... se l'esposimetro puntato sulle porte (la parte critica) ti diceva 1/30 a f5.6,
allora per portarle in zona III ad es. chiudi di 2 stop il diaframma, poiché La scala delle Zone è una serie progressiva di valori di tono ed ogni valore è l'equivalente di un passo EV, esponendo così a 1/30 f16.
Ovviamente il resto della scena va di conseguenza, poiché 1/30 a f16 è e rimane 1/30 a f16 !!!
quindi?
quindi, impostato 'sto f16 sull'esposimetro provavi a misurare il muro del duomo (le parti chiare del soggetto), e veniva fuori ad es. che
la differenza tra le porte in ombra e i muri bianchi era di 6 stop. Se le porte sono messe in zona 3 vuol dire che così i muri "finiscono" automaticamente in zona 9 (3+6=9).
misure.jpg
Allora così avresti avuto le porte in ombra esposte in modo da registrare il pattern che le compone (i disegni del legno, ecc...) ma le alte luci "scappate" verso il bianco puro.
Se riducevi l'esposizione, riportavi le alte luci verso il visibile, ma le ombre tornavano nel buio pesto...
Allora lasci l'esposizione che ti permette di registrare il dettaglio nelle ombre e
poi riduci lo sviluppo a N-1: così facendo
riporti le zone alte indietro (le comprimi), mentre le zone scure non vengono praticamente influenzate da questo processo (riadattamento dell'antico adagio "esponi per le ombre e sviluppa per le luci"). Fico! In pratica le alte luci "subiscono" la riduzione dello sviluppo, mentre le zone basse no.
C'è da dire che le moderne pellicole non è che reagiscano gran che a trattamenti molto spinti (non credo che un N-3 sia un vero N-3...)
Come si trova 'sto "N-1"? facendo test. Ma qui andiamo per le lunghe, mi sa
...avrei aperto di 1 diaframma e ridotto il tempo di sviluppo...