Mi sono molto divertita a scrivere questa recensione, spero vi divertiate anche voi a leggerla.
La Polaroid SX-70 è una reflex istantanea che ha le seguenti caratteristiche:
* Lente: 116mm;
* Diaframma: f/8 – f/22;
* Messa a fuoco: manuale con ghiera da 26,4cm a infinito;
* Velocità otturatore: automatica – da 10 secondi a 1/175esimo di secondo;
* Attacco flash con esposizione automatica rispetto alla distanza del soggetto;
* Tipo di pellicola: a sviluppo integrale.

Di questa macchina esistono diversi modelli con specificità differenti, ma con lo stesso singolare design e gli stessi materiali (pelle e plastica, anche se in alcune sembra metallo). Tra gli ultimi modelli, non si può non menzionare la Polaroid SX-70 Sonar – che io posseggo con molta soddisfazione – la cui peculiarità è quella del meccanismo Polaroid Sonar per l’autofocus mediante le onde sonore (altissima tecnologia!). ;)
Se volete conoscere tutti i modelli e accessori della SX-70, questo sito è il più completo: http://www.rwhirled.com/landlist/landdcam-sx70.htm
La SX-70 usava in origine pellicole chiamate proprio “SX-70“, sostituite poco dopo con le SX-70 Time Zero, le prime pellicole manipolabili ma andate presto fuori produzione. La Polaroid introdusse allora le SX-70 Blend, che non erano altro che delle 600 con il filtro ND applicato direttamente sul pacco delle pellicole.
Le TZ Artistic sono le ultime pellicole prodotte per la SX-70, realizzate con dei chimici probabilmente non troppo di qualità: per questo motivo i colori sono molto alterati rispetto alle vecchie SX-70. Tuttavia, le TZ Artistic, di sensibilità 100 ISO a colori, sono molto particolari perché manipolabili. Fino a poco tempo fa si trovavano ancora le TZ Fade To Black, ovvero delle TZ fallate che virano verso il nero ma che danno effetti particolari.
La manipolazione delle TZ è una tecnica molto divertente e, secondo me, molto creativa: si tratta di spostare l'emulsione della pellicola durante lo sviluppo, con un oggetto appuntito come una matita o quant'altro: http://www.pola-art.de/wp-content/uploa ... 0manip.pdf
Oltre alla manipolazione, è possibile anche giocare con l’emulsion lift, ovvero con il trasferimento dell’immagine in un foglio di carta o in un altro supporto.
Forse è la mia tecnica preferita, questa.
Con la SX-70 si ha anche la possibilità di utilizzare le pellicole integrali compatibili con le macchine della serie 600 (prodotte negli anni ’80). L’unica accortezza, però, sta nel ricordarsi di mettere sulla lente un filtro ND (neutral density) per evitare che le foto siano sovraesposte, in quanto di sensibilità maggiore (640 ISO).
Come molti di voi già sapranno, la produzione delle pellicole Polaroid è stata dismessa qualche anno fa. A marzo del 2010, però, l’industria austriaca dell’Impossible Project ha rilasciato delle pellicole compatibili con la SX-70. http://www.the-impossible-project.com/
Le PX100 e le PX600 silvershade sono in bianco e nero mentre le PX70 sono a colori … un po’ sbiaditi. Le PX600, compatibili con i modelli Polaroid serie 600, si possono comunque utilizzare nella SX-70, aggiungendo il filtro ND, sempre per ciò che ho detto prima.
Per altre informazioni e curiosità, al solito, vi rimando alla lettura del mio blog: http://holgamydear.wordpress.com/2010/1 ... ima-vista/
Cosa ne pensate dell'operazione dell'Impossible Project?