...lo studiare il modo di fotografare dei più grandi deve essere un punto di partenza per poi sviluppare ed approfondire il proprio modo di concepire la fotografia.
Se nei nostri scatti non c'è nulla di noi, del nostro vissuto e del nostro essere allora i nostri scatti sono solo cartoline, panorami... visti e rivisti.... il difficile sta proprio qua :-) Riuscire a mettere la firma ai nostri scatti senza scriverci il nostro nome è proprio ciò a cui dovremmo tendere, dovrebbe essere proprio questo "l'amore per la sapienza fotografica".... e mi rendo conto che è compito assai difficile.
Ciao
trovo la tua riflessione molto interessante....
Certo, il discorso non è semplice né tantomeno banale, qua parliamo di "filosofia" dello scatto e come sempre, quando si parla di filosofia, le cose si complicano...
Filosofia significa letteralmente amore per la sapienza, pertanto volendo applicare questo concetto alla fotografia potremmo rifarci all'amore per la "sapienza fotografica".... ma quale è questa sapienza fotografica? Ne esiste una, unica e valida per tutti? Quanto il gusto e le attinenze personali influiscono su questa ricerca?
Proprio in relazione a questo tema ti consiglio un'ottimo libro: "La fotografia, una storia culturale e visuale" di Graham Clarke.
Il libro è molto attinente alla discussione perchè non tratta la fotografia in modo classico ossia approfondendo la tecnica o il mezzo, bensì affronta la filosofia dello scatto partendo da una analisi molto approfondita dei più grandi fotografi mondiali che hanno fatto la storia di questa affascinante arte.
Pertanto tornando al discorso iniziale credo che alla domanda "perchè fotografiamo" non si possa rispondere semplicemente dicendo "perchè mi rifaccio al modo di fotografare di un fotografo X"...lo studiare il modo di fotografare dei più grandi deve essere un punto di partenza per poi sviluppare ed approfondire il proprio modo di concepire la fotografia.
Se nei nostri scatti non c'è nulla di noi, del nostro vissuto e del nostro essere allora i nostri scatti sono solo cartoline, panorami... visti e rivisti.... il difficile sta proprio qua :-) Riuscire a mettere la firma ai nostri scatti senza scriverci il nostro nome è proprio ciò a cui dovremmo tendere, dovrebbe essere proprio questo "l'amore per la sapienza fotografica".... e mi rendo conto che è compito assai difficile.
Ciao
Pssss, Hei! ... Ti sei ricordato di registrare la tua camera oscura su darkroom locator?
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Re: perchè fotografiamo?
Ciao Siponte
innanzitutto auguri per il ritorno all' "ingombrante attrezzatura". Lavoravi in 20x25?
Non so dirti il perché del tuo abbandono ne perchè fotografiamo (non me lo sono mai chiesto) ma visto che citi due autori a me molto cari mi permetto un abbozzo di riflessione.
Stiegliz è il padre della fotografia come noi oggi la intendiamo (la fotografia è arte indipendentemente da quello che rappresenta). Con il suo movimento pittorialista affranca la fotografia dalla pittura e gli da dignità propria. Non era mai successo prima. Per contro è un fotografo con una "mentalità" ottocentesca e le sue foto necessariamente moderne (non c'era stato altro) rispecchiano questa condizione.
Ansel Adams viene dopo. Ha come punto di partenza il lavoro di Stiegliz, ma non è un pittorialista. Anzi è proprio l'opposto: la Straight Photography (fotografia diretta) di cui è una delle massime espressioni non lascia alcuno spazio ad interventi di "abbellimento" sino ad allora tollerati. E' per questo che la sua fotografia ha spesso tratti di attualità sconcertanti
Sono confrontabili i due autori? Direi proprio di no in quanto cambia completamente il linguaggio e soprattutto il mezzo tecnico impiegato. Non so a quale lavoro di Stiegliz ti riferisci ma potrebbero essere facilmente stampe al Platino per contatto che sono tutta altra cosa della Silver Gelatin per ingrandimento.
Forse invece di abbandonare avresti dovuto dedicare un po di tempo allo studio del lavoro di Stiegliz: non dico poi imitarlo ma prenderlo come spunto per una ricerca e crescita personale. Se il tuo animo è fondamentalmente "pittorialista" è plausibile che nelle foto di Adams tu non trova quella suggestione che invece altri vi percepiscono.
Non ti seguo nel tuo dire "le immagini di questultimo sono tecnicamente superiori". Detto così è un non senso: la tecnica (qualsiasi cosa si intenda per questo) è funzionale alla immagine, non una cosa a parte che si mette o meno a secondo di un capriccio: Forse ho capito male.
Però.. però.. poi dici "stampe quasi perfette ma come cartoline". Non ho assolutamente niente contro le belle cartoline ma intendo che ti ci riferisci in senso negativo: diciamo immagini senza "sostanza". Il discorso è lo stesso del punto sopra. Se hai raggiunto "un livello tecnico ragguardevole" ma le tue foto non ti piacciono o sono senza "sostanza" è segno che non hai di certo raggiunto un buon livello tecnico. Hai fatto delle cose che non ti servono e non ti piacciono. Succede anche a me...a volte manca solo un po di convinzione.
Scelta del soggetto; della luce giusta; perfetta inquadratura; intuire il soggetto; saper vedere; analizzare a fondo il soggetto; capirlo; "previsualizzarlo"; vederlo tradotto in scala di grigi; immaginarlo "spiattellato" in due dimensioni; tradurlo in annerimenti "corretti" sul negativo... questa è tecnica.
Non credo sia molto facile imitare Stiegliz ma quantomeno dovresti partire con l' utilizzare lo stesso modulo/mezzo espressivo.
Piacevole dissertazione.
Ciao
W
innanzitutto auguri per il ritorno all' "ingombrante attrezzatura". Lavoravi in 20x25?
Non so dirti il perché del tuo abbandono ne perchè fotografiamo (non me lo sono mai chiesto) ma visto che citi due autori a me molto cari mi permetto un abbozzo di riflessione.
Stiegliz è il padre della fotografia come noi oggi la intendiamo (la fotografia è arte indipendentemente da quello che rappresenta). Con il suo movimento pittorialista affranca la fotografia dalla pittura e gli da dignità propria. Non era mai successo prima. Per contro è un fotografo con una "mentalità" ottocentesca e le sue foto necessariamente moderne (non c'era stato altro) rispecchiano questa condizione.
Ansel Adams viene dopo. Ha come punto di partenza il lavoro di Stiegliz, ma non è un pittorialista. Anzi è proprio l'opposto: la Straight Photography (fotografia diretta) di cui è una delle massime espressioni non lascia alcuno spazio ad interventi di "abbellimento" sino ad allora tollerati. E' per questo che la sua fotografia ha spesso tratti di attualità sconcertanti
Sono confrontabili i due autori? Direi proprio di no in quanto cambia completamente il linguaggio e soprattutto il mezzo tecnico impiegato. Non so a quale lavoro di Stiegliz ti riferisci ma potrebbero essere facilmente stampe al Platino per contatto che sono tutta altra cosa della Silver Gelatin per ingrandimento.
Forse invece di abbandonare avresti dovuto dedicare un po di tempo allo studio del lavoro di Stiegliz: non dico poi imitarlo ma prenderlo come spunto per una ricerca e crescita personale. Se il tuo animo è fondamentalmente "pittorialista" è plausibile che nelle foto di Adams tu non trova quella suggestione che invece altri vi percepiscono.
Non ti seguo nel tuo dire "le immagini di questultimo sono tecnicamente superiori". Detto così è un non senso: la tecnica (qualsiasi cosa si intenda per questo) è funzionale alla immagine, non una cosa a parte che si mette o meno a secondo di un capriccio: Forse ho capito male.
Però.. però.. poi dici "stampe quasi perfette ma come cartoline". Non ho assolutamente niente contro le belle cartoline ma intendo che ti ci riferisci in senso negativo: diciamo immagini senza "sostanza". Il discorso è lo stesso del punto sopra. Se hai raggiunto "un livello tecnico ragguardevole" ma le tue foto non ti piacciono o sono senza "sostanza" è segno che non hai di certo raggiunto un buon livello tecnico. Hai fatto delle cose che non ti servono e non ti piacciono. Succede anche a me...a volte manca solo un po di convinzione.
Scelta del soggetto; della luce giusta; perfetta inquadratura; intuire il soggetto; saper vedere; analizzare a fondo il soggetto; capirlo; "previsualizzarlo"; vederlo tradotto in scala di grigi; immaginarlo "spiattellato" in due dimensioni; tradurlo in annerimenti "corretti" sul negativo... questa è tecnica.
Non credo sia molto facile imitare Stiegliz ma quantomeno dovresti partire con l' utilizzare lo stesso modulo/mezzo espressivo.
Piacevole dissertazione.
Ciao
W
Re: perchè fotografiamo?
Ti espongo un paragone. Intentevo dire che a uno scrittore, anche affermato e conosciuto, cosa che comunque non sono e non lo ero, può capitare che leggendo un'opera di Tolstoj o Dostoevskij gli passi la voglia di continuare a scrivere libri.
Re: perchè fotografiamo?
Ho sempre più la "vaga" impressione che sia tempo perso rispondere ad alcuni interventi.siponte ha scritto:Ti espongo un paragone. Intentevo dire che a uno scrittore, anche affermato e conosciuto, cosa che comunque non sono e non lo ero, può capitare che leggendo un'opera di Tolstoj o Dostoevskij gli passi la voglia di continuare a scrivere libri.
W
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